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Scambiati per pusher, stavano invece per truffare un’anziana: arrestati

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AGI – Tentata truffa aggravata in concorso ai danni di un’anziana. È il reato contestato dai carabinieri della Stazione di Roma San Basilio a due giovani di 17 e 19 anni, provenienti dall’hinterland di Napoli, arrestati in flagranza di reato nel corso di alcuni controlli antidroga in una piazza di spaccio del quartiere. I due, scambiati in un primo momento per pusher, sono stati seguiti dai militari fino a via Talli, nel quartiere Fidene Serpentara: il minorenne è sceso dall’auto e ha suonato il citofono di uno stabile ma proprio in quel momento si è accorto della presenza dei carabinieri ed è risalito velocemente sull’auto per darsi alla fuga. Fuga durata pochi metri. Bloccata l’auto, è servito pochissimo per capire che i due non avevano nulla a che fare con la droga ma erano arrivati li’ per mettere a segno una truffa ai danni di una 95enne. L’anziana ha raccontato di essere stata contattata telefonicamente da una donna, che si era spacciata per la nipote e che, per evitare di essere arrestata, le aveva chiesto di consegnare 400 euro all’uomo che da li’ a poco avrebbe bussato alla sua porta. Non convinta, la donna si è rivolta al figlio che vive proprio sopra il suo appartamento e con lui ha contattato il 112.

Il 17enne è stato denunciato e affidato ai genitori, il 19enne è stato arrestato: il Tribunale ha disposto per lui l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Proprio in questi giorni, per gli anziani rimasti in città da soli, i carabinieri del Comando provinciale di Roma proseguono gli incontri finalizzati a metterli in guardia e fornire loro consigli per evitare di incappare in episodi di truffa. In questo contesto, i militari della Compagnia Roma San Pietro hanno organizzato incontri presso le chiese romane di San Gioacchino e San Pio V, parlando agli anziani durante la messa, e fornendo loro un volantino con consigli e le principali tecniche utilizzate dai malviventi. 

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Chi è Nwekw Chukwuka, l’uomo che ha ucciso Iris a Rovereto 

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AGI – Nessun precedente per violenza sessuale, ma danneggiamenti, aggressioni alle forze dell’ordine e una vita sempre al limite. A Rovereto Nwekw Chukwuka – il 37enne di origini nigeriane, senza fissa dimora che ha ucciso Iris Setti sabato sera – , è un soggetto conosciuto.

L’uomo dormiva in strada, molto spesso sotto l’effetto di alcol e droga. Infastidiva urlando i residenti del quartiere Santa Maria. Molestava verbalmente chi passava nel parco Nikolajevka. E i residenti più volte si erano lamentati con le forze dell’ordine degli atteggiamenti del 37enne, arrivato nel 2006 in Italia, sposato e con tre figli residenti in città ma che non hanno più rapporti con il papà da anni. 

L’uomo era stato arrestato ad agosto del 2022: Il senzatetto aveva aggredito i passanti nel pieno centro del comune di 39 mila e 833 abitanti della provincia autonoma di Trento. Il pomeriggio del 21 agosto scorso aveva seminato il panico in via Benacense.

Nei video registrati dai residenti si vede che si aggira con fare aggressivo per la strada, terrorizzando i residenti e danneggiando le auto parcheggiate al lato della carreggiata. Le autorità riferiranno poi che poco prima era entrato in un locale dove aveva intimidito la clientela con una bottiglia rotta.

Oltre ad aver danneggiato l’auto dei carabinieri, l’uomo aveva preso a testate altre vetture mentre camminava in mezzo alla strada nel traffico cittadino. Aveva quindi tentato di aggredire un ciclista che aveva cercato di reagire prima di fuggire.

Si era poi opposto ai militari affrontandoli con spintoni, calci e pugni e per questo è stato arrestato con l’accusa di danneggiamento aggravato, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. L’uomo a seguito dell’arresto dell’estate scorsa era stato raggiunto da misura cautelare con obbligo di firma dai militari dell’Arma di Rovereto dove, ancora fino a sabato, si era presentato ogni giorno.

Negli ultimi tempi aveva anche provato a chiedere un nuovo permesso di soggiorno, ma non solo non gli era stato concesso: i militari, avevano provato a chiedere l’inasprimento della pena, ma il giudice aveva negato la misura. 

