AGI – Adriana Vella, da Caltanissetta, ha 43 anni e da due mesi è difensore del boss Matteo Messina Denaro. E avvocata da circa 15 anni. Da dieci collabora con l’avvocato di Riesi Vincenzo Vitello. E adesso ci crede al fatto di essere in un procedimento destinato a entrare – e con esso anche lei, dunque – “nella storia”.
Altri due avvocati hanno rinunciato a difendere Messina Denaro
È stata nominata dalla Corte d’assise d’appello di Caltanissetta legale d’ufficio dell‘ex superlatitante arrestato a Palermo il 16 gennaio, lo scorso 23 marzo dopo la rinuncia al mandato degli avvocati Calogero Montante e di Lorenza Guttadauro, quest’ultima nipote del boss e figlia della sorella Rosetta, donna forte della famiglia di Castelvetrano finita in carcere venti giorni prima.
Le prime parole di Vella subito dopo la nomina furono queste: “Matteo Messina Denaro è un imputato come gli altri e lo difenderemo con lo stesso impegno che mettiamo per gli altri. Sarà molto impegnativo, ma non mi preoccupa. Le minacce non mi spaventano”.
Va assolto perchè era “un mero soldato”
Nella sua arriga ne ha chiesto l’assoluzione. E nell’aula bunker del carcere era presente anche la mamma di Adriana Vella, la quale non ha perso un solo passaggio delle parole pronunciate dalla figlia che, per l’occasione, indossava un tailleur bianco.
Nel corso della sua arringa, l’avvocata Vella, in difesa del suo assistito, accusato di essere uno dei mandanti delle stragi del ’92, ha parlato, davanti alla corte presieduta da Maria Carmela Giannazzo, per quasi quattro ore sostenendo l’innocenza del boss in quanto “mero soldato” che non poteva avere avuto un ruolo delle stragi.
L’arringa è durata quattro ore
La legale non ha nascosto la sua emozione, “e il motivo nasce dalla consapevolezza che la designazione casuale come difensore d’ufficio mi ha dato l’opportunità di essere in un procedimento che entrerà nella storia perchè parla di fatti che hanno segnato la storia del nostro Paese. La designazione fa di me l’espressione massima della tutela del diritto di difesa che lo Stato assicura a tutti. Credo fermamente che questa corte sappia giudicare con imparzialità l’imputato, sappia leggere i motivi di Appello, sgombrandoli dal nome dell’imputato e sappia con la medesima imparzialità ascoltare le mie riflessioni”.
Tanto studio per preparare la difesa
Per preparare la difesa del boss, ha avuto a sua disposizione un paio di mesi: “È stato molto difficile preparare la difesa perchè ho dovuto studiare la sentenza, molti atti processuali e mi sono dovuta confrontare anche con sentenze precedenti che sono state acquisite su fatti in cui altri giudici si sono già pronunciati”.
La sentenza attesa per il 19 luglio
Il 19 luglio, nel giorno della strage di Via D’Amelio, è attesa la sentenza. Difficile che Messina Denaro si presenti pur in videocollegamento dal supercarcere abruzzese… del resto ha sempre disertato le udienze.
Lei ha detto chiaramente che preferirebbe che ci fosse: “Lo avrei apprezzato perchè sicuramente chi meglio di lui avrebbe potuto darmi ulteriori spunti e suggerimenti in ordine alla mia discussione…”. Per lei, comunque, il processo della vita.