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Tg Sport – 25/7/2023

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Tg Sport - 25/7/2023

In questa edizione:
– Follie d’Arabia, l’Al-Hilal offre 700 milioni a Mbappé
– Il calcio piange Trevor Francis, giocò con Sampdoria e Atalanta
– Mondiali nuoto, medaglie importantissime per l’Italia
– Basket, Nico Mannion non giocherà il Mondiale
– Vingegaard concede il bis al tour, Ciccone a pois a Parigi
– Dai Mondiali di para-archery sei pass per Parigi

ari/gtr

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Gli incendi devastano Palermo e la Provincia, tre morti per i roghi

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PALERMO (ITALPRESS) – Devastato dagli incendi il territorio del Palermitano. Ed incominciano a contarsi anche i morti.
La situazione resta critica, soprattutto nel capoluogo siciliano, tanto che il Dipartimento di Prevenzione della Asp di Palermo ha rivolto un appello alla cittadinanza, invitando la popolazione ad evitare di stare all’aperto.
“Le alte temperature registrate in questi giorni in tutto il territorio della Città Metropolitana di Palermo, unitamente alla presenza di fumo generato dai numerosi incendi, potrebbero determinare nella popolazione esposta, con particolare riguardo alle persone più deboli, l’insorgenza di disturbi dell’apparato cardio-circolatorio e respiratorio”, si legge nell’avviso alla popolazione diramato dal Dipartimento di Prevenzione della Asp di Palermo che, “nelle more della mitigazione del fenomeno e di acquisire il risultato delle analisi in corso di esecuzione”, raccomanda “di evitare l’esposizione a lungo all’aperto, se non in casi strettamente necessari”. “L’indicazione – sottolinea il commissario straordinario dell’Asp, Daniela Faraoni – trova particolare applicazione nei soggetti anziani e fragili ai quali si raccomanda di non uscire di casa se non per motivi eccezionali e possibilmente accompagnati”.
La nota è stata divulgata dal Comune di Palermo, dopo l’allarme lanciato dal sindaco Roberto Lagalla: “Da ieri sera Palermo è al centro di un attacco di fuoco che la circonda e la condiziona gravemente. Un migliaio di cittadini ha dovuto abbandonare le case”.
Ed incominciano a contarsi le prime vittime. Una donna anziana è morta nella propria abitazione di San Martino delle Scale, frazione di Monreale, perchè i sanitari del 118, per via degli incendi che stanno interessando la città di Palermo e la provincia, non sono riusciti a prestarle soccorso e a raggiungere casa sua. La vittima è una 88enne, in precarie condizioni di salute e con la febbre alta. Aveva richiesto l’intervento dei soccorritori, ma il rogo divampato nella zona di San Martino delle Scale ha impedito loro di raggiungere in tempo la sua abitazione. Mentre due cadaveri carbonizzati sono stati trovati in un’abitazione rurale in Fondo Orsa, a Cinisi, nel palermitano. I corpi sono stati identificati. Si tratta di due anziani vittime
dell’incendio che da ore divampa nella zona.
Le fiamme hanno investito anche la discarica di Bellolampo. E disagi nell’erogazione idrica si registrano sempre a causa dell’emergenza incendi, rende noto l’Amap, sottolineando in una nota che i disservizi a Baida sono in fase di completa risoluzione grazie alla piena riattivazione del pozzo “Piastra”. Nelle prossime ore potranno verificarsi forti riduzioni delle pressioni nei seguenti distretti pedemontani: Boccadifalco parte bassa, Borgo Nuovo, Passo di Rigano e Cep. Allo stato attuale non si registrano disservizi significativi in altre zone della Città. I tecnici della società sono attivi sul territorio anche in collaborazione con i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile per affrontare l’emergenza.
