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Il 3 settembre a Polignano il “Meraviglioso Modugno Show” 2023

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POLIGNANO A MARE (BARI) (ITALPRESS) – Andrà in scena domenica 3 Settembre a Polignano a Mare (BA) la XII edizione di “Meraviglioso Modugno Show”, la serata-evento dedicata all’opera del grande Domenico Modugno che quest’anno, per la seconda volta dopo il grande successo della prima edizione, torna come programma televisivo dell’intrattenimento RAI 1, venerdì 8 settembre, in seconda serata. L’evento tv, format di Franca Gandolfi Modugno (moglie di Domenico Modugno) e Maria Cristina Zoppa (direttrice artistica di “Meraviglioso” da undici anni, inviata Rai Italia e Radio Tutta Italiana), è prodotto da Vincenzo Russolillo (Consorzio Gruppo Eventi), con il fondamentale sostegno del Comune di Polignano a Mare, della Regione Puglia e del Consorzio Teatro Pubblico Pugliese. Meraviglioso Modugno Show si sviluppa come un racconto attorno alla Musica e all’Opera di Domenico Modugno attraversando TEMPI, SPAZI e SUONI grazie al coinvolgimento di importanti artisti che si esibiscono per rendere omaggio al grande cantautore, non soltanto attraverso la reinterpretazione delle sue canzoni, ma anche presentandone di proprie. Inoltre, per ogni edizione dell’evento, viene declinato uno specifico tema, una sorta di pretesto che intende legare passato, presente e futuro.
Il tema dell’edizione 2023 è “Felice di stare quaggiù. Con te”, chiusa finale della canzone di Modugno più famosa al Mondo a designare dopo il volo onirico una felicità “immanente e terrena” fatta di incontro con l’altro. Frase che apre al tema della pace, motivo centrale in questa edizione intesa come soluzione di uno stato d’animo intimo e continuativo e come prospettiva per un vivere sociale più dignitoso e umano, in un periodo storico in cui la guerra aleggia a pochi chilometri di distanza.

foto: ufficio stampa Meraviglioso Modugno Show

(ITALPRESS).

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Parco Groane, La Russa “Ottimi risultati da accordo per la sicurezza”

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MILANO (ITALPRESS) – “L’accordo siglato da Regione Lombardia con 12 enti locali – tra cui i Comuni capofila di Limbiate e Bollate, l’Ente Parco Groane, la Provincia di Monza e Brianza – d’intesa con le Prefetture di Milano, Como e Monza Brianza, per rafforzare la sicurezza del Parco delle Groane continua a dare ottimi risultati”. Lo dichiara Romano La Russa, assessore regionale alla Sicurezza.
“Ringrazio la Polizia locale di Limbiate (ente capofila) e dei Comuni di Bovisio Masciago, Solaro, Cesate, Ceriano Laghetto, Cogliate, Meda, Seveso per le attività di controllo svolte sabato, dalle ore 15 all’una di notte, che hanno portato a 2 sequestri di sostanze stupefacenti (eroina e hashish), una denuncia per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e alla confisca di un veicolo sottoposto a sequestro amministrativo”, continua La Russa. Sono state impiegate 9 pattuglie di polizia locale, di cui una composta da motociclisti.
“Regione Lombardia, attraverso il mio assessorato, ha stanziato 70 mila euro per finanziare gli straordinari della polizia locale che effettua servizi straordinari e coordinati, soprattutto negli orari serali. L’obiettivo è il contrasto allo spaccio di stupefacenti all’interno del Parco, in mano a bande di pusher extracomunitari, e alla conseguente presenza di tossicodipendenti e sbandati, che si rendono spesso protagonisti di episodi di violenza, aggressioni, furti e rapine”, conclude l’assessore.

– foto: ufficio stampa Regione Lombardia –

(ITALPRESS).

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De Angelis chiede scusa. “Ma resto con i dubbi sulla Strage di Bologna”

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AGI – Continua a esprimere dubbi sulla Strage di Bologna, ma chiede scusa a tutti coloro che, leggendo i suoi post su Facebook, sono rimasti “turbati” o sono stati risucchiati in una situazione che ha assunto “dimensioni per me inimmaginabili”.

