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Riapre l’isola Bisentina, scrigno d’arte e natura nel lago di Bolsena

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AGI – Riapre al pubblico per il secondo anno l’Isola Bisentina, incontaminato microcosmo all’interno del lago di origine vulcanica più esteso d’Europa, quello di Bolsena, che per la stagione 2023 sarà visitabile fino al 5 novembre. Uno scrigno delle meraviglie nella Tuscia che si apre a tutti: chi ama la storia, chi l’architettura, chi desidera immergersi nella natura e chi è incline a cercare il mistero.

Nuovi elementi arricchiscono la visita quest’anno: la salita al monte Tabor, il punto più alto dell’isola, così chiamato per voluta analogia con la collina di Galilea per la presenza di una cappella che conserva un affresco della Trasfigurazione; l’ingresso alla misteriosa Malta dei Papi, la cui apertura è molto attesa; infine, le opere ‘site specific’. A un anno dalla sua prima apertura al pubblico, la Bisentina svela ai visitatori i suoi tesori e i suoi misteri con nuovi percorsi tutti da scoprire.

Per la prima volta è resa accessibile la celebre Malta dei Papi, tema centrale del percorso narrativo di questa stagione 2023 e oggetto di curiosità che solo da quest’anno possono essere soddisfatte. Misteriosa nella sua creazione, ubicata sotto il monte Tabor, il punto più alto dell’isola, citata da Dante nel Paradiso (canto IX, vv. 52-54) come carcere perpetuo. Si tratta di un profondo cunicolo scavato nel tufo alla cui estremità c’è una camera ipogea di circa 6 metri e al cui centro è ubicato un pozzo, sopra il quale vi è un’apertura circolare che serviva per la raccolta di acqua.

Che questa struttura fosse in epoca romana usata come cisterna ce lo rivela l’intonaco impermeabile trovato sulle mura delle parerti interne, ma la sua origine è probabilmente molto più antica e legata alle acque sorgive termali che scorrono sotto di essa. Ciò conferirebbe alla Malta una sacralità ritrovata: un grande ventre sotterraneo all’interno del quale venivano celebrati rituali legati alla nascita e alla fertilità.

Trasformata per un lungo periodo in carcere a vita per eretici, questa camera fu annoverata nel tempo fra i temi dell’occulto e fu oggetto di conversazione tardo ottocentesca nel salotto teosofico di Madame Blavatsky, che riteneva questo luogo uno degli ingressi segreti per il regno sotterraneo di Agarthi, “l’inaccessibile”.

Sofia Elena Rovati, direttrice del progetto di apertura dell’isola dal 2022, illustra nuovi – ideali e concreti – percorsi per i visitatori: “Oltre che godere delle bellezze architettoniche e naturalistiche di questo museo a cielo aperto, il visitatore è invitato a vestire i panni di esploratore e partecipare alla scoperta della Malta e del suo significato profondo”.

L’opera di restauro dei siti presenti è stata avviata da parte della famiglia Rovati – attuale proprietaria – e si concentra oggi specialmente sulla grande chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo nei pressi della darsena liberty. Il monumento fu commissionato da Alessandro Farnese Juniore al Vignola come ampliamento della preesistente chiesa di S. Giovanni Battista, nella quale a suo tempo Ranuccio Farnese aveva voluto un mausoleo per la famiglia.

Già riportata in parte al suo antico splendore, grazie al restauro della cupola di piombo e della facciata, la chiesa nel tempo sarà resa accessibile in interni. Si possono visitare tre delle sette cappelle edificate fra XV e XVI secolo sui sentieri perimetrali in un percorso devozionale, che fu meta di pellegrinaggio religioso prossimo alla Via Francigena:

  • la cappella a pianta ottagonale di Santa Caterina attribuita ad Antonio da Sangallo il Giovane posta su uno sperone di roccia alto 22 metri;
  • la cappella del Crocefisso o del Monte Calvario, che conserva preziosi affreschi attribuiti alla mano di Benozzo Gozzoli; infine,
  • la cappella della trasfigurazione sul Monte Tabor.

Le restanti cappelle saranno rese visitabili e svelate a una a una nel tempo. Troneggia nella natura il Grande Vecchio, un leccio di oltre 600 anni, protetto dall’opera site specific Il Vello d’Oro di Federico Gori.

Quest’anno sono presenti due nuovi progetto site specific: Fondere una roccia dell’artista Unurgent Argilla, che ritrae l’isola attraverso uno studio e trasformazione delle sue rocce vulcaniche. Una composizione di tre vasi rotondi, frammenti e tavole di studio dei materiali scavati porta in luce l’identità materica, geologica e sentimentale dell’isola.

I tre vasi sono esposti nei pressi della cappella sul monte Tabor, che contiene un affresco attribuito alla scuola di Benozzo Gozzoli e ritrae la Trasfigurazione. Se l’affresco ritrae uno stato intangibile della materia quale è la luce, a suo completamento la densità della materia è rappresentata da questi vasi realizzati con la terra dell’isola.

La materia qui è sacra, poiché i vasi hanno in se’ l’essenza della luce. Il secondo progetto site specific consiste nella installazione sonora Celestia, composta dal maestro Roberto Cacciapaglia, in una versione speciale destinata a questo luogo fascinoso.

La musica accoglie il visitatore all’interno della Malta dei Papi, donandole un significato rinnovato: da carcere perpetuo a luogo di rinascita custodito nel ventre della terra. Il suono avvolgente diventa parte dell’esperienza di visita a questo luogo. Queste due opere installate nei due poli estremi del Monte Tabor – la cima e il sottosuolo – fanno sì che il monte stesso diventi una sorta di porta alchemica attraverso la quale la luce si fa materia, e la materia, luce. 

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