La morsa degli incendi che attanaglia da ieri il palermitano ha portato alla evacuazione di 1000 persone circa ad Altofonte e circa 500 a Palermo. Lo fa sapere la Protezione civile regionale, sottolineando che “gli incendi che stanno interessando tutta la zona collinare periferica di Palermo, al momento, sono in gestione. I canadair del Dipartimento Nazionale e gli elicotteri della forestale regionale alle prime luci dell’alba hanno iniziato a operare spegnendo, nonostante il vento e le turbolenze, le fiamme più pericolose. Le zone più colpite del palermitano sono Altofonte, zona Baita, Ciaculli, Mondello, Tommaso Natale, Capo Gallo, Pizzo Sella, Borgetto, Terrasini, Poggio Ridente, Capaci, Le Roy Merlin, Isola delle Femmine”.
A San Martino delle Scale, frazione di Monreale, le fiamme sono arrivate a lambire alcune abitazioni del Villaggio Montano, dove risiedono circa 500 abitanti. I residenti sono rimasti isolati ed hanno tempestato di telefonate i centralini del 112 e del 115.
“La situazione è messa male perchè siamo soli, i canadair non arrivano, non ci hanno mandato neanche le autobotti”, dichiara preoccupato Gaetano Politi, che ha una casa estiva a Villaggio Montano, ed è stato raggiunto telefonicamente dall’Italpress.
Le fiamme hanno distrutto una concessionaria d’auto, la Nuova Sport Car, a Isola delle Femmine. In fumo l’officina e decine di auto che erano parcheggiate nel piazzale. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco.
Le fiamme hanno anche interessato le Madonie. Ed a causa dell’emergenza incendi che sta interessando la Sicilia, alcune arterie sono chiuse al traffico. Nel palermitano, l’autostrada A19 tra Villabate e Palermo è tornata percorribile, ma è adesso chiusa, in entrambe le direzioni, tra Buonfornello e Scillato.
E’ stata riaperta alla circolazione la strada statale 120 “Dell’Etna e delle Madonie”, tra il km 12 e il km 18, a Cerda, ma la stessa statale è adesso chiusa al km 73 in località Madonnuzza. Rimane inoltre chiusa la strada statale 186 “Di Monreale”, dal km 19,100 al km 24,200, a Borgetto.
Paura per due vigili del fuoco coinvolti nelle operazioni di spegnimento degli incendi a Palermo. Per le alte temperature hanno subito un forte stress termico e i colleghi li hanno portato nei pronto soccorso degli ospedali Civico e Cervello. Uno dei due stava operando proprio alle spalle ospedale Cervello e l’altro a Bagheria. Attualmente vengono monitorati i valori di pressione e della saturazione. Entrambi, in via precauzionale, vengono aiutati a respirare con maschere d’ossigeno.
In queste ore stanno lavorando su Palermo e provincia ventidue squadre di vigili del fuoco per un totale di un centinaio di pompieri. Le squadre palermitane sono coadiuvate da due di Catania, due di Caltanissetta, due di Enna. In tutta la regione il direttore Gaetano Vallefuoco ha disposto il raddoppio dei turni i comandi, quando si liberano delle squadre dalle altre provincie siciliane vengono dati in cambi.
I fronti di fuoco attualmente più vasti e pericolosi che lambiscono case e palazzi sono in zona Brancaccio in via Brasca, la zona del cimitero Santa Maria di Gesù anche la chiesa è minacciata dalle fiamme, brucia anche la zona di Capo Gallo e preoccupa la situazione della discarica di Bellolampo. Non si contano più i cittadini che per paura del fuoco e del fumo scappano in autonomia con l’ausilio degli agenti di polizia e dei carabinieri che pattugliano il territorio cittadino.
I fronti di fuoco più vasti e pericolosi a Palermo sono quelli di viale Regione, zona Inserra, San Martino delle Scale e Monreale.
foto xd6 Italpress
(ITALPRESS).

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Bruciano anche la Calabria e la Puglia

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AGI – Non solo Sicilia dove la situazione legata agli incendi è sempre più difficile e critica. I roghi divampano in tutta Italia con le regioni del Sud particolarmente colpite negli ultimi giorni. In molte zone si procede a evacuazioni, le strade vengono chiuse e si moltiplicano gli inviti da parte delle forze dell’ordine di fare attenzione alle allerte laciate sul territorio. 

