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Malta Sar region, 28 migrants in distress. 250 pushed back to Libya

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LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – The international Ngo Alarm Phone confirmed that it has established contact with 28 migrants on a boat in distress in the search and reascue area of Malta. The Ngo said that the boat is moving slowly and communication is difficult. Alarm Phone added that the authorities are alerted and confirmed that the merchant vessel Vos Triton is nearby however no rescue arrived yet. Meanwhile, a member of the crew of the Ngo Sea Watch spoke about what it was described as “shocking interception of a distress case by the East Libyan militia vessel Tareq Bin Zeyad last week.” The crew member said that the crew onboard the Libyan vessel made fun of the Seabird crew while witnessing the Libyans executing an illegal pushback of 250 migrants on an overcrowded boat despite the Maltese Armed Forces who were onboard a military aircraft urged the Libyans not to do so. However, the migrants were brought back to Libya, they were robbed of all their personal belongings and imprisoned.
(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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Intesa Sanpaolo, tre miliardi per le Pmi sarde

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Intesa Sanpaolo, tre miliardi per le Pmi sarde

Transizione sostenibile, indipendenza energetica e digitalizzazione delle piccole e medie imprese. Sono i punti cardine dell’accordo in Sardegna tra Confindustria e Intesa Sanpaolo, presentato a Cagliari nell’ambito di un incontro che ha messo in luce le prospettive economiche del territorio e le leve per la crescita.
col/fsc/gsl

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L’ultima pagnotta di Angelo Arrigoni, il panettiere dei papi

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AGI – Ultima pagnotta per il panificio di Borgo Pio a Roma, rione vaticano, che ha sfornato pane per i Pontefici per più di novant’anni, da Pio XI a Papa Francesco, dal 1930 ad oggi.

Complici le difficoltà sopraggiunte a causa dl turismo di massa, della trasformazione dei centri storici e del loro progressivo spopolamento, per via che le amministrazioni locali non aiutano a sufficienza le attività artigianali, semplificando procedure, licenze e permessi per espandersi: la notizia è rimbalzata sui media internazionali. Ad esempio, come racconta el Paìs in un servizio dedicato a Papa Bergoglio “perde il suo fornaio”.

 

“We turned the oven off on Tuesday,” said Angelo Arrigoni, 79, whose father opened the little shop in 1930 during Pius XI’s papacy, and who would hand-deliver bread to the papal household.

Read more at: https://t.co/qkzGUQMVGF pic.twitter.com/weLF4FZNwH

— Daily Tribune (@tribunephl)
July 6, 2023

 

 

Angelo Arrigoni, titolare della panetteria di via del Borgo Pio, ha oggi 79 anni e, come Papa Francesco, anche lui soffre di zoppia per via delle ginocchia piuttosto compromesse. Di stare a lungo in piedi non gli va più e così, considerati tutti i pro e i contro della sua attività in questo particolare momento storico e commerciale, ha ritenuto fosse giunto l’ora di ritirarsi e mettersi a riposo.

Suo padre faceva il panettiere a Monza ma si era innamorato di una ragazza che si era poi trasferita a Roma e lui voleva seguirla nella capitale, dove una zia molto religiosa gli prestò i soldi per aprire una sua pasticceria, a condizione che comprasse un forno e una casa accanto a San Pietro, dove avrebbe potuto trascorrere i suoi ultimi anni vicino al Papa.

Nel 1930, quando il forno finalmente ha avviato la sua attività, è stato subito proposto al Vaticano di distribuire il pane all’interno delle sue mura “e fu subito un successo”, ricorda il sito Swissinfo, “nonostante all’interno vi fosse già un forno che poi qualche anno dopo ha però chiuso i battenti”.

Tra le curiosità, si viene a sapere che Giovanni XXIII, ad esempio, era un fervente appassionato della “rosetta” mentre Giovanni Paolo II, Papa Wojtyla, andava pazzo per le “ciriole” e Papa Ratzinger, al secolo Benedetto XVI, faceva follie per il “pane nero”.