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Rigenerazione e riscatto Zen 2, siglato accordo con il Comune di Palermo

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PALERMO (ITALPRESS) – Realizzare percorsi di rigenerazione per dare allo ZEN 2 non solo un aspetto nuovo, rilanciandone l’immagine a livello estetico, ma anche una svolta dal punto di vista culturale, economico e sociale. Questo l’iter progettuale alla base dell’accordo di rete tra istituzioni e privato sociale per lo sviluppo del quartiere San Filippo Neri di Palermo, illustrato negli spazi dell’istituto comprensivo Giovanni Falcone.
“L’accordo è l’esito di un percorso che ci vede a confronto da maggio, in risposta anche ai dolorosi fatti accaduti in questa scuola. Una cornice interistituzionale che vuole sigillare un patto fortissimo tra istituzioni ed enti del terzo settore, e naturalmente anche tutte le realtà diffuse nel territorio e che giocano un ruolo importante, come i consultori familiari o il Dipartimento di Giustizia minorile. Una cabina di regia che sarà utile all’amministrazione in tutte le sue direzioni. Il primo passo la spesa di 1,5 milioni di euro per la riqualificazione del centro Opian; a seguire tutte quelle azioni condivise che vedranno di nuovo finalmente l’arrivo di assistenti sociali nel cuore dello Zen 2, in un momento più che mai delicato. Ed ancora, azioni che l’amministrazione vuole mettere a sistema per realizzare in sinergia obiettivi comuni nel quartiere. Io sono nata e cresciuta qui, e questo accordo è un qualcosa di davvero prezioso”, ha spiegato l’assessore comunale alle Attività sociali, Rosi Pennino.
“Un impegno di cura per il riscatto di una comunità isolata, in un continuo stato di degrado accentuato dagli scarsi collegamenti con il resto della città”, è stato sottolineato. “Il disagio della Zona Espansione Nord è economico, culturale, abitativo, e con un preoccupante tasso di disoccupazione (quasi l’80%) – è stato spiegato -. La sua rigenerazione deve coinvolgere tutti i livelli della popolazione”.
A firmare l’accordo con il Comune l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, la Sicet, la Parrocchia San Filippo Neri, il Ministero della Giustizia, l’Asp di Palermo, l’Istituto Autonomo Case Popolari ed altre associazioni che si impegnano nella co-programmazione e co-progettazione degli interventi sviluppando percorsi condivisi, al fine di superare ogni forma di marginalità.
“Un protocollo di impegno e volontà da parte di tante istituzioni, enti territoriali e locali, mondo della chiesa, associazionismo e volontariato. Una task Force di cura verso il quartiere, nelle sue possibilità e potenzialità. Siamo in una fase di preparazione di un accordo con lo Iacp che punta a un percorso di riqualificazione. Mi auguro che questo sia un impegno di buona volontà tra gentiluomini e gentildonne, insieme per il il bene di una comunità che vuole definitivamente affrancarsi da una serie di pregiudizi, liberarsi da catene che da troppo tempo la affliggono quotidianamente”, ha aggiunto il sindaco Roberto Lagalla. Tra i presenti anche il Prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta.
foto xm3 Italpress
(ITALPRESS).

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Pecoraro Scanio “Aumento limiti elettrosmog è blitz contro la salute”

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Pecoraro Scanio “Aumento limiti elettrosmog è blitz contro la salute

ROMA (ITALPRESS) – Alfonso Pecoraro Scanio presidente della fondazione Univerde da ministro intervenne più volte per limitare i danneggiano da elettrosmog e oggi rilancia l’allarme per il blitz atteso nel Consiglio dei Ministri di oggi. “Assurdo il blitz ad agosto per infilare in un decreto accozzaglia un incredibile aumento dei limiti di elettrosmog. La comunità scientifica ha certificato i danni alla salute e l’Italia è già i ritardo su altri paesi europei. Nel riconoscere i danni da elettrosensibilità. Il parlamento si muova per bloccare questa vergogna. E spero che anche il presidente Mattarella possa non avallare questa forzatura certamente senza i requisiti di urgenza richiesti per un decreto legge“ dice Pecoraro Scanio.
tvi/gtr

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A chi chiedono aiuto le donne vittime di violenza

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AGI – Prima di iniziare il percorso di uscita dalla violenza, il 40% delle donne si è rivolta ai parenti per cercare aiuto, il 30% alle forze dell’ordine. E’ quanto emerge dal focus Istat su “Il sistema della protezione per le donne vittime di violenza” relativo agli anni 2021 e 2022.

