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Cultura

Una targa per Mario Tronti. Renato Zero: “Mio zio, politico del popolo”

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AGI – Scoperta una targa in via Ostiense 56 in memoria di Mario Tronti, filosofo e politico italiano nato nel 1931 e morto lo scorso 7 agosto. Tronti era considerato uno dei principali fondatori ed esponenti del marxismo operaista teorico degli anni sessanta. Insegnò a lungo all’università di Siena ma visse per molto tempo a Roma, data anche l’attività di parlamentare. La targa è stata scoperta dalla moglie e dal presidente dell’ottavo municipio Amedeo Ciaccheri alla presenza del cantautore romano Renato Zero nipote per parte di madre, di Mario Tronti.

“Finalmente giustizia – ha detto all’AGI l’artista – questi esempi meravigliosi in questo nostro paese che da qualche tempo a questa parte è smemorato, non ha idea di quello che è stato, sono importanti. Forse è la nostra piccolezza che non ci permette di valorizzare chi ci ha rappresentato”.

Mario Tronti, aggiunge Renato Zero, “è stata la punta di diamante della nostra famiglia ma in più, ha dato  un contributo davvero tangibile alla causa degli operai italiani, al rinnovamento di certe mentalità ristrette. E poi la politica prende sempre delle direzioni abbastanza incomprensibili perché l’urgenza diventa burocrazia e il bisogno diventa negligenza. Mio zio non era così. E siamo qui non solo perché era mio parente ma anche perché era un esempio per tutti. Non ha mai mollato, non aveva velleità. Andava in Senato con il tram. Ha sempre condiviso umilmente il suo pensiero e aveva doti di aggregazione. Oggi è diverso, il politico va, presenzia ma non aggrega. Stare nel cosiddetto Palazzo, non è il posto migliore per aiutare gli italiani”. Mario Tronti era cugino della mamma di Renato Zero, la signora Ada. 

Sulla targa posta alla sinistra del portone d’ingresso, come ha ricordato il presidente del municipio c’è scritto: “Sono cresciuto nel quartiere Ostiense di Roma, una periferia urbana, i miei lavoravano ai mercati generali, mio padre faceva lo scaricatore ed era comunista, mia madre aveva un banchetto. Gli operai e i tramvieri della sezione Ostiense del Pci dove mi sono iscritto negli anni ’50, sono stati la mia scuola politica. Mi insegnavano che cos’era la lotta per la buona causa e le regole per ben condurla. Considero tutto questo il mio plusvalore umano”.

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