Lo fa con un messaggio sullo stesso social network da cui tutto era partito la sera del 3 agosto scorso quando, con un lungo messaggio, si era detto sicuro dell’innocenza dei tre condannati in via definitiva per la strage: gli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, quest’ultimo, diventato poi suo cognato. Marcello De Angelis, ex di Terza Posizione e oggi capo della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, non fa invece cenno a eventuali dimissioni. 

“Negli ultimi giorni ho espresso delle riflessioni personali sul mio profilo social, che sono invece diventate oggetto di una polemica che ha coinvolto tutti. Intendo scusarmi con quelli – e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine – a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili”, scrive De Angelis che nel pomeriggio di oggi dovrebbe incontrare il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. 

“Ho servito e rappresentato le istituzioni democratiche per anni e ne ho il massimo rispetto, così come per tutte le cariche dello Stato, che da parlamentare ho contributo ad eleggere e che oggi sostengo come cittadino elettore. Fra queste e prima di tutte, la Presidenza della nostra repubblica”, ha aggiunto De Angelis. 

Il capo della comunicazione istituzionale della Regione è poi passato alla Strage di Bologna e ai dubbi che ancora, dopo 40 anni e nonostante le sentenze, lui conserva. “In merito alla più che quarantennale ricerca della verità sulla strage di Bologna, l’unica mia certezza è il dubbio. Dubbio alimentato negli anni dagli interventi autorevoli di alte cariche dello Stato come Francesco Cossiga e magistrati come il giudice Priore e da decine di giornalisti, avvocati e personalità di tutto rispetto che hanno persino animato comitati come ‘E se fossero innocenti’ – ricorda – . Purtroppo sono intervenuto su una vicenda che mi ha colpito personalmente, attraverso il tentativo, fallito, di indicare mio fratello, già morto, come esecutore della strage. Questo episodio mi ha certamente portato ad assumere un atteggiamento guardingo nei confronti del modo in cui sono state condotte le indagini”.

“Nel ribadire il mio rispetto per la magistratura, composta da uomini e donne coraggiosi che si sono immolati per difendere lo Stato e i suoi cittadini, ritengo che tutti abbiano diritto ad una verità più completa possibile su molte vicende ancora non del tutto svelate – dice ancora De Angelis -. Ho appreso che l’attuale governo, completando un percorso avviato dai governi precedenti, ha desecretato gli atti riguardanti il tragico periodo nel quale si colloca la strage del 2 agosto 1980: mi auguro che l’attento esame dei documenti oggi a disposizione permetta di confermare, completare e arricchire le sentenze già emesse o anche fare luce su aspetti che, a detta di tutti, restano ancora oscuri”.

“Ribadisco le mie profonde scuse nei confronti di chi io possa aver anche solo turbato esprimendo le mie opinioni. Anche se rimane un mio diritto, prima di scrivere e parlare bisogna riflettere sulle conseguenze che il proprio agire può avere sugli altri. Viviamo per fortuna in una società civile in cui il rispetto degli altri deve essere tenuto in conto almeno quanto la rivendicazione dei propri diritti”, conclude.

“Esprimo quindi dubbi, così come molti hanno espresso dubbi sulla sentenza definitiva contro Adriano Sofri senza per questo essere considerati dei depistatori o delle persone che volessero mancare di rispetto ai familiari del commissario Calabresi – aggiunge -. Per tutte le vittime della folle stagione dei cosiddetti anni di piombo e dei loro familiari ho il massimo rispetto, vieppiù per chi sia finito sacrificato innocentemente in eventi mostruosi come le stragi che hanno violentato il nostro popolo e insanguinato la nostra Patria massacrando indiscriminatamente”. 

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Omicidio Rovereto, Iris uccisa in seguito a un tentativo di rapina

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AGI – Iris Setti, la donna di 61 anni aggredita brutalmente nella serata di sabato scorso a Rovereto in Trentino e poi deceduta nella notte a seguito delle gravissime lesioni, sarebbe stata vittima di un tentativo di rapina e non di una violenza sessuale come poteva sembrare in un primo momento.

