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Montagna fatale per quattro alpinisti

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AGI – Due persone morte in Veneto, una in Trentino e una in Abruzzo. Sono i numeri del tragico bilancio registrato oggi sulle montagne italiane sempre molto frequentate, siano esse le Alpi che gli Appennini. Quattro persone decedute mentre stavano effettuando escursioni nella natura, chi sulle Dolomiti, chi sul Gran Sasso. La prima tragedia si è verificata lungo la ‘via Mirka’ sul Corno Piccolo in Abruzzo. Uno dei due alpinisti, il primo della cordata, al quarto tiro di corda è precipitato lungo la parete finendo in una nicchia sottostante. Quando gli uomini del soccorso alpino sono arrivati sul luogo segnalato dal compagno di cordata, per l’alpinista, originario di Roma (Davide Destriere di 50 anni), non c’è stato più nulla da fare. Erano le ore 12,15 quando è scattato l’allarme per una donna precipitata mentre stava camminando lungo il sentiero della Cascate di Fanes nella zona di Cortina d’Ampezzo.

La donna, veneziana (Patrizia Vianello di 50 anni) stava camminando con una comitiva quando, all’altezza delle serpentine che portano alle cascate, ha messo male il piede cadendo per una cinquantina di metri tra le rocce fino ad arrivare al corso d’acqua sottostante dove è stata recuperata senza vita dai soccorritori. La terza tragedia nel pomeriggio attorno alle ore 16 sul monte Carega, sopra Giazza frazione di Selva di Progno (Verona) al confine con il Trentino. Una donna di circa 70 anni è morta dopo essere precipitata nel vuoto nei pressi del rifugio Revolto. All’arrivo dei sanitari del Suem 118 la donna era già deceduta.

Infine, la quarta vittima. L’escursionista dato per disperso dalla serata di venerdì, nella zona della Val di Jon a San Lorenzo in Banale in Trentino, è stato ritrovato senza vita. Sergio Leopoldo Polimeni di 62 anni, residente a Bleggio in provincia di Trento, non era rientrato nella propria abitazione dopo una gita in montagna che prevedeva il passaggio a malga Asbelz, l’attraversamento della Val di Jon, il rifugio Cacciatore e infine il ritorno al punto di partenza, il Ristoro Dolomiti. I vicini di casa non vedendo l’uomo rientrare hanno allertato i parenti che avevano avuto un ultimo contatto telefonico nel primo mattino. Stando ai soccorritori l’escursionista sarebbe scivolato già nel primo pomeriggio di ieri nel tratta da malga Asbelz ed il rifugio Cacciatore. L’uomo è precipitato per circa 30 metri su balzi di roccia. 

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Clima impazzito, tra sos siccità e alluvioni per fiumi e laghi

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AGI – Laghi e fiumi in forte sofferenza minacciati dagli effetti sempre più impattanti della crisi climatica come siccità, alluvioni e ondate di calore. A fare il punto i nuovi dati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente che l’associazione ambientalista diffonde oggi alla vigilia della mobilitazione europea ‘Big Jump’ 2023 dedicata alla tutela dei corsi d’acqua. Negli ultimi due anni, dal 2022 a luglio 2023, in Italia sono stati 21 i fiumi e 10 i laghi a essere colpiti dalla siccità.

Tra questi per i fiumi: Po, Sesia, Pellice, Bormida, Adige, Tagliamento, Bisenzio, Ombrone, Tevere, Chienti, Metauro, Misa (questi ultimi due sono anche tra quelli ripetutamente esondati negli eventi alluvionali del 2022 e 2023). Per i laghi: il Lago Maggiore, quello di Como, Garda, Fedaia, Massaciuccoli, Nemi, Bracciano. Se si guarda ai singoli anni e alla tipologia di eventi climatici estremi, nei primi sei mesi del 2023 nella Penisola sono stati 12 gli eventi siccitosi che hanno colpito laghi e fiumi, 22 quelli nel 2022. Ammontano, invece, a 28 le esondazioni censite da inizio anno da Legambiente, contro le 21 del 2022. A pesare le due alluvioni di inizio e metà maggio in Romagna e nel nord delle Marche.

