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La procura ha sequestrato il cellulare di Leonardo Apache La Russa

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AGI – La Procura di Milano ha sequestrato con un decreto eseguito dalla Squadra mobile il cellulare di Leonardo Apache La Russa, il terzogenito del presidente del Senato Ignazio La Russa indagato per violenza sessuale. La notizia è stata anticipata dal sito del Fatto Quotidiano e confermata all’AGI da fonti qualificate. La consegna del solo dispositivo, da cui è stata tolta la sim, è avvenuta alla presenza dell’avvocato Adriano Bazzoni, legale di Leonardo Apache.

Tra gli altri testimoni sentiti nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano, c’è anche la madre della ragazza che ha denunciato Leonardo La Russa. Stando al suo racconto, la 22enne si sarebbe rivolta alla madre dopo la presunta violenza alla quale riferì “i fatti in modo scosso e generale, senza scendere nei particolari, chiedendo che venisse a casa”.

La donna poi l’accompagnò alla Clinica Mangiagalli dove, dopo la visita, fu certificata “la presenza di ecchimosi e di un graffio alla coscia”. In tutto sono una decina i testimoni finora sentiti. Nei prossimi giorni altri partecipanti alla serata in discoteca potrebbero essere convocati.

La conoscente della presunta vittima, invece, non avrebbe notato nulla che faccia pensare che la ragazza fosse stata drogata, la sera tra il 18 e il 19 maggio all’interno dell’Apophis Club, il locale in centro a Milano. È quanto ha riferito agli investigatori della Squadra mobile, alla pm Rosaria Stagnaro e alla procuratrice aggiunta Letizia Mannella nel corso dell’audizione negli uffici della Questura avvenuta lo scorsa mercoledì.

Agli inquirenti ha spiegato di non aver visto l’ex compagna di liceo di La Russa jr. in condizioni di particolare alterazione. Una versione diversa da quella dell’amica con cui la 22enne era andata insieme nella discoteca di via Merlo. È stata lei a definirla “strana, strana” dopo aver bevuto un cocktail ricevuto da Leonardo Apache.

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Roma, scoperto laboratorio per modificare armi giocattolo, 3 arresti

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ROMA (ITALPRESS) – I Carabinieri della Compagnia di Roma Montesacro hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip su richiesta della Procura, nei confronti di 3 uomini gravemente indiziati di porto e detenzione di arma comune da sparo, ricettazione di arma di provenienza furtiva, detenzione di munizionamento. Durante le perquisizioni eseguite presso l’abitazione di uno degli arrestati, ad Ardea, i Carabinieri hanno scoperto un locale adibito a officina laboratorio munito di specifica attrezzatura tecnica per ricaricare le munizioni e modificare le armi del tipo soft air, alterandole in modo tale da renderle in grado di sparare proiettili veri. Le indagini sono scaturite da un controllo, effettuato nel quartiere romano di San Basilio da una pattuglia dell’Arma, di un’auto con a bordo alcuni sospetti che una volta perquisiti sono stati trovati in possesso di passamontagna, guanti e altri indumenti tali da ipotizzare che fossero in procinto di commettere un reato. Le indagini hanno così portato all’individuazione di un uomo, poi arrestato in flagranza, che trasportava per conto di uno degli indagati, da Ardea a Roma, due pistole di provenienza furtiva e munizionamento, raccogliendo inoltre elementi indiziari circa il coinvolgimento, a vario titolo, di altri 4 indagati. Nel laboratorio era custodito un vero e proprio arsenale, rinvenuto all’interno di un vano segreto ricavato nel muro, costituito da 1 kg circa di polvere pirica, 16 armi tipo soft air alterate in grado di utilizzare munizionamento convenzionale, 2 pistole artigianali, 13 silenziatori artigianali, parti di armi alterate, munizionamento vario, attrezzatura tecnica per ricarica munizioni. Le armi sono state sequestrate e sono in corso accertamenti tecnici finalizzati a verificare l’eventuale loro utilizzo.
(ITALPRESS).

Foto: Ufficio Stampa Carabinieri Roma

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Approvato il Piano regionale antincendio 2023-2025

