AGi – “Non uscirò mai più con un Pesci”. Classe 1996, 1 gennaio, Kaelen Larocque racconta al Washington Post d’esser certa che la sua data di nascita ha influenzato parti della sua personalità.
E come gran parte dei suoi coetanei è convinta che l’astrologia sia al centro della vita di ciascuno, determinandone “passioni, interessi amorosi oltre le decisioni da prendere nella vita”. Meglio, a suo avviso “lo zodiaco ha un effetto diretto sui nostri comportamenti e nella vita”. Dalle stelle dipende tutto, dalla consapevolezza di sé all’autostima al rapporto con gli altri. Ciò che la porta anche a stabilire con chi è compatibile e con chi no.
Per Allied Market Research, riferisce il Post, l’industria globale dell’astrologia valeva 12,8 miliardi di dollari nel 2021, in notevole aumento rispetto ai 2 miliardi del 2018. Un balzo. E si prevede che nel 2031 arriverà a quota 22,8 miliardi. Il settore è in fortissima espansione, specie tra i giovani, ribattezzati GenZodiac, frequentatori di innumerevoli siti, piattaforme e app di appuntamenti incentrate sui segni zodiacali, libri, account social. Motivi dell’espansione?
Secondo gli esperti uno dei motivi è dovuto al facile accesso che la tecnologia offre mentre il secondo lo si deve alla fine della pandemia che ha lasciato strascichi nelle condizioni mentali dei giovanissimi, tra crisi d’identità e incertezza futura. Molti si affidano a stelle, segni e oroscopo per trovare sostegno in un periodo critico. “Anche se non ci sono prove scientifiche a supporto dei benefici derivanti dall’astrologia”, chiosa il Post. Una cosa è provare gioia e appagamento dalla lettura delle previsioni, altro basare le principali decisioni della vita “su una scienza confutata. È rischioso”, avverte il quotidiano.
Certo, d’astrologia se ne parla sin dal III millennio a.C. con picchi di popolarità nel corso dei secoli, ma a partire dal 1700 la pratica, un tempo legata all’astronomia e lo studio degli oggetti celesti, “è stata ampiamente bandita dalla comunità scientifica”, commenta Sten Odenwald, astronomo e direttore dello sviluppo delle risorse Stem alla Nasa. Semmai, ci sono studi scientifici che evidenziano “una correlazione tra il periodo della nascita e la personalità, ma tutto ciò che deriva dalle tradizioni astrologiche è privo di fondamento”.
Meglio: “Una cosa è conoscere le posizioni dei pianeti, ma il grosso problema è interpretare cosa essi significhino in termini di comportamenti umani”, precisa Odenwald. “Non c’è affatto alcun collegamento” anche se risulta che “gli americani conoscono più il proprio segno zodiacale che il gruppo sanguigno”, chiosa il Post. Almeno 70 milioni di loro “controllano gli oroscopi ogni giorno”. Del tutto irrazionale.
Commenta Lauren Kassell, docente di Storia della scienza e della medicina a Cambridge: “Sviluppare un’eccessiva dipendenza dall’astrologia è pericoloso, anche se, se le persone usano l’astrologia per dare un senso alla propria vita, va pure bene, ma non oltre”. Tuttavia, conclude, i motivi per cui l’astrologia è in crescita “è legato allo scetticismo nei confronti della scienza e del pensiero individualistico”.
E per i giovanissimi? Creduloni? No, secondo Tracy L. Rogers, astrologa e life coach di Filadelfia: millennial e GenZ “sono più curiosi di sé e delle loro vite”, quindi “più inclini a relazionarsi con l’astrologia” perché “li fa sentire meglio in una serrato dialogo con se stessi”.
Sarà pure non scientifica, dice al Post Caroline Kingsley, 38 anni, “ma è un bel modo di osservare le stelle in cielo. E in ogni caso l’astrologia è generalmente meno assertiva della religione”.