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Per la ‘strage di Samarate’ condannato all’ergastolo Alessandro Maja

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AGI – La Corte d’Assise di Busto Arsizio ha condannato all’ergastolo e a 18 mesi di isolamento diurno Alessandro Maja, il designer che uccise a martellate la notte tra il 3 e il 4 maggio 2022 la moglie Stefania Pivetta, 56 anni, e la figlia sedicenne Giulia nella villa di famiglia a Samarate (Varese) e ridusse in fin di vita l’altro figlio, Nicolò.

I giudici hanno accolto la richiesta della Procura. 

Chi è l’architetto ‘perbene’ che ha sterminato la famiglia

“Milanese di nascita, cresciuto tra i caffè milanesi, maturando un’esperienza pluriennale nella progettazione degli stessi”, così si descrive Alessandro Maja in una breve biografia riportata sul sito (ora offline) dell’atelier di progettazione per locali del Food&Beverage con sede sui Navigli a Milano e da lui stesso fondato.

Un progettista “vulcanico di idee, originali e stravaganti, ma concrete e funzionali”, dice ancora di sé Maja. Numerosi i ristoranti, locali, caffé e bistrot su cui il team di giovani professionisti guidati da Maja ha lavorato nel periodo pre e post pandemico.

Nel 1999 il 57enne si era trasferito con la moglie Stefania dal capoluogo lombardo a Samarate, comune del Varesotto a pochi chilometri di distanza dall’aeroporto di Malpensa. Qui avevano acquistato la villetta in via Torino 32, zona residenziale del comune, dove nella notte si e’ consumata la tragedia familiare.

“Il marito non lo conoscevo, la moglie e la figlia le vedevo in giro – ha raccontato il sindaco Enrico Puricelli – I vicini dicono di non aver mai sentito liti di famiglia e anzi sembravano una famiglia serena”.

 

 

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