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Dirigenti scolastici, firmato il Contratto integrativo

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ROMA (ITALPRESS) – Il ministero dell’Istruzione e del Merito e i Sindacati della dirigenza scolastica all’unanimità hanno firmato oggi il testo definitivo del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI). L’accordo individua le fasce di complessità, i criteri di riparto e d’impiego delle risorse che costituiscono il Fondo unico nazionale (FUN), tra quota destinata alla retribuzione di posizione e quota destinata alla retribuzione di risultato, per l’anno scolastico 2023/2024.
“La firma del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo conferma lo sforzo del MIM per garantire ai Dirigenti scolastici il giusto riconoscimento del loro ruolo nel sistema scolastico, prevedendo anche un innalzamento dei livelli retributivi in considerazione dell’impegno necessario a far fronte alle molteplicità di attività e responsabilità a cui la categoria è chiamata”, ha detto il ministro Giuseppe Valditara.
Dopo la certificazione dell’ipotesi di contratto da parte degli organi di controllo, del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Dipartimento della funzione pubblica, si giunge così alla definitiva regolazione di un sistema che, fino a oggi, era contrassegnato da ingiustificate incongruità retributive tra i Dirigenti scolastici. Il CCNI prevede un miglioramento generalizzato e stabile delle retribuzioni grazie all’incremento della posizione di parte variabile, legata alla complessità delle Istituzioni scolastiche, e garantisce, al contempo, che nessun Dirigente scolastico subisca decrementi retributivi rispetto alla situazione attuale.
“Il Ministero – si legge nella nota – su precisa indicazione del Ministro Valditara, ha agito, all’interno di una preziosa e fattiva collaborazione istituzionale con il MEF, per fare sì che il prossimo primo settembre (data di inizio del nuovo anno scolastico) possa diventare un momento di svolta per i presidi italiani”.
Infatti, a partire da settembre 2023, per la prima volta dall’introduzione dell’autonomia scolastica, la categoria percepirà regolarmente i nuovi cedolini corrispondenti all’anno di riferimento, con una certezza degli importi e una conoscenza preventiva del livello di complessità dell’istituzione presso la quale prestano servizio. Gli importi delle posizioni variabili saranno aggiornati con gli incrementi rilevanti previsti dal nuovo Contratto nazionale.
In particolare, gli Uffici dell’Amministrazione centrale e periferica hanno lavorato per definire l’adozione di un Decreto direttoriale per ciascun territorio regionale e l’invio di tali Decreti per il visto alle ragionerie territoriali entro il 31 luglio, in modo che si possano aggiornare i cedolini in tempo utile.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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Riapre a dicembre il Museo di Scienze naturali di Torino

