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Maxi tamponamento sull’Aurelia, 14 feriti

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AGI – Quattordici persone sono rimaste ferite in un tamponamento a catena che si è verificato sulla statale Aurelia in direzione nord tra San Vincenzo e Venturina (Livorno). Sul posto è intervenuto il 118 e le squadre dei Vigili del Fuoco del comando di Livorno, distaccamenti di Piombino e Cecina, con l’ausilio dell’elicottero Drago 71, dalla sede di Cecina. Il personale VF ha provveduto a estrarre i feriti dagli abitacoli dei mezzi coinvolti.

Intervenuto anche l’elisoccorso Pegaso che ha trasferito i pazienti più gravi, un 17enne all’ospedale di Careggi a Firenze e una donna con il figlio in codice rosso all’ospedale di Pisa. Un’ambulanza medicalizzata ha condotto in giallo un ragazzo di 14 anni al pronto soccorso di Cecina. Altri codici minori sono stati condotti ai pronto soccorso di Piombino e Cecina. Sul posto oltre ai vigili del fuoco anche le forze dell’ordine.

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La Repubblica Ceca nega l’ingresso alle tenniste russe, stupore della Wta            

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AGI – Scontro fra la Repubblica Ceca e la Wta, l’associazione delle tenniste professioniste, dopo che all’aeroporto di Praga è stata respinta la russa Anastasija Pavlychenkova che avrebbe dovuto partecipare agli Open di Praga. Il governo ceco ha vietato agli atleti russi e bielorussi di prendere parte a eventi sportivi sul proprio territorio, a causa dell’invasione russa dell’Ucraina.

Diversi tennisti russi e bielorussi erano iscritti agli Open di Praga come neutrali e la Women’s Tennis Association ha espresso stupore e preoccupazione per la decisione dell’esecutivo ceco. Pur ribadendo la condanna per l’invasione russa dell’Ucraina e il sostegno agli atleti ucraini, l’associazione è stata spiazzata da un’esclusione che, a suo dire, va contro il principio di permettere a tutti i giocatori di competere soltanto in base al merito, senza discriminazioni.

La Wta si è impegnata a continuare a monitorare la situazione “tenendo conto delle importanti considerazioni legate a questioni geopolitiche complesse”. Il divieto era già stato annunciato ma la situazione è precipitata venerdì, quando la Pavlychenkova, 32enne tennista russa ex numero 11 del mondo e finalista a Parigi nel 2021, si è vista negare il permesso di entrare nel Paese al controllo passaporti dell’aeroporto Vaclav Havel Airport di Praga e gli organizzatori degli Open di Praga hanno comunicato che a nessun atleta russo o bielorusso sarebbe stato consentito di partecipare al torneo Wta 250 che si aprirà lunedì.

Tra gli esclusi ci sono la bielorussa Aliaksandra Sasnovich, ammessa al tabellone principale, e le russe Diana Shnaider, Polina Kudermetova e Erika Andreeva che avrebbero dovuto disputare le qualificazioni. Evgeniya Rodina si era già ritirata a causa di un infortunio. A sostegno della scelta di Praga si è schierato l’ex portiere di hockey su ghiaccio Dominik Hašek, una gloria dello sport nazionale, il quale ha osservato come gli atleti russi e bielorussi rappresentino le azioni dei loro Paesi e, nelle sue parole, di “una guerra di aggressione che sconfina nel genocidio” e per questo la Wta avrebbe dovuto fermarli. La settimana scorsa alla russa Vera Zvonareva era statoi impedito di entrare in Polonia per prendere parte agli Open di Varsavia per motivi di “sicurezza dello Stato e incolumità pubblica”.

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Tajani “La transizione ecologica va affrontata con pragmatismo”

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PALERMO (ITALPRESS) – “Transizione ecologica e lotta al cambiamento climatico sono al centro del Pnrr: per il governo sono due priorità e vanno affrontate in termini non ideologici ma pragmatici”. Così il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine dell’incontro con le squadre operative di Vigili del fuoco, Corpo forestale e Protezione civile al comando Palermo Falde, nel capoluogo siciliano. xd8/vbo

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Scoppia il caso diplomifici, indagine su 10 mila esami sospetti

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AGI – Diecimila diplomi ‘sospetti’ sarebbero stati assegnati ad altrettanti studenti nel corso della Maturità 2023: lo denuncia Tuttoscuola in un dossier dal titolo ‘Maturità: boom dei diplomi facili‘.