Il bilancio di 13 anni

Preoccupante anche il bilancio degli ultimi 13 anni: dal 2010 ad oggi sono 231 casi di esondazioni fluviali, ben il 13,3% di tutti gli eventi estremi registrati sulla piattaforma. Le Regioni che hanno visto un maggior numero di esondazioni sono Emilia-Romagna (39 eventi), Lombardia (38), Sicilia (24), Piemonte (18), Liguria (17). Gli eventi di siccità, invece, che hanno colpito fiumi e laghi dal 2010 sono stati 49, che sul totale di casi di danni da siccità prolungata (79 eventi) sono pari al 62%. Le regioni con più casi: Lombardia (17), Piemonte (7), Veneto e Emilia-Romagna (5 ciascuna). Un quadro preoccupante sui cui, per Legambiente, occorre al più presto intervenire.

Proprio per tenere alta l’attenzione di cittadini e istituzioni sulla necessità di mitigare gli impatti crescenti della crisi climatica, di proteggere e ripristinare i nostri fiumi e in generale i sistemi di acqua dolce, di ridare spazio e riqualificare i corsi d’acqua di tutelare la biodiversità, anche quest’anno l’associazione ambientalista aderisce al ‘Big Jump’, la campagna dell’European Rivers Network, con una serie di iniziative organizzate dai suoi circoli territoriali lungo la Penisola.

Dal Piemonte alla Valle D’Aosta, dall’Emilia Romagna alla Campania alla Lombardia tutti uniti per un ‘grande tuffo’ simbolico che lega i corsi d’acqua d’Europa. Un evento che si ripete dal 2002 e che complessivamente ha visto la partecipazione di circa 200.000 persone con oltre 2.000 eventi in 34 Paesi. In occasione del ‘Big Jump’, Legambiente rilancerà le sue richieste per frenare gli effetti della crisi climatica e inviterà tutti a tuffarsi per chiedere con forza l’approvazione in via definitiva del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), attualmente in fase di valutazione ambientale strategica, e la costituzione di un Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, uno dei tasselli cruciali per l’attuazione del Piano e l’operatività delle azioni previste. Da questo passaggio dipende la messa a terra e l’efficacia del piano su tutto il territorio.

Gli interventi da fare

In tema di acque interne, l’associazione ambientalista chiede che l’Italia punti a progetti e interventi per favorire processi di rinaturalizzazione idrologica dei bacini e geomorfologica dei versanti per ridare spazio ai corsi d’acqua, rallentare la velocità della corrente e favorire l’infiltrazione naturale dell’acqua e la ricarica delle falde acquifere attraverso progetti di river restoration e nature based solution. Importanti, inoltre, quelle misure contenute nel Pnacc rispondenti all’impegno da parte del Governo per contribuire all’obiettivo della Strategia europea per la biodiversità di riconnettere e riqualificare 25000 km di fiumi in Europa con l’individuazione dei corsi d’acqua italiani che maggiormente sono stati artificializzati. “Gli impatti della crisi climatica sono sempre più crescenti ed evidenti sui nostri territori causando ingenti danni all’ambiente, all’economia del Paese, e perdite di vite umane – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente – con il ‘Big Jump’ vogliamo tornare a ribadire l’urgenza di un cambio di rotta immediato.

L’anno nero

Al Governo Meloni chiediamo un’assunzione di responsabilità con interventi concreti a partire dall’approvazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e lo stanziamento delle risorse per attuarlo e l’aggiornamento del Pniec, che deve essere approvato entro un anno e la cui prima bozza inviata a Bruxelles è decisamente poco ambiziosa. Senza dimenticare che il Paese ha bisogno di più politiche territoriali di prevenzione e campagne informative di convivenza con il rischio per evitare che il Paese rincorra sempre l’emergenza e sia interessato dall’ennesima tragedia”.

Ma Legambiente sottolinea che non c’è solo un’emergenza alluvioni e siccità, ma anche quello legato alle ondate di calore. Le temperature globali hanno accelerato a livelli record nelle ultime settimane e – a distanza di sette anni dall’ultimo evento – torna a far parlare di sé ‘El Nino’, un fenomeno atmosferico che potrebbe spingere il 2023 a diventare l’anno più caldo mai registrato. Già il 2022 è stato un ‘anno nero’ per le ondate di calore, come sottolinea il dossier del ministero della Salute pubblicato a novembre 2022 che ha evidenziato come nel mese di luglio la mortalità sia aumentata mediamente del 29% toccando il picco del 36% nella seconda metà del mese.

