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“Troppo neri”, storie e vite migranti nel libro di Tommasi e Malavolta 

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AGI – I tanti volti e le tante storie dell’immigrazione. Scardinando i luoghi comuni, “Troppo neri”, edito da Feltrinelli, scritto da Saverio Tommasi, racconta alcune di queste vicende vere, drammatiche ma anche piene di vita e di speranza, insieme al fotogiornalista Francesco Malavolta, che accompagna queste narrazioni con le sue fotografie intense, frutto di molti anni di lavoro in viaggio per il mondo.
C’è una sola regola fra gli immigrati in partenza: “Non si inizia mai un viaggio insieme a un congiunto”.

Troppo rischioso per due fratelli, per un fratello e una sorella, impensabile per un marito e una moglie. Per questo i congiunti si separano prima della partenza, dandosi appuntamento solo all’arrivo, raccontandosi delle bugie a cui fingono di credere, pur sapendo che probabilmente non si rivedranno mai più. In Italia solo il 16% degli immigrati è salvato dalle navi delle Ong. Fra loro ci sono donne all’ottavo stupro in due anni di viaggio, alcune si carezzano con violenza una pancia cresciuta senza volontà, ma ci sono anche figli piccolissimi che sono per le madri l’unico bagaglio che valga la pena portare con sé e salvare, in mezzo al mare.

Oltre ai migranti che affrontano viaggi spietati e pericolosi, esistono anche le seconde e terze generazioni. Ragazze e ragazzi arrivati in Italia piccolissimi, senza conoscere i Paesi in cui sono nati se non nel racconto delle famiglie, o semplicemente nati sul nostro suolo. Ragazzi e ragazze senza cittadinanza, senza passato, troppo neri per essere considerati italiani, o troppo italiani per essere considerati nigeriani, etiopi o afghani. Ragazze e ragazzi che vanno a scuola con i nostri figli, con loro fanno sport, musica, teatro: con loro giocano e sognano, qualche volta partecipano ai compleanni. A scuola imparano la storia italiana, la letteratura, l’educazione civica, ma non hanno gli stessi diritti dei loro compagni italiani.

Non si accoglie per religione, credo, pietà o fede. Non si accoglie neanche per convenienza o ragionamento. In fondo non si accoglie neanche perché ne hanno diritto, o pensiamo ce l’abbiano. Si accoglie perché sono esseri umani, e noi siamo esattamente quella stessa cosa che sono loro. Perché in qualche modo si sta affogando insieme a loro, ogni volta in mezzo al mare

Saverio Tommasi è nato e vive a Firenze. È giornalista e autore di reportage e inchieste in Italia e all’estero, lavora a Fanpage.it. Diplomato all’Accademia di Arte Drammatica dell’Antoniano di Bologna, scrive e rappresenta spettacoli di teatro civile. Ha pubblicato Siate ribelli, praticate gentilezza, Sogniamo più forte della paura (Sperling & Kupfer 2017 e 2018) e In fondo basta una parola (Feltrinelli, 2021). È presidente di Sheep Italia.

Francesco Malavolta è un fotogiornalista impegnato da oltre vent’anni nella documentazione dei flussi migratori. Un lavoro svolto in un contesto in costante mutamento che lo ha portato a viaggiare lungo i confini di una Europa sempre più blindata e difficile da raggiungere via terra o via mare. Da 12 anni collabora con l’Unione europea, varie agenzie di stampa internazionale come Associated Press, nonché organizzazioni internazionali quali Unhcr e Oim. 

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