AGI – “Dopo averlo a lungo interrogato ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante” afferma il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in un passo di una dichiarazione “Conto sulla Procura della Repubblica verso cui, nella mia lunga attività professionale ho sempre riposto fiducia, affinché faccia chiarezza con la maggiore celerità possibile per fugare ogni dubbio. Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni dall’avvocato estensore che – cito testualmente il giornale che ne da notizia – occupa questo tempo ‘per rimettere insieme i fatti'”.
I fatti
Leonardo Apache La Russa, figlio 19enne del presidente del Senato, è indagato dalla Procura di Milano per violenza sessuale. L’iscrizione nel registro degli indagati è scattata dopo chnei giorni scorsie agli inquirenti è arrivata il 3 luglio la denuncia di una ragazza di 22 anni che ha raccontato di avere incontrato La Russa junior il 18 maggio in una discoteca milanese.
Stando alla sua versione, i due avrebbero bevuto insieme un paio di drink, poi il ‘buio’ fino al risveglio, la mattina dopo, intorno a mezzogiorno nella casa di famiglia del giovane, in “stato confusionale, nuda nel letto con accanto Leonardo Apache La Russa”, anche lui nudo, e la percezione di aver subito un abuso a cui avrebbe partecipato anche un amico di lui.
Da una visita al centro antiviolenze della clinica Mangiagalli nelle ore successive all’incontro con La Russa emerge il riscontro da parte dei sanitari di un’ecchimosi e di una ferita a una gamba. La ragazza e le amiche che erano con lei non sono ancora state convocate in Procura. Le indagini sono alla stadio iniziale e dal Palazzo di Giustizia trapela un certo disappunto per la fuga di notizie che rende l’inchiesta più complicata.
Nella denuncia, la ragazza ha detto di avere assunto benzodiazepine, circostanza confermata anche dagli esami tossicologici svolti alla Mangiagalli. Non è noto il valore del dato che indica la presenza di queste sostanze e se possano avere ‘amplificato’ l’effetto della cocaina che la giovane ha detto di avere assunto prima di avere dormito con Leonardo La Russa.
Le chat al vaglio degli inquirenti
Il telefono di Leonardo La Russa non è stato sequestrato dalla Procura. È stato invece preso dagli investigatori quello dell’amico citato nella denuncia, che non è indagato. L’unica persona iscritta al momento è Leonardo La Russa. La Procura di Milano ha anche acquisito il telefono cellulare della ragazza. Saranno analizzate le chat sui social tra i protagonisti della vicenda. Nella denuncia l’ex compagna di scuola racconta che Leonardo Apache La Russa l’avrebbe contattata via Instagram. “Io per paura non risposi” sarebbe stata la reazione di lei.
I dubbi di La Russa
“Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio. Un episodio di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza che lo stesso Leonardo sono certo non ha mai consumato in vita sua. Inoltre, incrociata al mattino, sia pur fuggevolmente da me e da mia moglie, la ragazza appariva assolutamente tranquilla” ha aggiunto il presidente del Senato “Altrettanto sicura è la forte reprimenda rivolta da me a mio figlio per aver portato in casa nostra una ragazza con cui non aveva un rapporto consolidato. Non mi sento di muovergli alcun altro rimprovero”.
Il legale della ragazza
“Per noi l’attenzione è massima a tutela del diritto di difesa di una semplice ragazza che ha raccontato fatti che, se provati, costituirebbero una inammissibile offesa alla dignità femminile. Mi schiero sempre verso la ricerca della verità” ha commentato il legale Stefano Benvenuti.”Mio figlio mi ha detto che la ragazza, durante la serata, gli ha raccontato molte cose della sua vita, a dimostrazione che era lucida. Mio figlio non sta molto bene, non se l’aspettava da questa ragazza che era sua compagna di liceo. In casa avevamo altri due ospiti che studiano e lavorano a Londra come lui”.
Schlein, da La Russa parole sessiste e disgustose
“Al di là delle responsabilità del figlio, che sta alla magistratura chiarire, è disgustoso sentire dalla seconda carica dello Stato parole che ancora una volta vogliono minare la credibilità delle donne che denunciano una violenza sessuale a seconda di quanto tempo ci mettono, o sull’eventuale assunzione di alcol o droghe, come se questo facesse presumere automaticamente il loro consenso” afferma la segretaria del Pd, Elly Schlein “Il presidente del Senato non può fare vittimizzazione secondaria. È per questo tipo di parole che tante donne non denunciano per paura di non essere credute”. “Inaccettabile – incalza la segretaria dem – da chi ha incarichi istituzionali, la legittimazione del pregiudizio sessista”.