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CAGLIARI (ITALPRESS) – “Alla Regione spetta il compito di promuovere e favorire le azioni di prevenzione e mitigazione del rischio, con l’obiettivo di ridurre il numero, l’estensione e gli effetti degli incendi boschivi. Perciò, vengono individuati i contenuti del Piano regionale antincendi (Prai) e indicata la composizione del sistema regionale, che coinvolge Protezione civile, Corpo forestale, Forestas, Vigili del fuoco, organizzazioni di volontariato e compagnie barracellari. Fino ad oggi, erano vigenti sia il Piano regionale approvato lo scorso anno che i Piani operativi ripartimentali, aggiornati costantemente, senza alcuna interruzione o difficoltà per la Campagna Antincendio 2023”. Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Marco Porcu, con la delega alla protezione civile, dopo l’approvazione, da parte della Giunta regionale, del Piano regionale 2023-2025 per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi. Finora, i dati degli incendi registrano un arretramento rispetto alla media degli ultimi 10 anni: -48% il numero assoluto; -71% la superfice totale percorsa dagli incendi; -92% la superfice boschiva percorsa dagli incendi (aggiornamento al 13 luglio 2023).
“Il Prai è un importante documento di pianificazione regionale – ha aggiunto l’assessore Porcu – che serve per programmare e coordinare le attività antincendio di tutte le componenti, istituzionali e non, che concorrono, in forme e ambiti diversi, al perseguimento degli obiettivi. Al suo interno sono definite le procedure di emergenza, le attività di monitoraggio del territorio e di assistenza alla popolazione. Un documento di riferimento sia per l’intero sistema regionale di protezione civile, che indica le attività finalizzate a garantire la sicurezza del territorio, la prevenzione e la gestione del rischio, che per le Amministrazioni comunali nella pianificazione di protezione civile”.
La struttura nel dettaglio. Da maggio, sono attive le sale di coordinamento operative (Sala operativa unificata permanente, Soup, e 7 Centri operativi provinciali, Cop); il Centro funzionale decentrato (Cfd), che si occupa dell’emissione dei bollettini di previsione di pericolo di incendio; 735 direttori delle operazioni di spegnimento del Corpo forestale. Il personale messo a disposizione dal Corpo forestale è di 1.047 operatori; 1.506 (1.088 addetti e 418 vedette) sono dell’agenzia regionale Forestas; 2.774 i volontari delle associazioni di protezione civile; 1.018 le unità delle Compagnie barracellari; i vigili del fuoco sono 800. Per un totale di 7.145. I mezzi terrestri sono del Corpo forestale (214); di Forestas (216); del volontariato di protezione civile (285); delle Compagnie barracellari (113); dei Vigili del fuoco (100), per un totale di 928. Inoltre, sono a disposizione 15 elicotteri della flotta area regionale; oltre a due elicotteri delle Forze Armate e tre Canadair
“Nella complessa macchina organizzativa antincendio, un meritato riconoscimento va all’azione dei volontari, dei gruppi comunali di protezione civile e delle compagnie barracellari. Infatti, per ridurre le cause degli incendi e salvaguardare il nostro immenso patrimonio boschivo è necessario il contributo di tutti, anche nell’adottare costantemente comportamenti responsabili, rispettosi dell’ambiente e nel seguire scrupolosamente le misure contenute nelle prescrizioni. Al riguardo, come tutti gli anni, la Protezione civile mette a disposizione degli operatori i fondi per la Campagna antincendio, che vanno ad aggiungersi a quelli già assegnati in via ordinaria. Questo vale anche per le Compagnie barracellari, alle quali il competente Assessorato regionale degli Enti locali riconosce appositi contributi annuali per il loro funzionamento, mentre le risorse ulteriori, che questa Amministrazione negli anni scorsi ha deciso di estendere anche alle Compagnie, devono necessariamente essere attribuite coi medesimi criteri previsti per le organizzazioni di volontariato e non possono avere alcun carattere retributivo”, ha concluso l’Assessore dell’Ambiente.

foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).

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Il Consiglio Regionale della Campania approva ddl Assestamento di bilancio