E, sulla base di questa inchiesta, il Ministero dell’Istruzione e del Merito avvierà una indagine ispettiva. L’anno scorso oltre 30mila studenti si sono spostati dalla scuola statale alla paritaria nel passaggio dalla quarta alla quinta delle superiori: circa un terzo si sono rivolti a 92 istituti paritari (su 1.423), che hanno avuto, come ogni anno, un’esplosione di iscritti: 82 sono in Campania, 6 nel Lazio e 4 in Sicilia.

Ma gli studenti che vanno a prendere lì il titolo, provengono da tutta Italia, alimentando un vero e proprio ‘turismo da diploma’. E cosi’ evadono l’obbligo di frequentare almeno tre quarti delle lezioni.

Un vero mercato dei titoli di studio, in poderosa crescita, con un giro d’affari di almeno 50 milioni di euro l’anno. Un macigno sulla credibilità della scuola italiana. Le vie della ‘maturità facile’ sono borderline, prosegue il comunicato, sulla linea di confine tra legale e illegale. 

Il dossier punta i fari sul mondo dei diplomifici, poche ‘mele marce’ nascoste nella scuola paritaria, che invece svolge nel complesso un servizio pubblico insostituibile per il Paese: numeri, geografia del fenomeno, meccanismi di funzionamento.

Dal 2015 a oggi il numero di iscritti al quarto anno negli istituti paritari è rimasto stabile (intorno a 18 mila). L’anno successivo in quinta il boom: 35 mila (2016), 40 mila (2019), 45 mila (2020), fino agli oltre 50 mila del 2022.

Con un tasso di incremento dalla quarta alla quinta ogni anno crescente, dal 92% di sette anni fa al 166% dell’anno scolastico da poco terminato. Tuttoscuola ha analizzato, scuola per scuola, quella variazione di iscritti: la quasi totalità delle scuole paritarie sono estranee al fenomeno che stiamo descrivendo.

E dove si concentra? In 92 istituti (il 6,5% dei 1.423 istituti paritari che portano studenti all’esame di maturità), che da soli costituiscono un incremento di 10.941 iscritti rispetto a quello complessivo di circa 30 mila. Registrano tutte un salto (nella maggior parte dei casi ripetutamente da anni) da 70 fino a quasi 300 iscritti tra il quarto anno e il quinto dell’anno successivo (esempio: un istituto e’ passato da 11 iscritti in quarta a 296 l’anno dopo in quinta), con percentuali di incremento che vanno dal 1500% al 6.800%.

Dove si trovano quei 92 istituti? Sono concentrati in sole nove province: tutte le cinque della Campania; del Lazio le province di Roma e Frosinone, della Sicilia le province di Palermo e Agrigento. Napoli detiene il primato per incremento di studenti dal 4 al 5 anno, con 59 istituti su 188, pari al 31,4% degli istituti paritari della provincia, seguita da Caserta con 6 istituti su 37 (16,2%) e da Salerno con 14 istituti su 103 (13,6%).

La Campania vede complessivamente interessati 82 istituti su 356 paritari situati in quella Regione, pari al 23%. Il Lazio 6 (su 185), la Sicilia 4 (su 68). Prendendo in esame la graduatoria ‘top 15’ degli istituti con maggior incremento di candidati nel passaggio dal 4 al 5 anno, si scopre che ben 13 istituti sono situati nella provincia di Napoli; uno in provincia di Benevento e uno in provincia di Roma. Sorprendente il caso di un istituto che negli ultimi due anni non aveva studenti iscritti al quarto anno, ma che ha registrato oltre 100 iscritti l’anno dopo il quint .

Un altro istituto ha avuto complessivamente negli ultimi sei anni soltanto 31 studenti iscritti al 4 anno, diventati in tutto 1.083 al 5 anno con un incremento di 1.052 iscritti nel sessennio ( 3.194%); un altro istituto con 138 iscritti al 4 nel sessennio diventati 1.388 al 5 con un incremento di 1.250 iscritti in più.

