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Sport

Un Tour de France durissimo, perfetto per gli scalatori

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AGI – È iniziato il Tour de France. La prima tappa è partita oggi alle 12.30 da Bilbao tra il fervore dei Paesi Baschi spagnoli, con Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard come grandi favoriti e la preoccupazione per i disordini violenti che hanno scosso la Francia negli ultimi quattro giorni. La prima tappa, un anello di 182 km da Bilbao a Bilbao passando per la città martire di Guernica, si preannuncia già frizzante, con una successione di salite brevi ma molto ripide in cui i migliori potrebbero già spiegarsi.

E ci si può aspettare una grande folla lungo le strade della Biscaglia, una regione appassionata di ciclismo con un ricco passato, che ospita la sua seconda partenza della Grande Boucle dopo San Sebastian nel 1992. Il gruppo rimarrà nei Paesi Baschi spagnoli martedì per una tappa da Vitoria a San Sebastian. Poi si dirigerà verso la Francia e Bayonne lunedì, prima dell’arrivo finale sugli Champs-E’lyse’es a Parigi il 23 luglio.

Il capo del Tour, Christian Prudhomme, ha detto di essere “in costante contatto con i servizi statali” e di seguire “con grande attenzione” la violenza che ha colpito molte città in Francia e ha portato alla cancellazione di diversi eventi importanti. Circa 28.000 gendarmi, poliziotti e vigili del fuoco sono stati mobilitati anche quest’anno per garantire la sicurezza della Grande Boucle, uno dei maggiori eventi sportivi del mondo, trasmesso in 190 Paesi.

Tutti si aspettano un duello al vertice tra il danese Jonas Vingegaard, campione uscente, e lo sloveno Tadej Pogacar, vincitore delle due precedenti edizioni della corsa. Ma c’e’ qualche incertezza sullo stato di forma dello sloveno, che non ha praticamente corso da quando si è rotto il polso nella Liegi-Bastogne-Liegi del 23 aprile, mentre Vingegaard ha schiacciato la concorrenza nel Delfinato.

Un percorso duro

Sarà stabilito il record di 30 gran premi della montagna, ci sarà l’attraversamento di cinque catene montuose francesi e una sola cronometro, lunga 22,4 km e in salita. Il Tour 2023 sembra addirittura un piccolo paradiso per gli scalatori. Marie-Blanque, Aspin e Tourmalet nei Pirenei, la fantasia del Puy-de-Dome nel Massiccio Centrale, che torna 35 anni dopo, il Grand Colombier nel Giura il 14 luglio, il Col de la Loze nelle Alpi e una tappa di cinque salite nei Vosgi alla vigilia del traguardo di Parigi: e’ un’orgia di montagne quella che attende i corridori. E gli scalatori francesi come David Gaudu, Romain Bardet e Thibaut Pinot, di cui sara’ l’ultimo Tour, vorranno mettersi in luce, anche se non potranno puntare alla vittoria finale.

In assenza di Geraint Thomas, Remco Evenepoel e Primoz Roglic, Gaudu e Bardet sono tra i molti pretendenti al podio, insieme agli spagnoli Enric Mas e Mikel Landa, agli australiani Ben O’Connor e Jai Hindley e all’ecuadoriano Richard Carapaz. Mark Cavendish cercherà di battere il record di vittorie di tappa che detiene con Eddy Merckx (34).

A 38 anni, il britannico non è più il miglior velocista del gruppo, uno status rivendicato da Fabio Jakobsen, Jasper Philipsen e Dylan Groenewegen. Ma il “Cav” ha promesso di lasciare il segno sull’asfalto per diventare una leggenda del Tour una volta per tutte. Il Tour de France rendera’ omaggio anche a Gino Mader, morto nella discesa di un passo di montagna del Tour de Suisse a metà giugno. “Gino sarà con noi per tutto il Tour”, ha dichiarato lo spagnolo Mikel Landa, leader della squadra Bahrain di cui faceva parte il corridore svizzero. 

Redazione

Autore Redazione