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Rettore di Bologna: “Tutta l’Alma Mater è vicina a Patrick Zaki”

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AGI: “È una terribile notizia che giunge del tutto inattesa, mentre abbiamo ancora negli occhi l’immagine di Patrick neolaureato con lode nel corso che gli ha fatto scegliere Bologna”. Così, in una nota, il rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari dopo la condanna in Egitto per Patrick Zaki. “Speriamo non sia confermato che questa sentenza significa altri 14 mesi di carcere: sarebbe un’ingiustizia e un dolore immenso per Patrick, per tutti i suoi cari, per tutti coloro che in questi anni hanno sofferto e resistito con lui. Tutta l’Alma Mater gli è vicina in questi momenti”, conclude.

“Credo che Patrick non sarà nelle migliori condizioni psichiche di affrontare una nuova carcerazione e la cosa migliore da fare in questo momento è stargli vicino. Noi non lasceremo solo Patrick, come abbiamo sempre fatto e continueremo a fare”. Ha aggiunto ancora il rettore, commentando la condanna a tre anni di reclusione di Patrick Zaki, da parte del tribunale egiziano di Mansura.

“In questo momento – ha aggiunto – penso sia ancora di più necessario e opportuno perché non è una situazione facile, per lui, dal punto di vista psicologico, dopo quello che è stato il momento di festa della sua laurea”. Zaki in occasione della cerimonia svoltasi da remoto, come ricordato anche dal rettore, aveva manifestato la volonta’ di proseguire la carriere universitaria a Bologna.

Ordine dei giornalisti: “Cancellato il diritto d’opinione”

“La condanna di Patrick Zaki e’ una condanna per chiunque abbia a cuore la liberta’ d’espressione. La magistratura egiziana ha cancellato con questa sentenza il diritto d’opinione”. Lo scrive in una nota il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, che, riunito oggi a Roma, ha appreso “con preoccupazione” del pronunciamento contro Patrick Zaki e chiede al Governo italiano, con un documento approvato all’unanimità, di “intensificare le iniziative diplomatiche a favore della sua libertà, come già fatto in precedenza per altri casi”.

“Decine di città italiane hanno concesso la cittadinanza onoraria allo studente egiziano; la Camera dei Deputati aveva approvato la mozione per conferirgli la cittadinanza italiana; solo pochi giorni fa Patrick Zaki si è laureato all’Universita’ di Bologna con una tesi su giornalismo, media e impegno pubblico. Il Consiglio Nazionale dei Giornalisti – conclude il documento – sosterrà ogni iniziativa a favore del rispetto del diritto d’espressione, diritto fondamentale per ogni sistema democratico”.  

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Meloni “Il Governo è determinato contro il cancro mafioso”

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ROMA (ITALPRESS) – “Come ogni anno, sarò anche questa volta a Palermo per rendere omaggio alla loro memoria e rinnovare il mio impegno personale, e quello di tutto il governo, contro le mafie”. Comincia così la lettera del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni al Corriere della Sera in cui parla della strage di Via D’Amelio e spiega le motivazioni della sua mancata partecipazione alla fiaccolata.
“Presiederò il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza per fare il punto sul lavoro svolto sull’attività di contrasto alle criminalità organizzata che le istituzioni, ad ogni livello, stanno portando avanti. In questi giorni è stato detto un pò di tutto sulla mia presenza a Palermo. C’è chi ha addirittura scritto che avrei disertato le commemorazioni perchè ‘in crisi con il mito Borsellinò. E’, ovviamente, falso. Così come è stucchevole il tentativo di alcuni di strumentalizzare la mia impossibilità – data da altri impegni concomitanti – di partecipare anche alla tradizionale fiaccolata di Palermo, organizzata da ‘Comunità ’92’ e ‘Forum XIX Lugliò e diventata nel tempo manifestazione apprezzata e partecipata. E alla quale ho sempre orgogliosamente preso parte”.
“Ricordo, come se fosse ieri, il profondo e viscerale rifiuto della mafia che, da ragazza, provai di fronte alle immagini della strage di via D’Amelio – continua Meloni – Da quel rifiuto nacque il lungo, convinto, impegno politico che mi ha portato fin qui, da semplice militante di un movimento giovanile alla presidenza del Consiglio dei ministri. Per questo, non posso che essere profondamente orgogliosa del fatto che il governo che oggi presiedo abbia avuto, dal suo primo giorno, la determinazione e il coraggio necessario ad affrontare il cancro mafioso a testa alta” “C’è ancora molto da fare – conclude – ma il nostro impegno non si esaurirà mai. Semplicemente perchè la lotta alla mafia è parte di noi, è un pezzo fondante della nostra identità, è la questione morale che orienta la nostra azione quotidiana. Lo dobbiamo a Paolo Borsellino, ed a tutti coloro che hanno sacrificato la vita per la giustizia e hanno reso onore all’Italia”.

– foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Trentuno anni fa la strage di via D’Amelio. Da Meloni a Schlein, gli appuntamenti a Palermo

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AGI – Trentuno anni la strage mafiosa di via D’Amelio in cui furono trucidati dalla mafia Paolo Borsellino e la sua scorta Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina.

Protagonisti i bambini e il doppio corteo che si confronta a distanza, espressione di due mondi diversi: alle 14.30 quello ‘movimentista’ organizzato dal Coordinamento 19 luglio, con la presenza dell’associazionismo, della Cgil e delle Agende rosse di Salvatore Borsellino.

Alle 20 la tradizionale fiaccolata organizzata dalla destra. E intanto a Caltanissetta è attesa la sentenza d’appello nei confronti di Matteo Messina Denaro, catturato a Palermo il 16 gennaio scorso, indicato come mandante delle stragi del ’92.

La premier Giorgia Meloni alle 8.45 depone una corona d’alloro alla lapide in ricordo dei caduti all’interno dell’Ufficio Scorte della caserma “Lungaro”, alla presenza anche del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del capo della polizia Vittorio Pisani. Poi al cimitero di Santa Maria di Gesù e nella chiesa di San Domenico, dove sono sepolti, rispettivamente, i giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone.

Alle 10 la presidente del Consiglio presiede il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza in prefettura, incontrando, tra gli altri, il prefetto Maria Teresa Cucinotta e il procuratore Maurizio De Lucia, nel segno del contrasto alla mafia.

La leader del Partito democratico, Elly Schlein sarà invece in via D’Amelio dove arriverà intorno alle 16:30 per partecipare alle 16.58, nell’ora della strage, al minuto di silenzio. Dalle 8 alle 14 in via D’Amelio – dove la mamma di Paolo Borsellino ha fatto piantare un ulivo nel punto del cratere prodotto dal tritolo mafioso – per iniziativa del Centro Studi Paolo e Rita Borsellino bambini protagonisti con “Coloriamo Via D’Amelio: il 19 luglio per i cittadini di domani. Dedicato a Rita, Paolo, Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo e Walter”. Evento organizzato dall’Agenzia italiana per la gioventù, con il ministro Andrea Abodi: appuntamento al Real Teatro Santa Cecilia dalle 10 alle 18.

Alle 14.30 corteo: punto di ritrovo e partenza all’Albero Falcone, arrivo in via D’Amelio, all’Albero della Pace, alle 16,30. Alle 15 “Io so chi è Stato” del Movimento Agende Rosse: testimonianza e ricordo dei familiari di vittime della mafia. Alle 16.58 in via D’Amelio minuto di silenzio e lettura della poesia “Giudice Paolo”. Alle 17.15 interventi delle associazioni familiari vittime. Alle 20 Fiaccolata Forum 19 luglio con partenza da piazza Vittorio Veneto e arrivo in via d’Amelio alle 21.30. 

