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Il generale Vannacci e il libro omofobo. È bufera

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AGI – Il libro è disponibile da pochi giorni ma le polemiche che lo accompagnano rischiano di avere strascichi importanti per l’autore. “Il mondo al contrario” è il titolo e a scriverlo è un generale di divisione dell’esercito, Roberto Vannacci, che in piena autonomia ha auto pubblicato il volume che contiene tra l’altro riflessioni sul mondo femminista, sulla comunità Lgbtq , sugli stranieri e su “etnie, per non dire razze”.

Per l’autore sono “provocazioni”, che rientrano nell’ambito delle “opinioni personali”, ma l’effetto nel dibattito politico e non solo è stato deflagrante. Al punto che il ministro della Difesa Guido Crosetto prende nettamente le distanze dall’alto ufficiale e definisce il contenuto del libro scritto dal comandante dell’Istituto Geografico Militare di Firenze “farneticazioni“. 

Vannacci, paracadutista, 55 anni e una lunga esperienza di comando anche in missioni all’estero, come in Afghanistan, afferma di voler “provocatoriamente rappresentare lo stato d’animo di tutti quelli che, come me, percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune”.

Sostiene che in Italia ci sarebbe “un lavaggio del cervello di chi vorrebbe favorire l’eliminazione di ogni differenza compresa quella tra etnie, per non chiamarle razze”. E rivendica anche “il diritto all’odio e al disprezzo. “L’odio è un sentimento, un’emozione che non può essere repressa in un’aula di tribunale”

Affermazioni contro le donne, contro le fasce deboli che non hanno lasciato insensibili i vertici dell’Esercito Italiano, tanto da prendere le distanze con una nota nella quale si definiscono “considerazioni del tutto personali” quelle espresse dal generale. 

“L’Esercito non era a conoscenza dei contenuti espressi in esso e che gli stessi non erano mai stati sottoposti ad alcuna autorizzazione e valutazione”. Per questa ragione, spiega il Corpo, “si riserva l’adozione di ogni eventuale provvedimento utile a tutelare la propria immagine”. Il Crosetto invita poi a “non utilizzate le farneticazioni personali di un generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le forze armate. Il generale Vannacci ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione”. Per questa ragione, prosegue il ministro, “sarà avviato dalla Difesa l’esame disciplinare previsto”.

E le reazioni da parte delle opposizioni e di quelle categorie che si sentono colpite da quel “mondo al contrario” non mancano. Per l’Arcigay Vannacci il libro è “inquietante”. “Soprattutto se pensiamo che si tratta del pensiero di un uomo che è ai massimi vertici delle forze armate del nostro Paese”. Lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, che prosegue: “Parliamo delle forze armate di un Paese democratico, che dovrebbero ispirarsi in via prioritaria ai valori costituzionali, e restare lontano anni luce da considerazioni gravide di odio, discriminazione, omofobia, sessismo, razzismo”.

Auspicando l’intervento del ministro e dell’Esercito, per l’Arcigay semplicemente “Il generale Vannacci non può restare al suo posto, non in un Paese democratico. Dal canto nostro insistiamo sulla necessità che chi opera negli apparati istituzionali riceva opportuna formazione su questi temi. È una necessità che emerge evidente da quanto emerso oggi e rispetto alla quale Arcigay mette a disposizione le proprie competenze”, conclude Piazzoni. 

Rimbalzano sui social network gli stralci del libro di Roberto Vannacci, ex generale della Folgore e oggi a capo dell’Istituto Geografico Militari, in cui si leggono considerazioni su quella che viene definita dittatura delle minoranze: “Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!“, uno dei passaggi più citati e criticarti. Passaggi ripresi da alcuni quotidiani e che destano indignazione non solo fra gli utenti del web. Ma anche fra i parlamentari. È il caso di Arturo Scotto, parlamentare del Pd che chiede l’intervento del ministro della Difesa: “Mi sfugge come uno che la pensa in questo modo possa rimanere un minuto di più al suo posto. Cosa ne pensa Guido Crosetto?”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: “Le persone lgbt sono normali, paola Egonu rappresenta orgogliosamente l’Italia, non c’è una dittatura delle minoranze, quello che non è normale nel nostro Paese è che un alto ufficiale dell’Esercito Italiano si metta pubblicamente a esprimere giudizi incommentabili, insulti omofobi e razzisti, pregiudizi e stupidaggini che disonorano l’istituzione che rappresenta e la Costituzione.  su cui ha giurato. È evidente che il generale Vannacci sia incompatibile con il ruolo che ricopre”.