Ora, sabato 8 luglio il “panettiere dei Papi” ha sfornato la sua ultima pagnotta. Una vera perdita.

 

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Militare ucciso a Roma, 33enne condannato dal gup a 8 anni 

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Il gup di Roma ha condannato a 8 anni di reclusione Mohamed Abidi, il tunisino di 33 anni ritenuto responsabile dell’omicidio del caporalmaggiore Danilo Salvatore Lucente Pipitone, ucciso a Roma dopo un’aggressione nella notte tra il 10 e l’11 febbraio scorso.

Nel procedimento con rito abbreviato il giudice ha accolto la richiesta del pm capitolino Gennaro Varone nei confronti dell’uomo, accusato di omicidio preterintenzionale. Abidi, che ha precedenti per rapina, era stato fermato in Francia alcuni giorni dopo il delitto e riconsegnato all’Italia su mandato di arresto europeo chiesto dai magistrati della procura di Roma.

A individuare il 33enne erano stati i poliziotti della Squadra Mobile, coordinati dai procuratori aggiunti Paolo Ielo e Michele Prestipino. 

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi aveva espresso “grande apprezzamento per il lavoro svolto dalla Polizia di Stato, con il coordinamento della procura della Repubblica di Roma, che ha consentito di giungere, dopo rapide indagini, all’arresto in Francia di un cittadino tunisino, ritenuto responsabile dell’omicidio del caporalmaggiore Pipitone, ucciso a Roma la notte tra il 10 e l’11 febbraio scorso”.

 “Ancora una volta – sottolinea il titolare del Viminale – la chiara testimonianza della capacità investigativa delle nostre forze dell’ordine e delle consolidate sinergie sviluppate nell’ambito di una rete di cooperazione internazionale”.

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Malta-Tunisia, discussions on energy immigration, and investments

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LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – The Maltese Prime Minister Robert Abela held official talks with Tunisia’s President Kais Saied and Tunisian Prime Minister Najla Bouden. The enhancement of economic potential between both countries, energy, and immigration were on top of the agenda. Robert Abela stated that renewable energy is the future even for neighbouring countries that are south of Malta. “The theme which we identified the most is that of the renewable energy sector and these talks will continue on a technical level. We hope to come to an agreement, to a Memorandum of Understanding, with which we can have co-operation in the field of renewable energy between Tunisia and Malta”. The Maltese Prime Minister declared that the Mediterranean region also has challenges that need to be addressed holistically. He referred in particular to immigration and emphasized the need for peace and security in the Mediterranean to have stability in Europe. The issue of immigration was also discussed with the Tunisian Prime Minister. Abela added that immigration is a global issue that cannot be addressed by one country or region. He said that in the next few weeks, an international conference on immigration will be held to address human trafficking and other issues. “We identified how important it is to fight against organised crime and human trafficking which profits from human tragedy. This cannot be done by Tunisia or Malta alone. It needs to be a collective effort. I made a vow to be the voice of Tunisia at EU fora as I have been doing for a number of months,” declared the Maltese Prime Minister. Both Prime Ministers agreed on the need for more commercial cooperation between the two countries including the decarbonisation of the maritime sector. The conflict in Sudan, the situations in Syria and the Middle East, and water management, youth and education were also discussed. (ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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Malta-Tunisia, discussioni su energia immigrazione e investimenti