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TORINO (ITALPRESS) – La galleria dei reperti, l’arca con gli animali, lo scheletro di balena, l’elefante Fritz, tornano ad abitare gli spazi del Museo di Scienze naturali di Torino. A dieci anni dall’esplosione che ha reso necessaria la chiusura del palazzo e determinato una lunga serie di interventi strutturali, di ristrutturazione e di messa a norma degli impianti, si è svolto un sopralluogo per verificare l’avanzamento dei lavori in vista dell’apertura degli spazi a dicembre.
“Una meraviglia del Piemonte, di livello nazionale e internazionale – hanno sottolineato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Cultura, Vittoria Poggio – deve essere fruibile e quindi noi riapriremo questo museo per i torinesi, per i ricercatori, per gli studiosi e per i turisti che verranno a visitare Torino e il Piemonte. La vicenda del Museo di Scienze naturali è una di quelle che abbiamo trovato bloccate quando ci siamo insediati, come la Tav, il grattacielo della regione, l’autostrada Asti-Cuneo: questo museo era chiuso da 10 anni. Abbiamo lavorato duramente per riaprirlo e messo a posto anche questo, nel rispetto dei vincoli della soprintendenza e riapriremo questa perla di Torino, del Piemonte e dell’Italia entro l’anno spendendo 8,3 milioni e stanziandone altri 4 per tutti gli interventi a completamento dell’operazione. Da oggi Torino sarà più forte di ieri grazie a questa nuova meraviglia che riaprirà entro l’anno”.
“Questo – ha detto il sindaco Stefano Lo Russo – è un luogo straordinario che viene restituito alla città, grazie all’impegno della Regione, con cui stiamo lavorando in sinergia sui grandi progetti di infrastrutturazione culturale. Torino è una città che ha dato tantissimo alle storie delle scienze naturali, grazie a scienziati come Quintino Sella, alle fondazioni mineralogiche, all’attività di ricerca dell’Università degli Studi. La riapertura del Museo di scienze naturali darà il via ad un 2024 di straordinaria grandezza per la cultura torinese con il bicentenario del Museo Egizio, un’altra importante collezione che, come questa, attrae gli appassionati ma abbraccia anche un pubblico più generalista, grazie alla sua capacità di arricchimento culturale e divulgazione”.
“L’Università di Torino – ha sottolineato il vicerettore dell’Università di Torino, Cristopher Cepernich – ha accolto con entusiasmo la notizia della riapertura del Museo di Scienze Naturali, che presto tornerà a valorizzare le sue collezioni di straordinario interesse storico e scientifico. Si potenzia così di molto il tessuto museale a tema scientifico che è una grande risorsa per il territorio, dove anche il ricco sistema museale di Ateneo contribuisce alla vocazione di Torino come città della scienza. Nella città centro del Positivismo italiano, nella quale ha lavorato Piero Angela, è d’obbligo fare un passo in più. Costruire quella narrazione unitaria di Torino come città della scienza che incontra più che mai l’interesse di un pubblico numeroso, giovane, fatto di attenti e sensibili osservatori dell’ambiente e della natura”.
L’esplosione avvenuta nella notte del 3 agosto del 2013 ha comportato, oltre a una serie di opere di ripristino e messa in sicurezza della zona coinvolta dallo scoppio, anche strutturali interventi di adeguamento complessivo dell’edificio. Opere particolarmente complesse, poichè inserite in un contesto architettonico antico e di particolare pregio.
La completa riorganizzazione degli spazi ha convinto il Museo a riunire, in una unica sede, anche i reperti delle collezioni paleontologiche che erano precedentemente conservati a Palazzo Carignano: ora tutto il patrimonio del Museo si trova quindi in un unico luogo che sarà visitabile al pubblico. Qui sono stati puliti e ora sono conservati anche reperti di grandi dimensioni, tra cui alcune zanne di mastodonte lunghe oltre 2 metri. A dicembre è prevista l’apertura delle sale al piano terreno che riguardano il Museo storico di Zoologia, l’Arca e lo spazio denominato Esposizioni temporanee con la sistemazione del nuovo ingresso da via Accademia Albertina: gli interventi di allestimento delle sale riguarderanno le teche storiche con gli esemplari zoologici di recente restaurati collocati per continente geografico, il radicale rinnovamento dell’Arca con il racconto dei viaggi che nel corso del Settecento e dell’Ottocento hanno portato al Museo torinese reperti di rilevante valore scientifico e delle modalità attuali di arricchimento delle collezioni, la realizzazione di un’esposizione temporanea volta a valorizzare elementi significativi delle collezioni paleontologiche, entomologiche, botaniche e mineralogiche con un significativo focus sul Piemonte.
Gli interventi, avviati a partire dal 2015, sono stati intrapresi dalla Regione Piemonte anche attraverso una serie di convenzioni con la Società di Committenza Regionale, realizzati dal Settore Tecnico e Sicurezza ambienti di lavoro della Direzione Risorse Finanziarie e Patrimonio e dal Settore Museo Regionale di Scienze Naturali della Direzione Cultura e Commercio della Regione Piemonte. Gli interventi hanno riguardato in particolare lavori di ripristino della struttura, di adeguamento degli impianti a servizio dell’edificio (impianto antincendio, elettrico, termico, condizionamento, Evac…) e per la messa in sicurezza dell’edificio. Oltre ai danni materiali, si è infatti reso necessario acquisire nuovamente l’agibilità dell’intero edificio, attraverso la messa a norma degli impianti ormai non più conformi alle norme vigenti. Sono stati poi realizzati anche interventi edili di abbattimento pareti, spostamento e sostituzione porte antincendio e controsoffitti, oltre al riallestimento delle sale in corso di completamento.
Nel complesso per il ripristino e il restauro di impianti e locali sono stati investiti oltre 8,3 milioni di euro, di cui buona parte a partire dal 2020. In particolare: 2,3 milioni sono stati spesi per la messa a norma degli impianti e l’agibilità dopo l’esplosione tra il 2015 e il 2017. Altri 2 milioni per interventi impiantistici ed edili necessari per il rilascio del certificato di agibilità dei locali dell’Arca, dello Storico Museo di Zoologia, della Crociera Manica Sud piano terreno e dei locali “Esposizione Permanente Paleontologia” tra la fine del 2017 e il 2021: i lavori oggetto di questo finanziamento si sono svolti in piena pandemia su una parte dei locali che saranno visitabili a dicembre.
Nel 2020, sempre in piena pandemia, sono stati autorizzati altri 2,2 milioni di lavori, di tipo impiantistico ed edile per il recupero e l’allestimento di spazi e depositi visitabili per la conservazione e la tutela di reperti di particolare valore storico e scientifico presso il Museo: i lavori, consegnati a giugno 2022, e sono tuttora in corso.
In occasione del sopralluogo sono stati consegnati ulteriori lavori per 1,7 milioni: si tratta degli interventi di sistemazione dell’ingresso già presente su via Accademia Albertina, realizzato negli anni 30 del Novecento per accedere alla parte del museo dedicata alle collezioni di zoologia. Tale ingresso, non più utilizzato da molto tempo, richiede interventi di tipo edile, impiantistico e di recupero degli spazi, con inserimento di una nuova biglietteria con bookshop, nuovi servizi igienici, nuovo guardaroba, affrontando innanzitutto il tema del superamento delle barriere architettoniche. Questo ingresso, ora necessario per consentire la visita al pubblico dei locali dell’Arca, dello Storico Museo di Zoologia e dell’Esposizione temporanea, manterrà la sua importanza anche quando, nel prossimo futuro, l’ingresso principale tornerà a svolgere la sua funzione, previo completamento di alcuni interventi allestitivi sulla manica di via Giolitti.

