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Piazza Affari chiude in rialzo, Ftse Mib +0,34%

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MILANO (ITALPRESS) – Chiusura in rialzo a Piazza Affari. L’indice Ftse Mib fa segnare 0,34% a 28.706 punti, mentre l’Ftse Italia All-Share sale dello 0,33% a quota 30.726. L’indice Ftse Italia Star guadagna lo 0,14% a 46.443 punti.

– foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Tg Economia – 18/7/2023

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Tg Economia - 18/7/2023

ROMA (ITALPRESS) – In questa edizione:
– Al Nord si lavora due mesi in più che al Sud
– Contratto scuola, per i docenti aumenti da 124 euro al mese
– 10 miliardi per la rete idrica contro i cambiamenti climatici
– Occupazione, Mezzogiorno in difficoltà

sat/mrv

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 L’Italia nella morsa del caldo: bollino rosso in 27 città. Il Ministero attiva il numero emergenze 1500

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AGI –  L’Italia fronteggia una tempesta di calore con pochi precedenti, secondo il bollettino del ministero della Salute, domani bollino rosso per addirittura 27 città. Si tratta di un’allerta di livello 3, quello in cui il rischio per la salute riguarda non solo i fragili ma tutta la popolazione.

Da giovedì 20 luglio il clima ritorna più accettabile, almeno a nord alle prese con alcuni temporali, e saranno 18 le citta’ segnate in rosso. L’afa colpirà soprattutto le località del centro-sud: Catania (con 41 gradi di temperatura massima percepita), Palermo e Reggio Calabria (40), Roma, Frosinone, Bari e Messina (39), Firenze, Viterbo e Napoli (38).

L’allerta di livello 3 – ricorda il ministero – indica “condizioni di emergenza con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive e non solo sui sottogruppi a rischio come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche” (e “tanto piu’ prolungata e’ l’ondata di calore, tanto maggiori sono gli effetti negativi attesi sulla salute”). L’allerta di livello 2, invece, indica “condizioni meteo che possono rappresentare un rischio per la salute, in particolare nei sottogruppi di popolazione piu’ suscettibili”.

Il numero pubblico 1500

“Da domani (19 luglio, ndr) sarà a disposizione dei cittadini il numero pubblico 1500 per informazioni sul caldo”. Lo ha annunciato al Tg1 il ministro per la Salute Orazio Schillaci spiegando che si tratta di un “numero che era stato attivato durante l’emergenza pandemica“. Sarà un servizio utile per dare informazioni sul caldo e gli effetti, e per aiutare i cittadini in caso di necessità “indicando i presidi sanitari più vicini a cui rivolgersi e per ricordare le precauzioni da osservare”.

“È tutto sotto controllo – ha aggiunto poi il ministro in relazione alle ondate di calore di questi giorni – siamo partiti con grande anticipo, già dal mese di maggio abbiamo mandato indicazioni alle regioni ed è stato attivato il bollettino con le temperature nelle maggiori città. La situazione è sotto controllo anche grazie al contributo dei cittadini. Abbiamo messo in rete un decalogo, ricordo le tre regole principali: bere molto, non uscire nelle ore calde, avere un’alimentazione corretta con frutta e verdura fresca e proteggere i fragili, a partire da anziani e bambini. Abbiamo inoltre istituito – ha ricordato Schillaci -, nei pronto soccorso il codice calore, che prevede percorsi differenziati per le persone con sintomi dovuti al calore eccessivo”

Più specificatamente, in una nota, il ministero rende noto che: “Dalle ore 14 di mercoledì 19 luglio saà attivo il servizio di pubblica utilità 1500. Per gestire al meglio la forte ondata di calore il Ministero della Salute mette a disposizione dei cittadini un ulteriore strumento per avere informazioni su come comportarsi per proteggersi dal caldo e indicazioni utili sui servizi socio-sanitari presenti sul territorio nazionale. Il 1500 sarà attivo tutti i giorni dalle 8 alle 20.