Ipotizzando una retta media di 5 mila euro, i ricavi di questo istituto solo per le iscrizioni al quinto anno sfiorerebbero nel sessennio i 7 milioni di euro. Perche’ tutti questi istituti raccolgono pochissimi iscritti fino al quarto anno, mentre esercitano una forte attrazione, capace di portare iscritti da tutta Italia, nell’anno della maturità?

L’evasione dell’obbligo di frequentare almeno tre quarti delle lezioni è quasi certamente una delle risposte, in quanto costituisce il motivo della forte attrattiva di candidati da tutta Italia.

Passando ai dati complessivi del sistema paritario (che includono come detto sia quelli della grande maggioranza di istituti che presentano condizioni del tutto fisiologiche, sia quelli di alcune decine di scuole fortemente sospettabili di essere dei diplomifici), emerge che nel periodo che va da 2015-16 al 2022-23 l’incremento cumulato di iscritti registrati a livello nazionale nelle scuole paritarie tra il quarto e il quinto anno delle superiori è stato di 166.314 (dai 125.998 iscritti al quarto ai 292.312 al quinto: 132%): ebbene, dei 166 mila, circa 105 mila riguardano istituti paritari della Campania, pari a un incremento del 691%. In tutte le restanti Regioni sommate insieme l’incremento e’ stato di 61.587, pari al 56%.

In Lombardia, per esempio – la Regione con il maggior numero di abitanti e di studenti, dove funziona un numero di istituti paritari di secondaria di II grado (370) molto simile a quello della Campania – l’incremento è stato di 2.646, pari al 6%. In termini di valori assoluti registrati nel settennio, le regioni con minori incrementi sono state la Liguria con 119 studenti, il Friuli VG con 184, l’Umbria con 269.

Aggregando per aree i dati delle singole regioni, risulta che il Sud nel corso del settennio 2015-16/2022-23 ha fatto registrare un incremento complessivo di 112.673 studenti interni, pari al 573,6%: in media circa 16 mila l’anno. All’opposto, gli istituti settentrionali hanno fatto registrare incrementi pressoché fisiologici, al di sotto del 9%: in media poche centinaia l’anno. Quanto costa mediamente un diploma? Gli operatori del settore offrono servizi variegati: il recupero degli anni scolastici, l’esame di idoneità, il conseguimento del diploma.

C’è un catalogo differenziato, ogni servizio ha un costo, con possibilità di risparmiare per pacchetti integrati. Per il recupero degli anni scolastici la maggior parte degli istituti, secondo le informazioni desumibili nel web, chiede una cifra compresa tra i 1.500 e i 3.000 euro, più una tassa d’iscrizione che va da 300 a 500 euro. Per gli esami di idoneità, il prezzo varia tra i 1.500 e i 3.000 Euro. Per il diploma di maturità la retta media è 2.500-4.500 euro. Ma ci sono casi in cui si arriva a 8.000 o addirittura a 10.000 euro. Per chi può permetterselo, ovviamente, conclude Tuttoscuola.

In merito a questa inchiesta il Ministero dell’Istruzione e del Merito avvierà una serie di accertamenti. Nel frattempo, sarà bandito a breve un concorso per il reclutamento di 146 ispettori che porterà a saturare l’organico attuale (190 Posti). Sotto il profilo normativo, verranno valutati alcuni correttivi che diano più strumenti in sede ispettiva per verificare la sussistenza dei requisiti per la parità. Si sta anche lavorando per inserire nella legge di Bilancio risorse idonee per incrementare ulteriormente l’organico dei dirigenti tecnici. Il ministero sottolinea inoltre che nel piano semplificazioni è presente una apposita misura dedicata alle scuole paritarie.

Si tratta di un progetto che ridisegna e digitalizza la procedura di riconoscimento della parità, rafforzando i controlli anche in itinere, a sostegno delle attività ispettive. Questa misura punta, fra l’altro, a ridurre le distorsioni dei “diplomifici”, espungendoli dalle scuole riconosciute.

