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Scossa di terremoto di magnitudo 7 in Alaska, allarme tsunami

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ROMA (ITALPRESS) – Una scossa di terremoto di magnitudo 7 è
stata registrata, alle 08:48 (ora italiana), dalla sala sismica dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma, davanti alle coste dell’Alaska. L’evento, localizzato a circa 106 chilometri a sud di Sand Point e ad una profondità di 17 chilometri, ha fatto scattare un allarme tsunami.
Immagine Ingv
(ITALPRESS).

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Treno Roma-Pompei, primo viaggio con la premier Meloni 

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AGI – Ore 9.20, stazione Termini, Roma. Parte da qui – precisamente dal binario 1, Gate A -, il primo viaggio del Frecciarossa 1000 diretto Roma-Pompei, il nuovo servizio ferroviario nato dalla collaborazione tra il Ministero della Cultura e Ferrovie dello Stato italiane. È domenica, la stazione è pienissima: turisti che arrivano e romani che partono.

Dopo il Covid l’Italia sta ripartendo. Ricordiamo tutti come fosse ieri Termini durante la pandemia: la stazione deserta e i treni bloccati, la campagna vaccinale e la lenta ripartenza con le mascherine. Oggi i sorrisi hanno sostituito tutto questo. Al ‘punto accrediti’ tutto è organizzato alla perfezione. Arrivano studenti e colleghi. Alle 8.30 in punto abbiamo fatto tutto il necessario: ora c’è solo da aspettare la partenza. Siamo sui binari. 

L’arrivo della premier Meloni 

Una quarantina di minuti dopo, mentre stiamo per partire, la sorpresa: si vede spuntare un capannello di persone, polizia e carabinieri. La soglia di sicurezza si alza. Arrivano diverse persone, molte sono in giacca e cravatta. Sono uomini della scorta. Al centro c’è la premier Giorgia Meloni: ha un vestito bianco e dei pantaloni beige. Oggi pomeriggio dovrà essere a Tunisi con il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il primo ministro olandese Mark Rutte, ma ha deciso di passare la mattinata a Pompei per visitare gli Scavi.

È una giornata importante sul fronte migranti, ma – in chiave nazionale – lo è anche per i trasporti e per il turismo. Il diretto Roma-Pompei è infatti un primo passo di una lunga camminata che porterà l’Italia a essere un Paese più moderno e funzionale, salvaguardando però “il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, ha ricordato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che, mercoledì scorso, ha parlato di questa come di un’iniziativa di ‘Sistema’. Proprio Sangiuliano, insieme all’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Luigi Ferraris, passeggia accanto alla Meloni. Assieme a loro anche la sorella Arianna. I quattro salgono sul convoglio. Si parte.

L’iniziativa vuole unire l’immenso patrimonio culturale e storico di Roma con quello della città campana. Il treno di punta della flotta di Trenitalia, capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS, diviene così un mezzo di promozione turistico-culturale per unire il Paese nel segno della valorizzazione delle sue ricchezze storiche, ora sempre più accessibili. 

 Il collegamento diretto tra la Capitale e uno dei siti archeologici più famosi al mondo sarà effettuato ogni terza domenica del mese e i viaggiatori e turisti di potranno andare e tornare in giornata da Roma a Pompei.

Gli orari del treno 

La partenza è infatti prevista al mattino da Roma Termini alle 8.53 con fermata a Napoli Centrale alle 10.03 e arrivo alla stazione di Pompei alle 10.40. Ad attendere i viaggiatori diretti agli Scavi il bus navetta Pompei Link. Il ritorno è alle 18.40 con fermata a Napoli Centrale alle 19.23 e arrivo a Roma Termini alle 20.55.

“Il progetto che abbiamo lanciato con il ministero della Cultura unisce cultura e innovazione”, ha sottolineato l’amministratore delegato del Gruppo FS Luigi Ferraris mercoledì scorso in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa.

“Con i nostri treni, che rappresentano anche spazi di incontro e condivisione, portiamo sempre più persone in quei luoghi dove si fa cultura o che attraggono per le loro peculiarità storiche e artistiche”, ha spiegato.

Il nuovo collegamento si aggiungerà alle 50 corse giornaliere, andata e ritorno, oggi già esistenti tra Roma e Pompei, che prevedono l’arrivo a Napoli Centrale con l’alta velocità e il proseguimento a destinazione con i treni regionali di Trenitalia dalla stazione di Piazza Garibaldi.