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La tromba d’aria che ha abbattuto gli alberi in Cadore [VIDEO]

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AGI – Nella serata di martedì 18 luglio, forti piogge, grandine e vento nella parte settentrionale del Veneto hanno provocato la caduta di alberi e danni agli edifici, mentre una vera e propria tromba d’aria si è abbattuta sul Cadore.

Secondo quanto riporta la stampa locale, è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco nelle provincia di Belluno, dove le richieste di aiuto sono state un’ottantina. La violenza del fenomeno atmosferico è stata proporzionale al caldo estremo che l’ha preceduto, hanno notato i meteorologi.

Il presidente della regione Luca Zaia si è messo in contatto con i sindaci del territorio per valutare i danni alle strutture; non risultano danni alle persone.

“Alcuni versanti di bosco colpiti dal vento – ha dichiarato in una nota – sono stati quasi completamente abbattuti. Immagini che ricordano, con le dovute proporzioni, quanto accaduto con Vaia“, ha aggiunto riferendosi alla tempesta che nel 2018 aveva provocato la caduta di migliaia di alberi nell’area. 

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Il garante della privacy: “Più tutele contro la diffamazione online”

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AGI – Estendere le tutele “a un novero più ampio di lesione della dignità del soggetto mediante contenuti diffusi online in maniera manifestamente illecita”. È la proposta di Pasquale Stanzione, presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, sentito in audizione dalla Commissione Giustizia del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva dedicata al tema della diffamazione anche in relazione ai nuovi strumenti tecnologici di comunicazione.

“Come dimostrano i casi dell’oblio e del cyberbullismo, il meccanismo di ‘notice and take down’, fondato sulla richiesta al gestore di rimozione o deindicizzazione dei dati illecitamente trattati e la successiva istanza al Garante in caso di inerzia o rigetto, è un utile strumento di tutela dei diritti della personalità online“, ha osservato Stanzione.  

Poi ha sottolineato che “esso coniuga, in particolare, l’esigenza della pronta rimozione dei contenuti, soprattutto in caso di adesione spontanea del provider, con la riserva all’autorità pubblica della decisione in ultima istanza, nel contraddittorio delle parti, sul bilanciamento tra gli interessi giuridici coinvolti”.

Tale soluzione, secondo il Garante privacy, inoltre “risponde alle esigenze sottolineate dalla Corte di giustizia e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, quest’ultima in particolare con alcune sentenze che hanno sancito addirittura, in capo agli Stati, un obbligo positivo di assicurare misure idonee a tutelare la dignità personale“.

Per questo, ha affermato Stanzione, “si potrebbe riflettere sull’estensione di tale disciplina a casi quali l’hate speech o la diffusione di notizie manifestamente inesatte e lesive dell’identità individuale: in tal modo – ha aggiunto – si consentirebbe al Garante di fornire una tutela effettiva alle vittime di questi illeciti, anche agendo direttamente sulle piattaforme, a rigore non qualificabili come titolari del trattamento realizzato dagli utenti sui loro profili, valorizzando la tendenza alla loro responsabilizzazione promossa dal Digital Services Act”.

Cosi’ le misure “accordate dal Garante rispetto a contenuti manifestamente illeciti, perché ‘ictu oculi’ inesatti o lesivi come i discorsi d’odio, ben potrebbero costituire parte di una strategia integrata di tutela della dignità personale, articolata su diversi livelli di protezione, proporzionali al grado della lesione subita”, ha concluso Stanzione, secondo il quale “vi si potrebbe riflettere anche in sede di adeguamento al Digital Services Act, anche coordinando le competenze del Garante e di Agcom sulla rimozione di contenuti illeciti secondo quella prospettiva di leale collaborazione che già la prassi ha promosso, con risultati di rilievo”.