È poi stato previsto un ulteriore provvedimento per velocizzare l’erogazione dei contributi statali alle scuole paritarie di qualità, molte delle quali sono in costante affanno e rischiano la chiusura a causa dei gravi ritardi oggi esistenti. Queste scuole, in una logica di sussidiarietà orizzontale, svolgono un ruolo di grande aiuto al Paese, soprattutto per quanto riguarda l’infanzia e la primaria. 

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Attentato a Chinnici: quando Palermo divenne Beirut

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In via Pipitone Federico, in un elegante quartiere residenziale, c’è la piacevole calma delle mattinate estive; la città è semivuota, molti palermitani sono già da tempo nella casa al mare: E’ il  29 luglio del 1983 Rocco Chinnici, nel suo appartamento al terzo piano, si è alzato presto, verso le cinque, come ogni mattina, e sta lavorando alle sue carte nello studio, con il balcone aperto. Forse, affacciandosi per prendere un pò d’aria ha notato una 126, posteggiata proprio davanti al portone.

Sono le otto e la via adesso è un pò più animata: il panificio, al piano terra dello stabile, ha alzato le saracinesche, il portiere Stefano Li Sacchi ha aperto la portineria. Arriva la blindata di Chinnici, un’Alfetta beige, guidata da Giovanni Paparcuri, e l’Alfasud dei Carabinieri della scorta, con a bordo il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta.

C’è anche una gazzella dei carabinieri che da qualche mese, da quando le minacce al giudice si sono fatte più gravi, ha il compito di rinforzare la sorveglianza nel punto forse più pericoloso del tragitto casa-ufficio. Davanti al portone c’è sempre la 126 posteggiata. Il consueto saluto affettuoso ai familiari e poi giù per le scale. E’ una mattina qualsiasi nella quiete dell’estate in città, quel ventinove luglio. Sono le otto e dieci. Una devastante esplosione scuote violentemente l’intero isolato. E’ la 126:è stata imbottita di tritolo e fatta esplodere con un comando a distanza nel momento in cui Chinnici, per poter salire sulla blindata, è costretto a passarvi accanto. E’ l’inferno. Palermo come Beirut, titoleranno i giornali.

Sulla strada, in mezzo alle carcasse delle auto ed all’acqua fuoriuscita dalle tubazioni scoppiate, si distinguono a fatica i corpi senza vita, devastati dall’esplosione. Oltre al magistrato, ci sono Trapassi, Bartolotta e Li Sacchi. Nell’auto di servizio, l’autista Giovanni Paparcuri, parzialmente protetto dalla blindatura, è gravemente ferito e privo di sensi.

Sopravviverà, ma senza mai superare del tutto i problemi fisici procuratigli dalla parziale esposizione all’onda d’urto. Ci sono decine di feriti, anche all’interno delle abitazioni. E tra i feriti due bambini. Era la preoccupazione più grande, per Rocco Chinnici, negli ultimi tempi, quella di poter coinvolgere in un possibile attentato un familiare, un passante, un uomo della scorta.

Se avesse potuto, avrebbe chiesto che altri uomini non morissero con lui. Per secondi lunghi come ore, dopo l’assordante fragore c’è un silenzio irreale su quella scena irreale. Poi le grida di dolore, di disperazione, le sirene di Polizia e Carabinieri con gli agenti che scendono dalle volanti e rimangono impietriti e sbigottiti senza sapere cosa fare. Più tardi la rabbia, il brusio, le telecamere, i curiosi, i rilevamenti, le autorità, gli amici, i parenti, alcuni cittadini.

Una ferita profonda alla coscienza civile della città, questa volta anche a quella parte allora solitamente indifferente o convinta che, in fondo, chi fa questa fine, anche se nel giusto, se la va un pò a cercare. Non più soltanto pochi grammi di piombo e polvere da sparo. Ma tritolo. A quintali. E non si resta indifferenti. Uno scenario impensabile in un paese civile. Eppure destinato a ripetersi. Altre due volte: il 23 maggio 1992 per Giovanni Falcone e il 19 luglio 1992 per Paolo Borsellino.