In particolare, le 21.092 donne che nel 2021 stavano affrontando il loro percorso di uscita dalla violenza, prima di prendere contatti con il Centro antiviolenza si sono rivolte a parenti e forze dell’ordine senza particolari differenze territoriali.

Un altro importante nodo della rete è costituito dal pronto soccorso e dall’ospedale (19,3%) che, tra le regioni, in Lombardia, Umbria e Basilicata intercettano le donne rispettivamente nel 31%, 33% e 57% dei casi.

La mappa

Nel Lazio è più alta la percentuale di donne che si rivolgono anche ad altri servizi specializzati (13,5% delle donne del Lazio, a fronte di un 5% a livello nazionale).

In Sicilia sono di più le donne che hanno contattato il 1522 (18% contro un dato nazionale pari al 6%), mentre in Basilicata è dell’86% la percentuale di donne che prima di andare al Cav si rivolge alle forze dell’ordine (contro un 30% del totale nazionale) e al pronto soccorso/ospedale (57% contro il 19% a livello nazionale). In Puglia è maggiore la quota delle donne che si sono recate ai servizi sociali (28% contro un dato nazionale del 15%).

Significativa la quota di donne che si rivolge a figure professionali – come gli avvocati e gli psicologi – nelle Marche (29%; 12% a livello nazionale) e in Liguria (18%, rispetto al 9% a livello nazionale). 

I centri anti violenza

Le forze dell’ordine e i servizi sociali e sanitari hanno un ruolo importante nell’orientare le donne verso i Cav. Il 26,8% delle donne si reca ai Cav autonomamente e il 17,5% con l’aiuto di parenti e amici, ma il 32,7% è guidato dagli operatori sul territorio (forze dell’ordine, servizi sociali e presidi della salute). Le differenze regionali sono marcate. In particolare i servizi generali (forze dell’ordine, ospedali/pronto soccorsi, servizi sociali) sono quelli che riescono ad intercettare di più le donne con una fragilità sociale o psicofisica, anche soltanto per il motivo che le donne stesse sono costrette a ricorrervi.

L’identikit della donna al Cav

Le donne con titoli di studio bassi e senza autonomia economica sono intercettate più facilmente da questi servizi, che sono poi anche quelli che le inviano al Cav. Anche le donne straniere ricorrono molto più frequentemente delle italiane ai servizi generali che poi le indirizzano ai servizi specializzati.

Nel caso di donne con difficoltà psicofisiche o in situazioni problematiche, i servizi generali sono affiancati dalla rete informale o dagli psicologi, anche se poi per l’invio al Cav resta fondamentale il ruolo di forze dell’ordine, ospedali/pronto soccorsi e servizi sociali. Il ricorso ai servizi specializzati (Cav, 1522) o i professionisti (avvocati, psicologi) è più frequente nelle donne italiane con un diploma o una laurea, economicamente autonome, in genere più grandi di età, che acquisiscono informazioni e poi, prevalentemente in modo autonomo, si recano al Cav per iniziare il loro percorso di uscita dalla violenza.

Il mondo della scuola, i consultori, il medico di medicina generale o il pediatra e le istituzioni religiose intercettano soltanto una quota residuale di donne, ma all’interno della rete possono comunque svolgere un ruolo importante non solo migliorando la capacità di individuazione del fenomeno ma veicolando anche il più possibile le informazioni sui servizi specializzati presenti sui loro territori. 

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L’Intelligenza artificiale per monitorare gli stambecchi

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AGI – L’intelligenza artificiale a supporto delle ricerche sullo stambecco nel Parco Nazionale Gran Paradiso. Un aiuto ad automatizzare il riconoscimento dei singoli individui a scopo di conservazione e ricerca scientifica, minimizzando il disturbo agli animali: sono questi gli obiettivi di un progetto sperimentale in corso nell’area protetta, realizzato in collaborazione con l’Università di Zurigo.

Nel Parco sono numerosi gli studi a lungo termine sugli animali selvatici basati sul riconoscimento individuale. La raccolta di dati a lungo termine su questi animali è fondamentale in quanto consente di monitorare le dinamiche delle popolazioni nel tempo tenendo anche in considerazione le differenze individuali che si sono dimostrate di fondamentale importanza.

Questi progetti si basano sulla marcatura degli animali con targhe auricolari o collari, che avviene in seguito a cattura e successivo rilascio da parte dei guardaparco e dei ricercatori dell’Ente. Un segno caratteristico di riconoscimento sono le corna degli stambecchi, che mostrano una cospicua variabilità interindividuale e quindi possono essere utilizzate per l’identificazione dei singoli esemplari.