Anche il nuovo collegamento con i bus Freccialink si aggiunge ai 2 Napoli Afragola-Pompei, attivi durante la stagione estiva, in connessione con i Frecciarossa sulla rotta Milano-Roma-Napoli. 

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Muore a Venezia alla Festa del Redentore, fatale lo sbalzo in acqua 

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AGI – Un ragazzo è morto la notte scorsa a Venezia, al termine dello spettacolo dei fuochi d’artificio per la festa del Redentore. Il giovane si trovava alla guida di un barchino con due ragazze a bordo, quando ha urtato una briccola ed è stato sbalzato in acqua ma non è più risalito. Il corpo è stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco.

Illese le due ragazze. L’incidente è accaduto nel canale tra San Giorgio e San Servolo. Sul posto sono giunti subito i mezzi di soccorso tra cui la motobarca di Marittima, due autopompe lagunari una moto d’acqua dei vigili del fuoco e i sommozzatori che erano di servizio alla manifestazione che hanno subito dato il via alle ricerche di superficie e sotto acqua.

Dopo una breve ricerca subacquea, i sommozzatori hanno trovato sul fondo il corpo privo di vita del giovane, come accertato dal personale del Suem. Sul posto anche l’imbarcazione della polizia locale per ricostruire la dinamica del sinistro. 

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Ciriani “La riforma della giustizia non è contro i magistrati”

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ROMA (ITALPRESS) – “Non abbiamo interesse ad alimentare uno scontro. La riforma non è contro i magistrati. Anche il ministro Nordio, che la sta attuando, è un magistrato. C’è un programma di governo votato dai cittadini e dalle Camere e siamo tenuti a rispettarlo”. Così, sulla riforma della giustizia, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che alla domanda se aboliranno l’abuso di ufficio, considerato che Bruxelles e il Colle chiedono cautela, risponde: “Massimo rispetto per il Quirinale. L’abuso di ufficio però così com’è non è efficace. Lo dimostrano i fatti e le statistiche e la richiesta viene dai sindaci, anche quelli del Pd. E’ una spada di Damocle intollerabile e noi vogliamo tutelare gli amministratori perbene”. Sul rischio che Mattarella non promulghi la legge, “credo che non ci saranno problemi – commenta -. Nel percorso parlamentare, che è ancora lungo, agiremo in modo che la norma sia coerente con la Costituzione. Ci potranno essere miglioramenti e integrazioni, ma l’impianto è quello. L’abuso d’ufficio come lo conosciamo va superato”.
In merito al concorso esterno “nel testo Nordio non ce n’è traccia e in Consiglio dei ministri non se n’è mai parlato – spiega -. E’ questione complessa e delicata e non mi pare urgente intervenire. Come FdI e come governo non vogliamo dare anche solo la sensazione di indebolire la lotta alla mafia, con dibattiti che tendono a offuscarne l’azione”.
Per quanto riguarda i casi Delmastro, Santanchè e La Russa, finiti al centro delle polemiche “sono vicende diverse una dall’altra – dichiara -, La Russa poi è chiamato in causa solo in quanto padre. Come ha detto la presidente Meloni c’è qualche passaggio che ci lascia perplessi, le decisioni del gip si rispettano ma si possono anche criticare. Dopodichè il principio di non colpevolezza vale per tutti. Se necessario si difenderanno nel processo e confido che dimostreranno la loro estraneità alle accuse”.
In merito alla mozione di sfiducia alla Santanchè: “Voteremo contro. Compatti”, annuncia il Ministro. “Non possiamo trasformare il Parlamento in un tribunale – puntualizza Ciriani -. Lasciamo che la magistratura faccia i suoi passaggi, il ministro ha diritto di difendersi e dimostrare la propria innocenza. Il problema non è l’opportunità politica, semmai il dispiacere perchè vengono offuscate le grandi questioni di riforma del Paese su cui siamo impegnati, come delega fiscale, autonomia regionale e riforma della giustizia”.
“La separazione delle carriere è una questione costituzionale, ne parleremo a tempo debito – prosegue Ciriani -. Meglio fare una cosa alla volta e non mettere insieme cose che insieme non stanno. Ma quando si invoca da parte della magistratura rispetto e dialogo, bisognerebbe evitare dichiarazioni come queste”.
Tornando alla vicenda La Russa “non voglio entrare nelle sue scelte. E’ una vicenda privata, che coinvolge due famiglie e una ragazza che ha denunciato. Spero che la magistratura possa fare presto chiarezza”. “La Russa – aggiunge il ministro Ciriani – ha reagito umanamente come padre, ma ha detto che rispetterà la decisione dei giudici”.
Sul Pnrr, “il governo e il ministro Fitto hanno fatto un lavoro gigantesco, la terza rata è in arrivo e stiamo già lavorando alla quarta. L’Italia non è affatto indietro rispetto ad altri Paesi. Il Pnrr lo abbiamo corretto in ben dieci punti e ricordo che quelli che ora ci danno lezioni volevano farci gli stadi di calcio con quei soldi”. Poi, conclude: “Vedo una maggioranza che lavora insieme e durerà cinque anni. Nel 2024 si voterà con il proporzionale e ognuno cerca di portare acqua al proprio mulino. A essere logorata è l’opposizione perchè ha perso il potere, l’unico collante che aveva”.
foto Agenzia Fotogramma
(ITALPRESS).