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“Fare antimafia non significa giocare a guardie e ladri ma conquistare diritti”

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(AGI) – Sono cinque i giorni che separano la festa di Santa Rosalia dal ricordo della strage in via D’Amelio: se il 14 luglio Palermo sembra muoversi all’unisono e in festa e dimenticare la spietata divisione tra ricchi e poveri, avvicinandosi al 19 luglio diventa chiaro che quest’ultima non è finita con la caduta Cosa Nostra, avvenuta sotto i colpi della repressione guidata dallo Stato, e che la mafia cresce e si nutre del degrado sociale.

“Fare antimafia non significa giocare a guardie e ladri: stimo il movimento delle Agende rosse, ed è bene che si parli di legalità, ma se lo Stato garantisse i diritti, non vi sarebbe bisogno per loro di dover affrontare vie illegali. Non ho mai giustificato i ragazzini che spacciano, ma non me la sento di condannare loro prima di chi li mette in condizioni di poter vivere solo spacciando.E tutto questo me lo ha insegnato la mia maestra di vita: Rita Borsellino“, spiega all’AGI Mariangela Di Gangi, voce storica del volontariato nei quartieri popolari del capoluogo siciliano. Consigliere comunale, 38 anni, dal 2012 al 2022 presidente di Laboratorio Zen , Di Gangi propone una ‘terza via’ alll’antimafia palermitana, lontana sia dai protocolli istituzionali delle ricorrenze sia dai “fanatismi” di alcuni segmenti della società civile. E si lascia “ispirare” dalla ‘Santuzza’: “La nostra città – dice – non poteva che avere una patrona come Santa Rosalia, con la sua storia di ribellione, liberazione e servizio”.

In vista dell’anniversario della strage di Via D’Amelio, Di Gangi non rinuncia a voler stare nel movimento dell’antimafia ‘sociale’ e ribadisce di aver partecipato il 23 maggio scorso al corteo non istituzionale che contestò il palco delle celebrazioni all’Albero Falcone, ma spiega il senso della sua opera di ‘mediazione’ affinchè il 19 luglio non si ripetano gli scontrini visti nel giorno del ricordo della strage di Capaci, quando “è venuta a galla e si è manifestata una modalità differente di stare negli anniversari delle stragi e degli omicidi di mafia”. “In realtà questa differenza di visione c’è sempre stata, ma in vista di ogni 19 luglio – sottolinea Di Gangi all’AGI – ho sempre mediato con una parte molto distante da me”.

Il 19 luglio vede sfilare tradizionalmente in via D’Amelio un corteo della destra, che in Paolo Borsellino, militante da giovane per quella parte politica, ha indicato una propria icona: “Per tanti anni, quando lavoravo con Rita Borsellino e davo il mio piccolo contributo per l’organizzazione della manifestazione dell’anniversario della strage del 19 luglio – ha scritto Di Gangi su Facebook il giorno dopo gli scontri – io sono stata colei che ha avuto l’onere e l’onore di coordinare, di concerto con la famiglia , le diverse presenze in quella piazza, che andavano dagli scout a tante associazioni, dalle Agende Rosse alle rappresentanze istituzionali,passando per i bimbi e le bimbe dei quartieri Ho avuto dunque anche l’ingrato compito di ‘trattare’ coi promotori del corteo promosso dalla destra cittadina e che ogni anno approdava in via D’Amelio. Si, proprio io che ero la ‘comunista’ e che politicamente ero forse la meno appropriata a dialogare coi ‘fascisti’, mi armavo (tanto quanto loro, immagino) di santa pazienza e ci accordavamo su percorsi e orari, nel comune intento di evitare tafferugli e che una giornata importante per tutti e tutte potesse essere macchiata da polemiche. Perché questa era la volontà della famiglia Borsellino: niente scontrini in via D’Amelio. Mi sono presa della democristiana da alcuni e della collaborazionista da altri. E pazienza. Ma ogni sera del 18 luglio, per anni,andavo a dormire certa che tutte le modalità di stare in quella piazza fossero preventivamente in condizione di non configurare, se non politicamente”.