E anche da Fratoianni arriva l’appello al ministro: “Ora aspettiamo che quanto prima il ministro Crosetto e i vertici delle Forze Armate prendano posizione e le necessarie iniziative perché questo signore sia messo nelle condizioni di non rappresentare più l’esercito del nostro Paese. Se questo non avvenisse è altrettanto evidente che il governo Meloni lo dovrà spiegare in Parlamento alla riapertura dei lavori”.

A prendere dai contenuti del libro autoprodotto del generale è, intanto, l’Esercito: “In merito alla notizia pubblicata oggi su alcuni organi di stampa, relativa al contenuto del libro autoprodotto dal Generale di Divisione Roberto Vannacci”, si legge in una nota dello Stato Maggiore dell’Esercito, “la Forza Armata prende le distanze dalle considerazioni del tutto personali (come precisato nel testo) espresse dall’Ufficiale”.

Nella nota viene inoltre precisato che “l’Esercito non era a conoscenza dei contenuti espressi in esso e che gli stessi non erano mai stati sottoposti ad alcuna autorizzazione e valutazione da parte dei vertici militari. In tal senso”, conclude la nota, “l’Esercito si riserva l’adozione di ogni eventuale provvedimento utile a tutelare la propria immagine”. 

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Pnrr, dal Mef altri 1,6 miliardi per le opere pubbliche

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Pnrr, dal Mef altri 1,6 miliardi per le opere pubbliche

ROMA (ITALPRESS) – Il Ministero dell’economia e delle finanze ha assegnato un altro miliardo e seicento milioni di euro del Fondo opere indifferibili per gli interventi previsti dal PNRR e dal Piano nazionale per gli investimenti complementari, al fine di fronteggiare l’aumento dei prezzi dei materiali e il caro energia.
/gtr

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Boom dell’export agroalimentare nel primo trimestre

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Boom dell'export agroalimentare nel primo trimestre

ROMA (ITALPRESS) – Boom dell’export nel settore agroalimentare italiano che nel primo trimestre mostra un robusto trend di crescita facendo segnare un più 9,5 per cento con 51 distretti che totalizzano 6,6 miliardi di esportazioni. Secondo quanto rilevato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, rimane significativo il contributo del comparto dei prodotti alimentari trasformati, le cui filiere crescono di oltre il 15 per cento nei primi tre mesi del 2023.
mgg/gtr

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Quei ‘fantasmi’ under 30 che affollano le carceri

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AGI – Il numero dei reclusi di età inferiore ai 30 anni  è in costante e rapida ascesa ma il carcere, nella maggior parte dei casi, li ‘ignora’ o non ha a disposizione persone e strumenti per aiutarne il reinserimento e la cura, quando necessario.

“Da sette mesi mio figlio, che ha 23 anni e soffre di disturbi psichici, è a Bollate – racconta una madre –. In tutto questo tempo non ha ancora visto un educatore, uno psichiatra o uno psicologo”.

Accanto a lei, sul palco della conferenza ‘Ragazzi detenuti: problemi e progetti’ organizzata nei giorni scorsi a Milano da ‘Nessuno tocchi Caino – Spes conta Spem’, porta la sua testimonianza Stefania Mazzei, madre di Giacomo Trimarco, morto a 21 anni a San Vittore per avere inalato gas butano in quantità letale: “Faccio una distinzione tra i giovani che arrivano in carcere perché si ‘’perdono’ e hanno bisogno di un percorso più rieducativo e quelli che, come Giacomo, ci arrivano con una patologia psichiatrica. Per il nostro vissuto, le famiglie non esistono. È vero che tanti ragazzi non hanno la famiglia alle spalle ma tanti ce ne hanno una che vorrebbe essere attiva. Noi abbiamo avuto sempre le saracinesche abbassate. Tutti i servizi per la salute mentale sono distaccati e inefficienti, a comparti stagni, e così spesso, una volta usciti, i ragazzi ricadono nella rete della giustizia”.