– Foto: Ufficio stampa Presidente Regione Piemonte –

(ITALPRESS).

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China, strategic partnership established with Palestine

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BEIJING (CHINA) (ITALPRESS/MNA) – During an official visit in Beijing by President Mahmoud Abbas, Palestine has signed various cooperation agreements with China.
The visit took place a few days ago, and the agreements were signed in the presence of Palestinian President Mahmoud Abbas and Chinese President Xi Jinping.
The Palestinian delegation has signed several agreements with the Chinese side, including a twinning agreement between Ramallah and Wuhan, an agreement on the teaching of Chinese language in Palestinian schools, an agreement on visa waiver for the diplomatic passport holders and a project for the completion of road paving in Ramallah. Both sides signed another agreement to set up technical delegations for four projects.
“We jointly announced the establishment of a Sino-Palestinian strategic partnership, which it will become an important milestone in the history of bilateral relationships”, Xi said as reported by China Central Television (CCTV).
China is ready to strengthen coordination and cooperation with Palestine to promote a comprehensive and just resolution on the long-standing issue of Palestinian”, Xi added.
-photo Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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Tredicenne ucciso da un’auto pirata vicino Verona 

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AGI – Un ragazzino di 13 anni è morto dopo essere stato travolto da un’auto pirata a Negrar, in provincia di Verona. La tragedia si è consumata ieri sera verso la ore 23,30, in via San Vito, lungo la strada provinciale 12.