A rispondere ai cittadini, in questa prima fase, sarà personale del Ministero qualificato e formato, in attesa che si concludano le procedure con il Mef per il riaffidamento del servizio in outsourcing”. Il 1500, spiega ancora il ministero “si aggiunge agli altri provvedimenti adottati dal Ministero della Salute per il piano caldo: aggiornamento quotidiano dei bollettini caldo, che i cittadini possono consultare sul sito del Ministero; decalogo con i comportamenti da adottare per proteggersi dal caldo; raccomandazioni alle Regioni per rafforzare l’assistenza”.

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Milano-Cortina, Zaia “Se cronoprogrammi rispettati, Olimpiadi in loco”

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ROMA (ITALPRESS) – “Ho voluto le Olimpiadi con forza tanto che partii con delle candidature solitarie. Il Veneto porta a casa 1,5 miliardi di pil, oltre ad una visibilità internazionale di 3,5 miliardi di persone: è un grande evento ed un nuovo rinascimento, e noi ci investiamo”. Lo ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia in merito alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 nel giorno in cui il presidente del Cono Giovanni Malagò ha smentito la possibilità, paventata dal numero uno del Cio Thomas Bach, di ‘trasferirè alcune gare in Svizzera a causa dei ritardi nelle infrastrutture. “Queste infrastrutture sono seguite da Società Infrastrutture, che non è della regione ma è a livello nazionale – ha sottolineato Zaia, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica ‘Primo Pianò dell’agenzia Italpress – Ho visto dei cronoprogrammi e, se saranno rispettati, le Olimpiadi le faremo in loco. Dopodichè, se arriva una pandemia o qualcos’altro, questi sono i famosi cigni neri… Ad oggi questa preoccupazione non c’è perchè abbiamo dei cronoprogrammi che sono chiari, poi l’imprevisto può sempre esserci”.

foto: Agenzia Italpress

(ITALPRESS).

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Zaia “Il federalismo unisce i Paesi, non è la secessione dei ricchi”

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ROMA (ITALPRESS) – “Il mio sogno nel cassetto? Portare a casa la legge sull’autonomia differenziata”. Così Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress. “Il federalismo unisce i Paesi – aggiunge Zaia – non conosco nel mondo un sistema federalista che abbia fatto danni, ma conosco sistemi centralisti che hanno fatto molti danni. Il federalismo non è la secessione dei ricchi”. Il governatore veneto rispondendo alle domande di Brachino ha affrontato diversi temi. Commentando la decisione della Bce di innalzare i tassi d’interesse ha detto che “Christine Lagarde fa rimpiangere Draghi. E’ innegabile che Lagarde segni il distacco con il popolo. Anche perché c’è modo e modo di comunicare. L’innalzamento dei tassi ci preoccupa perché pesa molto sulle imprese e nel credito sui mutui per le famiglie”.
Sulla riforma della Giustizia Zaia ha affermato: “Promuovo assolutamente Nordio, è una persona perbene e molto preparata. E’ persona del dialogo. Sicuramente porta un suo progetto che qualcuno può condividere o no, ma c’è un luogo per discutere che è il Parlamento”. Sull’immigrazione: “L’accordo tra l’Ue e la Tunisia è un ben segnale, anche perché la maggior parte degli immigrati oggi in Italia arriva dalla Tunisia. Attualmente abbiamo il doppio degli arrivi dell’anno scorso. Tutta l’Africa non ci sta in Italia. Dobbiamo aiutare chi ha titolo di venire qui. L’Europa se c’è batta un colpo, perché finora non c’è stata, ha lasciato l’Italia da sola”. Sul conflitto russo-ucraino il governatore ha sostenuto che “la diplomazia non ha dato il meglio di sé. Se noi pensiamo che questi due contendenti si mettano d’accordo da soli si va avanti all’infinito. Io penso che la diplomazia si debba rimboccare le maniche, anche perché in questa maniera non possiamo andare avanti”. Sui cambiamenti climatici, per Zaia “la sostenibilità ambientale deve essere un mantra per tutti noi. Dopodiché i cambiamenti climatici ci sono sempre stati, anche se l’uomo li acceler. Qualcuno dice ‘mai così caldo come quest’anno’, ma potrei tirare fuori dati che dimostrerebbero il contrario”. Il presidente della Regione Veneto ha anche parlato di fine vita: “La politica deve accompagnare chi soffre, dopo di che c’è un momento nel quale tu sei davanti solo la tua malattia, e se capitasse a me vorrei poter decidere. Il Parlamento deve prendere una decisione sul tema”. Sul Covid il governatore veneto ha dichiarato: “Deve rimanere un insegnamento quello che non bisogna piangersi addosso. Io mi sono sentito dire per un mese e mezzo che la Germania non avrebbe avuto problemi perché organizzata. Mentre poi ha avuto quattro volte i morti dell’Italia”.
Infine sui giovani: “I ragazzi di oggi non sono un branco di lazzaroni come qualcuno li vuole descrivere. I ragazzi di oggi hanno anche un accesso all’informazione maggiore grazie alle nuove tecnologie. Noi adulti e anziani quando parliamo di giovani dobbiamo anche dire che dobbiamo rinunciare a qualcosa per dare loro spazio. Dovremmo candidarci ad essere un Paese per giovani, dobbiamo essere attrattivi, se i pensionati vanno in Portogallo per la fiscalità, noi dobbiamo diventare un Paese che attiri i giovani, che accolga i nativi digitali visto che siamo nell’era dello smart working”.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Il 21 luglio torna Sm Expo a Palermo, il “Village” di Sicilia Motori