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80 anni fa il bombardamento del quartiere San Lorenzo a Roma  

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AGI – A ottantant’anni di distanza dal bombardamento del quartiere San Lorenzo a Roma, il 19 luglio 1943, quel che resta ancora ben visibile è la carcassa d’una palazzina a tre piani, grigia e decaduta più che decadente, con qualche murale o graffito sovrimpresso, sulla via Tiburtina, che, nelle intenzioni, migliori, avrebbe dovuto diventare la Casa della Memoria e della Storia, a testimonianza del tragico evento e come monito, ma non è mai stata realizzata.

Una delle 4 mila bombe sganciate sulla città 80 anni fa, circa 1600 tonnellate di esplosivo, in quell’attacco degli alleati a bordo dei possenti e pesanti quadrimotori Boeing B-17 Flying Fortress e Consolidated B-24 Liberator, che sorvolarono la capitale per liberarla dalla presenza tedesca e nazifascista, le cadde vicino, svuotandola.

Un attacco pesantissimo e tragico

Solo a San Lorenzo ci furono 717 morti e 4 mila feriti, ma per la città il bilancio è stato ben più grave: 3 mila morti e 11 mila feriti tra i quartieri Tiburtino, Prenestino, Casilino, Labicano, Tuscolano e Nomentano bombardati anch’essi. “Diecimila case furono distrutte e 40 mila cittadini rimasero senza tetto”, il bilancio, come si racconta sul sito del Museo Storico della Liberazione di via Tasso.  

Ma prima del giorno della liberazione vera e propria, il 4 giugno 1944 la Capitale è stata bombardata per altre 51 volte. Una sequenza che il cantautore Francesco De Gregori ha immortalato così nell’album “Titanic” del 1982: “Cadevano bombe come neve/il 19 luglio a San Lorenzo”, nella canzone dedicata al raid, dal titolo “San Lorenzo”.

Nelle intenzioni dei cacciabombardieri americani, l’obiettivo doveva essere lo scalo ferroviario di San Lorenzo, snodo della viabilità soprattutto militare, ma inevitabilmente i grappoli di bombe finirono per cadere un po’ ovunque. E nel quartiere anche la vicina semoleria Cecere viene quasi demolita. Per decenni gli scheletri degli edifici distrutti rimangono lì come simbolo dei tragici eventi del 19 luglio fino alla prima trasformazione urbanistica che cancella le ferite al tessuto urbano e sociale.

Nella stessa data del 19 luglio ‘43, “Mussolini va a Feltre per incontrare Hitler e proporgli l’uscita dalla guerra. Ma Hitler lo insulta minacciosamente”, si legge sul portale storico della Presidenza della Repubblica. E, appunto, in quello stesso momento gli alleati bombardano Roma alle 11 del mattino puntando la mira allo scalo ferroviario del popolare quartiere. Il Pontefice accorre immediatamente tra le rovine, benedice morti e feriti tra l’accoglienza dei romani che lo circondano, lo applaudono e gridano “pace!”, e impartisce anche a loro la sua benedizione. Arriva pure il re Vittorio Emanuele II “ma la popolazione lo copre d’insulti” e la sua vettura viene fatta oggetto di sassate costringendo il monarca a una rapida retromarcia. 