L’occhio umano però non è abbastanza allenato per riconoscere immediatamente i diversi individui: ed ecco allora che può venire in aiuto l’Intelligenza Artificiale. Nel Parco, in collaborazione con l’Università di Zurigo, è in corso un progetto sperimentale per mettere a punto un sistema di foto-identificazione automatizzata per il riconoscimento individuale degli stambecchi sfruttando l’Intelligenza Artificiale.

Alice Brambilla e Laurens Bohlen dell’Università di Zurigo spiegano: “Grazie a migliaia di fotografie scattate agli stambecchi marcati presenti nel Parco, la cui identità è quindi certamente nota, è stato possibile allenare un sistema di deep learning per riconoscere l’identità degli esemplari ripresi.

Il sistema di riconoscimento è stato poi testato su altre migliaia di immagini scattate agli stessi individui per verificare qual è la percentuale di immagini la cui identità viene assegnata correttamente. I primi risultati sono molto promettenti e mostrano che l’accuratezza nell’assegnazione della corretta identità si aggira intorno al 90%”.

Il passo successivo, per l’attivazione del quale è in corso una ricerca di finanziamenti, sarà quello di creare un’applicazione per dispositivi mobili per utilizzare il metodo direttamente sul campo, durante le osservazioni, usandolo per riconoscere anche animali non marcati.

I ricercatori potranno così andare sul campo, anche in aree dove non sono presenti animali riconoscibili, scattare un’immagine di essi e sapere immediatamente se si tratta di un soggetto che hanno già avvistato e, in tal caso, assegnargli un’identità, oppure se è un animale nuovo.

Questo metodo consentirà di monitorare in modo più approfondito le popolazioni di stambecchi anche al di fuori delle aree protette, soprattutto là dove non sono disponibili risorse finanziarie per attivare programmi estensivi di cattura e marcatura a scopo di riconoscimento.

L’intelligenza Artificiale costituirà quindi un prezioso strumento aggiuntivo per tutti coloro che, ogni giorno, si impegnano per la conservazione dello Stambecco delle Alpi.

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Rocca: Meloni non felice, oggi vedo De Angelis

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AGI – “Giorgia Meloni ovviamente non è felice per quanto accaduto e mi ha chiesto di approfondire e di chiarire con De Angelis. Per questo lo vedrò oggi stesso e sentirò le sue ragioni”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, a margine dell’inaugurazione del nuovo reparto di Emodinamica e della nuova terapia intensiva cardiologica dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina, riferendosi al caso di Marcello De Angelis, il capo della comunicazione istituzionale della Regione travolto dalle polemiche dopo i post su Facebook dei giorni scorsi sulla Strage di Bologna del 2 ottobre 1980. 

“Con la premier abbiamo avuto modo di sentirci ma velocemente”, ha aggiunto. L’incontro tra Rocca e l’ex di Terza Posizione dovrebbe avvenire nel pomeriggio di oggi. “Incontrerò De Angelis nel pomeriggio e ascolterò quello che avrà da dirmi, poi farò le mie valutazioni“, ha detto ancora Rocca.

“Credo che De Angelis abbia commesso un errore importante nel parlare in termini di certezza – ha spiegato il governatore – questo mi sento di rimproverargli. Però lui ha parlato in termini personali, ci tengo a chiarirlo”. Insieme a Rocca a Latina è presente anche Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio Regionale del Lazio. 

“De Angelis è un dipendente della Regione Lazio e non fa parte del consiglio regionale”, ha detto Aurigemma. Il politico di Fratelli d’Italia ha poi sottolineato che “le sentenze si rispettano” e, sulle eventuali dimissioni del 63enne – da adolescente entra nel Fronte della Gioventù, poi passato a Lotta Studentesca e Terza Posizione e infine in Alleanza Nazionale -, da responsabile della comunicazione, dice che “sono scelte che dovrà fare il presidente Rocca che lo incontrerà, credo oggi stesso, per chiarire la vicenda”. 

“Le vergognose parole di De Angelis sono rivolte a destra, a quegli ‘ex camerati’ che hanno rotto il patto di omertà sulla Strage di Bologna definendola, finalmente, attentato neofascista”, ha affermato la vicepresidente del Partito Democratico Chiara Gribaudo.

“Il silenzio di Giorgia Meloni è doppiamente grave: innanzitutto perché è la presidente del Consiglio che tace su un’operazione di revisionismo storico inaccettabile, poi perché dimostra di essere ancora legata a quei circoletti dell’estrema destra che vorrebbero riscrivere la storia cancellando le loro evidenti colpe”, ha detto ancora Gribaudo.

