AGI – La corte d’appello di Roma ha confermato la sentenza della corte d’Assise che ha condannato a 23 anni di carcere Rassoul Bissoultanov, accusato di aver pestato e ucciso Niccolò Ciatti. L’omicidio del 22enne di Scandicci fu commesso nella notte tra l’11 e il 12 agosto 2017 fuori a una discoteca di Lloret de Mar in Spagna.
Il padre: “Questa giustizia non ci rappresenta”
“Credo non sia un buon segnale, perché se non ci sono le aggravanti per un ragazzo che è stato ucciso in quel modo credo non sia un buon precedente”, afferma Luigi Ciatti, il padre di Niccolo’ Ciatti, a margine della sentenza della corte d’Appello di Roma.
Il rappresentante dell’accusa aveva chiesto la condanna all’ergastolo. “Noi ce l’abbiamo messa tutta, per Niccolò – dice visibilmente commosso – ma purtroppo non siamo riusciti e non riusciamo a dargli quel minimo di giustizia che si meriterebbe. Evidentemente c’è qualcosa che non va in questa giustizia, soprattutto spagnola ma anche italiana, così poco sensibile e che non ci rappresenta”.
“Chi commette certi crimini – aggiunge – deve pagare. Non dimentichiamoci che l’imputato, ormai riconosciuto colpevole, è libero, perché è fuggito e nessuno lo cerca. Lui continua la sua vita, mentre l’ha tolta a Niccolo’. Andiamo avanti, ma ci rendiamo conto che non esiste una giustizia terrena che possa aiutarci a superare una cosa del genere. Quello che possiamo fare è andare avanti e aspettare di raggiungere il nostro Niccolo'”, conclude tra le lacrime.