ROMA (ITALPRESS) – Bruno Vespa riparte da Caivano. Il giorno dopo la sparatoria notturna nel Parco Verde, il giornalista torna stasera su Raiuno (alle 20.30) con i suoi “Cinque minuti” proponendo al pubblico un’intervista alla mamma di una delle due bambine abusate (in collegamento) e alla maestra (in studio).
Sul tema tornerà anche nella prima puntata della nuova stagione di “Porta a porta”, domani in seconda serata, sempre su Raiuno: “Spero che riusciremo a dimostrare quanto sia incredibilmente disperata la situazione da quelle parti. Se mai ci si riuscisse, bonificare Caivano varrebbe da solo una legislatura”, afferma Vespa. Dopo Caivano sarà la volta di Giorgia Meloni, ospite mercoledì 13 sia di “Cinque minuti” sia di “Porta a porta” e, “nelle settimane successive sarà la volta di Giuseppe Conte, Elly Schlein e via dicendo con tutti i leader”.
Tirando un bilancio della prima stagione di “Cinque minuti”, Vespa parla di “risultati superiori alle aspettative in una fascia in cui gli esperimenti risalivano a vent’anni fa. Abbiamo chiuso con la media del 21,6%, con quasi quattro milioni e 200 mila spettatori, in uno spazio che non è affatto blindato: ci sono cose che funzionano più di altre”.
Anche i risultati di “Porta a porta”, assicura Vespa, sono stati più che soddisfacenti: “La sola rete che ci ha superato è stata Canale 5 con il ‘Grande fratellò e ‘L’isola dei famosì che, nella seconda parte della serata, fanno il 40% di share”. In più, “i due spot che vanno in onda a quell’ora ci massacrano perchè la gente è stanca e cambia” aggiunge il giornalista che, tuttavia, si dice “da sempre favorevole alla pubblicità della Rai e orgoglioso di avere a ‘Porta a portà otto spot che portano molto più del doppio di quello che costa il programma”. Sul tema, Vespa ne approfitta per togliersi un sassolino dalla scarpa: “Trasmissioni di grande blasone quanto hanno portato alla Rai? Noi ci facciamo il mazzo all’una di notte e portiamo tanti soldi”. Il pensiero corre a Fabio Fazio: “Non ho fatto nomi ma fate un’inchiesta e vedete altri programmi quanto rendono”. Poi, rimanendo in argomento: “Temo che Fabio sia troppo caro sennò gli chiederei lezioni su come si gestiscono i contratti. Enzo Biagi era maestro nelle liquidazioni come Vittorio Feltri, Fazio lo è sui contratti. Perchè sia certificato, io stavo per fare il nuovo contratto con Carlo Fuortes ma a marzo lui mi ha dettò vado via e non firmo niente di quello che viene dopo di mè. Fazio è andato via liberamente, dopo avere fatto un ottimo programma, perchè è andato verso una situazione contrattuale più conveniente”.
Sugli altri traslochi eccellenti, Vespa osserva: “Lucia Annunziata se ne è andata pur avendo un altro anno in piedi. Non so quali violenze nascoste le abbia fatto Paolo Corsini ma non mi sembra ci siano state epurazioni. Pensavo sarebbe entrata in politica ma lei ha detto di avere rifiutato, le auguro il meglio. Ricordo, rimanendo in tema, che Roberto Sergio, ancor prima di diventare Ad, ha detto che non si sarebbe toccato nemmeno ‘Report’, che era una trasmissione discussa”.
La carrellata si chiude con Bianca Berlinguer: “Faccio i complimenti a Bianca e a Pier Silvio Berlusconi per l’ottima scelta”. Nonostante la lunga e fortunata carriera, alla vigilia del ritorno in tv l’emozione, assicura Vespa, non manca: “Ogni ripartenza è sempre il primo giorno. La vita ci ha insegnato che non si campa di rendita anche se, forse, un pò di credibilità conquistata. Con ‘Porta a portà siamo partiti il 22 gennaio 1996, con Romano Prodi, e il progetto era di chiudere a giungo. Non avremmo mai immaginato di arrivare alla 29° stagione. Da allora il mondo è cambiato ma, proprio per questo, la sfida è straordinaria ed emozionante”. In questa stagione ci saranno, tra l’altro, le elezioni europee: “Sono drammaticamente proporzionali e metteranno ciascun partito davanti allo specchio, dicendogli quanto vale. In una coalizione non è facile. La campagna elettorale sarà molto dura, noi cercheremo di farle fronte come sempre, stavolta anche con ‘Cinque minutì, tenendoci in contatto con l’Authority per capire il ‘pesò, lo spazio da dare in base al peso politico. Io dico che conta più la qualità della quantità dello spazio. Cercheremo di sfuggire agli assurdi della par condicio per cui incontriamo il mondo dello ‘zero virgolà, persone che subito dopo le elezioni spariscono”. Un ultima parola è sul suo futuro: “Un ruolo istituzionale nella Rai? Ho rifiutato due volte la presidenza, una volta quando presidenti delle Camere era Pier Ferdinando Casini e Marcello Pera e un’altra quando Matteo Renzi e Silvio Berlusconi erano d’accordo sul mio nome e, dopo il mio ‘nò, arrivò Monica Maggioni. Oggi a maggior ragione dico ‘no, per carità’, non è il mio mestiere. Come amministratore delegato durerei dai 7 ai 10 giorni”.
foto: ufficio stampa Rai
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