AGI – La disputa è dolce e antica, ma divide palati, pasticceri e ‘contee’ del gusto. Vere tifoserie agguerrite. La ricotta in Sicilia, si sa, è una cosa seria. Piana degli Albanesi, Santa Cristina Gela o la provincia ennese? Al centro uno dei simboli della pasticceria siciliana, sua maestà il cannolo. Ebbene, per l’Accademia italiana della cucina, il miglior cannolo siciliano è quello dell’Antica gelateria dei fratelli Enzo, Giuseppe e Alessandro Granata, il bar pasticceria che si trova in piazza Garibaldi, cuore del centro storico di Nicosia (Enna).
Il riconoscimento, ultimo dei tanti ricevuti dai mastri gelatieri e pasticceri Granata, è arrivato dopo che alcuni clienti hanno ordinato e degustato i loro cannoli e solo dopo hanno esibito i tesserini di ispettori dell’Accademia. Con il riconoscimento, è arrivato anche un servizio sulla rivista “Civiltà della tavola” in una edizione che celebra i 70 anni dell’Accademia, fondata il 19 luglio del 1953.
“Tra dolci, gelati, ricette e impasti – dice ad AGI Alessandro – ci siamo cresciuti. Nostro padre aprì un piccolo bar nei primi anni Ottanta e oggi siamo qui”. Anche se i fratelli Granata hanno ottenuto diversi riconoscimenti, nazionali ed internazionali, non nascondono che un premio, per loro “è sempre una grande emozione”.
Nel 2017 sono stati inseriti nell’elenco dei pasticceri internazionali, nel 2016, con altri pasticceri siciliani, sono stati inseriti nel Guinnes world record per il torrone più lungo del mondo, realizzato a Mazara del Vallo, con il record per un torrone lungo 1 chilometro.
Hanno vinto premi in tutta Italia, compreso il prestigioso primo premio allo Sherbeth festival il concorso internazionale del gelato artigianale che li ha visti classificati al primo posto per il loro gelato al cedro. Sono anche tra le 10 pasticcerie siciliane dove si gusta la migliore granita con brioche e sono stati citati da Il gambero rosso e In viaggio.
Il mastro del gelato è Enzo, il maggiore dei fratelli che partendo da una antica ricetta segreta, ha elaborato provando e riprovando variazioni nei quantitativi degli ingredienti, rendendolo una prelibatezza unica. Alessandro è il mastro pasticcere grande esperto dei segreti della pasta di mandorle e dei dolci tipici siciliani e nicosiani, mentre Giuseppe cura vendite e marketing.
Papà Salvatore, scomparso qualche anno fa, avvia l’attività sempre in piazza Garibaldi, ma la svolta arriva quando i fratelli Antonio ed Enrico D’Alessandro, pasticceri e gelatieri nicosiani, titolari dello storico bar Roma aperto nel primo dopoguerra, notissimi in tutta la Sicilia orientale, decisero di ritirarsi dall’attività.
“Credo sia stata simpatia, affetto, o forse solo il timore che le loro specialità, che facevano concorrenza alle più prestigiose pasticcerie di Palermo e Catania, andassero perdute per sempre. Si presentarono nel nostro piccolo bar – racconta Giuseppe – dicendoci che avevano deciso di consegnarci il loro manuale di ricette segrete. Poco dopo Antonio morì, ma il signor Enrico, anche lui ormai scomparso da anni, per un paio di mesi venne nel nostro laboratorio per insegnarci anche i segreti della preparazione di dolci e gelati”.
Così quelle ricette, sicuramente tramandate da mamme e nonne, per decenni custodite tanto gelosamente che i D’Alessandro mandavano via i dipendenti quando preparavano e miscelavano gli ingredienti, non sono andate perdute e grazie ai fratelli Granata continuano ad essere patrimonio della gastronomia tipica.