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Aeroporto di Catania, Torrisi (Sac) “Pienamente operativi”

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CATANIA (ITALPRESS) – “Le compagnie stanno rimodulando i voli, domani saremo alla parità. Per oggi ci sono stati ancora alcuni disagi, alcuni voli sono rimasti su Trapani”. L’amministratore delegato della Sac, Nico Torrisi, sentito dall’Italpress, fa il punto sulla situazione all’aeroporto di Catania dopo la riapertura del Terminal A avvenuta ieri.
“La situazione è molto più fluida, sono aperti i terminal, siamo pienamente operativi”, aggiunge.
“Noi siamo qua da sempre per lavorare, dopo l’incendio abbiamo gestito l’emergenza con il massimo impegno di tutti – prosegue – Vorrei sottolineare l’enorme sforzo della comunità aeroportuale, della protezione civile e ringraziare tutti quei soggetti istituzionali che ci sono stati vicini”.
“Ci siamo scusati fin dal primo momento per i disagi – precisa – anche se non li abbiamo causati noi”.
“In questi giorni difficili e complicati – afferma Torrisi – non è mai mancato il prezioso supporto delle istituzioni sia a livello nazionale che regionale a partire dal Presidente della Regione Renato Schifani che ha seguito con grande attenzione ed impegno la situazione dello scalo catanese, non tirandosi mai indietro e trovando sempre il tempo per venire personalmente a Catania a dare il suo supporto a facendo anche da raccordo con le istituzioni nazionali. Un grazie anche al presidente dell’Enac Pierlugi Di Palma, ai ministri Crosetto e Salvini, al Comandante di Sigonella Emanuele Di Francesco, alla Protezione Civile e a tutte quelle Istituzioni ed aziende, come quelle del trasporto pubblico che con grande impegno e senso di responsabilità sono state sempre al nostro fianco in questi difficili giorni”.
-foto ufficio stampa Sac-
(ITALPRESS).

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Brucia il Sud-est della Sardegna, fiamme a Feraxi e San Priamo 

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AGI – Notte drammatica per Muravera, il cui territorio è stato aggredito da un violento incendio che ha letteralmente devastato la località di Feraxi. Lo rende noto il Comune. Ma non solo Muravera è stata sfregiata: anche Porto Corallo a Villaputzu e San Priamo, la caratteristica borgata di San Vito, sono state interessate dalle fiamme alimentate dal forte vento di maestrale che ha imperversato sul sud-est della Sardegna.

Gravissimi i danni a Feraxi dove 4 aziende agricole sono state letteralmente annientate dal fuoco che ha letteralmente ingoiato le riserve di foraggio accumulate. Distrutti anche rinomati agrumeti e una fattoria modello, meta ogni anno di numerose scolaresche. Le fiamme hanno minacciato anche alcune strutture ricettive dalle quali è stato necessario evacuare gli ospiti.

Sul posto stanno ancora operando Vigili del Fuoco del Distaccamento di San Vito, gli agenti del Corpo Forestale, gli uomini dell’Agenzia, Regionale Forestas e numerosi volontari supportati da Canadair ed elicotteri.

“Non ci sono certezze assolute ma stento a credere che gli incendi siano stati provocati da autocombustione – ha spiegato il sindaco di Muravera, Salvatore Piu – Una cosa è sicura: i danni sono gravissimi per il nostro territorio, una ferita che non sarà facile sanare. Proclameremo lo stato di calamità ma non ci fermeremo qui: il Comune presenterà un esposto alla Procura della Repubblica contro ignoti. I responsabili di questa nefandezza devono essere puniti severamente”.

Un vasto incendio si è sviluppato anche nelle campagne di Sadali, nel Sud Sardegna, dove il Corpo forestale sta intervenendo con il supporto di un elicottero proveniente dalla base operativa di Sorgono. Sul posto, in località Longinus, i forestali stanno provvedendo anche alle operazioni di spegnimento a terra.

 Il Corpo forestale sta intervenendo con il supporto di un elicottero proveniente dalla base operativa di Marganai e Fenosu (Oristano), su un incendio in agro nel comune di San Giovanni Suergiu in localita’ Is Concheddus (Sud Sardegna). Sul posto, coordina le operazioni di spegnimento il D.O.S. (Direttore delle operazioni di spegnimento) appartenente alla pattuglia del Corpo forestale. 