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PALERMO (ITALPRESS) – Si aprirà venerdì prossimo, con la cerimonia di inaugurazione, fissata per le ore 10, SM EXPO PA in programma sino alla notte di domenica 23 luglio a Mondello-Valdesi sullo spazio antistante lo stabilimento “Liberty”, in viale Regina Elena, a Palermo, già sede della prima edizione andata in scena lo scorso anno. I visitatori (ingresso libero) potranno ammirare da vicino alcune delle ultime novità di auto e moto. Fra queste in anteprima assoluta nazionale la nuova generazione della Hyundai Kona (esposta dalla concessionaria Mondo Auto) e le inedite Fiat Topolino e 600e che hanno debuttato in pubblico lo scorso week-end nell’edizione di Catania dell’Expo di Sicilia Motori. La concessionaria Nuova Sicilauto metterà in passerella anche le recenti novità di Jeep, la piccola Avenger e la Grand Cherokee 4xe oltre alla prima Abarth elettrica, la 500e e l’Alfa Romeo Tonale. La concessionaria Astercar esporrà e farà provare all’interno di un percorso pre-stabilito il quadriciclo elettrico Microlino, distribuito dal gruppo Koelliker, mentre Maserati in collaborazione con la concessionaria Cronos alla Grecale GT mild-hybrid aggiungerà la Gran Turismo. Raddoppia la presenza, rispetto a Catania, anche Nissan-Comer Sud che alla Ariya 100% elettrica affiancherà la Qashqai e-Power. Peugeot Motocycle mostrerà gli scooter sui XP400 e Tweet FL.
Il “village” di Sicilia Motori, allestito come lo scorso anno nello spazio antistante lo stabilimento “Liberty”, verrà animato anche dalla postazione mobile di RGS – che trasmetterà musica e notizie dalle 9 alle 19 – e dai raduni dei Club di Marca. Fra questi Abarth, Alfa Romeo e Maserati, oltre ad una nutrita presenza di 500 del “Fiat Club Italia”, di spider del gruppo Sicilia Tour e di veicoli d’epoca del Circolo Vincenzo Florio. I visitatori avranno libero accesso a tutte le ore del giorno e della notte.
Tutte le informazioni e i modelli di auto e moto esposti sul sito ufficiale dell’esposizione https://www.siciliamotori.it/sm-expo-2023/. Live, foto e interviste sui canali social ufficiali Facebook e Instagram di Sicilia Motori.
SM EXPO PA ha ottenuto il patrocinio del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e del Comune di Palermo. Media partner l’agenzia di stampa Italpress ed il quotidiano “Il Giornale di Sicilia” insieme all’emittente televisiva TGS e radiofonica RGS.
immagine ufficio stampa Sicilia Motori
(ITALPRESS).