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NAPOLI (ITALPRESS) – Il Consiglio Regionale della Campania, presieduto da Gennaro Oliviero, ha approvato a maggioranza (con 27 voti favorevoli, due contrari e un astenuto) il Disegno di legge ‘Assestamento del Bilancio di previsione finanziario per il triennio 2023-2025 e variazione di Bilancio della Regione Campanià Delibera di Giunta regionale numero 408 del 7 luglio 2023, con la relazione introduttiva del Presidente della Commissione Regionale Bilancio, Francesco Picarone.
‘La Giunta ha approvato il Rendiconto 2022 e, quindi, il Bilancio di previsione 2023-2025 deve tenerne conto – ha detto Picarone del Pd -, con questo disegno di legge è stata rilevata una riduzione del disavanzo ancora più importante di quella preventivata, ovvero di trecento milioni. La nostra è una gestione virtuosa ed ordinata, anche se c’è da smaltire un disavanzo di tre miliardi e ottocento, sulla base della quale vengono finanziate importanti politiche sociali. Inoltre – ha proseguito Picarone – con il disegno di legge si aderisce alla definizione agevolata delle entrate regionali in applicazione delle disposizioni di cui all’articolo 17-bis del decreto legge 30 marzo 2023, numero 34, convertito dalla legge 26 maggio 2023 numero 56, una buona notizia per i contribuenti, e si pongono in essere alcune misure per sostenere importanti settori, come quelle per gli allevatori di suino per fronteggiare la nuova epidemia di Peste Suina Africanà.
Il Consiglio ha, inoltre, approvato all’unanimità (con 30 voti favorevoli) la proposta di legge ‘Istituzione del servizio di sociologia del territorio della Regione Campanià. ‘Siamo la prima regione ad approvare questa leggè, ha sottolineato il consigliere Francesco Picarone del Pd, che ha aggiunto: ‘Essa, nel recepire i contenuti della sentenza della Corte Costituzionale sulla Legge regionale 22 maggio 2017, numero 13, che aveva sollevato il problema della mancata copertura finanziaria, istituisce, nel sistema dei servizi sociali della Regione, il Servizio di sociologia del territorio, che rappresenta l’insieme coerente e coordinato delle attività sociologiche necessarie ai bisogni dei cittadini, e ne prevede la relativa copertura finanziaria, e stanzia trecentomila euro annui per il suo finanziamento. Il Servizio di sociologia del territorio è realizzato mediante una fase di sperimentazione della durata di tre anni. A tal fine è costituito un Gruppo di lavoro composto dal direttore generale per le politiche sociali e sociosanitarie, da un dirigente della medesima direzione e da dieci esperti sociologi professionistì.
Il Servizio di sociologia del territorio è garantito per ciascun Ambito territoriale, che lo prevede nel Piano sociale di zona. Le finalità del Servizio di sociologia del territorio sono: contribuire al benessere nel sistema di convivenza, fronteggiare i fenomeni di disagio relazionale in famiglia, nella scuola e nella comunità; promuovere il pieno ed armonico sviluppo sociale dell’individuo; promuovere l’integrazione delle politiche sociali con le politiche educative e con altre forme di intervento pubblico e privato per favorire l’inserimento e il reinserimento familiare e sociale. Per il raggiungimento di tali finalità, il Servizio di sociologia del territorio svolge, tra le altre, le seguenti attività: interventi socio-relazionali e comunicazionali a favore di persone con disagio sociale, di soggetti con disabilità, in favore di persone, gruppi e famiglie ad alto rischio disgregazione, in favore di minori e adulti dell’area penale, nella scuola, diretti al benessere dei docenti, degli studenti, dei genitori.
All’unanimità (con 37 voti favorevoli) è stato anche approvato il Testo unificato ‘Istituzione del Servizio di psicologia scolasticà, frutto delle proposte di legge delle consigliere regionali Bruna Fiola (Pd) e Vittoria Lettieri (De Luca Presidente), che ne sarà relatrice in Aula, e dei consiglieri di Italia Viva Tommaso Pellegrino, Francesco Iovino, Vincenzo Alaia e Vincenzo Santangelo.
‘La Campania è la prima regione per l’attivazione di servizi di psicologia scolasticà, ha detto la consigliera Lettieri, che ha aggiunto: ‘Questo testo unificato, elaborato di accordo con l’Ordine degli Psicologi della Campania, ha la finalità di favorire l’attivazione di un supporto psicologico nell’ambito del contesto scolastico mediante l’introduzione del Servizio di psicologia scolastica, si propone di porre in essere tutte le misure di intervento necessarie a garantire il potenziamento delle attività di inclusione degli alunni con disabilita, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali, di sostenere i processi di salute psicologica e prevenzione dei fenomeni collegati a bullismo e cyberbullismo, di contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica, di prevenire episodi di violenza e maltrattamentò.
Sul tema è intervenuto il consigliere Pellegrino per evidenziare ‘l’importante lavoro svolto nella VI Commissione per unificare i due testi e per approvare una legge per la quale la Campania rappresenta un modello grazie al lavoro della Giunta e particolarmente dell’assessore Fortini nelle scuolè.
‘Sono molto orgogliosa del lavoro svolto ed oggi è una giornata importante che concretizza il grande impegno della Regione Campania per le giovani generazioni, per il loro benessere mentale e per gettare le migliori basi degli adulti che saranno. Abbiamo, inoltre, presentato un ordine del giorno affinchè questo progetto possa iniziare nel maggior numero di scuole possibilì, ha detto la Presidente della Commissione Regionale Politiche Sociali, Bruna Fiola del Pd.
Il Consiglio ha, di seguito, approvato all’unanimità (con 35 voti favorevoli) il Testo unificato ‘Adeguamento della indennità di residenza in favore dei farmacisti rurali. Legge 8 marzo 1968, numero 221’, frutto delle proposte di legge dei consiglieri Vincenzo Alaia (Italia Viva), Luigi Abbate (Noi di Centro-Noi Campani) Francesco Iovino (Italia Viva), Corrado Matera (gruppo misto)Livio Petitto (Moderati e Riformisti), e Vincenzo Santangelo (Italia Viva).
‘Il Testo Unificato è finalizzato a sostenere le farmacie rurali intese quali presidi essenziali per il benessere dei cittadini delle località con meno di 3000 abitanti mediante l’erogazione, da parte delle Aziende Sanitarie Locali, in rate annuali, della indennità di residenza a condizione che tali farmacie risultino state aperte e funzionanti durante l’anno solare cui le indennità sono riferitè, ha spiegato il Presidente della Commissione Regionale Sanità, Vincenzo Alaia, che ha sottolineato: ‘E’ una legge importante nell’interesse delle comunità territorialì. ‘Le farmacie rurali sono circa 991 in Campania e sono un presidio sociale e sanitario per le aree interne che, soprattutto nel periodo del covid, hanno svolto un ruolo encomiabile. La Campania era l’unica regione in Italia a non essersi allineata alla normativa nazionale e, grazie al lavoro della Commissione, si giunge a questo importante risultatò, ha evidenziato il consigliere Livio Petitto (Moderati e Riformisti). ‘Concordo sull’importanza di questo testo unificato che istituzionalizza un contributo economico per le farmacie rurali, ma si sta consolidando una giurisprudenza che attribuisce ai Comuni il potere di attivare nuove farmacie rurali e questo potrebbe far saltare la previsione economica fissata oggi per questo Testò, ha aggiunto il consigliere Francesco Cascone (FI,gruppo misto).
A decorrere dall’1 gennaio 2024, l’indennità di residenza in favore delle farmacie rurali è così quantificata: 10.000 euro per le farmacie ubicate in località con popolazione fino a 600 abitanti; 7.000 euro per le farmacie ubicate in località con popolazione da 601 a 1.000 abitanti; 5.000 euro per le farmacie ubicate in località con popolazione da 1.001 a 2.000 abitanti; 3.000 euro per le farmacie ubicate in località con popolazione da 2.001 a 3.000 abitanti.
Il provvedimento sarà presentato in Consiglio dal presidente della Commissione Sanità Vincenzo Alaia (IV), per la maggioranza, e dal consigliere questore Massimo Grimaldi (Moderati e Riformisti), per l’opposizione.