“La premier rappresenta tutti gli italiani. Se non prende le distanze dobbiamo pensare che non voglia farlo, o peggio ancora che non possa. Si faccia chiarezza, immediatamente”, ha concluso. 

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Nel Lazio numeri da record per richieste autorizzazioni di nuovi vigneti

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ROMA (ITALPRESS) – Segnali positivi per il settore vitivinicolo della Regione Lazio. La campagna 2023 per le autorizzazioni a nuovi impianti di vigneti ha fatto registrare, infatti, numeri da record, visto che nell’anno in corso le richieste hanno superato le disponibilità regionali.
Su 244 ettari di nuovi impianti richiesti da 132 viticoltori, sono state riconosciute autorizzazioni per 187 ettari, ossia la quota assegnata al Lazio dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea).
«Sono numeri – spiega l’assessore all’Agricoltura della Regione Lazio, Giancarlo Righini – in assoluta controtendenza rispetto agli anni passati, quando le richieste dei viticoltori erano inferiori alle disponibilità assegnate, tanto che le superfici non utilizzate venivano redistribuite ad altre Regioni. Ci troviamo davanti a una ripresa e a una vivacità del settore, con una propensione dei produttori a nuovi e importanti investimenti. E’ nostra intenzione sostenere questa ritrovata vitalità con provvedimenti ad hoc e una sempre più decisa semplificazione normativa».

– foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Frodi fiscali, confiscati beni per 7 milioni nel comasco

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Frodi fiscali, confiscati beni per 7 milioni nel comasco

COMO (ITALPRESS) – La Guardia di Finanza di Como, coordinata dalla Procura della Repubblica di Como, ha confiscato disponibilità patrimoniali appartenenti ad un sodalizio criminoso dedito alla commissione di molteplici reati tributari. nel settore della fornitura di manodopera, delle pulizie, del facchinaggio, dei trasporti e della logistica, al servizio della “grande distribuzione organizzata”.

gtr/pc/red

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L’esperto: “Roghi dolosi a Posada e Siniscola”

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AGI – Sono sicuramente dolosi gli incendi che ieri hanno colpito le coste di Posada e di Siniscola, nel Nuorese, dove sono state evacuate fino a 800 persone, costrette a restare fuori casa per 3-4 ore mentre vigili del fuoco e gli altri operatori della macchina antincendi regionale domavano le fiamme.

Il fuoco è stato appiccato in più punti, a distanza di 3 quattro chilometri gli uni dagli altri, spiega all’AGI il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Nuoro, Antonio Giordano.

Sono stati mobilitati 60 vigili del fuoco e 27 mezzi: molti sono stati richiamati in servizio e altri sono arrivati da altri comandi provinciali. “In 24 ore abbiamo gestito 140 interventi”, riassume Giordano, anche oggi alle prese con una giornata di pericolo estremo, sempre a causa del forte maestrale che imperversa dal fine settimana sulla Sardegna.

San Giovanni di Posada, la Caletta di Siniscola, la collina di Gairo, in Ogliastra, e le campagne di Orune (Nuoro) hanno impegnato le squadre almeno fino a mezzanotte.

Le persone evacuate fra Posada e Siniscola, che sono potute rientrare nelle case entro mezzanotte, erano state allontanate a causa del fumo e della pericolosa vicinanza delle abitazioni alle fiamme.

Un gruppo di una trentina di anziani, esposti al fumo, è stato sgomberato da un ristorante di Posada ieri sera attorno alle 19 con un pullmino messo a disposizione dei vigili del fuoco, che li ha trasferiti temporaneamente al Centro polifunzionale cittadino.

Durante la notte, anche a chiusura delle operazioni di spegnimento, quattro squadre dei vigili del fuoco hanno continuato a pattugliare la zona e a smorzare piccoli focolai.

Stamane Canadair ed elicotteri sono decollati all’alba per bonificare l’area interessata dai roghi, in particolare sulla collina di Torpè. Il Nucleo Sapr (Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto) dei vigili del fuoco stamane sorvolerà le zone percorse nelle fiamme nel Nuorese per consentire agli specialisti nelle rilevazioni topografiche una stima degli ettari danneggiati. I vigili del fuoco solo in azione stamane anche per tagliare alberi pericolanti che minacciano di cadere sulla SS 125 Orientale sarda o su abitazioni. 

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