AGI – Lo scrittore americano J.D. Salinger, autore de “Il giovane Holden” ha lasciato alla sua morte nel 2010 migliaia di pagine inedite che saranno pubblicate quando suo figlio ed esecutore testamentario, Matt Salinger, finirà il lavoro di trascrizione.
Era il 1963 quando J.D Salinger, nato a New York nel 1919, pubblicò l’ultimo dei suoi libri, “Sollevate l’architrave, carpentieri / Seymour: un’introduzione”, e da allora, 60 anni fa, ha pubblicato solo una storia sulla rivista New Yorker.
Il cosiddetto “blackout Salinger” fu un silenzio che divenne una delle leggende letterarie più intriganti, quella dello scrittore che aveva deciso di rinunciare a pubblicare, alla fama, alle interviste e alle apparizioni pubbliche, e di ritirarsi per il resto della sua vita.
Ma non smise mai di scrivere e, quando morì, disse al figlio “molto chiaramente”: “Pubblica tutto, anche ciò che era brutto. Sebbene in quelle pagine ci sia più bellezza che bruttezza”, ha detto Matt Salinger in un incontro con i giornalisti a Madrid.
Matt Salinger, che insieme alla vedova del padre gestisce la sua eredità letteraria, è in Spagna per una serie di incontri per il 70esimo anniversario della pubblicazione del primo volume di racconti del padre – “I nove racconti”, che contiene il famoso “Una giornata perfetta per i pesci banana”.
Il lavoro di trascrizione andrà avanti ancora per un anno e mezzo o due ha detto Matt Salinger. Il Salinger che il lettore troverà nei suoi inediti è lo stesso del resto della sua opera, poiché “seguì sempre la ricerca dei valori dell’arte, della bellezza, della gentilezza, con un senso di umorismo particolare”, ha precisato il figlio, avvertendo però che “ci saranno delle sorprese”.
Matt Salinger ha anche ricordato che l’aver preso parte alla Seconda Guerra Mondiale e alla liberazione dei campi di concentramento nazisti hanno influenzato la scrittura del padre e gli abbiano fatto apprezzare ancora di più la bellezza, l’amore e ciò che di effimero c’è nella natura.
Ma anche che suo padre mantenne vivo per tutta la vita il conflitto sulla decisione se continuare o meno a pubblicare, un impegno che, temeva, avrebbe portato via tempo alla scrittura.