AGI – Nelle indagini sulla scomparsa di Kata, che manca da sabato 10 giugno, certezze ce ne sono poche. Una però sì: non è nell’albergo occupato, l’ex hotel Astor di Firenze, dove viveva. Ieri, infatti, si è conclusa una maxi ispezione dei carabinieri svolta con le più sofisticate tecnologie che fa escludere che il suo corpo potesse trovarsi lì. Gli inquirenti, dunque, si concentrano sulla via di fuga usata da chi ha portato via la bambina di cinque anni dall’edificio. Le telecamere escludono che Kata sia uscita dal cancello che affaccia su via Boccherini, ma adesso i carabinieri hanno ampliato la ricerche in tutto il cuore, in cerca di una traccia utile a scoprire chi ha preso la piccola.
In questi giorni, sono proseguite le audizioni degli ex occupanti dell’Astor e in particolare dei familiari della piccola. Il padre, Miguel Angel Romero Chicclo, ieri si è presentato spontaneamente dal pm titolare dell’inchiesta, Christine Von Borries, per riferirgli elementi da lui ritenuti utili alle indagini. Oggi, i genitori tornano nell’albergo sgomberato sabato per accompagnare il loro consulente, l’ex Ris Luciano Garofano, nel sopralluogo della struttura.
L’ipotesi privilegiata dalla procura è quella di una vendetta nell’ambito del racket degli affitti in vigore nell’albergo occupato dallo scorso settembre. Ma le ipotesi restano tutte aperte. Sono poi attese le valutazioni di Garofano. Al sopralluogo parteciperanno anche i genitori della bambina, accompagnati dai legali Filippo Zanasi e Sharon Matteoni.