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In Italia ‘tutti pazzi per la birra’, consumi raddoppiati dal 2015 a oggi 

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AGI – Il trend non s’arresta: i consumi di birra in italia nel 2022 sono in crescita con un aumento pari la 6% sull’anno precedente, mentre la produzione nazionale è anch’essa cresciuta del 3,3% con un export altrettanto allineato. Lo si evince da una nota di Assobirra, l’Associazione dei Birrai e dei Maltatori, di metà maggio scorso, nel giorno della giornata internazionale della birra. 

Un aumento dei consumi – più che raddoppiato dal 2015 a oggi -, e quindi della domanda registrato parallelamente a quello dei prezzi delle materie prime (come mais e malto d’orzo, dell’80% e del 95% in un anno e mezzo), dei costi di produzione ( 50%), a cui si aggiungono i costi raddoppiati dei materiali, primo il vetro, e degli imballaggi e quelli quadruplicati dell’energia elettrica.

Un generalizzato aumento dei costi che il 31 luglio scorso ha costretto il produttore olandese Heineken, secondo al mondo per volumi e fatturato, a lamentare “un calo del 5,6% delle vendite di birra e una contrazione dell’8,6% dell’utile netto nella prima metà dell’anno”.

Italia in controtendenza, dunque: tutti i marchi della Birra Castello, che comprendono le etichette Pedavena, Superior, Birra Dolomiti e Alpen, hanno mostrato “una crescita di oltre il 16% in volume rispetto al 2021 sia nel canale Ho.re.ca. sia nel canale Gdo”.

Si tratta di un aumento del 9,8% nel fatturato rispetto al 2021, “passando da 112 milioni di euro a oltre 123 milioni di euro nel 2022” mentre nei primi quatto mesi del 2023 tutti i marchi del gruppo “hanno continuato a crescere, aumentando del 14,3% in volume rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”, fa sapere Birra Castello interpellata da AGI.

Anzi, come si evince anche dall’Annual Report 2022 di Assobirra, la filiera occupa “quasi 124mila operatori in oltre 870 aziende” e “crea un valore condiviso di 9,4 miliardi di euro, pari allo 0,53% del Pil” per versare all’Erario “oltre 700 milioni in accise annue” mentre la realtà produttiva, in sé eterogena per dimensioni, va “dai 600 agli oltre 7 milioni di ettolitri” che “coprono oltre il 92% della birra prodotta e venduta in Italia”.

Nei dieci anni precedenti la crisi pandemica, poi, “il segmento è cresciuto di record in record su tutti i fronti, dalla produzione ai consumi, all’export”.

L’Italia può inoltre vantare “il primo posto per reputazione” fra i 27 Paesi europei analizzati dalla ricerca Beer Image Tracker commissionata dai Brewers of Europe nel 2022.

Il nostro Paese è passato dal punteggio “di 78,8 del 2020 all’81,2 del 2022 con un 2,4, superando anche di 1 punto il vino che si ferma all’80,2”. “Birra e sai cosa bevi”, come diceva un vecchio slogan pubblicitario.

Infatti l’aumento dei consumi dal 2015 al 2022 è più che raddoppiato, passando dal 7,42% al 15,37%. Il 21 giugno scorso, l’associazione dei produttori di birra artigianale ha festeggiato l’incremento delle imprese pari al 104% in sette anni e degli addetti del 22%.

In Italia i birrifici artigianali negli ultimi dieci anni sono triplicati, superando la quota record di 1085 realtà durante il 2022, secondo una recente analisi di Coldiretti e del Consorzio di tutela e promozione della birra artigianale italiana.

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