Tra le città maggiormente colpite Torino con un eccesso di mortalità pari al 70%, a cui segue Campobasso ( 69%), Bari ( 60%) e Bolzano ( 59%). Solo nel 2022 sono stati oltre 2.300 i decessi in Italia dovuti alle ondate di calore, secondo le analisi del ministero della Salute e del dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, in crescita rispetto ai 1.472 del 2021 e ai 685 del 2020. 

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Si tuffa nel Trebbia per salvare il figlio, annegano entrambi

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AGI – Si tuffa nelle acque del fiume in soccorso del figlio in difficoltà ma finiscono per annegare entrambi. Tragedia nel pomeriggio nel Piacentino, nella zona di Perino, molto frequentata dai residenti del posto nelle giornate estive.

Il 28enne mentre faceva il bagno nel Trebbia ha cominciato ad annaspare e il papà di 59 anni si è tuffato per riportarlo a riva ma presto sono andati sotto tutti e due. In tanti dalla riva, accortisi del dramma in atto, hanno chiamato i soccorsi ma il tempestivo intervento di 118, carabinieri e vigili del fuoco non è servito.

A ritrovare i corpi dei due, originari dello Sri Lanka, sono stati i sommozzatori dei vigili. 

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Primi indagati per il rogo nella Rsa di Milano

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AGI – Resterà ancora per pochi giorni a carico di ignoti il fascicolo sull’incendio alla Rsa “Casa per coniugi” che ha causato la morte di sei ospiti e l’intossicazione di altri 81.

Per le prime iscrizioni i pm del pool “Tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro”, coordinati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, attendono le annotazioni del nucleo investigativo antincendio dei Vigili del Fuoco, della Polizia scientifica e della Squadra mobile. Sono almeno tre i fronti su cui si concentrano le indagini: la causa del rogo iniziale, il rispetto delle prescrizioni antincendio e l’attivazione tempestiva dei soccorsi.

Sul primo punto gli inquirenti non sembrano avere dubbi in quanto il fuoco sarebbe partito dalla scintilla dell’accendino o dalle braci di un mozzicone acceso da Laura Blasek, l’86enne rimasta carbonizzata insieme alla compagna di camera della 605 Nadia Rossi, 69 anni. Accertamenti e verifiche, in carico agli investigatori dei Vigili del Fuoco, invece si concentrano sul malfunzionamento dell’impianto di rilevazioni fumi, inattivo almeno dal gennaio 2022.

Un aspetto noto anche al Comune di Milano, che in attesa della chiusura di un bando per i lavori di manutenzione, aveva chiesto e ottenuto dall’ente gestore come misura compensativa la presenza nelle ore notturne di un addetto antincendio. Una figura presente la notte tra il 6 e il 7 luglio.

Tuttavia, gli inquirenti stanno analizzando le telecamere di sorveglianze della struttura per capire dove fosse nei minuti prima dell’una, quando dalla stanza 605 la signora Rossi ha lanciato l’allarme chiamando in reception e come abbia agito successivamente. 

Migliorano le condizioni degli intossicati

Intanto si apprende che delle due persone ricoverate ieri in codice rosso “uno sta meglio e l’altro è ancora in una situazione delicata”. Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala intervistato al tg1 delle 20, su Rai1. “Per il resto sono quasi tutti pronti a uscire dall’ospedale” ha aggiunto, ribadendo che è “Inutile nascondere che è stata una tragedia”. 

“Nove ospiti si trovano ancora ricoverati in alcuni ospedali milanesi: 2 al Niguarda, 3 al Policlinico, 2 al FatebeneFratelli (già in dimissione per lunedì prossimo) 1 al San Paolo, 1 all’Humanitas. Al momento non si segnalano aggravamenti delle condizioni di salute”. Lo comunica l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, commentando le operazioni di trasferimento degli ospiti della Rsa, di proprietà del Comune di Milano, gestita dalla Cooperativa Proges. 

 Sala: “Penso al lutto cittadino nel giorno delle esequie”

“Credo che il giorno in cui si celebreranno i funerali si dichiarerà il lutto cittadino”. Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala, intervistato dal Tg1, a margine di una visita nella Casa di riposo per coniugi di via dei Cinquecento.

Per tutta la mattinata è stato un via vai di parenti, ma anche di dipendenti, alla Rsa. Sono stati chiamati a raccogliere gli effetti personali propri e dei loro cari che non sono stati distrutti dall’incendio, scoppiato ieri notte, nella stanza 605 del primo piano per poi propagarsi. Carrelli, buste gialle della spesa, qualche valigia. Non solo odore di fumo nell’aria, anche tristezza palpabile. Occhi bassi.