Era stato proprio Rocco Chinnici a costruire il pool antimafia del quale falcone e Borsellino sarebbero stati i protagonisti dopo la sua morte. Chinnici nasce a Misilmeri, nel palermitano, il 19 gennaio del 1925. Entra in magistratura nel 1952. Dopo un lungo periodo di permanenza a Partanna come pretore, nell’aprile del 1966 si trasferisce a Palermo, giudice dell’ottava sezione dell’Ufficio Istruzione del Tribunale. Dai primi anni Settanta inizia ad occuparsi di delicati processi di mafia. Nel 1975 diviene Consigliere Istruttore Aggiunto.

Quattro anni dopo, nel 1979, è nominato Consigliere Istruttore, proprio negli anni in cui la mafia sferrava un terribile attacco allo Stato. Chinnici ha allora una intuizione che fa di lui un magistrato particolarmente moderno: progetta e crea, nel suo ufficio, un gruppo di lavoro, una scelta per allora rivoluzionaria e non ancora supportata da un apposito sostegno legislativo, dando forma a quello che sarà poi definito “pool antimafia”. Accanto a sé, Chinnici chiama due giovani magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ed è proprio con loro che mettee in cantiere i primi ati d’indagine di quelli che si caratteerizzeranno come i piu’ importanti processi di mafia degli anni Ottanta.

L’attività di Chinnici non si esaurisce, però, all’interno delle aule giudiziarie: è un magistrato impegnato a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, rivolgendosi, particolarmente, alle giovani generazioni. Quando Cosa Nostra lo uccide, ha 58 anni. Il maresciallo Mario Trapassi Trapassi Era nato a Palermo l’8 dicembre 1950. Appena diciannovenne si arruolò nell’Arma dei Carabinieri frequentando il corso di sottufficiale. Dopo il primo incarico operativo a Torino, dove lavoro’ subito a fianco del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, nel 1978, ottenne il trasferimento in Sicilia, prestando prima servizio a Termini Imerese e dopo a Palermo.

Nel difficile periodo degli omicidi di mafia, ben conscio del pericolo che correva, accettò l’incarico di capo scorta di Paolo Borsellino che, a sua volta, era da poco giunto all’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo. Grazie all’efficienza ed alla capacita’ mostrate nel servizio, venne allora individuato per assumere il ruolo di responsabile della sicurezza del magistrato che appariva – in quel particolare momento – come il più esposto: Rocco Chinnici, capo dell’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo. Si fece apprezzare per le sue doti umane oltre che per quelle professionali, diventando presto un amico – non solo un valido collaboratore – del magistrato. Lasciò la moglie e quattro figli, tutti in tenera età. E’ stato insignito della Medaglia d’oro al valor civile.

L’appuntato Salvatore Bartolotta Bartolotta era nato a Castrofilippo, nell’Agrigentino, il 3 marzo 1935. Raggiunta la maggiore età si arruolò nell’Arma dei Carabinieri. Dopo aver prestato servizio nelle città di Caltanissetta e Cefalù, venne assegnato definitivamente al Nucleo Investigativo presso la Caserma Carini di Palermo. Fu proprio a fianco di Chinnici, allora giovane giudice dell’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, tra il ’71 e il ’73 che iniziò il servizio di scorta a personalità civili. Quando, alla fine degli anni settanta, Chinnici fu nuovamente sottoposto a misure di protezione, la richiesta dall’appuntato Bartolotta di tornare a scortare il giudice si incontrò con l’istanza di Chinnici, che lo indicava come il più adatto ad assolvere il delicato e rischioso compito di agente di tutela.

Lasciò la moglie e 5 figli in età infantile. E’ stato insignito della medaglia d’oro al valor civile. Stefano Li Sacchi Il portiere dello stabile in cui abitava Rocco Chinnici era nato il 2 giugno 1923 a Geraci Siculo. Nonostante l’intelligenza vivace, non potè proseguire gli studi che abbandonò da fanciullo per aiutare la famiglia nel lavoro dei campi. Dopo le nozze con Nunziata, la moglie che amò teneramente, si trasferì a Palermo, lavorando come portiere con responsabilità e senso del dovere, guadagnandosi la stima e la fiducia di quanti lo conobbero e, nell’espletamento della sua attività, quel tragico 29 luglio trovò la morte.