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Il 21 luglio torna Sm Expo a Palermo, il “Village” di Sicilia Motori

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PALERMO (ITALPRESS) – Si aprirà venerdì prossimo, con la cerimonia di inaugurazione, fissata per le ore 10, SM EXPO PA in programma sino alla notte di domenica 23 luglio a Mondello-Valdesi sullo spazio antistante lo stabilimento “Liberty”, in viale Regina Elena, a Palermo, già sede della prima edizione andata in scena lo scorso anno. I visitatori (ingresso libero) potranno ammirare da vicino alcune delle ultime novità di auto e moto. Fra queste in anteprima assoluta nazionale la nuova generazione della Hyundai Kona (esposta dalla concessionaria Mondo Auto) e le inedite Fiat Topolino e 600e che hanno debuttato in pubblico lo scorso week-end nell’edizione di Catania dell’Expo di Sicilia Motori. La concessionaria Nuova Sicilauto metterà in passerella anche le recenti novità di Jeep, la piccola Avenger e la Grand Cherokee 4xe oltre alla prima Abarth elettrica, la 500e e l’Alfa Romeo Tonale. La concessionaria Astercar esporrà e farà provare all’interno di un percorso pre-stabilito il quadriciclo elettrico Microlino, distribuito dal gruppo Koelliker, mentre Maserati in collaborazione con la concessionaria Cronos alla Grecale GT mild-hybrid aggiungerà la Gran Turismo. Raddoppia la presenza, rispetto a Catania, anche Nissan-Comer Sud che alla Ariya 100% elettrica affiancherà la Qashqai e-Power. Peugeot Motocycle mostrerà gli scooter sui XP400 e Tweet FL.
Il “village” di Sicilia Motori, allestito come lo scorso anno nello spazio antistante lo stabilimento “Liberty”, verrà animato anche dalla postazione mobile di RGS – che trasmetterà musica e notizie dalle 9 alle 19 – e dai raduni dei Club di Marca. Fra questi Abarth, Alfa Romeo e Maserati, oltre ad una nutrita presenza di 500 del “Fiat Club Italia”, di spider del gruppo Sicilia Tour e di veicoli d’epoca del Circolo Vincenzo Florio. I visitatori avranno libero accesso a tutte le ore del giorno e della notte.
Tutte le informazioni e i modelli di auto e moto esposti sul sito ufficiale dell’esposizione https://www.siciliamotori.it/sm-expo-2023/. Live, foto e interviste sui canali social ufficiali Facebook e Instagram di Sicilia Motori.
SM EXPO PA ha ottenuto il patrocinio del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e del Comune di Palermo. Media partner l’agenzia di stampa Italpress ed il quotidiano “Il Giornale di Sicilia” insieme all’emittente televisiva TGS e radiofonica RGS.
immagine ufficio stampa Sicilia Motori
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Quell’illusione spazzata via in un torrido lunedì di 80 anni fa 

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AGI – Pretendere di farsi scudo del Vaticano e della forza evocativa della cultura universale mentre da Roma il regime faceva roteare la spada di guerra, era un assurdo logico. L’illusione di preservare la Città eterna dai bombardamenti viene spazzata via nel caldo lunedì 19 luglio 1943, quando pochi minuti dopo le 11 il quartiere Prenestino viene preso di mira dalle avanguardie di una forza aerea d’attacco di quattro Group di B-17 (Fortezze volanti) della 12ª Air Force e da cinque Group di B-24 della 9ª.

A questi 270 quadrimotori si affiancano 321 bimotori appartenenti a cinque Group di B-25 e B-26 scortati dai caccia Loocked P-38 Lightnight con l’incarico di attaccare gli aeroporti di Ciampino e Littorio. Agli inizi del raid i romani erano stati a guardare, con gli occhi all’insù. Il Cupolone e il Papa non sarebbero però bastati a proteggerli; quanto all’antiaerea o alla caccia della Regia Aeronautica, ormai stremata da tre anni di guerra, non c’era da aspettarsi più nulla.

Gli americani avevano rotto gli indugi e stavolta avevano acconsentito alle richieste del ministro degli esteri Anthony Eden di colpire Roma dal cielo, poiché non si poteva continuare a far finta che la capitale italiana continuasse ad avere una patente di immunità. Mussolini avrebbe potuto risparmiarle il trattamento che da tempo gli Alleati riservavano a Berlino se l’avesse smilitarizzata, e invece tutti i centri di comando erano stati tenuti nell’Urbe.