L’aggressore di Iris Setti, Nweke Chukwuda, nigeriano di 37 anni, senza fissa dimora e noto alle forze dell’ordine per i diversi precedenti di violenza, è in carcere a Trento per l’udienza di convalida.

Quando l’uomo è stato fermato dalle forze dell’ordine aveva un anello che apparteneva alla donna. Setti, segretaria di banca in pensione, sabato sera scorso quando è stata picchiata a morte si stava recando dall’anziana madre. Gli inquirenti stanno cercando di reperire più’ elementi e testimonianze possibili e ricostruire a quanto accaduto al parco Nikolajewka. 

Secondo omicidio in pochi giorni

Per il comune, a circa 25 chilometri a sud di Trento, si tratta del secondo omicidio in pochi giorni dopo quello avvenuto la settimana scorsa quando Maria Fait, infermiera in pensione, è stata ammazzata dal vicino di casa al culmine di una lite. Due omicidi in pochi giorni che lasciano la popolazione attonita e con molte domande, prima fra tutte: queste tragedie potevano essere evitate? A questa e ad altre domande dovranno rispondere gli inquirenti. 

Gli inquirenti stanno analizzando secondo per secondo il video che mostrata la brutale aggressione dove si vede anche la donna spogliata con l’uomo sopra di lei che la colpiva con una ferocia inaudita con un bolognino.

La vita di Iris, l’amore per la mamma, la tenerezza per Brick e Lilly

Erano due gli amori di Iris: la mamma che accudiva con grande dedizione e i suoi due gatti neri, Brick e Lilly.  Nei confronti dell’anziana, l’attaccamento era così forte da averle fatto prendere la decisione di andare in pensione per starle accanto il più possibile.

Iris aveva lavorato in banca e aveva scelto opzione donna per poter stare con la madre. Non era sposata e non aveva figli. Ma aveva i gatti. In particolare dei bellissimi felini di colore nero che la 61enne condivideva sui social.

Ed è proprio su Facebook che gli amici ricordano la donna e si chiedono chi penserà alla mamma e ai gatti adesso che non c’è più. Uno in particolare minaccia: ci vendicheremo. 

A dare l’allarme sono stati gli inquilini di un condominio

A chiamare il 112 sono stati alcuni inquilini di un condominio nelle vicinanze che, dopo aver sentito le urla della donna dalle finestre, si sono affacciati e hanno visto la vittima a terra con i pantaloni abbassati e l’aggressore sopra di lei che la colpiva in faccia.

L’uomo è poi fuggito lungo la vicina via Maioliche, ma è stato fermato poco dopo dai militari che lo hanno arrestato per omicidio. I sanitari hanno subito capito che le lesioni riportate erano gravissime optando per il trasferimento all’ospedale di Trento dove, purtroppo, è deceduta nella notte. 

Prima di colpire Iris Setti l’uomo avrebbe tentato di violentarla. Stando ad alcuni testimoni l’uomo l’avrebbe scaraventata a terra e picchiata in mezzo al sentiero che attraversa il parco. Per fermarlo i carabinieri hanno dovuto usare il taser dato che era in uno stato confusionario, con tutta probabilità per aver assunto alcol.

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Scoperti a Teramo 186 “furbetti” del reddito di cittadinanza

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TERAMO (ITALPRESS) – I carabinieri di Teramo hanno denunciato 186 persone ritenute presunte responsabili di indebita percezione del reddito di cittadinanza, per un danno complessivo nei confronti dell’erario di oltre un milione di euro. Le più comuni false dichiarazioni riguardano per la maggior parte degli stranieri (147 su 186, ndr), che non risiedono in Italia come richiesto da almeno 10 anni, inoltre in taluni casi lo straniero a cui era stato bloccato il beneficio per l’assenza del requisito della permanenza in Italia ha reiterato la domanda invertendo il nome con il cognome e dichiarando nuovamente e falsamente di trovarsi nel nostro Paese da oltre 10 anni. Per ciò che riguarda gli italiani le false dichiarazioni riguardano il mancato possesso dei requisiti economici, mentre dagli accertamenti svolti è emerso che i denunciati risultano avere una situazione economica “sopra soglia” che non gli avrebbe permesso di accedere al beneficio. In altri casi sono stati omessi accantonamenti bancari vita con l’opzione di accumulo di denaro da liquidare a scadenza della polizza. Complessivamente il danno prodotto alla Stato dalle non dovute elargizioni ammonta a 1.098.032 euro. A seguito degli accertamenti operati l’Inps ha immediatamente sospeso l’elargizione del beneficio.

Foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).

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Reinserimento detenuti, da Ministero Giustizia 148mila euro in Calabria

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CATANZARO (ITALPRESS) – Riunione oggi della Cabina di regia, costituita in Regione tra Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna e, con funzione consultiva, la Magistratura competente ed il Garante regionale per le persone private della libertà, per finanziare progetti destinati al recupero e reinserimento dei detenuti e delle persone soggette a misure di comunità, per la cura, l’assistenza sanitaria e psichiatrica, al recupero dei tossicodipendenti e all’integrazione degli stranieri.
La Cabina di regia ha stabilito di privilegiare progetti per i figli meritevoli dei detenuti per corsi studio di lingue o computer (Ecdl) o corsi professionali (cucina), nella misura del 40%, per consentire loro di costruirsi un futuro nel mondo del lavoro, nonchè iniziative a sostegno dei dimittendi dagli istituti di pena per il reinserimento in società nella misura del 40% e il 20% per il recupero dei soggetti tossicodipendenti.
Il finanziamento complessivo del ministero della Giustizia è pari a 148mila euro per la Calabria.
“Finanziare progetti di questo tipo – ha dichiarato l’assessore al Welfare, Emma Staine – è importante per una serie di ragioni. Certamente contribuiscono a creare una società più giusta, sicura ed equa, offrendo benefici sia per gli individui coinvolti che per l’intera comunità. Tra le ragioni chiave c’è la riduzione della recidiva, consentendo alle persone di diventare membri produttivi della società anzichè tornare nel sistema penale. Parliamo anche del miglioramento delle competenze e dell’istruzione, aumentando le prospettive di lavoro una volta che le persone sono rilasciate. Non da meno la promozione dell’autostima e della responsabilità, fattore cruciale nel riadattattamento alla vita fuori dal carcere. I processi di reinserimento sono fondamentali anche per l’aspetto che riguarda la coesione sociale. Infatti, i programmi di recupero spesso coinvolgono la comunità e le organizzazioni locali stabilendo il coinvolgimento sociale e la partecipazione attiva. Fatto, questo, che certamente contribuisce a ridurre la stigmatizzazione associata all’essere stato detenuto, o dell’esserne figli. I progetti di recupero e reinserimento dei detenuti e delle persone soggette a misure di comunità rappresentano quindi un investimento nella riduzione del crimine, nell’aumento della sicurezza pubblica e nella creazione di un sistema di giustizia penale più umano ed efficace”. La manifestazione di interesse sarà preparata e pubblicata sul sito della Regione Calabria entro la fine del 2023.

– foto: ufficio stampa Regione Calabria –

(ITALPRESS).

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Risponde a un annuncio hot, ma viene sequestrato

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AGI – Ha risposto a un annuncio hot su un sito di incontri ma dopo essersi presentato nell’appartamento dove pensava di avere un rapporto sessuale, è stato sequestrato per 3 giorni. Vittima un romano di 50 anni al quale sono stati chiesti 1.500 euro per essere liberato.

Dopo quasi tre giorni di prigionia, in un’abitazione di Torre Angela nella periferia della capitale, il 50enne, sfruttando un attimo di distrazione da parte dei suoi aguzzini, è riuscito a chiedere aiuto a una persona che abita nel palazzo che ha aiutato l’uomo contattando il numero di emergenza 112.

I Carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, hanno arrestato in flagranza di reato i tre responsabili, per rispondere di sequestro di persona a scopo di estorsione.

Gli immediati accertamenti sono stati condotti in sinergia con la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, immediatamente informata di quanto stava accadendo. La vittima si era recata lo scorso lunedì 31 luglio nell’appartamento di Torre Angela, per consumare un rapporto sessuale, dopo il preliminare contatto avuto su un sito di incontri.

