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In calo i crimini d’odio, ma non per l’identità di genere

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AGI – Le segnalazioni di crimini d’odio nel corso del 2022 in Italia sono in diminuzione a eccezione di quelli legati all’identità di genere e discorsi d’odio per persone portatrici di disabilità. È quanto emerge dal report sul contrasto ai crimini d’odio dell’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori, Oscad, presentato a Roma alla presenza del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

L’Osservatorio è l’organismo interforze istituito nel 2010 dall’allora Capo della Polizia Antonio Manganelli per tutelare la sicurezza delle persone appartenenti a “categorie vulnerabili”. In particolare le segnalazioni relative a crimini o discorsi d’odio per identità di genere in Italia sono passate da 7 del 2021 a 13 del 2022.

Le segnalazioni relative a crimini o discorsi d’odio per disabilità sono passate dalle 25 del 2021 alle 35 del 2022. Dal report dell’Oscad si evidenzia un calo delle segnalazioni dei crimini e discorsi d’odio, erano 390 nel 2021, mentre se ne sono registrate 313 nel 2022.

Anche le segnalazioni per discorsi d’odio relativi a razza, etnia o nazionalità sono in diminuzione: da 165 del 2021 a 108 del 2022. Le segnalazioni per discorsi d’odio per credo religioso sono passate dai 138 del 2021 ai 93 del 2022.; le segnalazioni per discorsi d’odio per orientamento sessuale sono passate dalle 79 del 2021 al le 67 del 2022.

In 20 Stati ci sono organismi di polizia specializzati

Per quanto riguarda lo scenario internazionale l’Oscad, partendo da un’analisi del “sistema Italia” ha analizzato, in base alle informazioni fornite dalle forze di polizia di 73 Paesi del mondo, il sistema di prevenzione e contrasto a tali reati dei diversi Paesi, comparando i seguenti aspetti: previsione di una normativa che criminalizzi gli atti discriminatori e tuteli le vittime più vulnerabili; presenza di un organismo di Polizia dedicato al monitoraggio, prevenzione e repressione degli “hate crimes”; istituzione di “Equality Body” o organismi statali impegnati nel rispetto dei diritti umani da parte dello Stato; eventuale esistenza di “best practices” in materia di crimini d’odio.

Dall’analisi è emerso che è emerso quanto segue: 20 Stati dispongono di organismi di polizia specializzati nel contrasto dei crimini d’odio mentre sono in atto, in numerose realtà nazionali, processi di riorganizzazione per creare unità dedicate a combattere tale fenomeno; 63 Stati hanno istituito “Equality Bodies” o altri organismi che si occupano della promozione della parità di trattamento di tutte le persone, fornendo assistenza e supporto alle vittime di discriminazione e violazioni dei diritti umani; 37 Paesi dispongono di “best practices” per la lotta ai crimini d’odio e alcuni rappresentano un punto di riferimento a livello internazionale nel contrasto al fenomeno e a tutte le forme di discriminazione; 65 Paesi dispongono di previsioni normative volte a prevenire e trattare forme di discriminazione diverse e in altre realtà nazionali sono in atto analoghi percorsi legislativi. 

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