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Cultura

Prima alla Scala. Segre, Sala e Larussa nel palco reale

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AGI – Evento musicale, culturale e mondano per eccellenza. La Prima della Scala, che domani, giorno di sant’Ambrogio patrono di Milano, darà il via alla stagione scaligera è dedicata al Don Carlo di Giuseppe Verdi, diretto dal maestro Riccardo Chailly, nella versione in quattro atti che il compositore pensò proprio per il Piermarini.

La première della Scala che raduna ogni anno nel capoluogo meneghino alta società, uomini e donne della politica, della danza, dello spettacolo e della moda, stavolta forse avrà un palco Reale meno affollato, poiché sarà assente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, impossibilitato per motivi di agenda, e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, presente l’anno scorso accanto a Ursula von der Leyen.

Hanno confermato la presenza il vice premier Matteo Salvini, “da milanese non potevo mancare” ha osservato un paio di giorni fa, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, la ministra per le Riforme Istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati, i Sottosegretari alla Cultura Gianmarco Mazzi e Vittorio Sgarbi, il Prefetto Claudio Sgaraglia, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, i Senatori a vita Liliana Segre e Mario Monti, il Capo di Stato Maggiore Giuseppe Cavo Dragone. Per la Rai è atteso l’AD Roberto Sergio.

Come sempre numerose le personalità del mondo dell’arte, dello spettacolo e della cultura: dall’attrice Andrea Jonasson, alle cantanti Ornella Vanoni e Patti Smith. L’icona rock aveva già assistito a una Prima scaligera nel 2019, quando andò in scena la Tosca.

Dal soprano Raina Kabaivanska (che è stata Elisabetta nel 1964 con Gabriele Santini e nel 1969 con Claudio Abbado), al presidente della Triennale Stefano Boeri, all’architetto Mario Botta che ha completato con la nuova torre di via Verdi il progetto di ampliamento dell’edificio storico del Piermarini, e l’editore Luca Formenton.

Tra i volti del giornalismo spiccano Natalia Aspesi e Corrado Augias. Presenti anche il direttore del Piccolo Teatro Claudio Longhi, la direttrice del Teatro Franco Parenti Andrée Ruth Shammah e la scenografa Margherita Palli; particolarmente nutrita la pattuglia dei Teatri d’Opera con il Direttore Generale dell’Opèra di Parigi Alexandre Neef, il Direttore Generale e Artistico della Monnaie di Bruxelles Peter de Caluwe, il Direttore artistico del Real di Madrid Joan Matabosch e i Sovrintendenti dell’Accademia di Santa Cecilia Michele dall’Ongaro, dell’Opera di Roma Francesco Giambrone, del Carlo Felice di Genova Claudio Orazi, del Regio di Torino Mathieu Jouvain, del Comunale di Bologna Fulvio Macciardi. Con loro gli ex sovrintendenti del Teatro alla Scala Carlo Fontana e Alexander Pereira.

In scena un “cast favoloso” come l’ha definito il sovrintendente Dominique Meyer e all’altezza della difficoltà di quest’opera “dei primati”, scelta per la nona volta per l’inaugurazione (1868, 1878, 1912, 1926, 1968, 1977, 1992 e 2008).

Le grandi voci che ascolteremo, sono ‘di casa’ alla Scala, a cominciare da quella della “leonessa” Anna Netrebko e dalla “tigre” Elna Garana, come le ha ribattezzate Meyer (rispettivamente nel ruolo di Elisabetta di Valois e in quello della Principessa d’Eboli). Per continuare con Francesco Meli (come Don Carlo), Michele Pertusi (come Filippo II), Luca Salsi (come Marchese di Posa) e Jongmin Park (come Grande Inquisitore). Protagonista di non minore rilievo il Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi. Le scene sono di Daniel Bianco, i costumi della “leggendaria” Franca Squarciapino, le luci di Pascal Mèrat, i video di Franc Aleu e la coreografia di Nuria Castejòn. 

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