VENEZIA (ITALPRESS) – “La locomotiva del territorio sono le giovani generazioni, un mondo sul quale è necessario investire con interventi specifici in sostegno dell’occupabilità. Il Veneto è una regione che può offrire numerose opportunità alle nuove generazioni e i numeri lo confermano. Siamo la seconda regione italiana sia per i livelli di disoccupazione più bassi sia per i tassi di occupazione più elevati, con minore spreco di talento giovanile. Oggi le competenze più richieste dalle imprese rimangono le soft skill. Oltre alla flessibilità, la capacità di lavorare in gruppo e il problem solving, l’istruzione rimane un mezzo potentissimo nelle mani delle ragazze e dei ragazzi che vogliono fare carriera, senza dover andare all’estero”.
Lo dice il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, presentando lo speciale sui giovani curato dall’Ufficio regionale di Statistica, che aggiorna alcuni importanti dati presenti all’interno del Rapporto Statistico 2023 presentato nel luglio scorso.
“C’è da dire che l’inserimento dei giovani nel mercato lavorativo negli anni è slittato in avanti: nel 2005, nella nostra regione, ogni 100 lavoratori 15-29enni si contavano 39 occupati 55-64enni (lavoratori potenzialmente in uscita), mentre nel 2022 questo valore è salito a 134 – specifica il governatore -. Ciò nonostante, sono pochi e in diminuzione gli under 30 che non lavorano, non studiano e non si formano. La percentuale di Neet è pari al 13,1 per cento, la terza quota più bassa in Italia”.
“I settori che attirano più giovani sono quelli dell’alberghiero e della ristorazione, mentre nell’amministrazione pubblica si contano ancora pochi under 35. A titoli di studio più elevati si associano migliori prospettive nel lavoro, soprattutto per le donne – prosegue il Presidente -. I dati mostrano che nel 2022, le donne venete senza figli, fra i 18 e i 34 anni, con un diploma, hanno un tasso di occupazione di 25 punti superiore a quello delle coetanee con basso livello di istruzione. Ad esempio, in Veneto, una madre fra i 18 e i 34 anni con una laurea risulta occupata quasi nell’87 per cento dei casi, quota che scende fortemente al 53,7 per cento nel caso in cui la madre abbia conseguito solamente il diploma”.
(ITALPRESS).