Il Consiglio ha, altresì, approvato la Delibera di Giunta regionale numero 372 del 22 giugno 2023 ‘Legge regionale 15 giugno 2007, numero 6. Adozione del programma triennale (2023-2025) di investimento e promozione dello spettacolò.
‘La Regione Campania sta facendo un grande investimento sullo spettacolo anche attraverso la Film Commission con grande ritorno anche dal punto di vista turisticò, ha sottolineato la Presidente Fiola.
In attuazione della Legge regionale numero 6 del 15 giugno 2007 (‘Disciplina degli interventi regionali di promozione dello spettacolò, il programma triennale (2023-2025) di investimento e promozione dello spettacolò definisce le priorità, gli obiettivi, le modalità di attuazione tra le diverse tipologie di intervento finalizzate a valorizzare ogni forma di spettacolo, quale aspetto fondamentale della cultura regionale.
Specificamente, il programma triennale 2023-2025 punta, destinando le relative risorse, tra l’altro, sulla produzione, distribuzione e promozione degli spettacoli teatrali, musicali e di danza, sull’esercizio e gestione di teatri, sale e luoghi destinati allo spettacolo, sullo spettacolo viaggiante, sulle residenze multidisciplinari, ovvero sull’affidamento pluriennale di spazi idonei a rappresentazioni di spettacoli con il pubblico, su progetti speciali riferibili ad iniziative di particolare rilievo, per la sperimentazione di forma originali di promozione, valorizzazione, produzione e divulgazione, sul restauro, adeguamento funzionale e tecnologico di sedi ed attrezzature destinate alle attività di spettacolo, con particolare riguardo al quelle di pregio storico ed architettonico, sulla valorizzazione, promozione, documentazione e ricerca della musica con particolare riferimento al repertorio del ‘600 e del ‘700 napoletano.
In apertura della seduta, il Consiglio ha preso atto della decisione della Giunta delle Elezioni relativa alla decadenza del consigliere Marco Nonno, ai sensi dell’articolo 8 comma 6 del Decreto legislativo 31 dicembre 2012 numero 235, e ha proceduto alla surroga con il consigliere Cosimo Amente.
Inoltre, il Consiglio Regionale della Campania ha approvato diverse mozioni. Alcune sono state approvate a maggioranza, altre con voto all’unanimità.
‘Polo della Qualità’ ad iniziativa del consigliere Gennaro Oliviero (Pd), finalizzata ad impegnare la Giunta regionale a valutare l’acquisizione dell’area denominata ‘Polo di Qualità’, a Marcianise, nata nel 2007 come centro polifunzionale dell’eccellenza della produzione italiana e campana e fallita nel 2010, da parte della Regione Campania ‘affinchè con le sue strutture capienti e moderne possa diventare ‘Polo fieristico della Regione Campanià in cui far vivere ed esaltare tutte le attività connesse alla creazione e diffusione della bellezza, del buongusto, di valorizzazione del patrimonio storico-artistico-monumentale, l’attrazione di interessi ed investitori internazionali, diffondendo e promuovendo la cultura del territorio e del Made in Italy’. (approvata a maggioranza con l’astensione di FdI).
‘Richiesta aumento budget mensile celiacì ad iniziativa del consigliere Pasquale Di Fenza (Centro Democratico), come riformulata a seguito dell’intervento dell’assessore regionale al bilancio Ettore Cinque, che ha ricordato che il budget è fissato con legge nazionale, a favore delle persone affette da celiachia.
‘Sblocco della cessione dei crediti maturati dal Superbonus 110%’ ad iniziativa della consigliera Valeria Ciarambino, che impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo e la Conferenza Stato-Regioni affinchè possa essere valutato lo sblocco della cessione dei crediti maturati dall’accesso alla misura del ‘Superbonus 110%’ anche intervenendo, laddove la legge lo consenta, tramite partecipate statali quali Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestitì e convocare un tavolo istituzionale, con la partecipazione degli istituti di credito e assicurativi, enti finanziari, società pubbliche partecipate o controllate dalla regione e altri soggetti deputati, finalizzato a valutare il possibile acquisto dei crediti maturati dal Superbonus (approvata a maggioranza, contrari FdI e Lega).
‘Problematiche relative all’UOC di cardiologia del CTO’ ad iniziativa del consigliere Gennaro Oliviero (Pd), finalizzata ad impegnare il Presidente della Giunta regionale a prevedere un potenziamento dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia del Presidio Ospedaliero CTO (Centro Traumatologico Ortopedico), dell’Azienda Ospedaliera Specialistica dei Colli, prevedendo l’apertura di una Unità Operativa Semplice di Cardiologia preventiva e riabilitativa con n. 8 posti letto e personale medico in numero adeguato ad affrontare le emergenze. Ciò in quanto la cardiologia del Presidio Ospedaliero CTO è l’unica afferente all’AORN dei Colli ad assistere il pronto soccorso, con sole otto unità di personale medico, che vede un numero crescente di accessi anche di acuzie cardiologiche. Sul tema è intervenuto il consigliere Luigi Abbate (Noi di Centro-Noi Campani) sottolineando che occorre intervenire per affrontare complessivamente il Piano Ospedaliero della Regione Campanià (approvata all’unanimità).
‘Interventi urgenti in materia di adeguamento e manutenzione degli impianti sportivi di parrocchie ed oratorì ad iniziativa dei consiglieri Antonella Peccerillo, Aurelio Tommasetti, Carmela Rescigno e Severino Nappi (Lega) , finalizzata, in attuazione delle leggi regionali 206/2003 e 36/2012, per il riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori e dagli enti che svolgono attività similari, ad impegnare la Giunta regionale ‘ad individuare sufficienti risorse economiche e innovative soluzioni applicative volte a favorire un’adeguata manutenzione degli impianti sportivi di parrocchie e oratori su tutto il territorio regionale preservandone l’esistenza e i benefici socio culturali delle attività svoltè. ‘L’ultimo decreto per destinare risorse agli oratori risale al 2017 – ha sottolineato Peccerillo -, ciò testimonia che l’importante tema è stato abbandonato. Auspichiamo, invece, che questi interventi tornino ad essere prioritari e che la nostra mozione sia condivisa da tutti i consiglierì. ‘Abbiamo valutato positivamente questa mozione perchè su questo tema la giunta De Luca è già intervenuta – ha spiegato la Vice presidente Raia (Pd), che, quindi, ha integrato la proposta (che è stata approvata all’unanimità).
‘Rimozione delle barriere architettoniche in Regione Campanià ad iniziativa del consigliere Tommaso Pellegrino (Italia Viva), finalizzata ad impegnare la Giunta regionale ad attivarsi per adottare tutti gli atti e le misure necessarie a dare piena attuazione in Campania alle normative centrali e locali, alle direttive e ai provvedimenti e aiuti gli impegni assunti con enti e associazioni di categoria in merito alla rimozione delle barriere architettoniche sul territorio regionale, ponendo la questione come centrale in ogni intervento legislativo ed amministrativo adottato dalla Regione Campania e vigilando sui restanti Comuni che, ancora, non hanno approvato i Piani di eliminazione delle barriere architettoniche (approvata all’unanimità).
E’ stata, invece, ritirata la mozione, con l’intento di presentarla, poi, in Commissione come risoluzione, sulla ‘Tutela dei diritti del minore, figlio di una coppia omogenitorialè ad iniziativa dei consiglieri Luigi Cirillo e Salvatore Aversano ( Europa), finalizzata ad impegnare la Giunta regionale ad attivarsi per promuovere e sostenere iniziative per garantire il pieno riconoscimento dei minori nati da coppie omogenitoriali . ‘La Regione Campania ha patrocinato il gay pride, ma occorre fare di più per garantire la tutela dei bambini e della loro stabilità affettivà, ha detto Cirillo. Sula tema la presidente della VI Commissione, Bruna Fiola (Pd) che ha sottolineato: ‘il Consiglio deve esprimersi a sostegno di tutti i bambini , non solo di quelli di coppie omogenitoriali, ghettizzandolì e la vice presidente Loredana Raia (Pd) che ha invitato Cirillo a discutere il tema in un consesso più ampio.
Infine, il Consiglio ha approvato all’unanimità un Ordine del Giorno della consigliera Loredana Raia (Pd) per esprimere contrarietà sulla norma nazionale che ha ridotto la durata delle graduatorie dei concorsi pubblici.
foto xc9 Italpress
(ITALPRESS).