Ha dedicato la sua vita ai suoi affetti più cari: la moglie e la nipote Lucia, che ha allevato ed educato con l’affetto e la dedizione di un padre, ed a loro rimane il ricordo struggente della sua grande voglia di vivere, della sua allegria e della disponibilità d’animo nei confronti del prossimo. Chinnici, che con lui condivideva le origini rurali, lo stimava affettuosamente.

Probabilmente anche Stefano Li Sacchi era consapevole del rischio che correva nel trovarsi vicino al magistrato. Eppure ciò non lo indusse mai ad assumere un atteggiamento timoroso. Anzi ostentava con orgoglio il rapporto amichevole che aveva col giudice, spesso accompagnandolo fino allo sportello della “blindata”.

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I primi di agosto portano il maltempo soprattutto al Nord 

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AGI – Possibile maltempo sull’Italia soprattutto al Nord, in questi primi giorni di agosto. Secondo le previsioni del Centro Meteo Italiano, stiamo per entrare in una fase perturbata accompagnata da un calo delle temperature. Luglio si congeda all’insegna del caldo con un campo di alta pressione di matrice azzorriana che si estende dall’Atlantico verso il Mediterraneo occidentale.

“Questo determina condizioni meteo asciutte sull’Italia, specie centro-meridionale, – spiega il Cmi – con temperature in rialzo ma senza particolari eccessi di caldo. Qualche temporale in più sulle regioni del Nord, prima sulle Alpi e poi anche sulle pianure. Peggioramento meteo per l’inizio del mese di agosto.

Prossima settimana probabili temporali al Nord 

La prossima settimana avremo sostanzialmente condizioni meteo stabili al Centro-Sud e maggiore probabilità di temporali al Nord Italia. Questo per la presenza di una vasta area depressionaria tra Isole Britanniche e Scandinavia, la quale lambirà anche la nostra Penisola. Temperature che risulteranno in linea con le medie del periodo, lieve rialzo sul finire della settimana al Centro-Sud con valori di 2-4 gradi sopra media ma solo temporaneamente”.

Secondo il Centro Meteo Italiano, “entro il primo weekend di agosto ecco un affondo perturbato che potrebbe interessare il Mediterraneo centrale portando un netto peggioramento meteo in Italia ma soprattutto aria decisamente fresca. Previsti al momento anche 6-8 gradi al di sotto delle medie del periodo” Agosto che “stando alle ultime proiezioni dei modelli stagionali – aggiunge il Cmi – dovrebbe vedere anomalie positive di temperature su gran parte dell’Europa ma senza particolari eccessi.

Valori più elevati sui settori centro-orientali del continente. Per quanto riguarda le precipitazioni potrebbe invece assistere a un surplus proprio tra Europa occidentale e Mediterraneo centrale. Poche anomalie localmente negative invece sul resto del continente. Agosto potrebbe trascorrere con temperature di poco sopra media in Italia specie al Centro-Nord. Precipitazioni che potrebbero invece risultare in media o anche al di sopra un pò ovunque”.

Le previsioni

In dettaglio le previsioni per oggi:

– Al Nord: Al mattino tempo stabile con cieli sereni o poco nuvolosi, addensamenti da nuvolosità bassa sulla Liguria. Al pomeriggio acquazzoni o temporali in sviluppo sulle Alpi con locali sconfinamenti verso le pianure sul Piemonte, asciutto altrove con cieli soleggiati. In serata fenomeni in sconfinamento verso la Pianura Padana, più asciutto tra Liguria ed Emilia Romagna. Acquazzoni e temporali sparsi attesi nella notte tra Lombardia e Triveneto. Temperature minime e massime in rialzo. Venti deboli dai quadranti orientali. Mari poco mossi o localmente mossi.

– Al Centro: Al mattino tempo stabile su tutti i settori con prevalenza di cieli sereni o poco nuvolosi. Al pomeriggio nessuna variazione con tempo asciutto e cieli soleggiati, salvo della nuvolosità in sviluppo sui settori appenninici. In serata si rinnovano condizioni di tempo stabile con prevalenza di cieli sereni. Temperature minime e massime in aumento. Venti deboli di direzione variabile. Mari poco mossi o localmente mossi.