Il giovane (Chris O.) che sognava di diventare un calciatore e che era di origini ghanesi, ha cessato di vivere questa mattina all’ospedale ‘Borgo Trento’ di Verona.  L’automobilista che ha investito e ucciso Chris è scappato senza prestare soccorso.

Le forze dell’ordine stanno cercando di individuare e rintracciare l’autore dell’omicidio stradale. Il ragazzino è stato investito in un tratto della strada provinciale 12, molto trafficata, e di notte con scarsa illuminazione.

Il padre del giovane è un operaio in un’azienda metalmeccanica ed è in Italia con la famiglia da circa vent’anni. Chris era tesserato per la Polisportiva Negrar e oltre al campionato giovanile veniva schierato anche nella formazione di Terza categoria.

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Pezzali, anche Gazzelle e Zanotti il 2 settembre a “Il Circo Max”

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ROMA (ITALPRESS) – Max Pezzali, dopo il doppio appuntamento – tutto esaurito – allo stadio San Siro e oltre 30 date interamente Sold Out nei Palazzetti – annuncia i nuovi ospiti de Il Circo Max, l’appuntamento musicale dell’estate prodotto da Vivo Concerti, che si terrà sabato 2 settembre. Alla folta lista di amici che saliranno sul palco insieme a Max Pezzali si aggiungono anche il cantautore romano Gazzelle e Riccardo Zanotti, cantautore, frontman e fondatore dei Pinguini Tattici Nucleari.
E’ la prima volta che Max Pezzali si esibisce nel luogo più maestoso ed emblematico per un musicista, in una giornata memorabile che consacra il sodalizio dell’artista con la città eterna. Tutta Italia, commossa e felice, ha cantato allo stadio Meazza e durante il tour Sold Out nei Palasport – proseguito da fine novembre a metà maggio – le canzoni che sono diventate la colonna sonora della vita di almeno tre generazioni. Il Circo Max sarà l’occasione di riascoltarle, alternate ad altri successi firmati da grandi artisti del panorama musicale italiano e amici di Max, che parteciperanno all’evento rendendolo ancora più unico. Tra gli attesissimi ospiti, anche lo special set Deejay Time: Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso porteranno in consolle dal vivo lo show che ha fatto la storia della musica dance.

Foto: ufficio stampa Wordsforyou
(ITALPRESS).

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Bonaccini chiede lo stato d’emergenza per il maltempo in Emilia-Romagna

