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Roma infuocata, ogni giorno 80 turisti svengono al Colosseo

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AGI – Turisti, giovani e meno giovani. Italiani, ma soprattutto stranieri. Bambini mano nella mano con i nonni. Tutti sotto un sole rovente. Ore 9.30, fermata metro Colosseo. Inizia da qui un giro di 3 ore tra ambulanti che vendono l’acqua e guide turistiche fiaccate dal clima. L’idea è quella di ripercorrere le tappe di un ‘turista’ informato delle condizioni meteorologiche romane e noi ci proviamo.

Abbiamo lo zainetto con dentro un litro e mezzo di acqua fresca e due ghiaccioli. Facciamo pochi passi e già ci manca l’aria. Domandiamo la temperatura a una guida: “saranno 40 gradi”, risponde all’AGI la donna. Non ci prende, ma di poco: sono 38. E, come vedremo, sono tante le persone che, ogni giorno, si sentono male. Si parla di una media di 70 nei giorni di picco. Questo anche a fronte delle migliaia di persone che arrivano da tutto il mondo per visitare i Fori Imperiali e l’Anfiteatro Flavio

Come si organizza Roma: i ventilatori con nebulizzatore 

E come risponde la Città Eterna a questa emergenza? In che modo cerca di aiutare turisti e cittadini in difficoltà? Intanto con tre ventilatori con nebulizzatore sistemati a pochi passi dal Colosseo. Sembrano quelli che si usano nei bar e per questo alcuni ci scherzano. Altri li ritengono del tutto inutili. Ma i visitatori ci passano due o tre volte prima di mettersi in fila, segno che un minimo di aiuto lo stanno dando.

“Dobbiamo stare attenti all’impatto artistico e non è stato possibile fare di meglio purtroppo”, spiega all’AGI un uomo della sicurezza che però chiede di rimanere anonimo. Non sono autorizzati a parlare, ma cercano in tutti i modi di dare una mano alle persone in difficoltà.

Circa 80 tra turisti e cittadini svengono causa caldo in questi giorni 

All’Anfiteatro Flavio, ci racconta, entrano in media tra le 20 e le 24 mila persone al giorno. E camminano su Sampietrini infuocati: “arrivano anche a 55 gradi durante la mattinata”, dice. Tante le persone che si sentono male durante il giorno: parliamo di 70 o 80 cittadini nel corso della giornata. Il motivo è sempre il caldo. A raccontarlo è lo stesso uomo.

Alle volte si tratta di 7 o 8 persone che fanno parte dello stesso gruppo. Una vera e propria epidemia. “Non tutte richiedono l’intervento dei sanitari per fortuna, magari sono sensazioni di svenimento passeggero”, precisa. “La sovrintendenza forse potrebbe provvedere a una pensilina per le persone in fila alla biglietteria”, dice invece un tour operator.

“Capisco che siamo in un sito archeologico, ma tra persona e monumento bisogna salvare la seconda”, afferma. C’è chi si ripara sotto gli ulivi e chi utilizza i monumenti. Non si potrebbe, ma la sicurezza chiude un occhio: “possiamo farli morire sotto al sole?”, dicono. La risposta è ovviamente no. Tra i tanti stranieri – perlopiù dell’Europa settentrionale, americani, inglesi e spagnoli – si vede anche qualche italiano.

Una signora anziana proveniente dalla Lombardia con il marito e due nipotine. “Ci stanno dando una mano i volontari della Protezione Civile e gli uomini della Croce Rossa presenti sul territorio. Ci danno delle giuste indicazioni per sopportare questa ondata di calore”, racconta la donna. Anche l’acqua non manca. “Poi abbiamo l’acqua nelle borracce e le molte fontanelle di Roma ci aiutano”, spiega.

“Cerchiamo ovviamente di scegliere i posti all’ombra, anche all’interno del Colosseo, e gli orari migliori. Data la nostra conoscenza del luogo ci riusciamo. Poi conosciamo le fontanelle e portiamo lì i turisti per farli bere”, spiega una guida turistica. Questo però, purtroppo, non basta. “Nel mio gruppo di studenti, tra ieri e oggi, sono già svenute 3 ragazze”, racconta.

La donna ricorda anche come lo scorso anno, incredibilmente, le cose erano andate anche peggio, visto che le giornate con temperature elevate erano iniziate già a maggio. “Di estate fa caldo e di inverno fa freddo”, scherza invece un’altra guida. “Personalmente non ho visto un incremento di persone che si sentono male rispetto agli altri anni. Io ricordo l’estate del 2003 e fu terribile: non ho dormito da marzo fino a ottobre. Sono ben frequenti queste ondate di calore. Mettiamoci l’anima in pace e beviamo tanto”, dice. 

Il medico della Sea, la Croce Rossa e la Protezione Civile

“Noi come Sea facciamo in media circa 10 interventi al giorno che sono pochi se consideriamo che al Colosseo abbiamo circa 20 mila persone ogni 24 ore”, racconta all’AGI Giacomo Treggiari, medico della Sea e in servizio, grazie a un accordo con il ministero della Cultura, tra luglio e settembre davanti alla fermata della metro B Colosseo.

“Molto spesso si tratta di persone che provengono da Paesi più freddi e che non si aspettano questo clima: tanti svengono”, racconta ancora il medico. Dall’altra parte del Colosseo ci sono invece gli uomini della Protezione Civile impegnati in prima linea sotto il sole cocente. 

“La nostra funzione principale è quella di informare la popolazione sulle buone pratiche da adottare per questa emergenza dell’ondata di calore. Poi portiamo l’acqua e, se qualcuno si snete male, lo facciamo sedere e lo aiutiamo. Grande aiuto ci arriva da Acea e dalla nuova app: da lì i turisti hanno la possibilità di vedere dove si trovano punti per prendere l’acqua, le centraline idriche e fontanelle”, ricordano all’AGI Stefania GirardiGualtiero Filippi della Protezione Civile di Roma Capitale.

 

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