– Al Sud e sulle Isole: Al mattino tempo stabile con prevalenza di cieli sereni. Al pomeriggio nessuna variazione con cieli per lo più soleggiati, salvo locali addensamenti nelle zone interne. In serata si rinnovano condizioni di tempo stabile con cieli sereni ovunque e qualche disturbo da nuvolosità bassa sulle coste della Sardegna. Temperature minime e massime in rialzo. Venti deboli di direzione variabile. Mari poco mossi o mossi. 

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In fiamme deposito di rifiuti a Ciampino

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In fiamme deposito di rifiuti a Ciampino

ROMA (ITALPRESS) – Un incendio è divampato in un impianto di stoccaggio di rifiuti a Ciampino, alle porte di Roma. Non ci sono feriti. Dal rogo si è levata una colonna alta di fumo nero. Il Comune ha invitato i residenti a tenere le finestre chiuse. I vigili del fuoco sono impegnati nelle operazioni di spegnimento e nel tentativo di circoscrivere le fiamme. Nessuna ripercussione per i voli del vicino aeroporto. Stop invece ai treni lungo la tratta Roma-Velletri, tra Ciampino e Pavona. vbo
(fonte video Vigili del Fuoco)

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Ciucci “Per il Ponte sullo Stretto è la volta buona, inizieremo nel 2024”

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PALERMO (ITALPRESS) – “Sono convinto che sia la volta buona, ci sono tutti i presupposti per realizzare la più grande infrastruttura strategica che cambierà profondamente lo scenario trasportistico non solo per la Sicilia e la Calabria, ma per l’intero Paese. L’obiettivo, come previsto dalla norma, è di arrivare all’approvazione del progetto esecutivo entro il mese di luglio del 2024, con immediato avvio dei lavori. E’ certamente sfidante, ma ritengo che questo obiettivo sia raggiungibile grazie al grande lavoro svolto dalla Società negli anni, insieme alla sua squadra di contraenti, dal Comitato Tecnico Scientifico, dal Territorio e dalle Istituzioni, nel redigere e approvare il progetto definitivo dell’Opera. Senza questa solida base di partenza non sarebbe possibile procedere nei tempi indicati”. Così, in un’intervista a LiveSicilia, Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina, che in merito ad alcune osservazioni mosse da Carlo Doglioni, presidente INGV, commenta: “Ritengo che il Presidente Doglioni faccia riferimento all’adeguamento del progetto del Ponte alle nuove norme tecniche in materia di sicurezza, compatibilità ambientale e agli approfondimenti tecnici (vento e sisma) identificati a suo tempo al momento dell’approvazione del progetto definitivo. Sono tutti aggiornamenti in corso da parte del Contraente generale previsti, tra l’altro, anche dalla Legge 58/2023 per il riavvio dell’Opera”.
In merito al business plan “l’importo di 13,5 miliardi di euro – sottolinea Ciucci – è da considerare come tetto massimo previsto per la realizzazione dell’opera”. “Il Ponte non rientra nell’ambito del PNRR – aggiunge -. Le tariffe applicate verranno definite nell’ambito del Piano Economico Finanziario, tenuto conto della quota di copertura tramite fondi pubblici. Rimangono in ogni caso importanti vantaggi per gli utenti e per i residenti in termini di miglior livello di servizio e di minor tempo di attraversamento consentiti dalla realizzazione dell’Opera”.
“Recentemente abbiamo tenuto il primo di una serie di incontri con i vertici regionali” di Sicilia e Calabria, ricorda Ciucci, aggiungendo: “Ritengo che il rapporto sia molto positivo, fattivo e concreto perchè il Ponte è del territorio e realizzato per il Territorio. Non è un’Opera ‘importatà, calata da altrove, ma accoglie le indicazioni strategiche progettuali ricevute da Sicilia e Calabria. Il dialogo e la necessaria collaborazione saranno continui e costanti”.
“Anzitutto – prosegue – mi preme sottolineare il rilevante contributo del Territorio all’ottimale inserimento dell’Opera nel contesto dell’area dello Stretto. Basti pensare alla realizzazione delle tre fermate ferroviarie in sotterraneo (Papardo, Annunziata, Europa) che unite alle stazioni di Reggio, Villa San Giovanni e Messina mirano a dare concretezza ad un sistema metropolitano interregionale tra Messina e Reggio Calabria. Una metropolitana a servizio degli oltre 400.000 abitanti dell’area dello Stretto. E poi ci sono le opere di collegamento del Ponte finalizzate a una migliore integrazione dell’infrastruttura con il territorio attraverso circa 40 km di raccordi connessi alla rete stradale e ferroviaria siciliana e calabrese”.
“Ampliando l’orizzonte dell’area metropolitana dello Stretto, con il Ponte si avrà la possibilità di realizzare una macroarea economico logistica tra Sicilia e Calabria – spiega Ciucci -. Questo grazie allo sviluppo del sistema portuale attraverso la creazione di un grande sistema territoriale da Augusta a Gioia Tauro che stimolerà lo sviluppo e la capacità competitiva nei confronti dei grandi sistemi internazionali. Il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria offre infatti la possibilità di dar vita ad un unico sistema che scambia container, sistemi retroportuali, uomini e manager, macchine di lavoro e servizi, con certezza dei costi, dei tempi di percorrenza, di accettabilità dei trasferimenti e della qualità del servizio”.
“Ancor più che rispetto al passato – tiene a puntualizzare Ciucci – il Ponte si inserisce in un contesto di sviluppo infrastrutturale più ampio che mira a potenziare la rete dei trasporti a beneficio dell’Italia. Richiamo al riguardo i significativi investimenti del governo sulla rete stradale e ferroviaria in Sicilia e Calabria. Un impegno, quello del Ministero delle Infrastrutture, senza precedenti che al 2030 prevede opere per circa 70 miliardi tra Sicilia e Calabria che daranno vita ad un sistema di trasporti sostenibile, sia in termini di rilancio economico che sociale delle due regioni”.
“Come previsto dal progetto e dal contratto stipulato con il Contrante generale, per la costruzione dell’opera sono previsti 8 anni a partire dall’avvio dei lavori, previsto nel 2024”, conclude l’amministratore delegato della società Stretto di Messina.
foto Agenzia Fotogramma
(ITALPRESS).