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BOLOGNA (ITALPRESS) – Tetti scoperchiati, strutture crollate, tralicci e alberi abbattuti, coltivazioni danneggiate o distrutte, allagamenti. Con danni stimati per circa 29 milioni di euro a infrastrutture e beni pubblici, cui si sommano quelli agli edifici privati (oltre 126 milioni di euro) e alle attività produttive (73 milioni). Stime che potranno essere aggiornate nei prossimi giorni. Sulla base delle segnalazioni dei Comuni, risultano danneggiate 7mila abitazioni ad uso residenziale e 400 imprese. Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha firmato oggi la richiesta al Governo del riconoscimento dello stato d’emergenza nazionale per gli eventi metereologici che nel mese di luglio hanno colpito i territori delle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Ravenna. Lo rende noto la Regione Emilia-Romagna.
La richiesta fa seguito al decreto dello stato di crisi regionale, firmato dal presidente. “Come Regione stiamo facendo tutto il possibile per le nostre comunità a livello di risorse, strumenti e semplificazione”, sottolinea Bonaccini.
“Ci aspettiamo – aggiunge il governatore – che il Governo comprenda la drammaticità che stanno vivendo i nostri territori e auspichiamo sia sulla stessa linea: servono risposte immediate e concrete, per garantire i fondi necessari a risarcire cittadini e imprese dai danni causati da trombe d’aria e violentissime grandinate che hanno colpito gran parte dell’Emilia-Romagna, comprese aree già duramente colpite dall’alluvione del maggio scorso e dove ora grandine e trombe d’aria hanno dato il colpo di grazia gettando nella disperazione famiglie e attività economiche che rischiano di perdere tutto e che devono essere tutelati. Chiediamo quindi che sia utilizzato lo stesso meccanismo speditivo col quale insieme alla Protezione civile nazionale stiamo già riconoscendo agli alluvionati il contributo di primo sostegno da 5mila euro con anticipo di 3mila. Intanto, come Regione, abbiamo già stanziato 3 milioni di euro”, chiude Bonaccini.
Sono 43 i Comuni che, dalle 7 province colpite dagli eventi del 22 luglio scorso, hanno inviato segnalazioni per danneggiamenti, pubblici e privati. Sui danni pubblici la stima complessiva è di circa 29 milioni, per gli edifici privati supera i 126 milioni di euro, per le attività produttive è di 73 milioni circa. Sebbene la stima sia fatta sulla base dei dati disponibili e non in seguito a una ricognizione analitica, i Comuni hanno segnalato, per la sfera del privato, 7mila abitazioni ad uso residenziale e 400 imprese interessate dall’evento e dai relativi danneggiamenti.
Il 3 e 4 luglio scorsi, intensi temporali – accompagnati da forti raffiche di vento, violente precipitazioni, grandine di notevoli dimensioni e fulmini – hanno interessato le province di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara; il 13 luglio, un sistema temporalesco con precipitazioni intense, venti forti di downburst (fino a 120-130 km/h), grandinate di piccole-medie dimensioni, ha colpito gli ambiti provinciali di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena, interessando in particolare l’Appennino modenese e forlivese, e la costa ravennate. Infine, nei giorni dal 22 al 27 luglio intensi temporali, accompagnati da forti raffiche di vento, violente precipitazioni e grandinate di notevoli dimensioni, hanno colpito le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Ravenna.
L’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile ha assicurato il proprio intervento operativo raccordandosi con il Dipartimento nazionale della Protezione Civile, con le Prefetture, i Vigili del fuoco per gli interventi di soccorso tecnico urgente, e con gli enti locali coinvolti, anche attraverso l’attivazione delle strutture operative e del volontariato di Protezione civile per la gestione delle criticità e il supporto necessario per il più rapido rientro nelle condizioni di normalità.
I Comandi provinciali dei Vigili del fuoco sono stati impegnati in operazioni di soccorso tecnico urgente, ripristino della viabilità, alberi caduti su strade e autovetture, tetti scoperchiati, abitazioni danneggiate, persone bloccate in abitazioni, pali ed elementi pericolanti, evacuazione di un convoglio ferroviario rimasto bloccato su un ponte a causa di mancanza di tensione elettrica interrotta dalla caduta di alberi, messa in sicurezza di linee elettriche atterrate dal vento, verifiche di stabilità di abitazioni in imminente pericolo di crollo strutturale. Nel dettaglio, sono state impegnate 2309 unità di personale e utilizzati 478 mezzi per circa 1956 interventi.
Bonaccini ha firmato nei giorni scorsi anche un’ordinanza per agevolare la rimozione e la gestione, in tempi rapidi e in totale sicurezza, della mole di rifiuti causati dal maltempo. L’ordinanza stabilisce che tali rifiuti, provenienti da edifici pubblici e privati, vengano classificati come rifiuti urbani. Il cittadino può pertanto conferirli in prossimità della sede stradale, dove lo consentano le dimensioni e purchè non ostacolino la libera circolazione, affinchè il gestore del servizio provveda alla raccolta. Qualora l’ingombro dei rifiuti sia tale da non consentirne il collocamento nei pressi della sede stradale, verranno raccolti, dal gestore del servizio, su chiamata del cittadino.
Nel caso in cui i rifiuti urbani derivanti dagli eventi meteo eccezionali siano costituiti da materiali pericolosi che giacciono al suolo, contenenti ad esempio amianto, il cittadino che li detiene deve contattare il soggetto competente sul territorio per il servizio pubblico di gestione dei rifiuti urbani informando contestualmente il Comune. Il gestore, anche tramite un’apposita ditta terza autorizzata per la gestione dei rifiuti contenenti amianto, effettua un sopralluogo per la verifica delle condizioni dei rifiuti e provvede, in condizioni di sicurezza, alla rimozione e al trasporto dei rifiuti contenenti amianto in un impianto idoneo, dopo aver informato il Comune e l’Ausl competente.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Nuovo collegamento aeroporto Fiumicino-Napoli con Frecciarossa

