FIRENZE (ITALPRESS) – Sono stati il direttore del New York Times Joe Kahn, l’ospite internazionale, e l’amministratore delegato di Tim Pietro Labriola, l’ospite nazionale, i protagonisti dell’incontro di tech-media literacy promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani-Editori. L’appuntamento, che ha visto la partecipazione di oltre 400 studenti italiani con una rappresentanza di studenti spagnoli, impegnati nei progetti di tech-media literacy promossi dall’organizzazione, confrontarsi con i due ospiti e il presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori Andrea Ceccherini.
“Oggi è un incontro davvero speciale – ha detto Ceccherini nel suo intervento -. Il sogno che ci muove è quello di cambiare il mondo per farne un posto migliore. Con questa logica cerchiamo di difendere la centralità della persona, soprattutto in un tempo in cui i cambiamenti mettono a rischio la nostra capacità di dominarla. La persona umana deve essere al centro e la tecnologia al suo servizio e non al contrario, per nessuna ragione. Voi ragazzi avete molto più tempo per fare del mondo un posto migliore, a patto che abbiate gli strumenti educativi per farlo. Come è possibile sviluppare il pensiero critico in giovani di 14 anni? Solo dando gli strumenti per usare la propria testa, rendervi più padroni di voi stessi. In un mondo dominato dall’intelligenza artificiale i vostri occhi e la vostra testa sono il patrimonio che avete. Oggi è importante combattere la polarizzazione e combattere le fake news”.
Ceccherini ha poi ricordato il percorso dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, dall’origine del progetto del ‘Quotidiano in classè, passando dai grandi personaggi, dalle realtà imprenditoriali ed editoriali passate dall’Osservatorio fino al progetto con Apple. Un incontro interessante che si è diviso in due parti. La prima che ha visto come protagonista l’amministratore delegato di Tim Pietro Labriola che dopo una prima intervista della giornalista Maria Latella ha risposto alle domande provenienti dai ragazzi. L’AD di Tim, che con la sua azienda ormai da diversi anni promuove insieme all’Osservatorio un percorso di alfabetizzazione tecnologico-digitale nelle scuole secondarie superiori italiane, nel corso della sua intervista Labriola ha ribaditpo l’importanza di progetti del genere, soffermandosi poi su una particolare questione di attualità come quello del limite di utilizzo degli smartphone ai giovani: “Se il nostro timore è che i social trasmettano modelli sbagliati, il problema è quello di stabilire dei modelli corretti – ha spiegato -. Il problema vero è definire quali sono i comportamenti corretti. La discussione non è dunque quella del blocco dello strumento o del singolo social. Posso bloccarti tic toc, instagram e toglierti anche il cellulare. Ma se non si definiscono i modelli culturali giusti e quelli sbagliati non ne usciamo. Noi dobbiamo aiutare le nuove generazioni ad arrivare all’informazione iniziale e non a quella elaborata ad uso e consumo di qualcun altro”. Concluse le domande a Labriola è stata la volta dell’intervento del direttore del New York Times Joe Kahn da parte della direttrice di Quotidiano Nazionale (La Nazione, Il Resto del Carlino e Il Giorno) Agnese Pini.
Un’intervista, quella a Kahn, direttore del quotidiano “bandiera” della democrazia nel mondo e membro dell’International Advisory Council dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, che ha toccato vari temi, fra i quali, quello dell’informazione di qualità nell’era dell’Intelligenza Artificiale, del ruolo del giornalismo indipendente nella democrazia e dell’importanza per le giovani generazioni di essere coinvolte in percorsi di tech-media literacy. “Guardando questi giovani sono ottimista perchè è una generazione di liceali che sono venuti qui per imparare la media literacy – ha detto nel suo intervento Joe Kahn -. Non c’è la bacchetta magica che porterà via la polarizzazione che esiste nel mondo di oggi, o eliminerà la cattiva informazione, le fake news in onda tutti i giorni. Il primo passo è fare quello hanno fatto i giovani oggi qui, cioè capire che devono essere padroni delle fonti di informazione per sviluppare le proprie idee e capire quali sono le informazioni affidabili, sviluppare un occhio critico suoi media, perchè nessuno risolverà il problema per voi. La cosa che mi rende un pò ottimista è che ci sono gruppi di persone come i giovani di questa sala e progetti come quello del’Osservatorio che fanno qualcosa sul modo in cui consumano l’informazione, e investono per capirla meglio: nessuno potrà risolvere il problema della democrazia o della buona informazione che è il pilastro portante della democrazia, se il cittadino non agisce in prima persona. E’ questo il motivo per cui sono venuto qui oggi, perchè è un progetto molto importante, e quindi è molto importante che voi siate interessati a questo tema e che vogliate discuterne”.
“Nessuno può risolvere i problemi di marketing o delle corrette informazioni. L’unico modo è quello d’imparare a sviluppare le proprie idee, in modo autonomo – ha proseguito il direttore del NYT -. Oggi le infornazioni ti arrivano senza soluzione di continuità, durante tutta la giornata. Devi riuscire a ‘sentirè quello che accade nel mondo, informarti in modo autonomo, non limitarti a leggere quello che si trova alla prima occasione, ma approfondir ed andare a cercare costantemente l’informazione di qualità. Oggi è evidente la crisi dell’informazione di qualità. Al NY Times, comunque, tutto quello che viene riportato sotto il brand NY Times è valutato e verificato in modo estremamente attento e scrupoloso”.
– Foto Osservatorio Permanente Giovani-Editori –
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