AGI – Le critiche enogastronomiche possono costare anche care a chi le sottoscrive. “Quella che doveva essere un’alternativa dal basso alle guide paludate compilate da gastronomi accigliati, con il tempo si è trasformata nell’Ok Corral dei clienti insoddisfatti, che si vendicano a colpi di uno su cinque e di ‘solo perché non si può mettere zero’ per sorrisi e piatti non abbastanza larghi e per conti non abbastanza stretti”, è il giudizio inoppugnabile del Gambero rosso.
Stiamo parlando della guida “democratica”, ovvero della piattaforma Tripadvisor, dove tutti hanno “diritto” di parola, critica e recensione secondo l’ormai trito concetto dell’uno vale uno. Solo che Tripadvisor ha finito col diventare “un social qualsiasi”, una “faida con il tovagliolo al collo”, accusa il raffinato mensile dei gourmet golosi e curiosi.
La questione delle questioni, ribattezzata anche come “toastgate”, riguarda i casi della titolare del bar di Gera Lario che ha applicato due euro di sovrapprezzo perché ha dovuto tagliare in due il panino più noto d’Italia e quello del suo collega dell’Osteria del Cavolo di Finale Ligure, che ha preteso due euro in più per il “piattino di condivisione” dei commensali, che sulla piattaforma Tripadvisor hanno avuto larga eco di commenti, prese di posizione con anche sfoghi eterodossi quando non proprio insolenti.
Il caso poi del “piattino di condivisione”, rilanciato con poco gusto e garbo dalla giornalista e scrittrice Selvaggia Lucarelli, s’è poi trasformato ben presto in una gogna mediatica, in un coro di “indignati speciali”.
Tutto ciò però per Tripadvisor rischia ora di trasformarsi in un vero e proprio autogol, che lo sta travolgendo. Commenta il Gambero rosso: “Aver provato di persona il posto che si vuole giudicare è obbligatorio, il livore semmai un optional”. Però proprio questa aggiunta di livore o di acrimonia ha finito con il costringere la piattaforma “a sospendere temporaneamente la pubblicazione di nuove recensioni” per l’Osteria del Cavolo. Eccesso di shitstorm,, letteralmente una “tempesta di cacca”.
Alla fine il Gambero invita Tripadvisor a “riflettere se queste storiacce di panini e piattini non possano essere l’inizio della sua fine” perché “se una piattaforma di condivisione di esperienze gastriche non può difendersi non dico dagli hater a panza piena, ma almeno da quelli non mangianti, potrebbe perdere ogni credibilità, diventando un Facebook qualsiasi, un insultatoio gastronomico”.