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LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Il primo ministro maltese Robert Abela ha avuto colloqui ufficiali con il presidente tunisino Kais Saied e il primo ministro tunisino Najla Bouden. Il potenziamento del potenziale economico tra i due paesi, l’energia e l’immigrazione erano in cima all’agenda. Robert Abela ha affermato che l’energia rinnovabile è il futuro anche per i paesi vicini a sud di Malta. “Il tema che abbiamo maggiormente individuato è quello del settore delle energie rinnovabili e questi colloqui proseguiranno sul piano tecnico. Speriamo di arrivare a un accordo, a un memorandum d’intesa, con il quale possiamo avere una cooperazione nel campo delle energie rinnovabili tra la Tunisia e Malta”. Il primo ministro maltese ha dichiarato che anche la regione del Mediterraneo presenta sfide che devono essere affrontate in modo olistico. Ha fatto riferimento in particolare all’immigrazione e ha sottolineato la necessità di pace e sicurezza nel Mediterraneo per avere stabilità in Europa. La questione dell’immigrazione è stata discussa anche con il Primo Ministro tunisino. Abela ha aggiunto che l’immigrazione è una questione globale che non può essere affrontata da un solo paese o regione. Ha detto che nelle prossime settimane si terrà una conferenza internazionale sull’immigrazione per affrontare il traffico di esseri umani e altre questioni. “Abbiamo identificato quanto sia importante combattere la criminalità organizzata e il traffico di esseri umani che trae profitto dalla tragedia umana. Questo non può essere fatto solo dalla Tunisia o da Malta. Deve essere uno sforzo collettivo. Ho promesso di essere la voce della Tunisia nei forum dell’UE, come ho fatto per diversi mesi”, ha dichiarato il primo ministro maltese. Entrambi i Primi Ministri hanno convenuto sulla necessità di una maggiore cooperazione commerciale tra i due paesi, compresa la decarbonizzazione del settore marittimo. Sono stati discussi anche il conflitto in Sudan, la situazione in Siria e in Medio Oriente, la gestione dell’acqua, i giovani e l’istruzione.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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Weelchair Rugby, a Piancavallo nascono i campioni di domani

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Weelchair Rugby, a Piancavallo nascono i campioni di domani

PIANCAVALLO (ITALPRESS) – Si è concluso a Piancavallo l’I-Wheel Training Camp, il progetto dei Romanes Wheelchair Rugby, vincitore del CSR Award di Fondazione Entain, gestito in partnership con la Castro Rugby Academy di Martin Castrogiovanni: un Camp di alta specializzazione che ha l’obiettivo di far crescere il movimento.
xa7/fsc/gtr

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Caso Orlandi, chi è Mario Meneguzzi, lo zio di Emanuela e le presunte molestie alla sorella

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AGI – Nel colpo di scena delle ultime ore sulla scomparsa di Emanuela Orlandi c’è un nome che potrebbe portare a una nuova ipotesi. E’ quello di Mario Meneguzzi, zio di Emanuela, sparita nel nulla il 22 giugno del 1983. Si tratta del marito della sorella di Ercole Orlandi, papà dell’allora 15enne e dipendente Vaticano.

Ma perché si parla di Meneguzzi?

Il nome dello zio di Emanuela appare ora in un carteggio consegnato dal promotore di Giustizia Vaticano Alessandro Diddi alla procura di Roma, ma non si tratta di una novità assoluta: il nome di Mario Meneguzzi è stato, infatti, vagliato in passato dagli investigatori che da 40 anni cercano risposte al giallo irrisolto. Nei documenti in mano ai magistrati, di cui ha dato notizia ieri sera il Tg di La7, si fa riferimento a presunte molestie subite da Natalina Orlandi da parte dello zio Mario, aprendo dunque all’ipotesi che l’uomo potrebbe aver riservato lo stesso trattamento anche a Emanuela. 

Meneguzzi, oggi morto e per anni gestore di un bar alla Camera dei Deputati, ha sempre sostenuto di trovarsi a Torano, in provincia di Rieti, il giorno in cui sparì nel nulla la nipote. Gli investigatori dell’epoca inizialmente si concentrarono sullo zio di Emanuela, ma la pista venne abbandonata quando Papa Giovanni Paolo II, pubblicamente, parlò prima di rapimento e poi in privato di pista del terrorismo internazionale dietro il sequestro dell’allora 15enne. Da quel momento, al centro degli accertamenti degli inquirenti italiani, finirono altre ipotesi, prima fra tutte quella del rapimento per terrorismo internazionale, ma anche la pedofilia e il coinvolgimento della banda della magliana. Oggi, a distanza di anni, la pista ‘familiare’ sta riprendendo quota tra le proteste del fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, che ha detto: “Oggi ho capito che sono delle carogne. Hanno deciso di scaricare tutto sulla famiglia, senza vergogna, senza vergogna, mi fanno schifo”. 