“E – continua in questa intervista all’AGI – se la famiglia Falcone ha scelto di istituzionalizzare quell’anniversario, a mio avviso la famiglia Borsellino ha scelto di mettere a disposizione per la città quel ricordo evitando un’ingessatura istituzionale che potesse in qualche modo compprimere il pensiero che viene fuori da quella piazza.Paolo o di istituzionalizzare quell’anniversario, a mio avviso la famiglia Borsellino ha scelto di mettere a disposizione per la città quel evitando ricordo un’ingessatura istituzionale che potesse in qualche modo compprimere il pensiero che viene fuori da quella piazza.Paolo(Borsellino, ndr) non è di destra nè di sinistra, Paolo è della citta’, Paolo è di chi crede nei valori dell’antimafia e di chi crede che le istituzioni debbano essere libere da dinamiche che lui stesso combatteva”. 

Resta cruciale il tema del rapporto con le istituzioni, con chi in un dato momento le incarna: “Se fai memoria – spiega – quelle possono andare bene, perchè un ruolo la memoria lo ha nella crescita di un paese; poi, però c’è l’impegno per cambiare le cose, che non può coincidere con il “volemose bene”. Le verità giudiziarie e gli arresti non bastano: serve che clientelismi, favori e prevaricazioni, tutto quello su cui le mafie basano il consenso, non siano più necessari : qui non c’è stata alcuna vittoria, i diritti sociali hanno subito ulteriori contrazioni.Il problema non sono personaggi condannati o con connivenze certificate con alcuni mondi;il problema è che non ci siamo emancipati da un sistema che ancora oggi è egemone.Non c’è stato l’avanzamento che consenta a un giovane dello Zen di prendere una strada diversa dallo spaccio.Non mi sono mai concentrata sui processi: le verita’ storiche servono, ma chi si impegna deve mettere sassolini ogni giorno affinchè quelle cose non debbano più accadere. E ciò che mi ha insegnato a Rita Borsellino: io, come lei, ho scelto di impegnarmi politicamente anche nelle istituzioni e di fare in modo che lo Stato sia occupato da persone che non sono Stato. Fare antimafia significa togliere il sistema di intermediazione, ad esempio dare la possibilità al cittadino di farsi togliere il cassonetto dell’immondizia davanti casa senza doversi rivolgere al consigliere della circoscrizione. Diritti e non favori, questa è antimafia”.

E’ per questo motivo che il corteo del 23 maggio ha contestato la presenza di Roberto Lagalla , sindaco di Palermo, sul palco delle celebrazioni? Perché non è stato fatto lo stesso con Leoluca Orlando, che accusò Giovanni Falcone al Csm e da sindaco di Palermo ha lasciato che la città cadesse di nuovo in mano all’intermediazione clientelare? “Quando Falcone fu accusato da Orlando, prima delle stragi, – risponde Di Gangi – non era facile capire da che parte stare. Per il resto non mi sono mai ‘schifiata’ di andare dentro le istituzioni per cambiare le cose. Penso che esistano tentativi : guardo ai fatti, e Falcone provoò a usare il proprio potere, usandolo bene, ma erano anni in cui lo scontro politico era forte Mi si chiede se Lagalla è come Ciancimino.Ho contezza di Ciancimino attraverso la storia e non ho ragione di credere che sia così, non mi spingerei mai dire una cosa del genere. Credo però che in questa città vi siano dei sì e dei no da dire, e Lagalla non è stato così netto. Con Lagalla posso parlarci, ma ciò non significa andare d’accordo: credo di essere rimasta coerente dicendo in Consiglio comunale le ragioni per cui la città non meritava questo governo. Uso i termini ‘mafia’ e ‘mafioso’ – prosegue – con grande cautela: altrimenti si arriva a dire che tutto è mafia e niente è mafia. Lagalla non è mafioso, nella sua giunta non ci sono mafiosi, ma esiste anche la corruzione, esistono le clientela”. 