Una volta all’interno dell’abitazione, il 50enne sarebbe stato bloccato da 3 uomini, che lo attendevano, e che lo avrebbero legato a una sedia, iniziato a percuotere con calci, pugni e colpi di cintura.

I carabinieri della Stazione di Tor Bella Monaca sono intervenuti immediatamente sul posto, hanno individuato l’abitazione, all’interno della quale c’era la vittima e i tre indagati. Avuto contezza di quello che era successo, a seguito della perquisizione dell’abitazione, i militari hanno rinvenuto e sequestrato del nastro adesivo utilizzato per legare la vittima e una benda per gli occhi.

Sui cellulari degli arrestati, i militari hanno rinvenuto diverse chat, video e foto di interesse investigativo che ora sono al vaglio, come un filmato relativo ad alcuni attimi dove la vittima viene percossa e costretta a spogliarsi. Il 50enne è stato soccorso dal personale del 118 e trasportato presso il Policlinico Tor Vergata per le cure del caso a causa delle diverse ecchimosi e contusioni presenti sul corpo.

I dati acquisiti hanno consentito di raccogliere gravi indizi nei confronti dei tre soggetti che, d’intesa con il pm di turno della Dda della Procura della Repubblica di Roma, sono stati arrestati e trasferiti a Regina Coeli. Il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto per tutti e tre la misura della custodia cautelare in carcere. 

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Incendi in Sardegna, trovati alcuni inneschi

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CAGLIARI (ITALPRESS) – E’ di 42 incendi il bilancio della tremenda giornata di ieri sul fronte dei roghi in Sardegna. Ben sette i mezzi aerei impegnati su tutto il territorio isolano, di cui quattro fatti arrivare dalla penisola e dalla Sicilia, più un’ingente quantità di uomini e mezzi impiegati a terra. Il focolaio più importante si è registrato tra Posada e Siniscola, dove 600 persone sono state evacuate e dove l’esplosione di una bombola ha causato un ferito grave. Scendendo verso la parte meridionale, altri importanti roghi a Santadi, Sadali, San Sperate, Quartu Sant’Elena e Assemini, ma soprattutto a Capoterra dove il fuoco ha minacciato le case del quartiere Santa Rosa. Mezzi aerei impegnati anche in Ogliastra, mentre a Muravera sono state evacuate due aziende agricole. Il presidente della Regione Christian Solinas ha espresso “ferma condanna verso gli autori di questo nuovo scempio criminale” e chiesto l’attivazione del sistema di protezione civile europea. Il forte vento di maestrale che ha favorito il propagarsi delle fiamme soffia anche oggi e sul territorio resta la massima allerta. Le indagini sui roghi iniziano a dare i primi frutti. Gli agenti del corpo Forestale hanno infatti trovato alcuni inneschi a Gairo che non lasciano dubbi sulla natura dolosa dell’incendio. Resta invece ancora incerta la causa scatenante del focolaio più grosso tra Posada e Siniscola. Le attività investigative proseguono dopo l’input dalla presidenza della Regione di “intensificare le indagini su tutto il territorio per individuare ed assicurare alla giustizia i responsabili” e tutti gli atti saranno trasmessi alle procure di Nuoro e Lanusei.

Foto: ufficio stampa Vigili del Fuoco

(ITALPRESS).

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Escursionisti bloccati sulle Alpi Pennine, il maltempo impedisce i soccorsi

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AGI – Una cordata di alpinisti è rimasta vittima di un incidente avvenuto sul monte Polluce, sulle Alpi Pennine, in Valle d’Aosta. Stamattina il Soccorso alpino valdostano ha ricevuto la chiamata di allarme, ma al momento è impossibile verificare la gravita’ dell’incidente perché le condizioni meteo, soprattutto le forti volate di vento, impediscono l’avvicinamento in elicottero.

Nel frattempo, un gruppo di soccorritori è stato lasciato a terra a quota 4mila metri da Air Zermatt, mentre le squadre composte da tecnici del Soccorso alpino valdostano e del Soccorso alpino della Guardia di finanza sono state posate a quota 3mila metri.

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