Cercava di passare l’esame scritto della patente di guida facendosi aiutare da un suggeritore esterno, ma gli occhi attenti di uno degli esaminatori della Motorizzazione civile di Roma hanno mandato all’aria il progetto. L’uomo, un cittadino bosniaco di 39 anni, è stato identificato e denunciato dai carabinieri intervenuti in via Del Fosso di Acqua Acetosa Ostiense , s ede ‘Roma Sud’ della Motorizzazione civile.
All’uomo è stata inoltre sequestrata l’ apparecchiatura elettronica: una telecamera e degli auricolari .
Quello di oggi è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi. Il 23 gennaio di quest’anno, a Pordenone , un cittadino afghano di 33 anni è stato arrestato, in flagranza di reato, dai finanzieri del comando provinciale, in quanto indossava una microcamera e un piccolissimo auricolare che gli hanno permesso di superare la prova teorica per il conseguimento della patente di guida con il massimo dei voti.
Durante una sessione, le fiamme gialle, in sintonia con i vertici della Motorizzazione civile, hanno monitorato i vari candidati, individuandone uno particolarmente circospetto, del tutto impreparato, che si aggiustava spesso il collo della maglia.
Una volta smascherato, i finanzieri erano intenzionati ad accompagnarlo a casa per fargli scontare gli arresti domiciliari, ma è stato scoperto che la residenza che aveva dichiarato era solo un recapito concessogli, dietro corrispettivo, da un cittadino italiano residente in provincia, al solo fine di accedere agli esami di guida.
Quindi l’italiano è stato denunciato per il reato di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico , e lo straniero, privo di un domicilio certo, è stato chiuso nella casa circondariale di Udine . Le indagini si susseguono per individuare complici e se si siano verificati fatti analoghi.
Nel 2016, invece, a Treviso è stato scoperto un giro di tartufo molto più ampio. Centinaia di extracomunitari – soprattutto indiani e pakistani – avevano ottenuto la patente, grazie a persone che si preoccupavano di prepararle a tutto, tranne che a guidare un veicolo. Venivano istruiti ed equipaggiati di tutto punto per superare un esame di cui non sapevano nulla in una lingua che praticamente non conoscevano.
Ad intervenire, in quel caso, era stata la polizia stradale di Treviso che aveva individuato e denunciato diverse persone che si erano presentate nelle aule della motorizzazione civile per sostenere l’esame teorico per la patente carichi di microtelecamere e microauricolari nascosti, ma a digiuno delle regole più elementari del codice della strada.
A gestire tutto era un’organizzazione che, grazie a una rete capillarizzata sul territorio veneto e lombardo, offriva il necessario a ottenere la patente pagando tra i 2 mila ei 3 mila euro.
Le persone coinvolte, spesso straniere con enormi problemi di comprensione dell’italiano sia scritto sia parlato, ma anche italiani del tutto privi dei requisiti culturali minimi per il superamento degli esami, accettavano di buon grado e si mettevano nelle loro mani.
L’organizzazione operava nel mondo dalle autoscuole – molte delle quali gestite proprio dai sodali – presentava candidati nelle motorizzazioni civili di Treviso , Venezia , Padova e in alcuni casi anche Bergamo , cui poteva superare di gran lunga l’esame teorico in modo del tutto fraudolento.
Nel giorno dell’esame, i candidati venivano contattati e ‘vestiti’ con microfoni e telecamere wi-fi o con semplici smartphone che trasmettevano al ‘suggeritore’ le immagini delle domande dei quiz e di ricevere sui micro auricolari le risposte fornite dal suggeritore da una postazione situata a distanza. Il giro d’affari è stato stimato in 600 mila euro l’anno: dal 2013, oltre milioni due complessivi.