“Quanto a Orlando – aggiunge – anche quella giunta ha fatto meno di quanto si poteva fare per creare le condizioni affinchè le persone possano emanciparsi dalla criminalità organizzata. Non dipende tutto, naturalmente, dall’amministrazione comunale. Le mafie sono cambiate, e dieci anni allo Zen mi hanno fatto capire che lì non c’è mafia ma criminalità e illegalità come unico strumento per vivere.Il centrosinistra non si è battuto abbastanza.C’è una perdita di credibilità che la mafia sia un disvalore e l’antimafia un valore mi sembra condiviso, ma bisogna spiegare ai ragazzi che non si tratta di formule vuote. La rivoluzione non l’abbiamo fatta, abbiamo fatto memoria e non impegno.Su determinate cose, però, la giunta Orlando era chiara, netta e limpida, almeno nei simboli e nel linguaggio. Stessa chiarezza non vedo dall’altro lato”.

A Palermo sembra tornata l’antimafia dei diktat ideologici, quella di un movimento che scomunicava chiunque non fosse d’accordo con loro, come Leonardo Sciascia o lo stesso Giovanni Falcone. “Fanatismo e legalità sono speculari: si tratta di steccati. Per esempio delle Agende rosse, che pur stimo per il lavoro che fanno in alcuni quartieri come la Kalsa, non condivisi quel dare patenti di antimafia sulla base di sentenze, procedimenti giudiziari, così come mi sta stretta l’esaltazione del ruolo della magistratura o delle forze dell’ordine: non stiamo giocando a guardie e ladri, sono un terzo e voglio giocare pure ma in altro modo, lontana da un concetto vuoto di legalità”.

Chi guida realmente il movimento antimafia oggi a Palermo? “La Cgil e Our voice – risponde – hanno avuto un ruolo importante, ma non credo si tratti di una guida. Dentro il movimento ci sono persone ben strutturate, con una storia. Non vedo leader, al momento, e Palermo non è fatta per protagonismi . Guarda cosa è accaduto allo Zen (il quartiere dove è stata arrestata una presieduta considerata simbolo nella lotta alla mafia, ndr). Lo Zen è molto resiliente agli eroismi, ma chi ha raccontato in questi anni quello che accadeva llì era molto distante da quel posto.Se qualcuno avesse approfondito come veniva gestita l’assistenza durante il lockdown, si sarebbe accorto che esisteva una rete di associazioni di cui la scuola Falcone non faceva parte.Nel consiglio comunale che si è tenuto allo Zen abbiamo preso impegni che molto hanno a che fare con l’antimafia: un ragazzino di lì per arrivare alla scuola superiore deve superare le forche caudine, perchè non c’è l’autobus, e se c ‘è è piccolo; e se arriva in ritardo la professoressa ti guarda male. Poi ti ritiri da scuola e magari fai l’ambulante, arriva lo Stato e ti chiede la licenza. C’è una Palermo che va a grande velocità e l’altra lentamente, con difficoltà anche a rappresentarsi. E’ un problema che riguarda la politica tutta, da destra a sinistra inclusi i populisti. Fare antimafia significa confrontarsi con questo tema, racchiuso in un modo di dire: ‘Cu non n’avi pititto (fame, ndr),

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Dacia diventa “Extreme” con il nuovo livello top di allestimento