Almeno 80 roghi in Calabria

È una giornata di vera emergenza in Calabria a causa degli incendi. Secondo quanto riferiscono i vigili del fuoco, al momento nella regione sono circa ottanta i roghi ancora attivi che vedono impegnati tutti i mezzi aerei della flotta antincendio e oltre 360 unità, mentre gli incendi domati nelle ultime 24 ore sono una sessantina.

La provincia maggiormente colpita è quella di Reggio Calabria, che ha anche registrato una vittima, un 98enne di Cardeto, nell’Aspromonte, rimasto imprigionato dalle fiamme nella sua abitazione: roghi sono stati censiti sia sulla costa tirrenica del Reggino, tra Bagnara e Scilla, sia sulla costa ionica.

Per rafforzare gli interventi nel Reggino è arrivata anche una colonna mobile dalla Basilicata. Criticità sono segnalate dai vigili del fuoco nella provincia di Crotone, con sei squadre impegnate in altrettanti incendi e con molti uomini e mezzi dispiegati soprattutto nella zona di Petilia Policastro.

Nella provincia di Catanzaro problemi si registrano nella zona sud del capoluogo di regione dove in via precauzionale polizia di Stato e polizia locale hanno provveduto alla evacuazione di alcune abitazioni. In quella di Cosenza, criticità nel comune di Acri, dove un incendio ha interessato anche due abitazioni, e a Grisolia, dove le fiamme si sono propagate in prossimità del centro abitato. Attualmente – riferiscono ancora i vigili del fuoco – tutti i comandi provinciali sono attivati per richiamare in servizio personale di turno libero. 

Salento e Gargano

Dalla pineta alle auto, fino alle abitazioni. Bagnanti e villeggianti evacuati. Brucia il Salento e la zona a ridosso della spiaggia di San Cataldo, a Lecce. Da quattro ore sono finiti in fiamme oltre dieci ettari di macchia mediterranea e pineta. Per precauzione sono stati evacuati un centinaio di bagnanti e le auto parcheggiate in zona. Qualche vettura, infatti, è stata avvolta dalle fiamme, che hanno interessato anche diverse abitazioni balneari.

Gli occupanti sono stati fatti sgomberare, anche con la forza, davanti alle fiamme che avanzavano, mentre cercavano di aiutare i soccorritori con le pompe da giardino. Sono state portate via anche decine di bombole di gas dalle ville della zona, per evitare il peggio. 

Sarebbero quasi duemila i turisti evacuati da tre strutture di Vieste, nel foggiano, in località Baia san Felice. Le fiamme, alimentate dal forte vento, si stanno avvicinando pericolosamente ad alcune strutture ricettive. Le operazioni rese difficili proprio per il forte vento. Il sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti, anche lui sul posto ha disposto l’evacuazione di tre strutture turistiche lambite dal fuoco che sono state evacuate: Resort Gattarella, Hotel Gargano e Hotel Portonuovo le strutture evacuate.

In azione anche i canadair. “Stiamo invitando i turisti – ha confermato il primo cittadino – a lasciare le strutture e recarsi in paese. Speriamo che i soccorritori riescano a spegnere le fiamme prima che queste possano danneggiare o distruggere le strutture stesse”. Diversi gli ospiti dei villaggi che, per paura, si sono riversati sulla spiaggia. Sul posto pattuglie della polizia stradale e dei carabinieri che stanno deviando il traffico: la zona interessata, infatti, si trova a ridosso della statale Mattinata-Vieste.