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Uccide l’ex fidanzata a coltellate e si costituisce

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AGI – Ha ucciso l’ex fidanzata e si è costituito all’alba alla Polizia locale di Cologno Monzese. Un ragazzo ventitreenne italiano di origini marocchine, è ora in stato di fermo alla caserma dei Carabinieri.

L’omicidio risalirebbe alla notte di venerdì ed è avvenuto nell’appartamento della ragazza ventenne dopo una serata trascorsa insieme a lei e un’amica. Sono in corso le indagini per ricostruire la dinamica dei fatti e il movente dell’omicidio.

Il pm di turno di Monza è nella caserma dei carabinieri di Cologno Monzese per l’interrogatorio del  ventitreenne. Il magistrato ha svolto anche un sopralluogo nell’appartamento dove è stato commesso l’omicidio. Sono in corso i rilievi della sezione investigazioni scientifiche del nucleo investigativo dell’Arma. 

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È morta Mati, il cane di Chiara Ferragni

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AGI – È morta Matilda, la bulldog francese di Chiara Ferragni. La cagnolina, cui l’imprenditrice e influencer era molto legata, era malata da tempo. A dare la notizia è stata la stessa Ferragni, con un post su Instagram: “Sarai sempre la mia prima bimba”

È stato grazie a Matilda, ha raccontato l’imprenditrice, che ha conosciuto Fedez, che le dedicò una canzone. E anche il cantante le ha dedicato un post: “Sei stata parte della nostra famiglia e forse qualcosa di più”.

Nel lungo post dedicato a ‘Mati’, come era conosciuta la bulldog, Ferragni ricorda i tredici anni passati insieme e gli ultimi giorni, in cui le ha detto “in un orecchio tutto quello che volevo dirti”. 

L’influencer ricorda che è stata proprio Mati a farle conoscere Fedez: “Se non fossi stata la mia Matildona come poteva essere diversa la mia vita? Quando ti ho scelta, ancora ragazzina, mai avrei pensato che avresti conosciuto i miei bambini, e invece sei stata stupenda anche nel ruolo di “sorella maggiore”: hai regalato loro l’esperienza di amore incondizionato verso un animale che diventa famiglia”.

 

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