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Migranti bloccati sugli scogli a Lampedusa, le immagini dei soccorsi

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Migranti bloccati sugli scogli a Lampedusa, le immagini dei soccorsi

LAMPEDUSA (ITALPRESS) – Soccorso alpino e speleologico siciliano e 82° Csar dell’Aeronautica militare sono intervenuti a Lampedusa per recuperare alcuni migranti bloccati da quasi 48 ore, dopo il naufragio della loro imbarcazione, su una scogliera ai piedi di una parete verticale alta più di 100 metri nella zona di Cala ponente.
Vista l’impossibilità di operare via mare a causa delle avverse condizioni meteo, il Soccorso alpino ha a sua volta chiesto il supporto dell’Aeronautica. I tecnici del Sass e dell’Aeronautica si sono calati col verricello e hanno imbarcato per prime sei donne per sbarcarle all’aeroporto dell’isola.
mgg/ (Fonte video: Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico)

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Lampedusa, in corso il recupero dei migranti bloccati sulla scogliera

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AGI – Sono ancora bloccati da venerdì sera i 20 migranti rimasti arroccati a Cala Ponente, a Lampedusa, dopo che il barchino sul quale viaggiavano è andato a sbattere contro la scogliera. La Guardia costiera non è riuscita ad avvicinarsi nell’insenatura dove sono rifugiati per le condizioni avverse del mare che, anche oggi, secondo le previsioni, non sono destinate e migliorare a causa del forte maestrale. Ai migranti sono stati lanciati dall’alto viveri e coperte termiche.

La questura di Agrigento, adesso, ha assunto il coordinamento dell’operazione di recupero e salvataggio che avverrà con i vigili del fuoco e il corpo nazionale soccorso alpino che arriverà in elicottero da Trapani. I soccorritori si imbracheranno e si caleranno dalla rupe, alta quasi 150 metri, per cercare di portarli in salvo. 

Soccorso alpino e speleologico siciliano e 82 Csar dell’Aeronautica militare sono in azione a Lampedusa per recuperare i migranti bloccati.  Vista l’impossibilità di operare via mare a causa delle avverse condizioni meteo, allertato dalla Direzione marittima di Palermo della Capitaneria di porto, il Soccorso alpino ha a sua volta chiesto il supporto dell’Aeronautica.

Due tecnici di elisoccorso si sono imbarcati all’aeroporto di Birgi su un elicottero dell’82 centro Csar, che in pochi minuti ha raggiunto l’isola delle Pelagie. I tecnici del Sass e dell’Aeronautica si sono calati col verricello e hanno imbarcato per prime sei donne per sbarcarle all’aeroporto dell’isola. L’operazione sta proseguendo.

Intanto ci sarebbe un secondo naufragio, dopo quello che ha portato al recupero del cadavere di un bimbo di poco più di un anno e di una donna. A raccontarlo ai mediatori dell’organizzazione internazionale per le migrazioni sono stati gli stessi superstiti.

Secondo la loro versione all’appello mancherebbero una trentina di dispersi finiti in acqua nel canale di Sicilia durante la traversata. La tragedia si sarebbe verificata un paio di ore prima dei soccorsi effettuati dalla Capitaneria di porto.

Quarantacinque i naufraghi salvati e, stando ai loro racconti, ci sarebbero 3 dispersi: una donna e due uomini.

Sul secondo natante, anche in questo caso salpato da Sfax, in Tunisia, giovedì, ci sarebbero invece 42 subsahariani e sono stati 14 i naufraghi recuperati. I dispersi, quindi, dovrebbero essere poco meno di una trentina. Le indagini sul caso sono state affidate dalla procura di Agrigento alla squadra mobile che sta interrogando i superstiti.

 

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Donna e figlio attaccati e feriti da pitbull in Brianza 

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AGI – Una donna di 69 anni e suo figlio di 43 anni sono stati attaccati e feriti da un pitbull la scorsa notte a Seregno, in Brianza. La donna ha riportato ferite alla mano, all’orecchio e alla gamba, mentre l’uomo ha subito lesioni alla mano.

Sono stati trasportati in pronto soccorso in codice giallo. In casa si trovava un altro fratello che non è stato aggredito. Si stanno ricostruendo i fatti mentre il cane è stato affidato al canile locale e dovrà rimanere in osservazione per dieci giorni prima che si decida il suo futuro.

L’Associazione italiana difesa animali e ambiente si oppone a un suo eventuale abbattimento: “Troppo spesso – affermano gli animalisti – quando si parla di pitbull e di altri molossi si invoca l’abbattimento senza un minimo di idea di cosa sia realmente successo davvero. Basta con questa caccia alle streghe, il cane venga valutato serenamente e si decida per lui un percorso rieducativo alla fine del quale venga affidato per una nuova vita a mani esperte”. 

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Aggredita e uccisa da uno sconosciuto, tragedia a Rovereto 

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AGI – Una donna di 61 anni è morta nella notte in ospedale a Trento dopo essere stata aggredita brutalmente nella tarda serata di ieri al parco Nikolajewka nel quartiere di San Maria a Rovereto da uno sconosciuto poi rintracciato e arrestato dai carabinieri. 