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Il geologo Mario Tozzi: fenomeni climatici attesi, tutti dovremmo preoccuparci 

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AGI – L’Italia è divisa in due. Il nord è stravolto dal maltempo – una ragazza di 16 anni che partecipava a un campo scout è morta dopo che un albero è caduto sulla tenda in cui stava dormendo nel Bresciano -, mentre il centro-sud del Paese è colpito da un’ondata di caldo africano, a Roma in poco più di 24 ore sono almeno 17 le persone svenute al Colosseo per le alte temperature. Ma perché avviene tutto questo? L’AGI ne ha parlato con Mario Mario Tozzi, 63 anni, geologo, divulgatore scientifico, saggista, autore e conduttore televisivo italiano. 

Cosa sta succedendo professore?

Sta accadendo quanto gli scienziati specialisti del clima ci dicono ormai da parecchio tempo e ce lo dicono nella stragrande maggioranza di casi, nella quasi totalità. E cioè che c’è un cambiamento climatico anomalo rispetto al passato, accelerato e globale, ma che poi questo cambiamento in certe regioni particolari – come l’Italia – può assumere queste caratteristiche apparentemente opposte: da un lato la siccità, la desertificazione e quindi anche gli incendi, e dall’altro invece le precipitazioni. È esattamente quello che era stato previsto.

Da cosa dipende?

Dipende in entrambi i casi dall’eccessiva quantità di calore in atmosfera, che da un lato viene evacuata attraverso perturbazioni metrologiche a carattere violento che permettono per esempio chicchi di grandine grossi come pesche, perché sono le correnti calde e ascensionali che li tengono in aria così tanto da farli accrescere in quella maniera, e dall’altro invece l’alterazione del ciclo dell’acqua e le temperature troppo alte che portano la siccità.

Gli ambientalisti mettono sul banco di accusa l’eccessiva antropizzazione delle coste, l’abuso indiscriminato del suolo. È d’accordo con questa tesi? 

Non lo fanno mica gli ambientalisti, lo fanno tutti gli studiosi, i ricercatori, lo fa l’ISPRA, che è l’istituto superiore che abbiamo in Italia per queste cose, che ci certifica un consumo di suolo non comune all’Europa. Circa uno o due metri quadrati ogni secondo di suolo vergine che passa vanno e poi finiscono a essere asfalto cemento, ad aumentare l’incapacità del terreno di assorbire l’acqua in profondità, di infiltrarsi, gli ambientalisti possono dire quello che vogliono, questi sono dati e i dati ci dicono che il maltrattamento del territorio ha tramutato in catastrofi quelli che sarebbero stati eventi naturali, seppure eventi naturali di portata non paragonabile con il passato anche se oggi sempre più frequenti.

Cosa pensa del fenomeno dell’eco-ansia o dell’ansia climatica?

Non ne penso assolutamente niente. Nel senso che, francamente, se io avessi chiara la situazione che ci descrivono tutti gli scienziati del clima, gli specialisti, e se ce l’avessero chiara pure le persone, tutti dovremmo essere ansiosi. Ma non tanto perché la cosa sia insormontabile, potrebbe anche essere affrontata e voglio dire pure mitigata o risolta addirittura. Ma dovremmo essere ansiosi per il fatto che nessun politico degno di questo nome al mondo ha l’idea di azzerare le emissioni come suggeriscono gli scienziati, anzi si fa tutto al contrario, si continua a dare carburante, come si vuole, sotto forma di sussidi pubblici in tutte le maniere al gas, al petrolio, al carbone. Tutto questo è francamente insopportabile, gli studiosi dicono che il 90% del carburante e il 90% del petrolio dovrebbero rimanere sottoterra se volessimo stare entro un grado e mezzo di incremento della temperatura nel prossimo futuro. E invece qui continuano a investire per prelevare tutto il possibile, così non funziona.

Cosa può fare appunto la politica? Cosa possiamo fare noi cittadini per cercare di frenare quanto meno questo cambiamento?