Era talmente diffusa l’idea di intangibilità che nel 1942 aveva fatto inviare armi anticarro e antiaeree destinate alla difesa di Roma in Russia, poi ci aveva ripensato, ma comunque senza alcun effetto pratico. Nella notte tra domenica e lunedì, alcuni bimotori Wellington della Raf avevano sorvolato la città e lanciato 80.000 volantini nei quali c’era scritto di allontanarsi dal perimetro urbano e di stare lontani dagli obiettivi militari.

È una cifra irrisoria rispetto alla popolazione residente. Non c’era quindi alcun effetto sorpresa. Il comandante supremo del settore mediterraneo, Dwight Eisenhower dal momento dello sbarco in Sicilia aveva detto chiaramente che nessun monumento valeva la vita di un solo soldato americano. Su Roma aveva avuto qualche scrupolo, soprattutto per la presenza del Papa e di uno Stato neutrale, e comunque intendeva risparmiare il centro storico, le vestigia dell’antichità e naturalmente il cuore della cristianità. Ma c’era una guerra da vincere e colpire duro nel “ventre molle d’Europa” significava abbreviare quel conflitto spingendo l’Italia alla resa.

Per colpire Roma si è pianificato tutto

I piloti e i puntatori sono stati scelti accuratamente tra i migliori, esonerando sia i cattolici che ne avevano fatto richiesta sia i protestanti più dichiaratamente antipapisti. Si doveva fare un’operazione chirurgica, non un bombardamento a tappeto classico. Quel 19 luglio Mussolini non è a Roma: si trova a Villa Gaggia, nei pressi di Feltre, per un incontro al vertice con Hitler.

Il capo di stato maggiore generale Vittorio Ambrosio gli ha detto che con quella guerra occorre farla finita, che l’Italia non ce la fa più, e lui si è ripromesso di convincere il Führer dell’impossibilità di proseguire la lotta. Nel Paese sta crescendo il malumore e anche la fronda interna. Verso mezzogiorno il segretario particolare Nicola De Cesare porta un foglio da consegnare al Duce.

L’ambasciatore Dino Alfieri, che è presente, racconta così l’accaduto: “Mussolini lo lesse rapidamente, costringendo Hitler a interrompersi, e lesse, traducendola in tedesco, la breve comunicazione: ‘In questo momento il nemico sta violentemente bombardando Roma”. Una pausa di silenzio. Hitler restò impassibile. Mascherava, con la testarda dissimulazione teutonica, solo capace di irrigidirsi e di farsi più dura, un’emozione sincera per la città che egli ammirava con sentimento profondo e un poco retorico, quale è di tutti coloro che del mondo classico non furono né saranno mai eredi? Ricordava la dichiarazione solenne fatta più volte a Mussolini, che se il nemico avesse osato lanciare una sola bomba su Roma e su Firenze, egli aveva già preventivamente ordinato e tutto predisposto perché una squadriglia da bombardamento dovesse radere al suolo una città nemica? ‘Voglio avere notizie particolareggiate‘, ordinò Mussolini al suo segretario. ‘Ho cercato di farlo. Ma a Roma i telefoni sono isolati: non abbiamo una linea diretta; le comunicazioni sono praticamente impossibili’. ‘Insistete’, ordinò Mussolini contrariato”.

Hitler è abituato ai bombardamenti sulla Germania e, dopo quell’interruzione, riprende a parlare come nulla fosse. “Mussolini cominciava a dare segni di impazienza e di nervosismo. Riapparve De Cesare; Mussolini gli strappò quasi il foglio dalle mani e, interrompendo Hitler, disse ad alta voce, in tedesco: ‘Il violento bombardamento continua; circa 400 apparecchi volano a bassissima quota; quartieri della periferia ed anche edifici del centro gravemente colpiti; scarsa reazione delle batterie antiaeree‘. Silenzio. Mussolini rivolto ad Ambrosio: ‘Bisogna dare comunicazione di ciò nell’odierno bollettino di guerra. Tutta l’Italia e il mondo devono sapere…’. ‘Per oggi non siamo più in tempo’. ‘Si ritardi la diramazione del bollettino, ma è necessario dare ampi particolari: la durata del bombardamento, il numero degli apparecchi, la reazione delle artiglierie, il contegno stoico della popolazione. Non bisogna pubblicare per adesso il numero – neppure approssimativo – delle vittime'”.

