AGI – Sono ancora bloccati da venerdì sera i 20 migranti rimasti arroccati a Cala Ponente, a Lampedusa, dopo che il barchino sul quale viaggiavano è andato a sbattere contro la scogliera. La Guardia costiera non è riuscita ad avvicinarsi nell’insenatura dove sono rifugiati per le condizioni avverse del mare che, anche oggi, secondo le previsioni, non sono destinate e migliorare a causa del forte maestrale. Ai migranti sono stati lanciati dall’alto viveri e coperte termiche.
La questura di Agrigento, adesso, ha assunto il coordinamento dell’operazione di recupero e salvataggio che avverrà con i vigili del fuoco e il corpo nazionale soccorso alpino che arriverà in elicottero da Trapani. I soccorritori si imbracheranno e si caleranno dalla rupe, alta quasi 150 metri, per cercare di portarli in salvo.
Soccorso alpino e speleologico siciliano e 82 Csar dell’Aeronautica militare sono in azione a Lampedusa per recuperare i migranti bloccati. Vista l’impossibilità di operare via mare a causa delle avverse condizioni meteo, allertato dalla Direzione marittima di Palermo della Capitaneria di porto, il Soccorso alpino ha a sua volta chiesto il supporto dell’Aeronautica.
Due tecnici di elisoccorso si sono imbarcati all’aeroporto di Birgi su un elicottero dell’82 centro Csar, che in pochi minuti ha raggiunto l’isola delle Pelagie. I tecnici del Sass e dell’Aeronautica si sono calati col verricello e hanno imbarcato per prime sei donne per sbarcarle all’aeroporto dell’isola. L’operazione sta proseguendo.
Intanto ci sarebbe un secondo naufragio, dopo quello che ha portato al recupero del cadavere di un bimbo di poco più di un anno e di una donna. A raccontarlo ai mediatori dell’organizzazione internazionale per le migrazioni sono stati gli stessi superstiti.
Secondo la loro versione all’appello mancherebbero una trentina di dispersi finiti in acqua nel canale di Sicilia durante la traversata. La tragedia si sarebbe verificata un paio di ore prima dei soccorsi effettuati dalla Capitaneria di porto.
Quarantacinque i naufraghi salvati e, stando ai loro racconti, ci sarebbero 3 dispersi: una donna e due uomini.
Sul secondo natante, anche in questo caso salpato da Sfax, in Tunisia, giovedì, ci sarebbero invece 42 subsahariani e sono stati 14 i naufraghi recuperati. I dispersi, quindi, dovrebbero essere poco meno di una trentina. Le indagini sul caso sono state affidate dalla procura di Agrigento alla squadra mobile che sta interrogando i superstiti.