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ROMA (ITALPRESS) – Dacia si presenta in Val d’Aosta con le versioni Extreme, il top di gamma per Sandero, Duster e Jogger. Dopo aver chiuso il primo semestre del 2023 con risultati eccellenti si avvicina ancor di più a chi ama l’avventura e la vita all’aria aperta. Posizionatasi al sesto posto nel mercato auto, con una crescita del 10%, punta a scalare le classifiche di vendita con un eccellente rapporto qualità prezzo che predilige l’essenzialità e la concretezza. Il 60% dei clienti è fidelizzato, il 66% rimane nel Gruppo per l’acquisto successivo e l’80% è costituito da conquiste esterne. La vettura Dacia più venduta nel mercato auto privati è la Sandero. L’iconico Suv Duster è nella top five fra le auto più vendute ai privati ed al terzo posto tra le straniere. Ma anche Jogger, giunta sul mercato da più di un anno, ha registrato oltre diecimila immatricolazioni.
Dalla nascita in Romania nel 1966 all’acquisizione da parte del gruppo Renault nel 1999 Dacia, con il piano strategico Renaulution del 2021, ha conquistato con il proprio brand personalità e quote di mercato concretizzatesi, in poco più di un anno, con oltre settantamila ordini. Dacia utilizza quindi il know how del Gruppo Renault con piattaforme condivise che incidono positivamente sui costi di produzione e gode della semplicità di una gamma senza sconti. Negli show room Dacia sono già presenti gli allestimenti Extreme che abbiamo constatato essenziali, cool ed estremamente ecologici. Hanno colori originali e inediti, finiture color rame, motivi decorativi “topografici” in stile militare che sembrano disegnare vette. I nuovi colori sono il Verde Oxide, per Sandero Stepway, Duster e Jogger e il Blu Ardesia per Spring, l’unica Dacia 100% elettrico con un’autonomia di 305 chilometri. Sulle calotte dei retrovisori, sui coprimozzo logo Dacia, sul portellone del bagagliaio, sui pannelli delle porte e sul profilo delle bocchette di aereazione spiccano nuove finiture color rame appositamente sviluppate.
Duster monta cerchi in lega nero lucido da 17″ mentre Sandero e Jogger cerchi da 16″. Gli interni, essenziali e funzionali, hanno sedili ricoperti da un nuovo tessuto MicroCloud sviluppato per essere pratico, resistente e facilmente lavabile. Altra novità, provata sulle strade bianche fra Champoluc e Brusson, in Val d’Ayas, l’Extended Grip, sistema proposto di serie su Sandero Extreme e Jogger Extreme, ma non su Duster Extreme che ha quattro ruote motrici. Il nuovo sistema, attivabile tramite un pulsante sulla consolle centrale, consente al veicolo a due ruote motrici di affrontare tratti di strada fangosi o innevati. La maggiore aderenza sulle superfici mobili è il risultato della combinazione fra Electronic Stability Program e Anti-Slip Regulation. Per le versioni Jogger, grazie al Pack Sleep, si passa dall’auto alla tenda. E’ una struttura in legno, del peso di circa cinquanta chili ospitata nel bagagliaio, che si apre in due minuti creando uno spazio per dormire lungo 190 cm, largo 130 cm e alto 60 cm. I prezzi della Sandero Stepway Extreme ed Extreme Up variano dai 17.800 Euro (Gpl) ai 18.800 euro (110 Cv). Più cara, ma non di tanto, la Duster Extreme: da 21.550 Euro (Gpl) a 25.450 Euro per la 1.3 cc da 150 Cv. Il listino per Jogger Extreme va dai 20.700 Euro (Gpl) ai 22.150 Euro della Extreme Up.

foto: ufficio stampa Renault Group Italia

(ITALPRESS).

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Al via il nuovo programma “Fiat 500 E-Lovers”

