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Sinner lotta ma in finale a Wimbledon ci va Djokovic

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AGI – Niente da fare per Jannik Sinner nelle semifinali di Wimbledon, terzo torneo dello Slam alle battute conclusive sull’erba londinese. Il tennista altoatesino, testa di serie numero 8, si è arreso al serbo Novak Djokovic, seconda forza del tabellone, in tre set con il punteggio di 6-3 6-4 7-6(4), maturato dopo due ore e 46 minuti di gioco. Nella seconda semifinale se la vedranno lo spagnolo Carlos Alcaraz, numero 1 del ranking mondiale e del seeding, e il russo Daniil Medvedev, terza testa di serie del torneo.

Reaching finals is just what he does.#Wimbledon | @DjokerNole pic.twitter.com/iTOxe9kSpf

— Wimbledon (@Wimbledon)
July 14, 2023

 

Il match (di Antonella Piperno)

A volte la realtà è dura da guardare in faccia. Dopo la semifinale di Wimbledon in cui Novak Djokovic ha sconfitto Jannik Sinner in tre set (6-3 6-4 7-6) è onesto ammettere che l’azzurro non ha ancora i mezzi per avere la meglio sul grande serbo. Nulla di male o di non recuperabile: Djokovic, 36 anni, è nella terza fase della sua straordinaria carriera, Sinner, 21, nella prima. Il tempo spesso sposta i confini e corregge le rotte. In futuro Jannik potrà anche sbarcare a una finale Slam: sostanzialmente è oggi improbabile che ciò accada.

Sinner non è riuscito a mettere in difficolta’ Djokovic perché il suo gioco, al di la’ delle dichiarazioni pre-match, non comprende armi che possano impensierire un giocatore delle levatura di Nole. A rete Jannik è andato pochissimo (conquistando tra l’altro punti preziosi) ma soprattutto ha sbagliato troppo, soprattutto di dritto e soprattutto nei momenti importanti.

È proprio nella gestione dei punti cruciali che fra i due c’e’ un abisso: quando si è trovato nel secondo gioco del terzo set a disporre di due pesantissime palle break Sinner è stato sottoposto dal serbo al trattamento Federer (quello che gli permise di annullare allo svizzero due palle match nella finale 2019 dei Championships): su quel terreno Djokovic non sbaglia e fa pesare la sua inossidabile sicurezza sulle spalle dell’avversario, quale che sia.

I due set point sul 5-4 per Sinner sono stati dilapidati con un rovescio e un dritto (uno dei tantissimi sbagliati) fuori. E la vera, grande occasione sprecata è stato il tie break finale consegnato a Djokovic con quattro imperdonabili errori non forzati dopo essere stato in vantaggio 3-1: quattro gratuiti, compreso un doppio fallo, che hanno portato la somma dei suoi errori nel match a quota 35 (Nole si è fermato a 21). Segno che per tentare di fare punti Sinner ha dovuto rischiare più del dovuto mettendo piede su un terreno dove ancora non si trova a suo agio.

Non si batte Djokovic con qualche bel passante di puro istinto e neanche basta ottenere il 76% dei punti con la prima di servizio: bisogna mettere in campo una creatività e una costanza di cui Sinner ancora non dispone. Esiste la possibilità che l’azzurro sia oggi un giocatore compiuto che difficilmente potrà migliorare (quel dritto giocato a volte di pancia che spesso finisce parecchio lungo…) e che dunque sia avviato ad una carriera da primo rincalzo? No, la possibilità non esiste. Ma dovrà ancora crescere nella testa prima che nel braccio. Dovrà e, soprattutto, potrà. 

Redazione

Autore Redazione