La ‘Chiamata’ ai ragazzi di San Vittore  

Il direttore di San Vittore, Giacinto Siciliano, conferma l’emergenza. “Quasi la metà dei nostri 840 detenuti ha sotto i 30 anni. Questo  sta diventando un problema sempre più grosso in termini di gestione. È un dato in forte aumento anche perché viviamo le difficoltà che hanno fuori dal carcere. Noi accogliamo quello che la ‘strada’ produce. C’è, in particolare, un’elevata concentrazione di ragazzi che hanno problemi di droga, di farmaco dipendenza e psichiatrici. E tanti stranieri che non hanno i documenti e non puoi nemmeno impostare un percorso per loro. Difficile proporre dei modelli perché esiste un grande conflitto con le istituzioni: famiglia scuola e, a maggior ragione, la giustizia. Una situazione peggiorata dopo il Covid”. Per questo, Siciliano sta portando avanti da febbraio il progetto ‘Reparto La Chiamata’ in collaborazione con lo psichiatra Juri Aparo che col suo ‘Gruppo della Trasgressione’ è impegnato da anni anche coi più giovani.  Non nasconde le difficoltà. “Il percorso è iniziato a febbraio però manca ancora un vero ‘ingaggio’. Si fa fatica a portare le persone a cui viene richiesto un impegno. Il grande numero di ragazzi che abbiamo rende tutto molto difficile perché si potenziano tra loro tutti i meccanismi negativi. Siamo comunque riusciti ad avere un finanziamento dalla Regione Lombardia e due educatori di comunità che stanno provando a stabilire delle regole. L’obbiettivo è creare un posto dove si possa essere protagonisti del cambiamento a partire dalla cura, anche quella dei luoghi. Troppo presto per un bilancio ma i primi frutti li stiamo vedendo”.

Sono coinvolti anche gli agenti della polizia penitenziaria. Michela Morello, comandante di San Vittore: “Gestiamo persone differenti e, attraverso l’esperienza, cerchiamo di avere una modalità di approccio individuale. Molti ragazzi sono giovanissimi ed entrano in carcere subito dopo il loro arrivo in Italia e, nel giro di poco tempo, dobbiamo capire chi abbiamo di fronte e studiare la modalità adatta, la migliore anzitutto per evitare il conflitto che può nascere anche da un problema generazionale. E’ necessaria la capacità di ascolto e di contemperare le nostre esigenze educative col portato delle esigenze dei ragazzi”.

“A loro bisogna destinare risorse fisse, non bastano i progetti”

Suor Anna Donelli, che da molti anni lavora a stretto contatto coi giovani detenuti, sottolinea che “hanno bisogno di benevolenza e fiducia ma anche di fermezza”. “Spesso arrivano per delle stupidate e hanno bisogno delle regole basilari. Mi colpisce che quando li incontro dopo che sono usciti mi chiedano di portare saluti e ringraziamenti proprio magari agli agenti che gli hanno dato spiegazioni fatte in un certo modo. Loro, che fuori non hanno avuto riferimenti negli adulti, ritrovano nei poliziotti il padre che è mancato”.

C’è anche, secondo Antonella Calcaterra, avvocato e consigliera dell’Ordine degli Avvocati di Milano, la necessità di un dialogo maggiore tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’. “A San Vittore sono in corso diversi progetti educativi, anche dedicati ai ragazzi con problemi psichiatrici, ma hanno una durata di 24 mesi. Questo significa che quando finiscono bisogna riproporli e riavere un rifinanziamento. Ma tale e tanto è il problema che credo sia il momento di attivare delle risorse fisse, con interventi non solo progettuali, da parte della sanità regionale nei confronti di persone detenute con problemi di questo tipo”.

Il magistrato ‘pentito’

Il pubblico ministero Francesco Cajani, che partecipa anche al progetto ‘La Chiamata’, sottolinea quanto sia importante anche il ruolo dei magistrati. “Ai giovani che ho conosciuto a San Vittore mi presento sempre dicendo che la mia funzione costituzionale è fare bene le indagini, a volte chiedere il carcere, e faccio di tutto per farlo al meglio perché credo che sia un male necessario. A furia di assolvere la mia funzione costituzionale però mi sono stufato di mandare la gente in carcere. Quest’anno ho passato 5 mercoledì a Opera a leggere ‘Delitto e castigo’  assieme a giovani studenti in Legge, familiari delle vittime della criminalità organizzata ed ‘ex criminali’. Alcuni di questi hanno detto di essere cambiati per avere visto come un certo magistrato, Alberto Nobili nel caso specifico, comportarsi un un certo modo. Non si può pensare che chi mette in carcere non debba c’entrare nulla con quello che succede ‘dopo’.

