ROMA (ITALPRESS) – La commissione attività produttive del Consiglio regionale, presieduta da Enrico Tiero, ha dedicato un’audizione al settore estrattivo. Unanime la richiesta di tutti gli intervenuti: serve una revisione urgente della legge che regola il settore, la 17 del 2004, con una radicale semplificazione delle procedure, interventi in materia di formazione sicurezza sul lavoro.
In apertura dell’audizione le opposizioni, con accenti differenti hanno lamentato l’assenza dell’assessore e degli uffici. Valerio Novelli (M5s) ha chiesto di “sapere dove vuole andare la nuova amministrazione, nella passata legislatura abbiamo fatto un lavoro sulla riforma legislativa. A cosa serve un’audizione senza gli interlocutori politici?” Marietta Tidei (Azione – Italia Viva) ha parlato di “incontro comunque importante, apprezzo lo sforzo di riprendere le file di questo discorso, vero però che l’assenza dell’assessore lo rende meno efficace”. Infine Emanuela Droghei (Pd) secondo la quale “dobbiamo portare a casa il risultato, dispiace che manchi la giunta”.
Laura Cartaginese (Lega) ha ribattuto: “E’ un’audizione importante, una tematica che riguarda tutto il territorio, i consiglieri dell’opposizione si rendano conto che non siamo più in campagna elettorale”.
Il presidente Tiero, da parte sua ha replicato di “voler valorizzare il ruolo della commissione: non mi sarei aspettato questi interventi. Basta con le beghe politiche, pensiamo piuttosto a rendere fruttifera questa giornata”.
E’ iniziata poi l’audizione vera e propria. Fra gli imprenditori hanno preso la parola Fernando Coresi (Centro valorizzazione Travertino romano), Massimo Capuano (Cooperativa cavatori Coreno Ausonio), Antonio Capati (Federlazio) e Francesco Dandini (Unindustria). Nei loro interventi, come già accennato, è stata messa in evidenza la necessità di procedure più snelle, con certezza sulle concessioni. Tutti hanno parlato di un settore in forte sviluppo. Necessario, infine, distinguere i diversi tipi di cava (pietre ornamentali e inerti) perchè si tratta di aziende che hanno necessità differenti.
E’ stata poi la volta dei sindacati. Remo Vernile (Feneal Uil Roma), Alessandro Rinaldi (Filca Cisl) e Marco Austini (Fillea Cgil) hanno puntato l’accento sull’esigenza di unire l’attività estrattiva alla lavorazione dei materiali, in maniera da rilanciare l’occupazione del settore, rendendo obbligatoria la presentazione di un piano industriale al momento della richiesta di concessione. Gli altri temi sollevati riguardano la formazione professionale e la sicurezza sui luoghi di lavoro, attraverso il potenziamento della polizia mineraria.
Anche gli amministratori comunali intervenuti (Mauro Lombardo di Guidonia, Angelo Urgera di Coreno Ausonio e Gianni Innocenti di Tivoli) hanno chiesto a gran voce una riforma urgente delle norme che regolano il settore estrattivo, con particolare attenzione alle competenze dei Comuni per quanto riguarda le autorizzazioni: un carico di lavoro che non riescono a sopportare. Le norme, secondo gli amministratori, devono mantenere in equilibrio tutela dell’ambiente ed esigenze produttive.
A conclusione si è riaperto il dibattito politico. Novelli “proprio per rilanciare il ruolo della commissione” ha chiesto “l’istituzione di una sottocommissione per arrivare a una proposta di legge di iniziativa consiliare, da presentare come emendamento al prossimo collegato alla legge finanziaria”. Cartaginese ha precisato che è “stato già aperto un tavolo su questo settore, non dimentichiamo gli errori del passato”. Tidei ha ribadito la necessità “di ripartire dal lavoro fatto nella scorsa legislatura”.
Secondo Flavio Cera (FdI) “Novelli fa confusione, prima ha chiesto l’intervento dell’assessorato, ora chiede l’indipendenza della commissione. Non ci servono padri che ci indirizzano, questa commissione sarà in grado di risolvere i problemi sul tavolo”.
E’ arrivata poi la proposta del presidente Tiero che ha chiesto ai presenti la disponibilità a partecipare a un gruppo di lavoro che si muova in sinergia con l’assessorato e proponga modifiche puntuali.
La consigliera Droghei ha parlato di “strumento non normato, di cui si fatica a comprendere a comprendere la natura”.
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