Qualcuno parla. Tra loro c’è Gaia, sua nonna Tina ha quasi cento anni, ieri è stata ricoverata al Bassini, poi in geriatria, infine spostata al Pio Albergo Trivulzio. Dell’incendio Tina non ricorda nulla, Gaia ne parla con sollievo. “Mia nonna qui è sempre stata trattata benissimo, il Trivulzio è molto più vicino a casa mia ma una struttura così grande mi preoccupa”, racconta. Non così per un’altra donna: “I pacchi postali vengono trattati meglio”.

I suoi genitori sono stati trasferiti in due strutture diverse, la madre 95enne ad Arconate mentre il padre 89enne al Trivulzio. La donna contesta la decisione di Ats di dividerli: “Ce l’ha comunicato ieri sera ma io pago tutto da privato, separare due anziani coniugi non ha senso”. Anche Margarita che ha lavorato qui per venti anni, sarà trasferita in un’altra struttura di Proges, la cooperativa che gestisce per conto del Comune di Milano la Rsa: “sono stata qui una vita” dice sospirando. “Speriamo risolvano presto e li riportino qui” è l’auspicio di Elena, una dei parenti degli ospiti della struttura. “Questa per mia suocera era davvero una casa”.

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Centri estivi per bambini, la necessità che diventa lusso

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AGI – Scuole, chiuse, asili nido off limits e nonni indisponibili: l’estate per chi ha figli troppo piccoli per essere autonomi può rivelarsi un incubo o più verosimilmente un salasso. Mediamente una famiglia che decide di mandare i propri figli in un centro estivo privato spende non meno di 140,50 euro per una settimana a orario pieno, mentre il prezzo scende a 95,80 euro per mezza giornata.

Considerando che in Italia la pausa estiva delle scuole è di circa 12 settimane – rispetto alle 6/8 settimane in Germania, Francia o Regno Unito – e supponendo che i genitori, andando in ferie anche parzialmente sfalsate, riescano a coprire soltanto una parte di questo tempo, la spesa media da sostenere per le 8 settimane che restano non scende al di sotto dei 1124 euro, ma può arrivare anche a 2200 se i figli da sistemare sono due. I dati emergono da un’indagine condotta da Adoc e Eures che prende in esame i costi medi di cinque città italiane: Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari.

È più frequente il cado in cui la famiglia tipo riesce ad affidare i propri figli a un centro estivo per 5 settimane. In questo caso la spesa si aggira intorno ai 700 euro per il primo figlio, e di 671 euro per ogni figlio in più. 1373 euro per due figli, 2040 per 3 bambini.

Centri estivi convenzionati

Va meglio se si ha la fortuna di avere la disponibilità di centri estivi convenzionati, con prezzi calmierati grazie ai fondi stanziati dai Comuni. Bisogna però superare un bando pubblico, ma in questo caso la spesa media per due bambini non supera i 782 euro per 8 settimane: 400 euro per il primo figlio e 382 euro per il secondo, applicando il medesimo sconto del 4,5% dei centri privati e di 490 euro per 5 settimane.

Milano la più cara

Dallo studio gli scarti che si evidenziano, in base all’area geografica di riferimento, sono rilevanti. Al Nord il costo medio per una settimana in un centro estivo privato a tempo pieno è di 159 euro, al Centro scende a 123 euro, mentre al Sud si riduce ulteriormente a 105 euro, per mezza giornata i costi sono rispettivamente di 114 euro al Nord, 87 euro al Centro e 69 euro nel Mezzogiorno.

Milano è la città più cara, il costo medio dei centri estivi privati si attestano a 207,07 euro a settimana per il tempo pieno e 163,10 euro per l’orario ridotto. Inferiore il costo medio di un centro estivo a Bologna, che scende a 109,60 euro settimanali per l’orario pieno e a 86,50 euro per l’orario ridotto. A Roma il costo medio settimanale di un centro estivo privato con un orario pieno risulta pari a 123,10 euro, mentre scende a 87,50 euro per l’orario ridotto.

La situazione dei centri estivi nel Mezzogiorno, coerentemente al costo della vita inferiore, è più vantaggiosa almeno dal punto di vista economico, ma decisamente più carente sul fronte dell’offerta. A Napoli il costo medio per un centro estivo con orario pieno è pari a 105,30 euro a settimana, mentre il costo scende a 76 euro per l’orario ridotto. A Bari, infine, il costo per i centri estivi con orario pieno è di 100 euro a settimana, mentre è di 65,40 euro per quelli che prevedono anche l’orario ridotto.