Noi cittadini possiamo fare delle cose, ma non sono le più importanti. Certo, ognuno di noi può contribuire. Per esempio, può spostarsi con vetture che non siano inquinanti. Può utilizzare energie rinnovabili, può viaggiare col treno invece che con l’aereo. Tutte cose buone da farsi che riducono la nostra impronta di anidride carbonica: ogni italiano emette circa 7 tonnellate di anidride carbonica all’anno e, comportandosi in quella maniera, le può dimezzare. Ma devono mettersi d’accordo i governi a livello mondiale: un accordo serio, non come quello di Parigi che è un accordo volontario dove ognuno sostanzialmente controlla solo se stesso. Se non si mettono d’accordo tutti i governi mondiali non ne usciamo. Se le multinazionali non decidono finalmente di non massimizzare più i profitti a qualsiasi costo non andiamo da nessuna parte. Se gli stati nazionali non definiscono i comportamenti virtuosi non andiamo da nessuna parte. Noi possiamo fare la nostra parte, per carità è sempre bene farlo, ma se manca tutto il resto non ci spostiamo.

Da quando siamo piccoli abbiamo sempre sentito parlare di glaciazioni e desertificazioni. La Terra sta per caso preparando eventi di questo tipo, che magari non vedremo noi ma vedranno i nostri figli o i nostri nipoti?

Il clima sulla Terra cambia per cinque ragioni. Quattro sono ragioni di lungo periodo o lunghissimo periodo, migliaia o decine di migliaia di anni. Una di queste è le cause antronomiche che provocano appunto quelle glaciazioni che abbiamo avuto due milioni di anni fa. Quelle dipendono dalle perturbazioni nelle caratteristiche astronomiche della Terra, quelle funzionano sempre, sono sempre in atto come anche il sole, le correnti oceaniche, la posizione dei continenti, va sempre bene. Ma c’è solo un parametro che muta in tempi brevissimi, decine di anni o secoli, ed è la presenza di gas serra, di anidride carbonica per intenderci, in atmosfera. Sugli altri parametri noi non possiamo fare niente, non è che possiamo modificare l’orbita della terra o le correnti oceaniche, ma certamente possiamo preoccuparci dell’immediato presente e su questo siamo noi gli attori e i responsabili.

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Sanità, Liguria seconda regione per il miglioramento delle performance

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GENOVA (ITALPRESS) – La Liguria rientra tra le regioni che assicurano i LEA (livelli essenziali di assistenza sanitaria) ed è la seconda regione italiana tra quante hanno fatto registrare un miglioramento delle performance nella graduatoria relativa alle prestazioni del 2021 raffrontate con quelle dell’anno precedente. Il monitoraggio dei LEA è stato effettuato per il secondo anno con il nuovo sistema di garanzia, affinato con un maggior numero di informazioni disponibili, e rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo attesta che l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza avvenga per tutti i cittadini in condizioni di equità, efficacia e appropriatezza. La Liguria è stata promossa in tutti e tre gli ambiti di riferimento: area distrettuale, area ospedaliera e prevenzione.
“Il lavoro di programmazione e la grande professionalità dei sanitari liguri paga – affermano il presidente della Regione Giovanni Toti e l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola – l’accelerazione avuta dalla Liguria in uscita dalla grave crisi pandemica è tra le prime nel nostro paese. Siamo certi che, grazie ai finanziamenti del Pnrr e al grosso potenziamento del territorio e del tessuto ospedaliero, questa crescita e il mantenimento di queste posizioni di vertice si consolideranno”.
“La nostra – spiega Filippo Ansaldi, direttore generale di Alisa – era stata tra le regioni che avevano sofferto di più nel periodo Covid ed è stata certamente tra quelle che hanno saputo ripartire più in fretta, accelerando per raggiungere ampiamente il livello delle prestazioni che devono essere garantite. Il percorso che è stato intrapreso per l’area distrettuale, in particolare, ha raggiunto il punteggio di 85,95 punti su 100 ed è destinato a crescere ulteriormente nei prossimi anni grazie al potenziamento del territorio e alle riforme che sono state programmate anche nell’ambito degli interventi previsti dal PNRR”.
Fra gli indicatori utilizzati che riguardano proprio l’area distrettuale nei quali la Liguria esprime ottime performance, vanno segnalati tra gli altri quello relativo al monitoraggio del tempo di risposta alle richieste di intervento sanitario che rivestono il carattere di emergenza urgenza (punteggio 97 su 100), quello che monitora la quota di prestazioni erogate nei tempi massimi previsti in relazione alla classe di priorità breve (91,69 su 100), quello che fornisce informazioni sull’offerta di strutture residenziali o semi-residenziali (97 su 100).

foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).

