Chiudi
Sport

Il “successo” della scherma italiana ai mondiali di Milano

il-“successo”-della-scherma-italiana-ai-mondiali-di-milano

AGI – “E’ andata molto bene, abbiamo chiuso a dieci medaglie. Un grande successo. La Francia? Noi e loro siamo i più forti, ecco perchè ci sfidiamo sempre. L’organizzazione di questi mondiali è stata ottima. Ora incrociamo le dita per le Olimpiadi”. Maurizio Randazzo, avvocato e vice presidente di Federscherma, capo delegazione ai Mondiali di Milano appena conclusi e campione olimpico ad Atlanta e Sidney nella specialità della spada, traccia un bilancio con AGI a gare terminate.

“Siamo molto soddisfatti, dieci medaglie sono un gran risultato – spiega l’ex schermidore – ci siamo avvicinati al record di Cairo nel 1949 e Catania nel 2011. Certo, sul finale c’è stata amarezza per il risultato del fioretto maschile. L’ultimo giorno c’era Marini che aveva vinto l’oro individuale e speravamo di raggiungere quota 11. C’è stato lo scivolone con Hong Kong, potevamo far bene anche all’ultimo momento. Capita…”.

Per il resto pero’ è andata alla grande

“E’ stato un successone.  Abbiamo portato a casa 5 medaglie di cui 4 d’oro. Ci sono dodici finali per giocarsi l’oro e noi ne abbiamo fatte sette”. 

Per gli azzurri ci sono stati poi 4 argenti e 2 bronzi. In dettaglio, l’Italia ha chiuso con: Oro per Alice Volpi, Tommaso Marini (fioretto individuale), squadra di fioretto femminile e squadra di spada maschile; argento per Alberta Santuccio (spada individuale), Arianna Errigo (fioretto individuale), Davide Di Veroli (spada individuale) e squadra di spada femminile; bronzo per Mara Navarria (spada individuale) e Martina Favaretto (fioretto individuale).

“Mi dispiace per la sciabola le 10 medaglie arrivano in parti uguali dal fioretto e dalla spada. La sciabola ha avuto un piccolo calo di concentrazione, non ha avuto quel pizzico di fortuna in più. Eppure agli europei le medaglie erano arrivate. Ci si aspettava di più e dovremo fare delle riflessioni su questo. Ma la soddisfazione resta”.

I Mondiali sono stati anche una sorta di test per capire chi sarà l’avversario più ostico degli azzurri in vista delle Olimpiadi

“Mah, non c’era la Russia questa volta, e vuol dire tanto qualche preoccupazione ho visto che arriva dall’Ungheria: hanno vinto tre medaglie, due nella sciabola e una nella spada. La vera sfida è sempre con la Francia. A Milano, per questi mondiali, dalla nostra c’era il cosiddetto fattore campo. A Parigi la Francia sarà decisamente avvantaggiata sotto questo aspetto.

Toccherà a loro, arriveranno con il coltello fra i denti per vincere in casa. Ma tanto le sfide per noi sono sempre con la Francia. Ogni tanto esce fuori l’Ungheria come dicevo, con la sciabola e magari la Corea. L’anno prossimo i nostri atleti potrebbero anche tirare in modo diverso, e io credo che andrà ancora bene, anche sotto il profilo psicologico”.

Per il resto, “questi Mondiali sono andati bene anche dal punto di vista organizzativo sono stati perfetti. Tre piani, uno per la sala di allenamento e i box delle varie nazioni partecipanti, uno per gli uffici, la sala stampa e la mensa, uno solo per le gare e le finali. Ci voleva forse qualche tribuna in più, eravamo molto ammassati, ma per il resto nessun problema”.

Giovani promesse?

“Beh ce ne sono Martina Favaretto, la più giovane del fioretto femminile, è arrivata seconda agli europei, ai Mondiali terza ma ha perso con Alice Volpi, altra italiana molto brava…E poi Filippo Macchi, sempre fioretto, che ha vinto agli europei e ha perso con Tommaso Marini che è sempre italiano e che poi, a sua volta ha vinto. Nella sciabola abbiamo sostituito Neri per infortunio agli europei ma penso che possa essere un atleta decisamente interessante in futuro, un punto di riferimento.

Nella spada maschile, dico Di Veroli, che ha vinto tanto fra europei e mondiali ed è giovanissimo. Ecco, direi che nella spada maschile abbiamo trovato il nostro fenomeno. Nella sciabola femminile dobbiamo dare occasioni a Eloisa Passero che non era stata convocata, ma che per l’anno prossimo va tenuta in considerazione perchè è forte”.

Abbiamo parlato dell’assenza della Russia, delle ‘incursioni’ dell’Ungheria, della Corea. Ma la sfida come si è detto, è sempre con la Francia. Con i cugini d’oltralpe, siamo davvero i più forti?

“Due lettere sole: Si! Per grinta, classe, ma soprattutto per la tradizione della scuola è sempre stato cosi. La Russia è forte, in particolare nel fioretto ma sta dietro a noi e alla Francia. E per come ho visto tirare i nostri ragazzi, anche se ci fossero stati i russi magari non vincevamo dieci medaglie, ma nove si’. Il nostro fioretto è terra di Stefano Cerioni e dei suoi atleti. La Francia ha una impostazione di scuola uguale per tutti, con qualche minima differenza fra atleti. Ma è forte in tutte le specialità. A onor del vero, sulla spada femminile è formidabile, nel fioretto un po’ meno. E’ una di quelle nazioni che se incontri non sei contento di farlo perchè ti mette in difficoltà. In ogni caso, tutto bene ma ora andiamo avanti dritti verso le Olimpiadi”.

Redazione

Autore Redazione