Le bombe continuano a colpire la Capitale

Alle 13 la riunione di Feltre si chiude. Mussolini non è riuscito o non  ha voluto dire una sola parola a Hitler. Roma verrà bombardata anche nel pomeriggio. Centinaia e centinaia di tonnellate di bombe devastano i quartieri Prenestino, Tiburtino, Tuscolano e San Lorenzo.  I puntatori hanno fatto quel che hanno potuto, ma i Norden non sono certo quell’esempio di precisione millantato con la vanteria di poter inquadrare e colpire esattamente un ‘barile di sottaceti’.

Dal cielo sono piovute in successione bombe da 500, 1.000 e 2.000 libbre ad alto potenziale (con l’esplosivo Rdx). L’allarme era risuonato attorno alle 10, ma era difficile trovare un rifugio a Roma. L’effetto  dell’attacco è stato scioccante. I quartieri bombardati sono avvolti da un fumo giallastro: case sventrate, corpi dilaniati, strade devastate, fuoco e polvere dappertutto.

I numeri dell’attacco

Il primo bilancio ufficiale, il 22 luglio, fisserà in 717 i morti e in 1.599 i feriti, ma la cifra dei caduti raddoppierà. Il Bollettino n. 1150 era stato neutro, perché non si sapeva nulla di preciso; quello n. 1151 del 20 luglio  ha invece questo tono: “I danni arrecati dalle formazioni americane, che con alcune centinaia di quadrimotori hanno ieri durante tre ore attaccato Roma, sono ingenti. Risultano, tra gli altri, gravemente colpiti e in parte distrutti edifici sacri al culto e alla scienza e quartieri di abitazioni operaie; in particolare la basilica di San Lorenzo, il Cimitero del Verano, la città universitaria, il complesso ospedaliero del policlinico, i caseggiati popolari delle zone Prenestina e Latina. Il numero delle vittime civili finora accertate ascende a 166 morti e 1.659 feriti. Durante e dopo l’incursione la popolazione ha dato esempio di disciplina e calma. Sette velivoli sono stati abbattuti dalle artiglierie contraeree e uno dalla caccia”.

La basilica di San Lorenzo fuori le Mura, che godeva di extraterritorialità, era stata ridotta in rovina: diventerà simbolo del martirio di Roma  quando Pio XII, eccezionalmente uscito dal Vaticano in automobile, allarga le braccia, poi congiunge le mani in preghiera, si inginocchia e intona il De profundis. Anche Vittorio Emanuele III e la regina Elena non avevano fatto mancare la loro presenza, e avevano fatto distribuire un milione di lire alle “famiglie indigenti della capitale, colpite dalle incursioni aeree”.

Il vecchio re già da tempo sta rimuginando su come liberarsi di Mussolini e del fascismo, e adesso che vede con i suoi occhi la tragedia dell’Italia sa che non si può più titubare. Sta scattando un precipitoso conto alla rovescia, fissato per il 24 luglio, con la convocazione del Gran Consiglio del fascismo.

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Pecoraro Scanio “Neanche un euro del Pnrr sia usato per le armi”

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Pecoraro Scanio

ROMA (ITALPRESS) – “Nemmeno un euro per le armi deve essere preso dai fondi del Pnrr destinati alla transizione ecologica e digitale. Lo abbiamo detto insieme a Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio che ha portato in Italia gli oltre 200 miliardi che servono per creare benessere, aiutare l’ambiente, pensare alle future generazioni”. Così Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della fondazione Univerde.

col4/gsl

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Al Nord si lavora due mesi in più che al Sud

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Al Nord si lavora due mesi in più che al Sud

ROMA (ITALPRESS) – I lavoratori dipendenti del settore privato del Nord lavorano quasi 2 mesi in più all’anno dei colleghi del Sud, e percepiscono una retribuzione giornaliera del 34 per cento più alta. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha elaborato i dati dell’Inps.
sat/mrv

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