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Gli orsi Jj4 e Mj5 sono salvi

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AGI – Una vittoria per gli orsi e gli animalisti italiani, una sconfitta per il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti che aveva chiesto ripetutamente l’abbattimento dei plantigradi. La Terza Sezione del Consiglio di Stato, dopo l’udienza di giovedì 13 luglio, ha reso nota l’ordinanza di tredici pagine ha accolto i ricorsi delle associazioni animaliste sospendendo i provvedimenti già impugnati in primo grado, ovvero dicendo ‘no’ all’uccisione degli orsi ‘Jj4’ e ‘Mj5’, rispettivamente l’esemplare ritenuto responsabile dell’aggressione mortale ad Andrea Papi il 5 aprile scorso nei boschi di Caldes in Val di Sole e attualmente rinchiuso al centro faunistico del Casteller (Trento), e l’altro del ferimento di un escursionista in Val di Rabbi nel marzo scorso e ancora in libertà.

L’orso ‘Mj5’ potrà essere catturato ma non ucciso. Il panel di cinque magistrati del Consiglio di Stato presieduto da Michele Corradino, ha così motivato: “Il provvedimento che dispone l’abbattimento dell’animale appare sproporzionato e non coerente con le normative sovrannazionali e nazionali che impongono l’adeguata valutazione di misure intermedie ferma restando la disposta captivazione a tutela della sicurezza pubblica, va sospeso l’ordine di abbattimento dell’animale“.