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TORINO (ITALPRESS) – Prende il via l’iniziativa “FIAT 500 E-LOVERS”, che inviterà i possessori di una Nuova 500 a diventare Ambassador del Brand facendosi portavoce della mobilità sostenibile. E’ quindi un nuovo modo per scoprire l’icona elettrica di Fiat, attraverso la testimonianza di quei clienti che già la usano ogni giorno e sono disposti a condividere la propria esperienza di guida con le persone interessate a conoscerla meglio prima di acquistarla. Secondo il Global Automotive Consumer Study (GACS) 2023 di Deloitte, l’Italia è uno dei mercati più aperti ad accogliere il cambiamento in atto: il 78% dei potenziali acquirenti mostrano interesse verso le motorizzazioni alternative. Autonomia, tempi di ricarica, infrastrutture sono gli elementi di maggiore interesse che riguardano i veicoli 100% elettrici in grado di determinare la loro piena diffusione.
Ed è proprio qui che entrano in gioco gli Ambassador, ossia clienti entusiasti della propria vettura elettrica Made in Italy che, conoscendone tutti i punti di forza e soprattutto i vantaggi, possono rassicurare coloro che chiedono informazioni e vogliono fare il “salto” nella nuova era della mobilità. In perfetto stile FIAT, tutti i proprietari di una 500 BEV possono diventare Ambassador iscrivendosi al Club “Fiat 500 E-LOVERS” al seguente link. Il loro impegno sarà premiato con dei buoni regalo spendibili su un’apposita piattaforma per ogni vendita e test drive concluso. I potenziali clienti, invece, potranno ricevere informazioni e suggerimenti direttamente da un Ambassador, in modo amichevole e trasparente, fissando con lui un appuntamento online oppure fisico, magari con colui che è più vicino geolocalizzandolo sul sito del programma (link). Potranno ordinare una 500 100% elettrica, diventare così nuovi clienti e, a loro volta, potenziali nuovi Ambassador.
“Sono entusiasta di questo progetto innovativo che dimostra ancora una volta, come il Brand creda nel valore della sincerità e della trasparenza, chiedendo ai suoi clienti di diventare Ambassador; chi più di un normale utente che guida ogni giorno la Nuova 500 può raccontare la sua esperienza? Ringrazio la rete italiana dei concessionari Fiat per avere abbracciato con grande entusiasmo l’iniziativa e ringrazio fin da ora i Clienti che aderiranno a “FIAT 500 E-LOVER” dichiara Giuseppe Galassi, Managing director di Fiat & Abarth in Italia.

foto: ufficio stampa Stellantis

(ITALPRESS).

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Vingegaard domina la crono e rafforza il primato al Tour

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COMBLOUX (FRANCIA) (ITALPRESS) – Jonas Vingegaard ha annientato la concorrenza. Il danese della Jumbo Visma ha stravinto la cronometro individuale nella sedicesima tappa del Tour de France 2023, la Passy-Combloux di 22,4 chilometri: la maglia gialla della Grande Boucle ha staccato di 1’38” lo sloveno Tadej Pogacar (Uae Emirates) e di 2’51” il belga e compagno di squadra Wout Van Aert. Si ridisegna la classifica generale, con Vingegaard a piazzare una seria ipoteca sul successo finale: ora il distacco tra i due è di 1’48” mentre il britannico Adam Yates, in terza posizione, è a oltre 8 minuti. Domani si torna a salire nella diciassettesima frazione, la Saint-Gervais-Monte Bianco-Courchevel di 166 chilometri, con il Col de la Loze a chiudere la corsa.
– Foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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Vingegaard domina la crono e rafforza il primato al Tour

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COMBLOUX (FRANCIA) (ITALPRESS) – Jonas Vingegaard ha annientato la concorrenza. Il danese della Jumbo Visma ha stravinto la cronometro individuale nella sedicesima tappa del Tour de France 2023, la Passy-Combloux di 22,4 chilometri: la maglia gialla della Grande Boucle ha staccato di 1’38” lo sloveno Tadej Pogacar (Uae Emirates) e di 2’51” il belga e compagno di squadra Wout Van Aert. Si ridisegna la classifica generale, con Vingegaard a piazzare una seria ipoteca sul successo finale: ora il distacco tra i due è di 1’48” mentre il britannico Adam Yates, in terza posizione, è a oltre 8 minuti. Domani si torna a salire nella diciassettesima frazione, la Saint-Gervais-Monte Bianco-Courchevel di 166 chilometri, con il Col de la Loze a chiudere la corsa.
– Foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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