Alla conferenza sono intervenuti anche Valentina Alberta e Paola Ponte, presidente e segretaria della Camera Penale di Milano, Alessandrra Naldi, direttrice del Consorzio Vialedeimille dove si è svolto l’incontro, Rita Bernardini, Elisabetta Zamparutti e Sergio D’Elia, rispettivamente presidente, tesoriera e segretario di ‘Nessuno tocchi Caino’. 

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Progetto AMPPA Italia-Malta, estate di eventi a Ghajnsielem

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GHAJNSIELEM (MALTA) (ITALPRESS) – La cittadina di Ghajnsielem a Gozo ha organizzato una serie di eventi legati al programma AMPPA Interreg V-A Italia Malta che promuove lo sviluppo di aree di interesse comune quali la tutela dell’ambiente, la sicurezza del territorio e del mare, il patrimonio culturale, la qualità della vita e la salute dei cittadini.
Durante le numerose iniziative, sono state coinvolte diverse fasce età. L’evento “Tombola in Piazza” era rivolto agli anziani mentre “Echi dal Mare” al pubblico in generale, ma soprattutto a giovani e famiglie. Presso lo stand informativo erano disponibili volantini e omaggi per bambini. Anche i funzionari del Dipartimento della Pesca si sono confrontati per condividere informazioni sulle Aree Marine Protette e sulla Pesca Artigianale.
Kevin Cauchi, sindaco di Ghajnsielem, ha dichiarato: “Siamo entusiasti del nuovo Centro di educazione ambientale che è in fase avanzata di completamento”, aggiungendo che questo progetto sarà l’eredità del programma AMPPA Interreg V-A Italia Malta.
Il programma mira a promuovere la sana gestione scientifica della biodiversità nelle aree marine protette siciliane e maltesi. Vi partecipano tree aree marine protette del Mediterraneo centrale,
AMP “Isole Egadi”, AMP “Isola di Ustica, AMP Gozo (comprendente il comune di Ghajnsielem).
Si tratta di un lavoro congiunto fra le Aree Marine Protette delle Isole Egadi, Ustica e Gozo (Malta) realizzato in collaborazione con il Dipartimento Regionale della Pesca Mediterranea e i comuni di Gharb e Ghajnsielem che si propone – attraverso lo scambio di buone pratiche e azioni di sperimentazione e sensibilizzazione – di favorire la conservazione della biodiversità marina mantenendo la produttività degli ecosistemi e contribuendo al benessere economico e sociale delle comunità umane. Il progetto, inoltre, mira alla creazione di un nuovo strumento di gestione integrata delle AMP che coinvolga direttamente tutti gli operatori (enti pubblici, pescatori, cittadini, turisti, etc.) anche attraverso azioni di sensibilizzazione e educazione ambientale.
Il progetto AMPPA è una misura finanziata nell’ambito del Programma INTERREG V-A Italia-Malta con asse prioritario: III (tutela dell’ambiente e promozione di un uso efficiente delle risorse); obiettivo specifico: 3.1 (Contribuire ad arrestare la perdita di biodiversità terrestre e marina dell’area mantenendo e ripristinando gli ecosistemi e le aree protette). Capofila: Comune di Favignana – Ente gestore dell’Area Marina Protetta “Isole Egadi”; partners: Dipartimento Regionale della Pesca Mediterranea; Comune di Ustica – Ente gestore dell’Area Marina Protetta Isola di Ustica; Gharb Local Council; Ghajnsielem Local Council.
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(ITALPRESS).