La donna nell’aggressione che sembra essere stato un tentativo di violenza sessuale, ha riportato gravi traumi e non ce l’ha fatta. 

L’uomo, un extracomunitario di circa 40 anni, senza fissa dimora, che ieri sera è stato prima fermato e poi arrestato per aver aggredito violentemente la donna, morta nel corso della notte dopo il ricovero all’ospedale ‘Santa Chiara’ di Trento, è noto alle forze dell’ordine. Infatti, circa un anno fa il soggetto aveva aggredito alcune persone e i carabinieri, danneggiato alcune autovetture, sempre nella ‘città della quercia’. Un episodio che venne definito un raptus di follia.

Ieri sera, l’uomo ha aggredito a morte la donna di 61 anni al parco Nikolajewka nei pressi del torrente Leno (le foto del luogo dell’aggressione pubblicate da L’Adige). Le urla della donna sono state udite da alcune persone che hanno in parte assistito a quello che è stato classificato un omicidio. La donna era a terra, parzialmente spogliata, con l’uomo che la colpiva con un oggetto contundente al volto e in altre parti del corpo. All’arrivo delle forze dell’ordine polizia e carabinieri, l’uomo ha cercato di scappare ma è stato fermato dopo una brevissima fuga lungo la vicina via Maioliche venendo tratto in arresto. I sanitari hanno subito capito che le lesioni riportate erano gravissime optando optato per il trasferimento all’ospedale di Trento dove, purtroppo, è deceduta nella notte.

 

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Italiani, popolo di santi, navigatori, poeti e… gattari

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AGI – Whisky ha il pelo bianco e gli occhi azzurri, ma solo adesso riesce ad aprirli grazie alle donazioni di privati che lo hanno salvato dalla cecità. Odisseo oggi sgattaiola allegro, fino a pochi mesi fa rischiava di rimanere paralizzato dopo essere stato investito e lasciato sull’asfalto. A salvarlo, anche in questo caso, la raccolta fondi che ha permesso di operarlo.

Sono alcune delle tante storia di solidarietà raccolte dall’Oipa – Organizzazione internazionale protezione animali, che testimoniano l’amore degli italiani per i gatti. Un idillio confermato anche dai numeri, alla viglia della giornata internazionale del gatto promossa dall’International Fund for Animal Welfare.

I felini rimangono in cima agli animali domestici più apprezzati secondo il rapporto Eurispes 2023, per il quale il gatto viene scelto dal 34,4 per cento degli intervistati ed è secondo solo al cane, solido al 42 per cento.

Tra i 10 e 15 milioni gli esemplari tenuti in casa secondo Legambiente, che stima tra 66mila e 72mila le persone ufficialmente impegnate nel loro accudimento volontario e tra 700mila e fino a un milione i gatti liberi presenti nelle colonie feline, una realtà talmente diffusa sul territorio da essere stata disciplinata con una legge specifica, la 281 del 1991, che ne prevede la registrazione nelle città italiane.

Per Legambiente il nostro si conferma quindi tra i paesi che più amano i mici. Sfatato invece il mito di ‘Roma città dei gatti’. È Napoli il capoluogo con più esemplari registrati all’anagrafe, 80.740 nel 2021, di cui 21.050 in colonie feline. A seguire Taranto con 12.566 gatti e Brescia con 8.902.

In percentuale, però, spicca il primato di Sant’Angelo in Lomellina, in provincia di Pavia, che dichiara di avere più di un gatto ogni due cittadini residenti. Ma se Roma non è più la città dei gatti, rimane comunque quella dei ‘gattari’, il termine con il quale si indicano tutte quelle persone che si prendono cura dei mici randagi, portando loro da mangiare nelle colonie feline che a Roma, secondo il censimento delle Asl, sono oltre 5mila.

Non a caso proprio nella Città Eterna esiste la colonia più famosa, quella di largo Torre Argentina, divenuta ormai uno dei simboli della Capitale tanto da aver ricevuto, nello scorso mese di maggio, la targa e i tesserini di riconoscimento ufficiali da parte del Campidoglio. Lo stesso riconoscimento è stato consegnato anche alla colonia ‘I gatti della Piramide’ in viale di Campo Boario.

Il primato di longevità, però, rimane alla colonia di Torre Argentina, chiamata anche il ‘Santuario dei Gatti’. Proprio qui decine di felini cominciarono a trovare rifugio fin dai primi del Novecento, quando l’area sacra fu riportata alla luce dagli scavi archeologici e, parallelamente, si diffuse l’usanza di abbandonare i felini che non si volevano più tenere in casa.

Si è sviluppata così negli anni questa colonia che oggi conta un secolo di storia, dove i gatti ricevono il cibo lasciato loro da habitué del luogo, dai volontari dell’Associazione culturale colonia felina di Torre Argentina o da semplici turisti incuriositi.

