AGI – Una vittoria per gli orsi e gli animalisti italiani, una sconfitta per il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti che aveva chiesto ripetutamente l’abbattimento dei plantigradi. La Terza Sezione del Consiglio di Stato, dopo l’udienza di giovedì 13 luglio, ha reso nota l’ordinanza di tredici pagine ha accolto i ricorsi delle associazioni animaliste sospendendo i provvedimenti già impugnati in primo grado, ovvero dicendo ‘no’ all’uccisione degli orsi ‘Jj4’ e ‘Mj5’, rispettivamente l’esemplare ritenuto responsabile dell’aggressione mortale ad Andrea Papi il 5 aprile scorso nei boschi di Caldes in Val di Sole e attualmente rinchiuso al centro faunistico del Casteller (Trento), e l’altro del ferimento di un escursionista in Val di Rabbi nel marzo scorso e ancora in libertà.
L’orso ‘Mj5’ potrà essere catturato ma non ucciso. Il panel di cinque magistrati del Consiglio di Stato presieduto da Michele Corradino, ha così motivato: “Il provvedimento che dispone l’abbattimento dell’animale appare sproporzionato e non coerente con le normative sovrannazionali e nazionali che impongono l’adeguata valutazione di misure intermedie ferma restando la disposta captivazione a tutela della sicurezza pubblica, va sospeso l’ordine di abbattimento dell’animale“.
Inoltre, il Consiglio di Stato, chiede al Tar di Trento di modificare la data di una nuova udienza nel merito e quindi anticipare quella prevista del 14 dicembre. Nell’ordinanza i magistrati affermano, inoltre, “in virtù delle lamentate carenze strutturali e nell’asserita situazione emergenziale, era compito dell’Amministrazione (Provincia Autonoma di Trento, ndr) quello di valutare ogni misura intermedia tra la libertà e l’abbattimento dell’animale”.
I giudici di Palazzo Spada hanno precisato che: “non possono condividersi gli argomenti presentati in sede di udienza dalla difesa provinciale laddove si è sostenuto che il trasporto dall’Italia a uno Stato estero presenta rischi per l’incolumità della vita dell’animale dal momento che l’esecuzione dei provvedimenti impugnati porterebbe paradossalmente all’esito dell’immediato abbattimento dello stesso”.
La Lega Anti Vivisezione (Lav) il mese scorso ha presentato il dettagliato progetto di traslocazione dell’orsa ‘Jj4’ presso il ‘Libearty Bear Sanctuary’ di Zarnesti in Romania. Il già delicato tema circa la gestione degli orsi in Trentino, provincia dove sono presenti tra i 110 e i 120 esemplari, è diventato argomento di scontro sia a livello sociale che soprattutto politico da quando la mattina del 6 aprile è stato reso noto che un uomo è stato trovato morto e potrebbe essere stato aggredito e ucciso da un animale selvatico. Il fatto era del pomeriggio del giorno prima e a perdere la vita è stato Andrea Papi, un giovane di 26 anni appassionato di montagna e di corsa. Da quel momento l’escalation. Da una parte l’organizzazione dei funerali, dall’altra lo scontro politico e dall’altra ancora i cittadini della zona – si trova sulle pendici del selvaggio monte Peller molto frequentato dagli orsi – che erano a conoscenza della problematica.
Le incursioni dei platigradi nei centri abitati erano frequenti anche perché solo pochi bidoni dell’immondizia sono “a prova di orso”. Ai decreti e ordinanze di cattura e abbattimento firmate da Fugatti si sono susseguiti i ricorsi delle associazioni animaliste – Lav Italia, Leal, Enpa, Leidaa e Oipa, le più attive – contrare sia alla cattura che, ancor di più, all’uccisione. Nel corso di questi 99 giorni ci sono state udienze al Tar (aveva sin da subito sospeso le ordinanze di abbattimento) ma anche tante manifestazioni di protesta.