LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Malta ha formalmente firmato la Convenzione di Lubiana-L’Aia, diventando uno dei primi paesi a siglare il primo grande trattato riguardante il diritto penale internazionale da quando lo Statuto di Roma ha istituito la Corte penale internazionale (CPI). Malta era rappresentata dal ministro della Giustizia Jonathan Attard, che ha accolto con favore la firma della convenzione come un passo importante per il perseguimento del genocidio, dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità. “I conflitti attualmente in corso in varie parti del mondo sottolineano la necessità di rafforzare il quadro giuridico internazionale, anche attraverso sviluppi che forniscano nuovi strumenti attraverso i quali la giustizia possa essere garantita e garantiscano che i diritti umani godano di una protezione più forte”, ha affermato Attard. Il ministro ha aggiunto che la decisione di Malta di firmare ha evidenziato l’impegno del governo maltese per una giustizia efficace, anche a livello internazionale. Lo scopo della convenzione è reso chiaro dal suo nome ufficiale completo: Convenzione di Lubiana-L’Aia sulla cooperazione internazionale nelle indagini e nel perseguimento del crimine di genocidio, dei crimini contro l’umanità, dei crimini di guerra e di altri crimini internazionali. La prima delle due città menzionate nel trattato, Lubiana, è la città in cui è stato concordato il testo della convenzione dopo i negoziati dello scorso maggio. L’Aia – la città olandese in cui ha sede la Corte penale internazionale – ha ospitato la cerimonia ufficiale della firma in cui 34 paesi – tra cui Malta – hanno firmato il trattato. La cerimonia della firma si è svolta nel Palazzo della Pace, che ospita la Corte internazionale di giustizia – il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite – e la Corte permanente di arbitrato. La Corte penale internazionale, che è distinta dalla Corte internazionale di giustizia, ha sede in un quartier generale all’interno della zona internazionale dell’Aia. La convenzione è il culmine di un’iniziativa lanciata congiuntamente da Belgio, Paesi Bassi, Slovenia e Argentina, con l’obiettivo di colmare una lacuna significativa nel sistema giuridico internazionale: l’assenza di un trattato multilaterale che regoli sufficientemente l’assistenza giudiziaria reciproca. A questi quattro paesi si sono poi aggiunti il Senegal e la Mongolia in quello che è diventato il “gruppo centrale” a capo dell’iniziativa. (ITALPRESS).
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