AGI – Offrire allo spettatore “un’occasione per acquisire maggiore consapevolezza su vicende non così all’attenzione della cronaca quotidiana ma invece molto incisive ancora oggi per definire la situazione italiana nello scenario internazionale”. È l’obiettivo, spiega all’AGI Fabrizio Zappi, direttore di Rai documentari, di un ciclo autunnale di programmi tra settembre e ottobre, otto titoli in tutto, prodotti da Rai documentari e proposti ogni venerdì in prime time su Rai 3. Tre di questi titoli sono anche approdati nella sezione Giornate d’autore dell’80esima Mostra del cinema di Venezia.
La scelta di temi che spaziano dal caso Willy Monteiro al settembre nero dell’affaire ‘Achille Lauro’ “ricade nella nostra mission di servizio pubblico, nel quale l’istituzione all’interno della Rai della sezione documentari è un cardine”, sottolinea Zappi. Già il 27 giugno scorso, in quest’ottica, per l’anniversario di quella strage, la Rai aveva proposto il documentario su Ustica premiato anche dal pubblico a Bologna. Tema rimbalzato in questi giorni all’attenzione dell’opinione pubblica, dopo le dichiarazioni dell’ex sottosegretario dell’epoca Giuliano Amato a Repubblica.
“Noi incarniamo il servizio pubblico svolgendo questa funzione di riportare alla luce e ricostruire in modo accurato eventi cruciali di ieri per comprendere anche l’oggi – ribadisce il dirigente – ogni documentario è un tassello di questa ricostruzione della nostra storia recente“. Non a caso il secondo titolo, in onda il 15 settembre, è ‘1985 allarme Mediterraneo’, dedicato a quanto accaduto tra il 7 e il 12 settembre di quasi quarant’anni fa, scritto e diretto da Giovanni Filippetto, “il ritratto di un quadro geopolitico di un’epoca in cui Mediterraneo era centrale e nevralgico“.
La nuova stagione di programmazione documentaria della Rai parte stasera dunque con una indagine, un approfondimento d’autore (lo scrittore Aurelio Picca) su una vicenda che ha acceso i riflettori sulle periferie, in particolare su Colleferro e dintorni, tre anni fa, che arriva quasi a ridosso del terzo anniversario della morte del ragazzo. Si prosegue appunto con ‘1985 allarme Mediterraneo’; e si continua tra le Quattro giornate di Napoli, prima città che riuscì a liberarsi dal dai tedeschi; il caso Tortora; la figura di Enrico Mattei, tanto per citarne alcuni.
“Per noi è un onore questa presenza a Venezia – spiega Zappi – la interpretiamo come un riconoscimento della qualità dell’offerta televisiva Rai che trova un consenso nella critica cinematografica”. Come era già accaduto del resto con il Nastro d’argento del sindacato giornalisti cinematografici per il progetto su Ennio Flaiano. “La Rai alcuni anni fa, nel 2020, prese la decisione di creare una sezione documentari per produrre e acquisire materiali specifici per la destinazione televisiva – racconta il direttore generale – Rai cinema realizza invece produzioni cinematografiche. I nostri sono ambiti separati, mirati, non c’è competizione ma anzi collaborazione. Abbiamo ben chiare la diversità di destinazione, che si rispecchiano in diversità di registri linguistici e diversità di scelte di tema”.
E i temi scelti e proposti nelle prossime settimane dalla TV di servizio pubblico “ripercorrono in maniera approfondita eventi che hanno avuto una ricaduta anche internazionale e che vedono protagonista in positivo l’Italia. Credo che la nostra collana di documentari faccia gettare uno sguardo, con un livello di scavo assolutamente superiore a quello che è possibile alla cronaca, su eventi cruciali del ‘900, per comprendere meglio anche l’Italia di oggi, consentendo di costruire una memoria collettiva. Ogni documentario è un tassello nella ricostruzione della nostra storia recente”, conclude Zappi.