Inoltre, il Consiglio di Stato, chiede al Tar di Trento di modificare la data di una nuova udienza nel merito e quindi anticipare quella prevista del 14 dicembre. Nell’ordinanza i magistrati affermano, inoltre, “in virtù delle lamentate carenze strutturali e nell’asserita situazione emergenziale, era compito dell’Amministrazione (Provincia Autonoma di Trento, ndr) quello di valutare ogni misura intermedia tra la libertà e l’abbattimento dell’animale”.

I giudici di Palazzo Spada hanno precisato che: “non possono condividersi gli argomenti presentati in sede di udienza dalla difesa provinciale laddove si è sostenuto che il trasporto dall’Italia a uno Stato estero presenta rischi per l’incolumità della vita dell’animale dal momento che l’esecuzione dei provvedimenti impugnati porterebbe paradossalmente all’esito dell’immediato abbattimento dello stesso”.

La Lega Anti Vivisezione (Lav) il mese scorso ha presentato il dettagliato progetto di traslocazione dell’orsa ‘Jj4’ presso il ‘Libearty Bear Sanctuary’ di Zarnesti in Romania. Il già delicato tema circa la gestione degli orsi in Trentino, provincia dove sono presenti tra i 110 e i 120 esemplari, è diventato argomento di scontro sia a livello sociale che soprattutto politico da quando la mattina del 6 aprile è stato reso noto che un uomo è stato trovato morto e potrebbe essere stato aggredito e ucciso da un animale selvatico. Il fatto era del pomeriggio del giorno prima e a perdere la vita è stato Andrea Papi, un giovane di 26 anni appassionato di montagna e di corsa. Da quel momento l’escalation. Da una parte l’organizzazione dei funerali, dall’altra lo scontro politico e dall’altra ancora i cittadini della zona – si trova sulle pendici del selvaggio monte Peller molto frequentato dagli orsi – che erano a conoscenza della problematica.

Le incursioni dei platigradi nei centri abitati erano frequenti anche perché solo pochi bidoni dell’immondizia sono “a prova di orso”. Ai decreti e ordinanze di cattura e abbattimento firmate da Fugatti si sono susseguiti i ricorsi delle associazioni animaliste – Lav Italia, Leal, Enpa, Leidaa e Oipa, le più attive – contrare sia alla cattura che, ancor di più, all’uccisione. Nel corso di questi 99 giorni ci sono state udienze al Tar (aveva sin da subito sospeso le ordinanze di abbattimento) ma anche tante manifestazioni di protesta.  

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Sanità, in Senato un progetto sull’equità di genere nelle professioni

