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Celta Vigo dal Papa “Sport conservi mistica amatoriale”

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ROMA (ITALPRESS) – Papa Francesco ha ricevuto in udienza la squadra spagnola del Real Club Celta di Vigo, che milita nella Liga spagnola. Da cento anni (furono fondati nell’agosto del 1923), Los Celestos scendono in campo con i colori dell’Immacolata, maglia celeste e calzoncini bianchi. E con uno stemma a forma di croce, universalmente conosciuta da secoli perchè simbolo per milioni di pellegrini che la hanno come compagna lungo il Cammino verso Santiago de Compostela. E dunque per la squadra galiziana del Celta di Vigo, che milita nella prima divisione spagnola, non poteva non esserci una visita nel cuore della cattolicità tra i momenti salienti del centenario. Davanti a Francesco in Sala Clementina dirigenti, giocatori e familiari hanno ascoltato il Pontefice intrecciare inizialmente una riflessione sul “profondo significato” della divisa societaria, i colori segno della “protezione della Vergine” e l’emblema della croce di san Giacomo che “si innalza come uno stendardo di vittoria nella battaglia della vita” – colori e simbolo lasciati alle spalle anche dai “tanti migranti che giunsero in Argentina”, ricorda il Papa. Che poi vira il discorso sui valori dello sport, che definisce “molto faticoso” e che pure “bisogna mantenere sempre, la dimensione di amateur”, un modo di recuperare “la storia poetica” dell’attività agonistica”. “Quando lo sport, in questo caso il vostro, perde questa dimensione amatoriale, non ha senso, si trasforma in una cosa commerciale e semplicemente asettica, senza passione. Conservate, per favore, questa mistica amatoriale, Non perdete mai la dimensione amatoriale”, è l’appello del Papa. Dunque, nello sport e nella vita conta, afferma Francesco, “donarsi con generosità”, senza “lesinare sforzi e sapendo sacrificarsi per l’altro quando è necessario” conferisce all’attività sportiva una dimensione alta e questo tal senso, sottolinea, “l’altro, più che un avversario degno di rispetto, è sempre un amico benaccolto Spirito di ospitalità fraterna. In precedenza, Francesco aveva ribadito alcuni valori del suo magistero sullo sport, il “vincere partendo dall’umiltà, lavorare in squadra senza affidarsi solo alle proprie forze, capendo che la vittoria è di tutti” giacchè, ha sottolineato, “quando nel mondo dello sport non si lavora in squadra, perdono tutti”. E il non restringere l’attività alla mera difesa dei propri colori, che fa perdere di vista altri aspetti della vita, come quello delle radici.
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(ITALPRESS).

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