Misure strutturali e non episodiche 

“Le agevolazioni per le spese di iscrizione ai centri estivi sono poche e insufficienti a coprire i costi da sostenere e il contributo riconosciuto si basa sull’ISEE del nucleo familiare. Per ottenere le agevolazioni bisogna avere un ISEE basso e per averlo o sei povero o sei un evasore”, ha spiegato Anna Rea, Presidente Adoc Nazionale. I limiti della situazione economica sono eccessivamente rigidi, ci sono moltissime famiglie in difficoltà, anche quelle con un reddito medio.

Un’altra problematica riguarda poi la mancanza di una continuità formativa per bambini e ragazzi. Per l’Adoc bisognerebbe incentivare servizi di quartiere, o a livello condominiale, soprattutto nei piccoli centri sprovvisti di centri estivi, anche attraverso una sburocratizzazione che però non sia a scapito della salute e della sicurezza dei bambini.

“Se vogliamo incidere positivamente sulla natalità del nostro Paese dobbiamo cominciare a mettere in campo misure a sostegno dei figli. Misure economiche e sociali che siano strutturali e non episodiche. Una di queste è sicuramente il sostegno per il periodo di chiusura estiva delle scuole”, ha concluso la Presidente Adoc Nazionale.

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Un alpinista è morto cadendo da una parete del Gran Sasso

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AGI – Un alpinista romano di cui ancora non si conosco le generalità è morto nel primo pomeriggio mentre si trovava in cordata con un amico anche lui di Roma, rimasto illeso. L’incidente si è verificato sulla parete est del Corno Piccolo (2.655 metri) versante Teramano del Gran Sasso D’Italia. Le operazioni del Soccorso alpino e Speleologico dell’Abruzzo sono ancora in corso. Si tratta di recuperare la salma e portarla a Prati Di Tivo. L’alpinista illeso in questo momento è ascoltato dai carabinieri di Pietracamela (Teramo). 

Erano lungo la Via Mirka sul Corno Piccolo, sul Gran Sasso, quando uno dei due alpinisti, il primo di cordata, al quarto tiro, per ragioni ignote, è precipitato. L’alpinista si è incastrato in una nicchia della parete sottostante e in un primo momento il compagno di cordata pensava stesse bene.

Ma la caduta invece gli è stata fatale. Subito il secondo di cordata ha comunque allertato il 118 ed è scattato il protocollo dei soccorsi in montagna: è stato attivato il Soccorso Alpino e Speleologico, che è partito con l’elisoccorso.

Purtroppo però, a causa delle forti raffiche di vento, l’elicottero ha fatto scendere in parete un tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico, che ha recuperato l’alpinista illeso, gli altri tecnici invece stanno recuperando e portando giù a valle, la salma dell’alpinista deceduto. Sia l’alpinista deceduto che il compagno sono di Roma. 

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Pedersen trionfa in volata, Cavendish lascia il Tour

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LIMOGES (FRANCIA) (ITALPRESS) – Mads Pedersen vince in volata l’ottava tappa del Tour de France 2023, la Libourne-Limoges di 201 chilometri. Il danese della Lidl – Trek ha battuto Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck) e Wout Van Aert (Jumbo – Visma). Il belga non è riuscito a replicare i tre successi di tappa dopo un finale esplosivo in cui l’andatura forzata da parte della Jumbo ha fatto la differenza nel tratto collinare. Non cambia nulla dal punto di vista della classifica generale, Jonas Vingegaard rimane in maglia gialla a 25 secondi da Tadej Pogacar (UAE Emirates).
La notizia del giorno, però, riguarda Mark Cavendish. Il britannico dell’Astana Qazaqstan Team, è stato costretto al ritiro dopo una caduta al centro del gruppo. Sfuma dunque il sogno di superare Eddy Merckx nelle vittorie di tappa alla Grand Boucle (entrambi sono fermi a quota 34). A confermare il ritiro è stata l’organizzazione della corsa: il britannico è il quinto ritirato dell’edizione 110 dopo Enric Mas, Richard Carapaz, Jacopo Guarnieri e Luis Leon Sanchez.
Domani tappa di montagna che coinvolgerà gli uomini di classifica, la Saint-Lèonard-de-Noblat-Puy de Dòme di 182,4 chilometri, con l’arrivo in salita dopo 13,3 chilometri con una pendenza media del 7,7%.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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Bucati gli pneumatici dell’auto di Pietro Orlandi

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AGI – L’autovettura di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela scomparsa a Roma nel giugno del 1983, è stata oggetto di una azione vandalica la notte tra il 5 e il 6 luglio scorso. I quattro pneumatici sono stati infatti bucati con una lama. L’auto era parcheggiata in una strada di Borgo Pio, a poca distanza da via della Conciliazione, a Roma.