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Il Garante bacchetta Pornhub: “Chiarezza sulla profilazione degli utenti”

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AGI – Il Garante per la protezione dei dati personali ha chiesto informazioni a MG Freesites Ltd, la società cipriota che gestisce il sito Pornhub, riguardo alla versione italiana del sito. Diversi i profili sui quali l’Autorità intende fare luce, dopo il reclamo di un utente. 

La società dovrà chiarire se effettua trattamenti di profilazione degli utenti e, in tal caso, con quali modalità e finalità. Per quanto riguarda l’uso di cookie e altri strumenti di tracciamento diversi da quelli tecnici, la società dovrà indicare la base giuridica del trattamento (sia per gli utenti che abbiano creato un account sulla piattaforma sia per quelli non autenticati), la tipologia e la natura dei dati eventualmente raccolti, nonché le modalità tecniche per raccogliere il consenso e quale informativa sia stata resa agli utenti.

MG Freesites dovrà inoltre chiarire se i dati raccolti siano comunicati a terzi, precisando gli eventuali destinatari e chiarendo se tale circostanza sia stata preventivamente resa nota agli utenti. L’Autorità ha infine chiesto quali misure siano state adottate per verificare l’età anagrafica degli utenti e per consentire agli utenti l’esercizio dei diritti in materia di protezione dei dati personali. La società ha 20 giorni per rispondere alle richieste dell’Autorità. 

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In Italia l’ottavo anno più bollente dal 1800

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AGI – Il 2023 si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,43 gradi la media storica che lo classifica all’ottavo posto tra le più alte mai registrate dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni.

È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nel primo semestre del 2023 dalla quale si evidenzia peraltro che per il Nord Italia si è trattato del terzo anno più caldo, con l’anomalia del periodo che è stata di ben 0,80 gradi superiore la media.

Si conferma dunque anche quest’anno la tendenza al surriscaldamento in Italia dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.

Un andamento che riguarda in realtà l’intero pianeta con il mese di giugno 2023 che ha fatto registrare a livello globale la temperatura più alta di sempre con un valore di 0,53 gradi superiore alla media storica 1991- 2000, secondo le analisi Coldiretti sulla base dei dati del sistema europeo Copernicus Climate Change Service (C3S) che evidenzia anomalie del clima anche in Europa dove la temperatura del mese di giugno è stata superiore di 0,74 gradi la media storica.

L’estate potrebbe essere a livello globale una delle più calde della storia dell’umanità con l’osservatorio europeo Copernicus che ha rivelato che l’effetto combinato del cambiamento climatico e del ritorno del fenomeno El Nino sta spingendo le temperature degli oceani e delle terre emerse a livelli senza precedenti.

A preoccupare l’Italia è la tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che nel 2023 supereranno complessivamente 6 miliardi dello scorso anno.

Non solo l’alluvione in Romagna, l’estate è iniziata con una media di oltre 25 eventi estremi al giorno lungo la penisola tra nubifragi, grandinate, bombe d’acqua, trombe d’aria che hanno colpito a macchia di leopardo con gravi danni nelle città e nelle campagne.

Una anomalia che ha provocato danni all’agricoltura ma anche il turismo in una stagione particolarmente importante per i due elementi trainanti del Made in Italy. L’anno 2023 – continua la Coldiretti- è stato segnato, fino ad ora, prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi negli ultimi mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature ed infine dall’arrivo del caldo torrido.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”.

Un obiettivo che – conclude Prandini – richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm alla quale la Commissione Europea, anche grazie al nostro pressing, sta finalmente aprendo le porte. 

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