ROMA (ITALPRESS) – Ancora caos e alta tensione nel carcere di Regina Coeli, a Roma. E’ quanto denuncia il Sappe – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che torna a chiedere, al Ministero della Giustizia e DAP, “interventi urgenti prima che sia troppo tardi”, rammentando la mega rissa tra detenuti di domenica scorsa. Come spiega il segretario per il Lazio, Maurizio Somma, “ieri si è vissiuta l’ennesima giornata di caos, violenza e follia all’interno dell’istituto detentivo romano di Regina Coeli. Al mattino alcuni detenuti hanno scavalcato il cortile passeggi e sono passati in un altro, della VII Sezione, per darsele di santa ragione. Poi, altri ristretti hanno gettato degli stracci incendiati sull’immondizia e del materiale in disuso (materassi ecc.) depositata, come d’uso e nonostante il SAPPE avesse denunciato la pericolosità della scelta logistica, sotto la VI Sezione. Ciò ha provocato un vasto incendio, con le fiamme che si sono propagate fino alla lavanderia, tale da rendere necessario l’intervento dei vigili del fuoco”. E poi, denuncia ancora Somma, due gravi aggressioni contro poliziotti penitenziari: “Un detenuto, dopo avere discusso con la moglie ai colloqui, una volta uscito dalla saletta nervoso ed agitato ha, senza alcuna ragione, colpito con un pugno in pieno viso un Assistente di Polizia Penitenziaria che era nel corridoio. Il detenuto gli ha provocato la frattura della mandibola, con trenta giorni di prognosi, ed il poliziotto dovrà subire un intervento chirurgico. Per finire, in VII Sezione un altro detenuto ha aggredito con un coltello rudimentale un Agente, che fortunatamente riesce a divincolarsi. Ma si può lavorare cosi?”.
Somma denuncia che “la situazione sta degenerando giorno dopo giorno nel carcere romano, dove purtroppo i detenuti pensano di poter fare tutto ciò che vogliono, senza nemmeno il timore di essere perseguiti disciplinarmente. Nel frattempo, il personale di Polizia Penitenziaria vive situazioni inimmaginabili e deve fronteggiare, senza tutele alcuna, scene di guerriglia interna messa in atto da soggetti impuniti! Questo tipo di gestione dei detenuti non può e non deve proseguire. Chi ha la possibilità di intervenire deve fare fino in fondo il proprio dovere e adottare provvedimenti in grado di tutelare il personale che lavora all’interno degli istituti, sia esso di polizia o di altra area. Il SAPPE denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri laziali, ma chi dovrebbe intervenire e tutelare tace. Mai udito un silenzio così assordante da parte di questa Amministrazione Penitenziaria!”.
Netta la denuncia di Donato Capece, segretario generale del Sappe: “Stiamo assistendo giorno dopo giorno all’ inesorabile sfascio di un istituto che soltanto fino a qualche anno fa era un’eccellenza nel panorama nazionale”. Il leader nazionale del SAPPE esprime solidarietà ai poliziotti di Regina Coeli a Roma ed è impietoso nella sua denuncia: “Purtroppo, il nostro personale quotidianamente subisce eventi critici di ogni tipo: aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. E la cosa ancor più grave è tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori, senza avere gli strumenti necessari. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi dai precedenti vertici ministeriali ma di cui non c’è traccia alcuna in periferia. Confidiamo dunque che ora si vedano finalmente fatti concreti”.
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