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ROMA (ITALPRESS) – Affrontare il tema dell’equità di genere all’interno delle professioni sanitarie. E’ l’obiettivo del progetto SeGeA, presentato in Senato, nella Sala Zuccari del Palazzo Giustiniani. L’iniziativa è stata promossa dalla Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP. L’evento, che ha visto la partecipazione di esperti, professionisti del settore e rappresentanti istituzionali, ha avuto l’obiettivo di illustrare e diffondere l’applicazione della medicina di genere nel Servizio sanitario nazionale, come stabilito dall’articolo 3 della legge 3 del 2018. La legge, promossa e firmata dal già Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha sancito l’importanza di considerare le differenze di genere nella pratica medica e di promuovere l’uguaglianza di accesso alle cure.
‘Il progetto SeGeA ha messo in luce diversi ambiti di disparità di sesso e genere, su cui è fondamentale intervenire, in modo strutturato e non rimandando alla sensibilità di ognuno – è quanto ha sottolineato in apertura dei lavori Teresa Calandra, Presidente della FNO TSRM e PSTRP, che ha aggiunto che tutto quel che oggi sappiamo o che sapremo studiando questi fenomeni non può solo servire a capirli meglio, ma deve necessariamente essere utilizzato per prevenirli, usando questo sapere per progettare e realizzare interventi che ne prevengano o controllino le causè.
Beatrice Lorenzin in apertura del convegno ha ribadito: ‘Siamo ancora molto indietro e la ricerca testimonia quello che noi già sappiamo: ci sono ancora degli scogli culturali molto grandi, c’è la consapevolezza, la percezione delle discriminazioni che le donne, che sono la maggioranza con circa l’80% del mondo sanitario, subiscono, sia in termini di carriera sia in termini di qualità professionale. I numeri ci dicono anche come questa percezione viene tradotta dal decisore politico, pensiamo alle commissioni, ai comitati, ai luoghi del potere del sistema sanitario ancora, purtroppo, prettamente maschilì.
Anche il Ministro della salute, Orazio Schillaci, ha fatto pervenire il proprio saluto all’evento: ‘Promuovere tra le professioniste e i professionisti della sanità un approccio attento e sensibile all’impatto delle differenze di genere sullo stato di salute e di malattia di ogni persona è un obiettivo sempre più impellente. Per centrarlo servono competenze e formazione specifiche che il vostro progetto intende favorirè.
Ha fatto pervenire i saluti anche Mariella Mainolfi, Direttore generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del SSN del Ministero della salute che ha voluto testimoniare la sua vicinanza e il suo sostegno all’iniziativa per l’importanza e la sensibilità della tematica trattata, ribadendo che la Direzione generale delle professioni sanitarie che presiede sta lavorando sulla tematica della medicina di genere, oggetto dell’evento. ‘Non possiamo permetterci di rinunciare al prezioso insieme di idee, pensieri e contributi intellettuale delle donne, soprattutto quando rappresentano il 68% dei nostri professionisti. Questo evento rappresenta un’importante occasione per ribadire l’importanza di aver investito in questo progetto e per sottolineare il nostro impegno costante verso la promozione dell’uguaglianza di generè è il commento di Giovanni De Biasi, membro del Comitato centrale della FNO TSRM e PSTRP con delega all’equità tra i generi che, insieme a Fulvia Signani, Presidente di Engendering Health (EngHea), ha presentato il progetto SeGeA. Il progetto SeGeA, realizzato dalla FNO TSRM e PSTRP, in collaborazione con EngHea, si propone di promuovere un approccio di sesso e genere nelle professioni sanitarie attraverso l’implementazione di strategie basate su un solido razionale e un’articolata metodologia.
L’iniziativa ha previsto due momenti. ‘Una prima fase di indagine sui professionisti sanitari per comprendere quanto essi ritenessero importante conoscere i risvolti concettuali e pratici del tema, anche se gli stessi professionisti non erano ancora completamente alfabetizzati sulla questione. I risultati hanno consentito di porre le basi della seconda fase: un percorso formativo mirato a garantire la condivisione di un comune corpus teorico/pratico utile all’avvio della costruzione di una ‘comunità competentè sull’approcciò è il commento della Presidente Signani. Di fatto sono state messe a disposizione degli iscritti agli Ordini TSRM e PSTRP due eventi formativi con temi che informano delle differenze di sesso e genere sia nelle caratteristiche anatomo-patologiche che nella relazione con la persona assistita. I risultati ottenuti e le attività di formazione sono stati presentati da Chiara Annovazzi, Assegnista di Ricerca presso l’Università della Valle D’Aosta, e da Amelia Ceci, Referente della medicina di genere presso l’AUSL-IRCCS di Reggio Emilia, nonchè membro del Consiglio direttivo di EngHea.
Il questionario, composto appositamente assemblando scale validate e ricavate da letteratura nazionale e internazionale, ha visto l’accesso di più di 11.000 professionisti sanitari. Di questi, 6430 contributi sono stati completati e ritenuti statisticamente validi per le successive analisi. L’1% dei rispondenti ha preferito non dichiarare il genere, mentre, dei restanti, il 77% si è riconosciuto sotto la definizione ‘donnà, con proporzioni numeriche che rispecchiano il rapporto maschi/femmine degli iscritti alla Federazione nazionale. Dall’incrocio di risposte diverse emerge l’elemento significativo che le donne/professioniste risultano ancora molto condizionate dal ruolo tradizionale di persona dedita alla ‘cura domesticà. Nel quasi 80% dei casi le donne/professioniste, oltre al lavoro, si prendono cura di qualche famigliare, tanto da riportare un alto livello di ‘conflitto multi-ruolò, la situazione cioè di coloro che devono conciliare, non senza difficoltà, la vita privata e quella professionale. Dato che si manifesta concretamente anche nel fatto che il 23% delle donne, rispetto al 7% degli uomini, decide di svolgere la propria professione part-time, con le evidenti ed ovvie penalizzazioni di carriera.
Una tavola rotonda con la partecipazione di esperti e rappresentanti di diverse Istituzioni ha chiuso l’evento, tra i partecipanti del dibattito finale Luca Busani, rappresentante del Centro di riferimento di medicina di genere dell’Istituto superiore di sanità (ISS), Flavia Franconi, Coordinatrice del laboratorio di medicina e farmacologia di genere del Consorzio interuniversitario INBB, Alessandra Gallone, Consigliere del Ministro dell’università e ricerca, Silvia Maffei, Medico ginecologa presso il CNR-Regione Toscana ‘G. Monasteriò di Pisa e membro del Consiglio direttivo di EngHea, Annamaria Moretti, Presidente nazionale del Gruppo italiano salute e genere (GISeG), Fulvia Signani, Presidente di EngHea e Teresa Calandra e Giovanni De Biasi, entrambi rappresentanti della FNO TSRM e PSTRP. Luca Busani, rappresentante del Centro di riferimento di medicina di genere dell’Istituto superiore di sanità (ISS): ‘Il nostro Centro è interessato a raccogliere esperienze di questo tipo, che indaghino gli aspetti di sesso e genere, al fine di promuovere buone pratiche e una formazione specifica, colmando le lacune conoscitive e migliorando le competenze professionali a favore della salute della personà.
I libri di medicina riflettono i giovani uomini caucasici di 70 kg di peso. Curiosamente la stessa dose di farmaco è somministrata alle donne che pesano 10 kg di meno. Tutto ciò ha portato a diagnosi tardive nell’infarto del miocardio e in alcuni tumori (polmone) e a una minore appropriatezza terapeutica nell’infarto cardiaco, insufficienza renale nelle donne rispetto agli uomini. Come risolvere queste criticità? Flavia Franconi, Coordinatrice del laboratorio di medicina e farmacologia di genere del Consorzio inter-universitario INBB sostiene che la soluzione è la formazione: ‘Solo la conoscenza fa superare tutto ciò. Gli operatori sanitari devono essere consapevoli delle differenze anche per evitare rischi personali. La formazione deve essere presente in tutte le discipline dei corsi di laurea sanitarie, ma deve estendersi anche a professionisti non sanitari che disegnano e progettano i dispositivi medici (es. Fisici e Ingegneri), agli informatici che raccolgono ed analizzano i big-data perchè se non utilizzano un approccio di sesso-genere anche l’intelligenza artificiale perpetuerà il gender gap. Per non dimenticare le professionalità amministrative. Accanto alla formazione pre-laurea è necessario provvedere a quella continua adottando in ambedue casi a metodologie multidisciplinari e intersettorialì.
Alessandra Gallone, Consigliere del Ministro dell’università e ricerca, partecipando all’evento odierno ha ribadito che per migliorare il nostro sistema di cure occorre ‘personalizzare le terapiè rispettando le differenze di sesso e genere e ciò è possibile solo con la formazione. ‘L’Italia è stata il primo Paese in Europa a formalizzare l’inserimento del concetto di ‘generè in medicina, indispensabile a garantire ad ogni persona la cura migliore, rispettando le differenze e arrivando a una effettiva ‘personalizzazione delle terapiè. Per formare i professionisti della salute di domani è necessario offrirgli i migliori strumenti tecnologi, ampliare le loro possibilità di usare la robotica ma dobbiamo anche riportare al centro quella cura che non è un elenco di sintomi e terapie, ma la somma di osservazioni, di contatti e di dialogò.
La promozione di un approccio attento alle differenze di sesso/genere beneficerà non solo agli assistiti, ma anche ai professionisti sanitari stessi. Un’attenzione mirata alla specificità di genere consentirà di migliorare la qualità delle cure, aumentare l’efficacia dei trattamenti e prevenire potenziali danni legati a disuguaglianze di genere nel campo della salute, è la tesi sostenuta da Silvia Maffei, Medico ginecologa presso il CNR-Regione Toscana ‘G. Monasteriò di Pisa e membro del Consiglio direttivo di EngHea che dichiara: ‘E’ cruciale proporre l’approccio attento alle differenze sesso/genere a tutte le professioni sanitarie, con un coinvolgimento trasversale, includendo tutti i comparti organizzativi e clinici e mirando all’ottimizzazione delle performance cliniche e di ricercà.
La valutazione delle differenze di sesso e genere costituisce oggi un elemento fondamentale per lo sviluppo di una ‘medicina equa, appropriata ed inclusivà e l’utilizzo di indicatori specifici deve costituire parte integrante anche dei programmi di ricerca, formazione, comunicazione.
Secondo Annamaria Moretti, Presidente nazionale del GISeG, è necessario impostare politiche orientate a aumentare strategie efficaci per affrontare le disuguaglianze di genere nei servizi sanitari e garantire alle persone la cura migliore: ‘La possibilità che i Governi possano continuare a erogare percorsi di cura caratterizzati da elevata qualità a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro caratteristiche biologiche, sociali e culturali, è non solo improbabile, ma anche strettamente correlata alla sostenibilità dei sistemi sanitari. E’ necessario quindi sollecitare le Istituzioni a sviluppare programmi per la conoscenza, la formazione e la promozione della salute e prevenzione delle malattie, investire nei sistemi di prevenzione ed assistenza primaria, trasferire l’assistenza sanitaria su territorio potenziando le cure ambulatoriali e domiciliari più accessibili e meno costose, con una particolare attenzione al rapporto tra indicatori di genere e sostenibilità sociale. La dimensione di genere nella salute è pertanto una necessità di metodo e analisi che diventerà presto, speriamo, strumento di governo e di programmazione sanitarià.
-foto ufficio stampa FNO TSRM e PSTRP –
(ITALPRESS).