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ROMA (ITALPRESS) – Trenitalia, società capofila del Polo Passeggeri del gruppo FS, introdurrà un nuovo collegamento con il Frecciarossa che collegherà l’aeroporto di Roma Fiumicino con Napoli a partire dal prossimo 5 agosto. Il servizio, effettuato con un Frecciarossa 1000, partirà dalla stazione di Fiumicino aeroporto alle 21:53 per arrivare a Napoli Centrale alle 23:56, con fermata a Roma Termini.
Si tratta di una comoda soluzione per tutti i viaggiatori che atterreranno all’aeroporto Leonardo da Vinci la sera e di un’opportunità per raggiungere il centro di Napoli senza la necessità di cambiare treno. Il nuovo servizio va ad aggiungersi al collegamento diretto in Frecciarossa che parte da Fiumicino Aeroporto alle 9:38 e arriva a Napoli alle 11:33 per intercettare i voli del mattino, e a quello in direzione opposta che parte dal capoluogo campano alle 5:45 e arriva a Fiumicino Aeroporto alle 7:52.
Altri Frecciarossa collegano lo scalo aeroportuale della capitale al centro città non solo di Napoli, ma anche di Firenze, Bologna, Padova e Venezia.
In questo modo l’esperienza di viaggio, che unisce il trasporto aereo con quello ferroviario, sarà sempre più integrata. Una soluzione che si sposa pienamente con FCO Connect: il servizio lanciato da Trenitalia, Aeroporti di Roma e ITA Airways pensato per svolgere le operazioni di check-in direttamente ai banchi della stazione ferroviaria di Fiumicino Aeroporto.
Il servizio ha preso il via lo scorso aprile ed è destinato ai viaggiatori che raggiungono l’aeroporto di Fiumicino in Frecciarossa, con Leonardo Express o con un treno Regionale, proseguono il proprio viaggio con ITA Airways verso il network nazionale, internazionale e intercontinentale, ad eccezione dei voli verso gli USA ed Israele. La possibilità di effettuare l’accettazione presso i banchi FCO Connect è garantita a tutti i possessori di singoli biglietti Trenitalia e ITA Airways e a coloro che acquistano il biglietto combinato “treno aereo”.
Presso i banchi di FCO Connect è possibile sia consegnare il bagaglio per chi ha fatto check-in online sia fare direttamente il check-in per chi non in possesso di boarding pass digitale.
Dall’inaugurazione del servizio, lo scorso aprile, sino alla fine di luglio, i passeggeri che hanno svolto le operazioni di check-in ai banchi in stazione sono stati oltre 7.000, di cui 6.400 con almeno un bagaglio da stiva. Solo nelle ultime settimane, sono stati circa 100 i passeggeri che ogni giorno hanno usufruito del servizio presso i banchi dedicati della stazione ferroviaria dell’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino, dove è possibile anche consegnare direttamente il bagaglio, per poi ritirarlo presso la destinazione finale operata dalla ITA Airways. Questi risultati rappresentano un segnale importante ed un passo in avanti per una mobilità sempre più integrata e sostenibile, che pone al centro l’esperienza del cliente, l’innovazione e l’attenzione all’ambiente.
Per quanto riguarda i passeggeri che raggiungono l’aeroporto in treno, si conferma il trend in crescita registrato nei mesi primaverili e, per l’estate 2023, si registra un aumento delle prenotazioni.
Sul podio dei viaggiatori esteri che scelgono il biglietto combinato “treno aereo” a pari merito, in prima posizione, Argentina e USA, seguiti dal Brasile.
La top five delle città di partenza/arrivo con il treno è invece composta da Firenze, Napoli, Milano, Bologna e Venezia, vista la possibilità di arrivare direttamente all’Aeroporto di Fiumicino senza ulteriori scali ferroviari, semplificando il viaggio e accorciandone i tempi.

