ROMA (ITALPRESS) – Sollevare una voce corale che sia ascoltata dal Governo, affinché si comprenda che gli annunciati provvedimenti sul Nomenclatore tariffario aggraveranno la già critica situazione sanitaria italiana, tra bilanci in rosso, lunghissime liste d’attesa e cure non garantite, con conseguenze disastrose. È l’obiettivo della riunione intersindacale delle associazioni che rappresentano gli Ambulatori e Poliambulatori privati – Uap in corso a Roma. Secondo le associazioni, infatti, l’Italia sta affrontando una sfida senza precedenti nel settore sanitario: il ministero della Salute intende tagliare i rimborsi delle prestazioni sanitarie fino all’80%, sia alle strutture pubbliche sia alle private convenzionate. E fondamentale che si prenda coscienza della gravità di questa situazione, perchè è in gioco la nostra salute collettiva.
La maggior parte dei pazienti complessi non potrà più essere adeguatamente presa in carico, monitorata e assistita; l’attività clinica e gestionale sarà pesantemente compromessa, sia in ambito ospedaliero, sia per le strutture sanitarie convenzionate; i reparti di emergenza andranno in drammatico sovraccarico. Assisteremo, altresì, a una pesante ripercussione sui 36mila posti di lavoro degli addetti italiani, che perderanno il proprio impiego a vantaggio delle grosse multinazionali estere. “Chiediamo un rinvio dell’applicazione del nuovo nomenclatore tariffario in virtù delle considerazioni, ormai condivise da tutti, che queste nuove tariffe sono totalmente inadeguate al sostenimento di costi di produzione e di gestione delle strutture sanitarie pubbliche e private. Questo determinerebbe un collasso totale dell’assistenza territoriale specialistica per tutti i cittadini italiani, quindi non è assolutamente sostenibile e non è accettabile che dal 1 aprile si metta in vigore questa manovra che metterebbe in crisi tutto il sistema sanitario nazionale”, afferma Luca Marino, vicepresidente sezione sanità Unindustria.
“Noi chiediamo semplicemente una sospensione, una proroga almeno fino alla fine di quest’anno per fare in modo che il tavolo tecnico si rimetta a lavorare seriamente, in maniera approfondita e dettagliata per rideterminare in maniera specifica costi di produzione e costi generali, in modo tale da arrivare ad una tariffa che sia sostenibile sia per gli erogatori privati e sia per i pubblici perché la stessa tariffa che il ministero emette – osserva – vale sia per il pubblico che per il provato. Le conseguenze, quindi, sarebbero assolutamente nefaste per entrambi i settori e alla fine chi ci rimette è sempre il cittadino che avrà serie difficoltà ad accedere alle prestazioni sanitarie”.
L’Uap chiede quindi al Governo di prendere coscienza che l’applicazione del nuovo nomenclatore tariffario non consentirà di tutelare la salute dei cittadini secondo i dettami della Costituzione e secondo i principi fondanti del Ssn.
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