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Milano-Cortina, Malagò “Serve realismo, è corsa contro il tempo”

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MILANO (ITALPRESS) – “Milano Cortina 2026? Sono un inguaribile ottimista, ma serve realismo. E’ una corsa contro il tempo. Prima non sapevamo quali fossero scelte e valutazioni, oggi sappiamo quali sono le cose chiare, seppur nella loro complessità”. Lo ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò, nel corso della conferenza stampa al termine della Giunta Nazionale svoltasi a Milano, in occasione dei Mondiali di scherma. “Cosa mi preoccupa per l’Olimpiade? Tutto quello che non dipende da noi, uno può essere responsabile delle azioni proprie. Dipende dal cantiere, dalla ditta che deve consegnare i lavori. Noi non la possiamo gestire”.
– foto pia/Italpress –
(ITALPRESS).

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Italscherma, prime medaglie mondiali con Santuccio e Navarria

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MILANO (ITALPRESS) – Prime medaglie per l’Italscherma ai Mondiali di Milano al termine della prima giornata di gare. Arrivano dalle spadiste Alberta Santuccio e Mara Navarria, che si sono affrontate in semifinale.
Finale per l’atleta siciliana (vittoriosa 15-14), che è così argento sicuro, mentre Navarria è bronzo.
– foto ufficio stampa Federscherma –
(ITALPRESS).

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Aeroporto di Catania, Schifani “Da domani aumentano i voli”

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CATANIA (ITALPRESS) – “Da domani l’operatività dell’aeroporto di Catania passerà da otto a dieci voli all’ora (5 partenze e 5 arrivi), mentre da martedì primo agosto, quando entrerà in funzione la tensostruttura da 500 metri quadrati allestita dall’aeronautica militare, si potrà arrivare fino a quattordici. Il ritorno alla piena normalità si avrà qualche giorno dopo, non appena termineranno le operazioni di bonifica e ripristino del terminal ‘A’”. Ad annunciarlo il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, al termine della riunione operativa organizzata e presieduta all’aeroporto Fontanarossa. Un vertice voluto dal governatore, si legge in una nota, “per verificare personalmente” la situazione dello scalo catanese dopo il rogo del 16 luglio che ne ha compromesso la funzionalità e affrontare le criticità legate alla parziale chiusura dell’aerostazione.
Schifani ha prima fatto un sopralluogo nel terminal “A”, danneggiato dall’incendio, e poi ha presieduto la riunione. All’incontro hanno partecipato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, il sindaco di Catania, Enrico Trantino, l’amministratore delegato della Sac, Nico Torrisi, oltre ai rappresentanti di tutti gli enti interessati dalla situazione di emergenza: dipartimenti regionali di Protezione civile e Infrastrutture, Ast, Enav, Enac, società di gestione degli altri scali aeroportuali siciliani (Gesap per Palermo, Airgest per Trapani, Sac per Catania e Comiso) e l’aeroporto militare Nato di Sigonella.
In videocollegamento era presente anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha assicurato tutto il supporto possibile per il rapido ritorno alla normalità dello scalo etneo.
L’amministratore delegato della Sac Nico Torrisi ha voluto ringraziare il presidente Schifani, i ministri Salvini e Crosetto, il presidente dell’Enac Pierluigi Di Palma e il comandante Emanuele Di Francesco della base Nato di Sigonella “per l’enorme sostegno”, oltre a tutto il personale aeroportuale e agli enti di Stato che “con abnegazione non hanno smesso di lavorare un attimo dalla sera dell’incendio”.
foto ufficio stampa Regione siciliana
(ITALPRESS).

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