AGI – Nessun risarcimento milionario e nessuna nuova causa per diffamazione davanti ai tribunali degli Stati Uniti. Lo scontro che ha acceso il mondo degli scacchi, incentrato sulle accuse di barare (la parola statunitense ricorrente è ‘cheating’) rivolte al grande maestro americano, Hans Niemann, da parte di Chess.com e Magnus Carlsen, il numero uno delle classifiche mondiali, si è risolto in un nulla di fatto.
Le parti coinvolte, si legge in una nota rilasciata dalla piattaforma di gioco, hanno trovato un accordo per risolvere le loro controversie appianando ogni divergenza reciproca.
I fatti
Il caso era scoppiato alla fine del 2022 quando, alla Sinquefield Cup di a St. Louis, Niemann aveva sconfitto il campione norvegese che si era ritirato dal torneo alludendo a presunte irregolarità da parte dell’avversario. Chess.com, che poco meno di un anno fa aveva annunciato di aver acquisito Play Magnus, la realtà imprenditoriale scacchistica guidata dallo stesso Carlsen, aveva rincarato le accuse attraverso un report in cui dimostrava un’alta probabilità di ‘cheating’ effettuato da Niemann nel corso delle sue prestazioni online e chiudendo i suoi profili.
Il 20enne di San Francisco, che in passato aveva ammesso alcuni errori giovanili, si era difeso presentando una causa milionaria contro i vertici di Chess.com, Carlsen e un altro forte giocatore, Hikaru Nakamura.
Le accuse di Niemann andavano dalla calunnia a mezzo stampa alla diffamazione, dalla condotta anticoncorrenziale scorretta secondo lo Sherman Act (violazione dell’antitrust) all’illecita interferenza a contratti e aspettative commerciali. Insomma, Niemann voleva essere risarcito in quanto danneggiato nella sua carriera scacchistica per colpe a lui attribuite e, secondo il suo punto di vista, mai commesse.
Una causa, però, che non aveva trovato sponda nel sistema giudiziario americano, vista la prima archiviazione ordinata da un giudice federale del Missouri lo scorso giugno. Niemann, che avrebbe potuto continuare solo in parte le sue battaglie legali, ha quindi scelto di provare ad appianare lo scontro con i colossi del gioco rientrando di fatto all’interno del circuito.
For more information, including statements from Magnus Carlsen and Hans Niemann, see: https://t.co/A0egKM5BvR pic.twitter.com/nOy7BgLXCh
— Chess.com (@chesscom)
August 28, 2023
Le dichiarazioni
Dopo la sentenza, si legge nella nota di Chess.com, “entrambe le parti hanno negoziato privatamente, nel tentativo di risolvere i loro problemi e consentire al mondo degli scacchi di andare avanti senza ulteriori controversie. Siamo felici di condividere che tutte le parti hanno raggiunto un accordo”. La piattaforma più usata al mondo ha quindi annunciato che Niemann “è stato completamente reintegrato” e potrà partecipare ai grandi eventi dedicati ai grandi maestri.
Si sottolinea, nonostante ciò, come Chess.com sostenga ancora “i risultati del report dell’ottobre 2022 riguardante Hans, incluso il fatto che non abbiamo trovato prove determinanti che abbia barato in alcun gioco dal vivo. Tutti noi amiamo gli scacchi e apprezziamo tutti i fan appassionati e i membri della comunità che ci permettono di fare quello che facciamo”.
Anche Carlsen ha usato termini distensivi verso Niemann ritrattando, almeno in parte, le accuse. “Prendo atto e comprendo il rapporto di Chess.com, inclusa la sua affermazione secondo cui non ci sono prove determinanti che Niemann abbia barato nella sua partita contro di me alla Sinquefield Cup. Sono disposto a giocare con lui in eventi futuri, se dovessimo essere accoppiati insieme”.
A chiudere però ogni questione sono le parole dello stesso maestro americano: “Sono lieto che la mia causa contro Magnus Carlsen e Chess.com sia stata risolta in modo reciprocamente accettabile e sono lieto di tornare su Chess.com. Non vedo l’ora di competere contro Magnus davanti alla scacchiera piuttosto che in aula di tribunale e sono grato ai miei avvocati di Oved & Oved per aver creduto in me e avermi aiutato a risolvere la controversia”.
Ognuno, infine, è libero di esporre liberamente le proprie teorie sul caso, anche pubblicamente, senza paura di ulteriori ritorsioni. Una soluzione che soddisfa tutte le parti in gioco ma che, in nessun modo, cancella la brutta immagine data agli scacchi negli ultimi mesi.