Chiudi
Cultura

Premio Strega, i finalisti si confessano in attesa del verdetto

premio-strega,-i-finalisti-si-confessano-in-attesa-del-verdetto

AGI. – Hanno discusso di autofiction, di vita e di social, i cinque finalisti che giovedì 6 luglio a Villa Giulia si contenderanno il Premio Strega con i loro libri. Si tratta di Maria Grazia Calandrone con “Dove non mi hai portata” (Einaudi), Andrea Canobbio con “La traversata notturna” (La nave di Teseo), Romana Petri con “Rubare la notte” (Mondadori), Rosella Postorino con “Mi limitavo ad amare te” (Feltrinelli) e Loretta Santini, direttore editoriale di Eliot, la casa editrice che ha pubblicato “Come d’aria” per Ada D’Adamo, scomparsa prima della proclamazione della cinquina finalista. Nel corso della conferenza stampa organizzata presso il Museo Etrusco di Roma – che da cinquant’anni ospita la serata finale dell’evento – i cinque autori hanno parlato del tour che li ha visti presentare le proprie opere in 24 tappe.

“Li abbiamo presentati così tante volte – ha scherzato Andrea Canobbio – che ho scoperto di aver dimenticato qualcosa di ciò che ho scritto. Dovrò rileggere il mio libro, sono certo che sarò una sorpresa”. “Ho pensato anche io di dover rileggere il mio libro”, gli ha fatto eco Rosella Postorino. Che ha aggiunto: “Anche se sono tutte delle storie apparentemente drammatiche sono tutti e cinque dei libri che esprimono una grandissima forza. Quando mi chiedono perché ho scelto la storia di questi bambini vittime di guerre, io rispondo che chiunque nasca può essere una vittima. Quella di vittima non è una condizione assoluta, ma transitoria dell’essere umano. Ed è questo sentimento fortissimamente vitale che sento nel mio libro e in tutti quelli in cinquina”.

Una riflessione, quella improvvisata dagli autori, sul romanzo e sulla necessità di non perdere la spinta inventiva: “Prendi dalla tua vita – ha detto Petri sul mestiere del romanziere – Ruba. Ma inventati una storia. Mi auguro che il mio romanzo inquieti, più che consolare”. E sul senso dell’invenzione letteraria, Calandrone, auspica che il romanzo sia “una profezia per il futuro. Mi piacerebbe che servisse al nostro futuro, a chi ha le stesse difficoltà della protagonista del libro e che indicasse una strada più dolce di quella che ha avuto lei”.

Non può che concordare, infine, Loretta Santini, che rappresenta l’autrice D’Adamo, scomparsa per una malattia dopo essere entrata in dozzina. “Ripeto – ha detto – l’augurio per il futuro. Che il libro possa essere d’aiuto per chi lo leggerà, anche per far sentire meno solo chi dovesse trovarsi, sfortunatamente, nella stessa situazione di Ada D’Adamo”. I cinque autori saranno protagonisti di un breve video per la Roma Lazio Film Commission, per immaginare un possibile utilizzo cinematografico o televisivo di ciascuna delle cinque storie. 

Redazione

Autore Redazione