La capitolazione del regime fascista e del Duce e il suo esautoramento da parte del Gran Consiglio del Fascismo è vicina e viene dichiarata di lì a sei giorni, il 25 luglio dello stesso anno. Tant’è che il 14 agosto il governo Badoglio dichiara Roma “città aperta” e il Comando Supremo italiano ordina immediatamente alle batterie antiaeree di stanza a Roma di non reagire in caso di passaggio degli aerei nemici americani e comanda poi anche lo spostamento di sede dei comandi italiani e tedeschi e delle rispettive truppe, impegnandosi a trasferire le infrastrutture militari e le fabbriche di armi e munizioni, e a non utilizzare il nodo ferroviario romano per scopi militari, di smistamento, di carico o scarico, e di deposito.

Ma le direttive italiane vengono largamente disattese dai tedeschi, che continuano a utilizzare la capitale italiana per scopi militari. Di conseguenza Roma viene bombardata dagli alleati per ben altre 51 volte fino ad arrivare al 4 giugno 1944, giorno della liberazione.

La testimonianza 

Scrive in proposito lo storico Umberto Gentiloni Silveri, docente all’Università Sapienza di Roma, in “La guerra dall’aria. I bombardamenti alleati su Roma”, in un intervento al Senato nel giugno 2014, che “la complessa e articolata trama diplomatica e militare che portò gli Alleati a effettuare dall’estate del 1943 circa 51 incursioni aeree sulla Capitale rappresenta un punto di osservazione particolarmente adatto a chiarire diversi aspetti delle vicende che interessarono Roma e il nostro Paese negli anni della seconda guerra mondiale. Allo stesso tempo, gli avvenimenti in questione possono aiutare a inquadrare meglio la collocazione di Roma nell’ambito dell’evoluzione del più ampio teatro di guerra tra il maggio 1940 e il giugno 1944”.  

Tuttavia, afferma ancora lo storico Umberto Gentiloni Silveri nel rievocare il bombardamento di San Lorenzo, l’ipotesi di bombardare Roma comincia a circolare “nei giorni immediatamente successivi all’ingresso dell’Italia nel conflitto mondiale”. In uno scenario, va ricordato, “dominato per la prima volta nella storia dal massiccio impiego dell’aviazione come strumento bellico rivolto sia contro gli eserciti nemici che verso gli obiettivi industriali, militari e civili dei Paesi belligeranti”, tant’è che “la questione di Roma irrompe anche nel dibattito tra alleati circa la conduzione della guerra”.

Così, alla luce del contesto e della cronologia globale della guerra, “la questione della ‘città aperta’ – osserva Gentiloni Silveri – ritrova una propria dimensione. Lo status speciale riveste una falsa centralità, che nasconde interessi e atteggiamenti spesso di comodo o strumentali. La dichiarazione unilaterale del governo italiano dell’agosto 1943 è considerata dagli inglesi come grottesca, irrealistica, non vincolante”.

Ovvero, “un’espressione impiegata da più parti e spesso piegata alle finalità del momento; un’illusione che genera fraintendimenti quando vengono colpiti i gruppi partigiani o quando la popolazione si sente erroneamente al sicuro”, cosicché “l’uso strumentale della ‘città aperta’, come alibi di copertura o come denuncia della sua avvenuta violazione, accompagna le fasi del conflitto. Il riferimento alla inviolabilità giuridica e materiale della città eterna diventa una lente privilegiata, un punto di osservazione attraverso il quale seguire l’evoluzione del confronto”.

Lo status di “città aperta” “mal si combina con la presenza di truppe e di postazioni militari disseminate sul territorio urbano; né può giustificare il dominio dell’Asse, prima nella sua variante italiana, il fascismo, dopo l’8 settembre nelle forme che assume l’occupazione nazista” perché “Roma non sarà mai ‘aperta’ negli anni del conflitto. Altre, piuttosto, le sue aggettivazioni, che si sovrappongono quasi cronologicamente: sacra, fascista, prigioniera, occupata, alleata e finalmente libera”, conclude lo storico. 

 

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Un bimbo di due anni annega nella piscina di famiglia

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AGI – Un bimbo di 2 anni è annegato nella piscina privata nel cortile di una villetta di Cavazzale, in provincia di Vicenza. La tragedia è avvenuta poco prima delle 17 e il personale del Suem 118 che è intervenuto ha tentato disperatamente di rianimarlo ma ha dovuto constatarne il decesso.