Le persone del posto raccontano di come anche Anna Magnani, che abitava nelle vicinanze, di tanto in tanto portasse da mangiare ai piccoli mici della colonia. E, secondo l’associazione, fu un’altra attrice, Franca Stoppi, a impegnarsi affinché gli ospiti felini dell’area sacra fossero curati e sterilizzati. Per i gatti romani, un vero trattamento da divi. 

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Il Papa ai giovani: “Il mondo ha bisogno di voi”

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AGI – “Carissimi giovani, vorrei guardare negli occhi ciascuno di voi e dirgli: non temere! Non abbiate paura! Ma vi dico una cosa molto più bella: Gesù stesso ora vi guarda, Lui conosce ognuno di voi., conosce il cuore di ciascuno di voi e qui in questa Giornata mondiale della gioventù vi dice: ‘Non temete’, ‘non abbiate paura’”.

Papa Francesco pronuncia queste parole nell’omelia della messa conclusiva della Gmg, la trentasettesima e la prima dalla fine della pandemia. 

Il parco Tejo di Lisbona è gremito di ragazzi che in attesa di Papa Francesco si sono scatenati con della musica tchno. Alla consolle non poteva non esserci un dj sacerdote che ha mixato vari brani più in voga tra i giovani. A completare l’atmosfera da discoteca gli effetti di luci creati da un insieme di schermi composti nell’enorme struttura metallica tubolare (3.250 mq). Papa Francesco è arrivato al Parque Tejo dopo aver alcuni giri in papamobile tra i giovani, prima di presiedere la Celebrazione Eucaristica, nella quale il Patriarca di Lisbona, il cardinale Manuel Clemente, ha pronunciato parole di ringraziamento. A concelebrare con Papa Francesco la messa conclusiva, 700 vescovi, 30 cardinali e 10 mila sacerdoti. 

Il Pontefice ha indicato tre verbi: brillare, ascoltare e non temere. “A voi, giovani – ha detto il Pontefice -, che coltivate sogni grandi ma spesso offuscati dal timore di non vederli realizzati; a voi, giovani, che a volte pensate di non farcela; a voi, giovani, tentati in questo tempo di scoraggiarvi, di giudicarvi inadeguati o di nascondere il dolore mascherandolo con un sorriso; a voi, giovani, che volete cambiare il mondo – e va bene – e lottate per la giustizia e per la pace; a voi, giovani, che ci mettete impegno e fantasia ma vi sembra che non bastino; a voi, giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù dice: ‘Non temete!'”.

“Anche noi abbiamo bisogno di qualche lampo di luce per affrontare le tante sconfitte quotidiane”, ha detto il Papa, che ha parlato a braccio, sottolineando l’importanza della “luce” nel mondo, che serve nella vita. “La luce che è venuta a illuminare il mondo è Gesù. È Lui la luce che non tramonta mai e brilla anche nella notte”.

“Vorrei dirvi una cosa – ha precisato Francesco -: non diventiamo luminosi quando ci mettiamo sotto i riflettori, quando esibiamo un’immagine perfetta e ci sentiamo forti e vincenti. Diventiamo luminosi quando, accogliendo Gesù, impariamo ad amare come Lui”.

E Francesco ha invitato a osservare un minuto di silenzio per “ripetere nel cuore ‘non abbiate paura’”.

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Immigrazione, 2 morti e 32 dispersi al largo di Lampedusa

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Immigrazione, 2 morti e 32 dispersi al largo di Lampedusa

LAMPEDUSA (ITALPRESS) – E’ di 69 superstiti, 32 dispersi, 2 morti, di cui un bimbo di due anni e una donna incinta di 9 mesi il bilancio di due naufragi avvenuti al largo di Lampedusa. Sono arrivate nella tarda sera di ieri le due motovedette della Guardia Costiera CP 324 e CP 319 con a bordo i migranti salvati in mare e i due corpi senza vita.
xn3/mgg

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Gli hacker filorussi attaccano le banche italiane

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AGI – Il gruppo di hacker filorussi ‘noname057’ ha lanciato stamattina un attacco informatico a 8 istituti bancari italiani. Ancora in corso le verifiche tecniche per definire il grado di gravità e gli effetti pratici dell’attacco sulla funzionalità dei siti Internet delle banche.

L’attività di mitigazione del danno è supportata dal personale dell’Agenzia per la sicurezza nazionale.

Ieri invece, intorno alle 8,30 sono stati presi di mira alcuni siti di aziende di trasporto pubblico: Palermo, Siena, Bergamo, Bolzano, Napoli, Cagliari, e quelli dei trasporti regionali sardi e trentini. Sotto attacco anche l’Azienda Acque e il Comune di Palermo. I siti web sono stati messi fuori uso o resi inaccessibili. 

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