“A nostro avviso si tratta di un’azione mirata – dice l’avvocato Laura Sgrò, legale di Orlandi – le altre auto, infatti, non sono state danneggiate. Sull’episodio abbiamo immediatamente presentato una denuncia“. Secondo quanto si apprende, le forze dell’ordine hanno già acquisito le telecamere presenti in zona. Le indagini sono in corso.

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Lampedus’amore, svelati vincitori Premio giornalistico Cristiana Matano

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PALERMO (ITALPRESS) – Dopo il successo della “Notte in musica” con Ermal Meta e Marina Rei, stasera gran finale in piazza Castello (ore 21.30), di Lampedus’amore con la cerimonia di consegna, condotta da Monica Giandotti (Rai) e Salvo La Rosa (Tgs-Rtp), dei Premi giornalistici internazionali Cristiana Matano. La giuria, presieduta da Riccardo Arena e composta da giornalisti di testate italiane e internazionali, ha attributo i riconoscimenti per la stampa e web nazionale a Valerio Giacoia del Venerdì di Repubblica, per la Tv nazionale ad Antonella Alba di Rainews24, per gli Under 30 Valerio Scarponi di RAI1 e perf la stampa estera Tatjana Dordevic di BBC News Serbia.
Saranno attribuiti inoltre riconoscimenti agli studenti delle Isole Pelagie che hanno partecipato all’annuale corso di formazione giornalistica, promosso dall’associazione Occhiblu.
Premiate anche le eccellenze lampedusane con i riconoscimenti a Giovanni Fragapane, artista e scrittore, a Giacomo Sferlazzo, cantautore e narratore di storie e tradizioni isolane, e alla Libreria Ibby per l’impegno nel sostegno della lettura fra i giovani lampedusani.
Ospiti della serata, l’attrice e cantante Ester Pantano, protagonista delle serie TV “I leoni di Sicilia” e “Makari”, e Ascanio Celestini, attore e scrittore, esponente del più apprezzato teatro di narrazione. In scaletta anche il ricordo del decennale della visita di Papa Francesco a Lampedusa.

– foto: ufficio stampa OcchiBlu Associazione Ets

(ITALPRESS).

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Lampedus’amore, svelati vincitori Premio giornalistico Cristiana Matano

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PALERMO (ITALPRESS) – Dopo il successo della “Notte in musica” con Ermal Meta e Marina Rei, stasera gran finale in piazza Castello (ore 21.30), di Lampedus’amore con la cerimonia di consegna, condotta da Monica Giandotti (Rai) e Salvo La Rosa (Tgs-Rtp), dei Premi giornalistici internazionali Cristiana Matano. La giuria, presieduta da Riccardo Arena e composta da giornalisti di testate italiane e internazionali, ha attributo i riconoscimenti per la stampa e web nazionale a Valerio Giacoia del Venerdì di Repubblica, per la Tv nazionale ad Antonella Alba di Rainews24, per gli Under 30 Valerio Scarponi di RAI1 e perf la stampa estera Tatjana Dordevic di BBC News Serbia.
Saranno attribuiti inoltre riconoscimenti agli studenti delle Isole Pelagie che hanno partecipato all’annuale corso di formazione giornalistica, promosso dall’associazione Occhiblu.
Premiate anche le eccellenze lampedusane con i riconoscimenti a Giovanni Fragapane, artista e scrittore, a Giacomo Sferlazzo, cantautore e narratore di storie e tradizioni isolane, e alla Libreria Ibby per l’impegno nel sostegno della lettura fra i giovani lampedusani.
Ospiti della serata, l’attrice e cantante Ester Pantano, protagonista delle serie TV “I leoni di Sicilia” e “Makari”, e Ascanio Celestini, attore e scrittore, esponente del più apprezzato teatro di narrazione. In scaletta anche il ricordo del decennale della visita di Papa Francesco a Lampedusa.

– foto: ufficio stampa OcchiBlu Associazione Ets

(ITALPRESS).

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