– foto: ufficio stampa Adr

(ITALPRESS).

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Guidesi “Lombardia è la casa delle idee, ma serve accesso al credito”

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MILANO (ITALPRESS) – “Per noi la Lombardia è la casa delle idee e stiamo cercando di trasferire questo concetto ai più giovani”. Lo dice Guido Guidesi, assessore alla Sviluppo Economico della Regione Lombardia, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress. “La nostra convinzione – aggiunge – è che chiunque abbia un’idea possa giocarsi la propria sfida e la Regione gli dà una mano fin da subito. Vinciamo la competizione a livello internazionale attraverso la capacità di innovazione e l’accesso al credito”.
mgg/gsl

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Il cibo del futuro, il pane si fa con il siero del latte

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AGI – Non solo un pane dietetico ma anche con elevato valore aggiunto grazie all’utilizzo di proteine e molecole benefiche ricavate dagli scarti dell’industria agroalimentare. Ovvero, nuovi superfood. In che modo?

“Da 100 chili di latte vaccino l’industria casearia ricava in media circa 10 chili in formaggio” spiega il Gambero Rosso, e quel che resta – ovvero il 90% della materia prima di partenza – “è siero di latte, un prodotto ricchissimo di proteine”.

Ebbene, l’obiettivo del progetto Provide punta a sviluppare prodotti da forno innovativi mentre conta su un finanziamento di circa un milione di euro e la partecipazione di un consorzio di sei partner internazionali, tra cui l’Enea.

Ecco dunque che i ricercatori del progetto Provide stanno ora lavorando su nuovi ingredienti “sani e sicuri”, come fibre provenienti dagli scarti lattiero-caseari (una produzione annua che si aggira intorno ai 180-190 milioni di tonnellate), ma anche da semi oleaginosi e cereali residui dalla fermentazione della birra.

Spiega a tale proposito Claudia Zoani, ricercatrice Enea della Divisione Biotecnologie e agroindustria, referente del progetto, che “pane, pizza, biscotti e molti altri prodotti da forno sono tra gli alimenti più comuni e convenienti da consumare in luoghi, tempi e condizioni diverse”.

E ora, proprio grazie a questo progetto, “avranno tra i loro ingredienti nuove fonti proteiche e molecole dalla funzione nutrizionale e nutraceutica per rispondere alla crescente domanda di una dieta diversificata, sana e sicura”. Tant’è che “queste molecole possono essere estratte direttamente dai sottoprodotti di altre filiere agroalimentari”.

In questo modo, aggiunge, “saremo in grado di promuovere concretamente la sostenibilità e la circolarità delle produzioni e ridurre gli scarti, garantendo qualità e sicurezza dei nuovi prodotti”.

Il risultato è quello di ottenere una maggiore disponibilità di ingredienti fondamentali, che “possono migliorare la salute e il benessere dei consumatori, con il conseguente aumento di nutrienti essenziali e composti bioattivi nella dieta, o di sostanze che possono migliorare il gusto del cibo”.

Pertanto, si legge ancora nel servizio, da questi scarti spesso sottoutilizzati, o addirittura buttati, “si estraggono parti solido-liquide, si portano poi in acqua le sostanze che si vogliono concentrare, in particolar modo le proteine, e attraverso dei processi di filtrazione a membrana, si ottiene una polvere che diventa l’ingrediente per il prodotto da forno”.

Nessun processo chimico, pertanto, ma solo tecnologia a basso impatto ambientale. Nell’impasto del pane, infatti, l’acqua può essere sostituita o abbinata al latte, al kefir o allo yogurt, “per dare al pane una consistenza più soffice o umida” mentre il latte e lo yogurt “contribuiscono ad un’utile parte di grasso che aiuta a renderlo, se possibile, più friabile, e croccante”.

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