Prime crisi, prime contraddizioni, prime resurrezioni, mentre l’Inter vola sul missile di Dimarco. Ci eravamo sbagliati: la “riposata” Juve ha giocato una disastrosa partita contro un bel Sassuolo (eccellente e un pò monello, il mancato juventino Berardi): paperone di Szczesny, clamoroso autogol di Gatti (non ci sarà più trippa per lui?) , fesserie in quantità industriale. Mentre l’Inter ha preso il largo (cinque vittorie in cinque partite), il ritorno al successo del Milan (-3: i punti del derby) e l’exploit di Lecce (-4) e Fiorentina (-5), hanno fatto rumore, anzi rumorini. La squadra salentina andrà a sfidare subito la Signora a domicilio. Risultati che fanno pensare a un panorama diverso. Insomma giornata più nera che bianca per i bianconeri e per la Lazio che si è riscoperta in fondo alla classifica, a -11. Stavolta Provedel non ha segnato… Forse è finita la bisboccia dei gol. Sono dati parziali, intendiamoci, e vanno presi con le molle.
Ma dopo quattro giornate di fuochi d’artificio (37 gol alla quarta giornata, media 3,7 a gara), il primo licenziamento (Zanetti dell’Empoli dopo lo 0-7 di Roma) ha indotto molti allenatori a essere più concreti e parecchi hanno pensato che fosse il caso di limitare le figuracce e andare al sodo. Andreazzoli con l’Empoli è sempre a zero gol e punti (un record), ma ha lottato contro la capolista. Così stavolta i gol sono stati 19 (media 1,9 a partita): poco più della metà della quarta giornata. Le squadre meno abbienti dovevano limitare i danni e quelle impegnate nelle Coppe centellinare le forze e, insomma, la prudenza ha preso il sopravvento sulla spavalderia. Sono cominciati i pareggi (quattro), gli 1-0 (tre) e gli amanti dello spettacolo se ne sono fatti una ragione.. Cagliari, Salernitana e Udinese sono in ambasce. La sorpresona attuale è comunque il Lecce che ha vinto contro un Genoa in dieci. La partenza-razzo dei salentini (imbattuti e con tre vittorie e due pareggi) dovrà essere corredata da qualche vittima illustre, per assurgere al rango di fenomeno. Contro il Genoa in dieci ha colpito Oudin.
E’ partito bene anche il neopromosso Frosinone che ha impattato a Salerno. La Fiorentina degna (quasi) sempre, l’Udinese (quasi) mai e i gol di Martinez Quarta e Bonaventura sono bastati ai viola per vincere. L’Atalanta ha avuto buon gioco contro il Cagliari, De Ketelaere e Lookman in evidenza. L’arguto calendario ha evitato ernie letali alle squadre titolate che, dopo le Coppe, hanno affrontato gare alla portata. Un Milan rivoluzionato ha approfittato di una topica della difesa del Verona per andare a segno con il rinato Leao. Risorto con un pensiero per Lodetti, che fece grande il Milan di Rivera. Osimhen (poi sostituito) ha colpito un palo e ha tirato fuori un rigore sul campo di un Bologna bon organizzato: così il Napoli si è attestato a -7 dalla vetta e rimpiange Spalletti. A Torino, Lukaku – dopo un palo di Cristante – è andato ancora a segno, ma il neo-granata Zapata ha pareggiato. Romane in coda. La Lazio non va. In cinque partite una vittoria e un pareggio ed è già staccatissima. Si è fatta rimontare da un bel Monza. Grandinata (non di gol) a San Siro, arbitro sostituito alla vigilia, inizio ritardato. Ecco un grande annuncio: il designatore Rocchi ci spiegherà il perchè e il percome delle decisioni dei suoi arbitri. Questa sì, che è una novità, forse foriera di altre polemiche. Carlo Sassi aveva inventato la moviola (che avevamo manovrato pure noi per poco): era l’età della pietra.
(ITALPRESS)