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Tg Sport – 17/8/2023

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Tg Sport - 17/8/2023

ROMA (ITALPRESS) – In questa edizione:
– Il Manchester City vince la Supercoppa Europea, Siviglia ko ai rigori
– Roma e Lazio, che colpi! Paredes e Sanchez da Mourinho, Lloris per Sarri
– Pogba ritorno con gol, la Juve sogna il recupero del suo campione
– A Cincinnati si ammaina il tricolore, tutti out gli italiani
– Sabato al via i mondiali di atletica, a Budapest l’Italia sogna in grande
– Palio dell’Assunta, a Siena trionfa trionfa l’Oca
gm/gtr

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Thyssen, il manager in carcere in Germania 16 anni dopo

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AGI – Si chiude dopo quasi sedici anni la vicenda dell’incendio nello stabilimento torinese della ThyssenKrupp, che si verificò nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 e che causò la morte di sette operai: Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe Demasi.

Harald Espenhahn, amministrazione delegato dell’azienda tedesca all’epoca dei fatti, ha varcato i cancelli del carcere, dove dovrà scontare una condanna a cinque anni per omicidio colposo: la sentenza era arrivata in via definitiva nel 2016, ma non era ancora stata eseguita a causa di alcuni ricorsi che lo stesso Espenhahn aveva presentato al tribunale tedesco. Sconterà la pena in regime di semi-libertà.

A ripercorrere sui social le tappe della dolorosa vicenda è Antonio Boccuzzi, operaio alla ThyssenKrupp di Torino e unico sopravvissuto al rogo della linea 5 dello stabilimento di corso Regina Margherita. “I tempi nella giustizia sono fondamentali, sia nel corso del processo che nell’esecuzione della sentenza – spiega – il 13 maggio 2016 si è chiuso in Cassazione il processo Thyssen. Tutti condannati gli imputati. Solo gli italiani però varcano la soglia del carcere il mattino successivo alla sentenza. I tedeschi continuano a fare quello che facevano prima, come nulla fosse: più forti della giustizia e dello Stato in cui sembrava giustizia si fosse compiuta. Giustizia, già. Una parola affascinante che da idea di equilibrio, di equo risarcimento. Quando muoiono in maniera drammatica sette persone nulla può essere equo o avvicinarsi lontanamente al giusto”.

“Quel pomeriggio di sette anni fa in Cassazione – prosegue Boccuzzi – scoprimmo che la giustizia si ferma davanti ai confini tra Paesi anche vicini, 10 anni di reclusione riconosciuti nel lungo processo di Torino, in Germania ne valgono al massimo 5, ma devono essere comunque confermati e questo richiede tempo. Il tempo quando hai un traguardo da raggiungere deve diventare tuo malgrado il tuo alleato. Pensi che sarà il solito anno che abbiamo trascorso da un grado all’altro”.

A dare il via all’iter giudiziario, era stato il pm Raffaele Guariniello, grande esperto di sicurezza sul lavoro. Nel mirino, le misure di sicurezza dell’impianto che era destinato alla chiusura. Sono stati cinque i gradi di giudizio del procedimento penale che ne sono seguiti. “Passa un anno, ne passano due, ne passano molti – dice Boccuzzi – passano i governi, passano i ministri della giustizia, passano le parole di circostanza. Quello che non passa sono rabbia e dolore per una ferita che non si rimarginerà mai ma che potrebbe fare un po’ meno male se tutti gli imputati, tedeschi compresi, scontassero la loro pena. Ogni giorno il senso di giustizia e la fiducia nella stessa vengono messi a dura prova”.

“Non abbiamo mai perso quel barlume di fiducia che ci ha spinto sempre a lottare a non pensare che a vincere siano sempre i potenti prepotenti – aggiunge – ma che questa volta sarebbe stato diverso. Lo dovevamo a noi, ai nostri cari e a tutti coloro che perdono la vita lavorando. Ora dopo 5726 giorni il signor Harald Hesphenhann dopo tanto correre, scappare dalla giustizia ha varcato la soglia del carcere. Non è un risarcimento, non è vendetta e solamente l’unico epilogo che si sarebbe gia’ dovuto compiere da tempo e che è stato solo rimandato”.

Intanto, Torino non dimentica la tragedia della Thyssen: è ancora vivo il ricordo delle sirene delle ambulanze e dei vigili del fuoco che hanno squarciato quella fredda notte del dicembre 2007. E poi la lotta per la salvezza in ospedale per ciascuno dei sette operai ustionati dalle fiamme, fino all’epilogo più tragico. Da allora, ogni anno, i famigliari che hanno continuato a lottare per avere giustizia si ritrovano al cimitero monumentale dove e’ stato costruito un sacrario per le sette vittime e chiedono di non essere dimenticati.