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Piantedosi incontra il vicepresidente della Commissione Ue Schinas

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ROMA (ITALPRESS) – Oggi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha incontrato, al Viminale, il vice presidente della Commissione europea Margaritis Schinas. “Il Patto migrazione e asilo approvato lo scorso 8 giugno a Lussemburgo – ha detto il ministro – rappresenta un importante punto di partenza e il trilogo in corso tra europarlamento, consiglio e commissione completerà l’implementazione dell’importante quadro giuridico.” L’incontro è stato anche “l’occasione per fare il punto sulle nuove iniziative finanziate dalla Commissione europea e in collaborazione con Oim, sulla gestione dei flussi migratori”.
Al centro del cordiale colloquio, fa sapere il Viminale, anche le politiche di partnership della Commissione europea con i Paesi del Nord Africa. “Troppi uomini, donne e bambini hanno perso la vita in mare, l’ultima tragedia ieri, dobbiamo quindi con il supporto dei fondi europei favorire i flussi regolari e impedire che i migranti finiscano nelle mani dei trafficanti”, ha concluso il ministro.

– foto ufficio stampa Viminale –
(ITALPRESS).

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Professioni sanitarie, sfida per la parità di genere

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Professioni sanitarie, sfida per la parità di genere

Affrontare il tema dell’equità di genere all’interno delle professioni sanitarie. È l’obiettivo del progetto SeGeA presentato nel corso del convegno “Approccio attento alle differenze date da sesso e genere nelle professioni sanitarie”, promosso dalla Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
xc3/mgg/mrv

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