Il piccolo sarebbe scivolato in acqua in un momento di disattenzione dei genitori. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri del comando di Thiene che dovranno ascoltare i genitori per ricostruire cosa sia accaduto. Martedì scorso a Parma una bimba di un anno e mezzo era annegata in una piccola piscina gonfiabile. 

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Incide l’iniziale del suo nome sul Colosseo, denunciata [VIDEO]

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AGI – Deterioramento dei beni culturali e divieto di imbrattare e compromettere il patrimonio storico e artistico della città. Per queste accuse una turista svizzera di 17 anni è stata denunciata dai carabinieri al Colosseo, al centro di Roma.

La 17enne stava incidendo la lettera iniziale del suo nome su un basamento del Colosseo quando è stata sorpresa da una guida turistica italiana che ha allertato la vigilanza del Parco Archeologico del Colosseo.

Sul posto sono intervenuti i militari dell’Arma che hanno identificato la giovane, che è in vacanza con la famiglia nella Capitale. Rischia fino a 5 anni di carcere e una multa fino a 15 mila euro.

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Ad Agrigento torna il Master della Strada degli Scrittori

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AGRIGENTO (ITALPRESS) – Torna per il settimo anno ad Agrigento il Master di Scrittura organizzato dalla Strada degli Scrittori in collaborazione con la Fondazione Treccani Cultura e Treccani Accademia. E, in vista degli eventi per Agrigento Capitale della Cultura 2025, al Master si affianca un Festival, anch’esso legato al tema scelto quest’anno, “Le parole della musica”. Le lezioni si svolgeranno dal 27 agosto al 3 settembre all’interno del Polo Culturale “San Lorenzo” di via Atenea, nel cuore della vecchia Girgenti. Il tema delle “Parole della Musica” è centrato sulla poesia, sui “nuovi poeti”, sui versi di cantautori, musicisti, parolieri che raccontano le emozioni e i problemi del mondo, da Claudio Baglioni ai moderni rapper.
“Dopo avere analizzato negli anni passati le parole della Politica, quelle della Pandemia, della Costituzione, dell’Impegno civile o della Sostenibilità – commenta il direttore della Strada degli Scrittori Felice Cavallaro – il Master 2023 sarà un’occasione per approfondire nuovi linguaggi con personalità come sempre di primo piano”.
Lezioni e laboratori saranno animati da Peppe Servillo, Stefania Auci, Ester Pantano, Salvo Piparo, Lello Analfino, Mario Incudine, Salvatore Nocera Bracco, Gaetano Savatteri, Beatrice Quinta, Ibla, Amir Issaa, Thony, Claudio Baglioni, Fasma, Giovanni De Stefano, Gian Mauro Costa, Accursio Sabella, Elvira Terranova e tanti altri. Anche quest’anno direttore scientifico del Master sarà Massimo Bray, direttore generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani.
Cantautori, attori, editorialisti, scrittori ogni sera dal 27 agosto animeranno inoltre un Festival legato anche al decimo anniversario della nascita dell’associazione Strada degli Scrittori. Tutto è in via di organizzazione e sarà reso ufficiale nei prossimi giorni. Intanto, per info, basta visitare il sito on line www.stradadegliscrittori.com.

– foto tratta dal programma del Master 2023 della Strada degli Scrittori –
(ITALPRESS).

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Malta, sospese le riprese de “Il gladiatore 2”

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LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Le riprese di “Il Gladiatore 2” a Malta sono state posticipate a seguito di una decisione presa dal sindacato degli attori di Hollywood giovedì sera. La Screen Actors Guild (SAG-AFTRA) ha annunciato uno sciopero contro gli studi cinematografici e televisivi dopo che i colloqui sulla retribuzione e su altre condizioni di lavoro sono falliti.
Le riprese di Ridley Scott sono iniziate a Malta a giugno e inizialmente dovevano durare quattro mesi. Le riprese sono a Fort Ricasoli, la grande fortificazione di Kalkara che è stata anche l’ambientazione principale del film originale. La produzione comprende i maggiori artisti cinematografici come Denzel Washington, Pedro Pascal e Paul Mescal.
Alle comparse maltesi che sono state scelte per partecipare alla produzione di “Il Gladiatore 2” è stato detto di non presentarsi per lavoro a causa dello sciopero. La produzione impiega centinaia di troupe e comparse, che rischiano di perdere il lavoro se le riprese vengono messe in pausa troppo a lungo.
-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS).

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