“Certo, quei 5 anni saranno ulteriormente ridimensionati, lo sappiamo e non ci facciamo strane o vane illusioni – conclude Boccuzzi – ma un passo è stato compiuto e questo non ce lo porta via nessuno”. 

 

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Sorpreso con una cassaforte in strada a Roma, arrestato

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ROMA (ITALPRESS) – Il pomeriggio del 15 agosto, un uomo di 35 anni è stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma perchè gravemente indiziato del reato di furto aggravato e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale a cui era sottoposto. A seguito di un allarme giunto al 112 i Carabinieri sono intervenuti in via Fonte Buono dove era stato segnalato un uomo in strada che stava forzando una cassaforte. E in effetti i militari del Nucleo Radiomobile hanno trovato l’indagato, con precedenti, che, dopo essere riuscito ad aprire la cassaforte, stava da questa prelevando banconote di piccolo taglio. Immediatamente bloccato e posto in sicurezza, l’uomo è stato trovato in possesso di 250 euro in contanti e di uno zaino contenente 4 computer portatili. I successivi accertamenti dei Carabinieri permettevano di appurare che i beni erano stati sottratti da un centro sportivo dell’attigua via Aristide Leonori. Dopo un accurato sopralluogo i Carabinieri hanno accertato che una porta di accesso secondaria al centro sportivo era stata forzata. Il responsabile della struttura ha presentato querela e la refurtiva gli è stata interamente restituita. L’uomo è stato condotto presso le aule di piazzale Clodio dove il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto per lui l’obbligo di presentazione in caserma tutti i giorni.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio Stampa Carabinieri Roma

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Nel Mediterraneo uccelli a rischio a causa della plastica marina

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LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Secondo uno studio scientifico il Mediterraneo e il Mar Nero sono tra le zone a più alto rischio di esposizione per gli uccelli marini a causa dell’inquinamento da plastica. Lo studio pubblicato sulla rivista scientifica “Nature Communication”, evidenzia la necessità di una migliore cooperazione e collaborazione internazionale per affrontare la minaccia globale dell’inquinamento da plastica per la vita marina, nonchè l’urgenza di un’azione politica forte per limitare la produzione, l’uso e lo smaltimento. Lo studio ha utilizzato i dati raccolti attraverso i successivi studi sugli uccelli marini di BirdLife Malta. E’ stato scoperto che le berte Yelkouan che si riproducono a Malta, soffrono della più alta esposizione alla plastica di qualsiasi altro uccello marino in tutto il mondo. Trascorrendo tutta la loro vita tra il Mediterraneo e il Mar Nero, sono costantemente esposti a un’elevata densità di plastica. Le isole maltesi ospitano tre specie di uccelli marini che hanno fatto parte dello studio: la berta maggiore di Scopoli, la berta minore di Yelkouan e la berta maggiore europea. Gli uccelli marini sono sensibili all’inquinamento da plastica poichè ingeriscono accidentalmente plastica che scambiano per cibo o rimangono impigliati in detriti di plastica durante il foraggiamento.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Musk a Sangiuliano: “La sfida non si farà, Zuckerberg non vuole”

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AGI – Voglio ringraziare il ministro Sangiuliano per la gentilezza e la disponibilità nel voler organizzare un evento di intrattenimento, culturale e di beneficenza in Italia. Volevamo promuovere la storia dell’Antica Roma con il supporto di esperti e allo stesso tempo raccogliere soldi per i veterani americani e gli ospedali pediatrici in Italia. Zuckerberg ha rifiutato l’offerta perché non è interessato a questo approccio. Vuole solo combattere se è la Ufc a organizzare l’incontro. Io comunque sono sempre pronto a combattere”.

Questo il messaggio, in italiano, postato da Elon Musk su X in cui si rivolge direttamente al ministro della Cultura, rispondendo a un suo post. Parole che sembrano mettere fine all’idea della sfida a colpi di arti marziali tra Elon Musk e Marck Zuckerberg, ipotesi già frenata mercoledì dal patron di Meta che aveva accusato l’ad di Tesla di essere poco serio al riguardo.

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